ITALIA GERMANIA 1-1. Come per i tedeschi, aiuti pubblici alle banche italiane in difficoltà

Scritto il alle 07:30 da Danilo DT

Caution-Bail-in-banche-italiane

Anche se mi trovo in una situazione un po’ complicata, non posso esimermi dal lasciare un rapido commento sul salvataggio delle due banche venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.

La prima cosa che devo dire è che nell’articolo dedicato a quello che alla fine è stato un bailout, non avevo poi cannato così di tanto le previsioni. L’articolo ovviamente è questo (CLICCATE QUI). Ma la cosa che sinceramente mi ha lasciato un po’ sbaccalito è innanzitutto l’atteggiamento i Francoforte. Infatti, il Single Resolution Board ECB ha deciso che non era il caso di ricorrere alla liquidazione delle banche e che quindi si poteva procedere con la “risoluzione all’italiana”.

Per carità, tutti felici e contenti, o quasi, visto che il bagno di sangue sarà apparentemente meno pesante. A pagare saranno azionisti ed obbligazionisti subordinati istituzionali. Mentre i possessori privati di questi ultimi potrebbero addirittura essere totalmente graziati.
Ovviamente l’entusiasmo dovrebbe venire un po’ meno agli italiani, visto che con il bail out si torna ad una socializzazione delle perdite. Ma la cosa che mi domando è quale sia ancora la credibilità della normativa BRRD. Insomma, queste regole sono partite male e sono finite peggio, in mano la relativismo assoluto, senza una vera regia centrale.
Facendo due conti, lo Stato dovrebbe arrivare ad impegni pari a 17 diconsi 17 miliardi di Euro. E per fortuna che il bail out era passato di moda…

BANCHE VENETE: VIA LIBERA AL SALVATAGGIO DA 5,2 MILIARDI

Normale la reazione oggi sui mercati. Intesa ovviamente festeggia, ha giocato alla grande la strategia della “necessità”, ottenendo quello che, così strutturato, può solo essere chiamato “regalo”. Inoltre dà un segnale di fiducia nei confronti di un sistema, quello bancario italiano, che è ben lontano dal poter dire di essere “fuori dalla crisi”.
Naturale la reazione positiva delle banche italiane, Intesa in primis che sembra aggiudicataria, in prima istanza, di un pacchetto regalo.

Una nota positiva è il fatto che, con il via libera di Bruxelles, avviamo sanato una lacuna che da anni separava il tipo di trattamento in ambito di salvataggio delle banche tedesche con quelle italiane. Anche noi abbiamo ottenuto il via libera per il salvataggio pubblico di alcune banche, proprio come i teutonici. MA occhio a cantare vittoria. Aspettiamo le prossime mosse. Tanto per cominciare, occorrerà sapere tutti i dettagli dell’operazione ed i conti corretti. Inoltre, come dicevo prima, il sistema bancario non ha di certo risolto tutti i suoi problemi con il bailout delle banche venete. MPS è in stato di sistemazione, ok, ma non temete, ne arriveranno altre.

(PS: dovrò allontanarmi dal posto di lavoro per una settimana. Spero di poter mantenere sempre attivo il blog, nella speranza di rendere un servizio valido ai tanti lettori che continuano, malgrado tutto, a seguire I&M. viaggiamo sempre sulle 6000-7000 pagine viste al giorno. Con tutta la concorrenza che c’è, non è un brutto dato.)

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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11 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 27 Giugno 2017 at 08:39

gira una voce che i teutonici siano stati più disponibili perché anche loro dovranno affrontare a breve problemi ben più grossi…….. Deutsche Bank !!!!!! ??????

Scritto il 27 Giugno 2017 at 09:46

DB ormai è un cucciolo storico…. I nodi verranno al pettine, un bel giorno.

aorlansky60
Scritto il 27 Giugno 2017 at 09:50

@ DT

Ma la cosa che mi domando è quale sia ancora la credibilità della normativa BRRD

proprio quello che penso anch’io dall’epilogo di questa vicenda,

HAI CENTRATO IL PUNTO, DT

alla faccia della UE e di tutti i dogmi di quest’ultima recentemente coniati sul tema della regolamentazione bancaria dei Paesi della zona €uro : BRRD, Bail in, burder sharing, niet aiuti di Stato –

il che pone SERI DUBBI (se già non fossero emersi in passato) SULLA STESSA PRESENZA e CREDIBILITA’ DELLA UE : o le regole vanno fatte rispettare A TUTTI, altrimenti a COSA SERVONO LE REGOLE ??? ma soprattutto cara UE : se le regole le emetti, le fai sottoscrivere, e poi NON SEI IN GRADO DI FARLE RISPETTARE, COSA CI STAI A FARE ??? e in conclusione : MA COSA STO’ DICENDO ?!?!!? Quando ALLA LUCE DEI FATTI AVVENUTI, molte regole prestabilite dalla Com.UE (E SOTTOSCRITTE DA TUTTI GLI STATI MEMBRI) sono state regolarmente DISATTESE da paesi come la Francia per quanto riguarda il suo DEFICIT (per molti anni sopra il -3%) e dalla Germania per quanto riguarda il suo gigantesco DISAVANZO COMMERCIALE (da molti anni sopra il +6%) ???

