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Il bivio

Scritto il alle 16:29 da Danilo DT

La giornata di ieri, sui mercati finanziari, è stata una di quelle che resta abbastanza difficile da spiegare e raccontare. La chiusura della borsa USA in data 07/11/2007 è stata senza dubbio “drammatica” sia dal punto di vista dell’impatto numerico (circa un -3%) e sia dal punto di vista tecnico (violazione dell’ormai famigerato livello di supporto posto a 1490. Tanto per cominciare, vorrei ricordare l’importanza tecnico strategica della chiusura della borsa USA. Come forse avrete capito, io considero un segnale di eventuale “rottura” od inversione a condizione che le quotazioni non “rientrino” in territorio neutro o di “scampato pericolo entro 3 giorni. E se stasera lo S&P 500 chiuderà la seduta sotto 1490, allora il mio scenario verrà ridipinto a tinte sicuramente più fosche. E proprio ieri sera, in un commento, ricordavo che in un modo o nell’altro, qualcuno sta cercando di sostenere tecnicamente il mercato. La figura di ieri sera è chiara. Una doji con volumi notevoli. Il mercato ha rischiato seriamente di capitolare, ma alla fine ha limitato tantissimo le perdite, anche se il Nasdaq ha senza dubbio chiuso in modo non proprio tranquillizzante.

NASDAQ 2007 Grafico

Salvi per un pelo, anche se BB non dà serenità

Se da un lato possiamo dire che ci siamo salvati per un pelo, dall’altra dobbiamo citare il discorso fatto ieri sera da Ben Bernanke, il quale, dopo aver per mesi ostentato positività, ha dovuto fare marcia indietro e iniziare ad usare parole di prudenza. Molto probabilmente BB sperava di riuscire a “controllare” il mercato con una politica monetaria nuovamente espansiva. Non ha però fatto i conti con la crisi immobiliare, la crisi di liquidità delle banche, i subprime e il rallentamento globale. Tanto che ieri sera il buon Ben ha dovuto parlare anche delle minacce che incombono sull’economia. In primis la più volte citata inflazione, che non può essere sottovalutata e che può condizionare violentemente non solo la politica monetaria USA, ma anche le prospettive di crescita economica.

Dubbio amletico

Ora però Bernanke si trova davanti ad un dubbio, di cui ho parlato già in passato (vedere nell’area V.I.P. ndr). L’economia sta rallentando. Cisco ha dato delle previsioni che sono la fotografia chiara dei rischi che sono ormai reali per le aziende USA. Le banche stanno crollando come capitalizzazione. State pur certi che in ambito di rotazione settoriale, non saranno solo le banche a scendere. E un altro segnale negativo lo possiamo vedere dal VIX. La volatilità è in costante aumento. Ho parlato con alcuni “amici” all’estero e mi hanno confermato che, nelle sale operative, aleggia un po’ di timore. Inoltre vengono usati tanti temi come potenziali scuse per poter giustificare l’andamento delle borse. Petrolio stracaro, dollaro debole… Ma torniamo al buon Ben… L’uomo FED si trova quasi costretto, visti gli ultimi dati e gli ultimi timori, a dover nuovamente tagliare i tassi. Però quando? Subito è impossibile. L’inflazione fa paura. A meno che…si voglia giocare la carta del rischiatutto e tagliare comunque. Ricordate il post sul “guidatore ubriaco”? Il rischio diventa sempre più concreto.

Il grafico dello S&P 500, ennesimo momento topico

Ma torniamo a quanto detto prima (oggi sono di corsa, scusatemi se non approfondisco i temi). Tanto per cominciare vorrei ricordare che l’altro ieri (vedere il grafico alla fine del post) abbiamo non solo violato il supporto a 1490, ma anche la MM200. Poi ieri sera ci è arrivata quella doji di cui ho già parlato. E ora? Ripeto: dobbiamo salvarci le piume più che infretta, ovvero entro la seduta di stasera. E’ necessario un rientro in area 1490, altrimenti lo scenario diventa veramente complesso. I volumi di ieri sono stati elevati (speculazione che impera?) e addirittura siamo andati a sfiorare la trendline rialzista. Il mio resta un parere personale (mi sembra giusto esporsi, altrimenti a che servirebbe questo blog? Visto che proprio io voglio che sia un’arena di discussione…), però stasera vedremo la direzione che prenderà il mercato.
 S&P 500 rottura 1490
Chiudo con un detto che mi ha insegnato un mio vecchio collega, mancato tragicamente 10 anni fa: se vuoi vendere un’azione, ragiona come se dovessi comprarla. Se tu pensi che sia a buon prezzo e quindi la compreresti, allora tienila. Se invece non la compreresti, perché la reputi cara oppure perché il mercato non ti convince, allora non ripensare e vendila. Tanto sai che, dopo questo ragionamento, sarai a posto con la coscienza.

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