ùLa verità che emerge da tutte queste vicende è una sola : NON CI SONO PIU’ REGOLE, ogni Stato si appropria della “regola” che più gli conviene al momento; davvero niente male come idea di “coerenza”, di “integrità” e di “coesione” di cui l’UE -attraverso i suoi vertici- si vanta di essere; alla luce di questo, per un cittadino Europeo è di certo una garanzia di piena fiducia per continuare a credere nell’operato delle istituzioni europee…

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Intesa ovviamente festeggia, ha giocato alla grande la strategia della “necessità”, ottenendo quello che, così strutturato, può solo essere chiamato “regalo”

Questa operazione [delle due banche venete incorporate da ISP] non nasce certo l’altro ieri (quando padoan ha annunciato in diretta Tv apposito ddl), c’è da essere certi che fosse già aperta da MOLTO TEMPO sottobanco lontano dai riflettori, con lo Stato ad esercitare forti pressioni politiche su ISP, il cui board sapeva benissimo il genere di schifezza che le veniva richiesto di ingoiarsi, questa roba qui non è mica Banca Etruria o Banca Marche : pur con tutte le clausole cautelative che il team di ISP ha studiato e richiesto allo Stato, vale a dire TUTTO QUELLO CHE ISP si RIFIUTA di prendersi a CARICO in BILANCIO, cioè :

– i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute),
– le obbligazioni subordinate emesse
– partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all’acquisizione.

ISP si porta in pancia qualcosa come 30 MILIARDI di OBBLIGAZIONI SENIOR quale dote delle due banche venete decotte, solo in parte bilanciati dai 5,2 miliardi versati in prima tranche dallo Stato, più ulteriori 12 miliardi dei quali lo Stato si fà GARANTE nei confronti di ISP per eventuali future “sorprese” impreviste che dovessero emergere “in corso d’opera”… tutto sommato -anche per quanto ha valutato complessivamente il mercato- per ISP non potrebbe tradursi in un cattivo affare; solo il tempo lo confermerà o meno alla lunga;

Piuttosto, come ho scritto in un altra parte del dominio, il vero punto è un altro :

i veri cazziati di questa vicenda tragi-comica sono migliaia di dipendenti delle due banche venete

(nell’accordo sottoscritto tra Stato e ISP quest’ultima ha preteso un taglio sensibile di sportelli sul territorio che lo Stato sembra volere avallare) e di riflesso moltissimi altri dipendenti della stessa ISP (nella trattativa sulle due venete tra Stato e ISP, scommetterei che quest’ultima ne abbia approfittato per delineare allo Stato un corposo piano di tagli dei propri dipendenti, PER LA GIOIA DEGLI AZIONISTI)

e i VERI MEGA CAZZIATI siamo Tu caro DT, io e tutti quelli che leggono e scrivono qui e più in largo tutto il popolo italiano,

perchè, come ha dichiarato molto ironicamente Ferruccio de Bortoli ieri,
tutti i cittadini italiani erano azionisti delle due banche venete, e da ieri anche di Intesa San Paolo, SENZA SAPERLO…

NON SOLO, c’è un altro punto MOLTO DOLENTE che emerge a conclusione di questa vicenda :

uno Stato come quello italiano, che non solo ritorna alle vecchie abitudini di farsi carico della mala gestione dei banchieri italiani coprendone le falle CON CONTRIBUTI PUBBLICI, alla faccia delle regolamentazioni UE in tema bancario (ma c’è da essere certi che l’operazione ISP-Stato Italiano sul salvataggio delle due venete abbia ricevuto l’avvallo di Bruxelles, il che pone ulteriori seri dubbi sulla credibilità della UE…)

ma che protegge e copre tutti i responsabili dei recenti disastri bancari italiani, (di cui è inutile tracciare la lista dei nomi, che è ormai nota anche alla casalinga di Voghera)

FORNISCE UN PESSIMO SEGNALE all’esterno, del tipo :

ACCORRETE, la FIESTA non è ancora finita, SI FACCIA PURE AVANTI CHI INTENDE DELINQUERE -perchè di questo si tratta- AD ALTO LIVELLO RUBANDO all’INTERNO DELLE BANCHE ITALIANE INGENTI SOMME che poi verranno coperte e restituite dai 60 milioni di coglionazzi italiani.

paolo41
Scritto il 27 Giugno 2017 at 12:11

aggiungerei: Banca Veneto aveva superato il test EU sei mesi prima che scoppiasse il bubbone !!!! E Banca D’Italia e Consob che ci stanno a fare ?????

aorlansky60
Scritto il 27 Giugno 2017 at 13:35

@ Paolo41

ti spiego brevemente cosa ci stà a fare Bankitalia (almeno per come la vedo io) :

A differenza del passato, Banca d’Italia non è [più] un istituzione indipendente “sopra le parti”

dato che essa è posseduta dai principali istituti bancari italiani, ognuno dei quali secondo la propria quota di partecipazione (poi andiamo ad analizzare la composizione societaria di ISP o UNICREDIT tanto per citare le maggiori, per avere un idea circa la dilatazione estrema dei poteri in gioco : in ISP Blackrock al 3%, Harris ass. 3%, Vanguard group al 2%, HSBC 2%, Norges Bank al 2% – UNICREDIT ancora meglio : AABAR (arabi abu dhabi) 5%, Blackrock 4%, DodgeCox 3,5%, Norges Bank 2%, Vanguard Group 2%, Allianz 2% …)

ora : si richiede a Banca d’Italia il ruolo di controllore e di garante di un sistema, quello bancario italiano, del quale Banca d’Italia non si ritrova a livello superiore, ma ad un livello inferiore del quale si potrebbe dire perfino “succube”,

insomma : si richiede ad una gazzella di controllare l’operato di alcuni carnivori, tra i quali IENE e LEONI – tanto per dare un ordine di grandezza –

il che è assurdo al solo pensiero, perchè DATO IL RAPPORTO DI FORZE, i controllati (IENE e LEONI) potranno dettare ogni linea guida dell’operato di Banca d’Italia(il controllore) nei loro confronti.

john_ludd
Scritto il 27 Giugno 2017 at 13:44

aor­lan­sky60,

ESATTO ! il punto finale è proprio questo. Quale sia il paese, le perdite delle banche si socializzano e i guadagni si privatizzano. La gente per lo più manco legge i giornali e non sa niente. Al massimo si alza la mattino urla (nella propria lingua) “stato ladro, banche ladre”) poi va al cesso (bathroom, klosett etc… ), caga e va a lavorare o a guardare la TV. Invece quelli tutte le volte alzano l’asticella delle proprie manipolazioni e delle proprie balle, è ormai talmente in alto che Serghey Bubka era una mezza sega.

aorlansky60
Scritto il 27 Giugno 2017 at 16:01

solo un appunto, DT,
sul tuo titolo “Italia-Germania 1-1 in aiuti pubblici alle proprie banche

mi sembra che lo sbilancio sia alquanto maggiore, l’Italia su questo punto si ritrova a forte credito,

la Germania ha immesso 200 miliardi di €uro di fondi pubblici propri per tamponare le proprie banche in forte crisi (QUANDO LO POTEVA FARE, nel 2010-11, prima che l’UE proponesse, attuasse e facesse sottoscrivere a tutti gli Stati membri la normativa di BRRD sulla regolamentazione delle crisi bancarie in €urozona) ,

l’Italia -cioè la sua dirigenza politica- ha immesso a tutela del proprio sistema bancario una somma infinitamente minore, se mai la responsabilità imperdonabile del sistema direttivo italiano è quella di NON avere agito IN TEMPI UTILI quando poteva farlo (a differenza di come hanno saputo fare i tedeschi) soprattutto perchè POLITICA e FINANZA italiana continuavano a ribadire il solito mantra, che “il sistema bancario italiano è solido e non necessita di aiuti” QUANDO NON ERA VERO, e i danni di tutto il tempo perduto si stanno mostrando ora. E credo non sia nemmeno finita.

Altra cosa da dire : i tedeschi sono stati MOLTO ASTUTI (non credo per caso) nel mantenere parte del loro sistema bancario praticamente PUBBLICO come lo sono le loro landesbank e sparkassen territoriali, questo particolare ha aiutato le autorità tedesche nel lasciare fuori dai controlli EBA questo sistema bancario, a differenza degli istituti bancari italiani che sono stati rivoltati più volte dagli stress-test; non solo, ma in caso di necessità, il governo centrale tedesco può entrare quando lo crede opportuno per immettere capitali in questo sistema finanziario di banche locali. Questo particolare dovrebbe far riflettere…

paolo41
Scritto il 27 Giugno 2017 at 22:09

cerchiamo di essere obiettivi !!!!! anche se si fosse fatta un’iniezione anti paralisi sulle banche quando è stato fatto dagli altri paesi, la marea di NPL non l’avrebbe fermata neppure il Padre Eterno….. La nostra crisi è legata all’evoluzione dell’economia reale e non c’è santo che sarebbe stato in grado di fermarne il declino….. l’errore è di aver creduto che con l’entrata nell’euro si sarebbero risolti tutti i problemi e invece ….. abbiamo messo la testa sul capestro !!!!!

aorlansky60
Scritto il 28 Giugno 2017 at 15:49

La nostra crisi è legata all’evoluzione dell’economia reale

in buona parte, SI;

questo però NON DEVE far passare sottobanco, relegandole a ruolo minoritario, le responsabilità palesi

-in casi quali MPS, Veneto Banca, Popolare VI, Carige senza dimenticare Banca ETRURIA, Banca Marche, CariFe e CariCHIETI che ancora gridano vendetta

dei vertici di queste banche italiane, il cui operato ha condotto gli istituti al dissesto noto, prima ancora delle conseguenze “dell’evoluzione dell’economia reale“, per mezzo di INGENTI e GENEROSI PRESTITI concessi ad “amigos” di alto rango che non hanno poi mai restituito le somme ricevute. (SORGENIA per es. è un nome che dovrebbe far venire i brividi al solo pronunciarlo, e la lista di società simili è MOLTO LUNGA nella vicenda delle banche che ho citato…).

E il paradosso (un classico italiano nelle vicende che vede POLITICA e FINANZA strettamente correlate in affari opachi A LIVELLO TERRITORIALE) è che la Magistratura Italiana che cerca di far piena luce su tutti questi casi, procede a rilento perchè si ritrova i bastoni tra le ruote posti dalla POLITICA ITALIANA che COPRE e PROTEGGE i responsabili. Cosa ti vuoi aspettare, quando il sistema della finanza sul territorio era/è strettamente legato alla politica locale ???…

Un quadro non propriamente edificante;

negli USA -pur un Paese criticabile sotto molti altri aspetti- una vicenda quale quella di MPS (ammesso e non concesso che si sarebbe potuta verificare da quelle parti) avrebbe condotto davanti ai giudici l’intero board della banca (con retroattività di almeno 10anni dell’operato) in tempi lampo;

in italia per vedere il board di MPS posto di fronte alle sue responsabilità, giudicato e condannato, molto probabilmente si dovrà attendere la messa in opera delle centrali nucleari di IVta generazione : chi conosce l’argomento sa cosa intendo… (sic)

paolo41
Scritto il 28 Giugno 2017 at 16:18

saltate di palo in frasca !!!! questo è un altro argomento su cui concordo in pieno….
se poi vuoi andare a vedere perché fu fatta comprare a Mps la Banca mantovana e qualche management buy-out di aziende statali con conseguenti forti indebitamenti, lauti stipendi e fior di dividendi etc . fino all’acquisto di Antonveneta ….etc !!!! ci possiamo stare una sera a scriverle tutte !!!!!! ho visto la foto recente di Mussari su un quotidiano o una rivista (non ricordo quale….) bianco, allampanato, magro come un’acciuga, attende il processo (chissà quanto dovrà attendere????? ) pover’uomo, ora è innocuo e ingenuo (per sua stessa ammissione: io sono un avvocato non un banchiere) come lo era quando è stato manovrato da presidente di MPS…. e gli è andata bene che non ha dovuto fare voli dalla finestra (tutto insabbiato ?????)… andiamo anche a vedere chi erano i manovratori di allora e con quale faccia tosta hanno ancora il coraggio di esprimersi politicamente ……

gainhunter
Scritto il 28 Giugno 2017 at 22:48

aorlansky60: mi sembra che lo sbilancio sia alquanto maggiore, l’Italia su questo punto si ritrova a forte credito,

la Germania ha immesso 200 miliardi di €uro di fondi pubblici propri per tamponare le proprie banche in forte crisi

Bravo, non dimentichiamolo mai. E neanche l’evoluzione dei NPL in Italia da allora (il 2008): a questo proposito segnalo un link molto interessante:
https://www.slideshare.net/UIP-Prato/mediolanum-060515
In particolare le seguenti slide che mostrano l’andamento dei consumi e dei prestiti e di conseguenza dei NPL:





Le differenze regionali:

E quanto fosse noto e manifestato già dal 2014 da parte di Bankitalia:

I sondaggi di I&M

Come vorresti I&M?

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