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FOCUS: il moltiplicatore fiscale di Keynes
Cos’è il “moltiplicatore fiscale” e cosa rappresenta per i keynesiani? Per quale motivo, secondo i keynesiani, l’austerity ha aggravato la crisi in Europa? Cosa postula invece la “teoria delle restrizioni espansive”?
Ennesima puntata della “piccola partnership” (non di tipo commerciale, ci tengo a sottolinearlo) con una casa d’investimento (AnimaSgr) con un approfondimento di indubbio interesse.
Tengo inoltre a precisare che questo video è dedicato soprattutto agli investitori magari non super professionisti, ma è anche interessante per coloro che sono più “navigati”.
Ovviamente sarò ben lieto di leggere i Vs feedback su questa iniziativa. Vi lascio al video e alla sua trascrizione. Buona visione!
Vi lascio al video…
http://www.youtube.com/watch?v=OZB-WnrbQ4A
Cos’è il “moltiplicatore fiscale” e cosa rappresenta per i keynesiani?
Ha fatto molto scalpore tra gli addetti ai lavori uno studio del Fondo Monetario Internazionale dedicato agli “errori di previsione sulla crescita” e ai “moltiplicatori fiscali”. Lo studio non ha attirato il clamore dei media, ma la questione è decisiva per il futuro di tutti. Il “moltiplicatore fiscale” è infatti uno di quegli strumenti attorno a cui gli economisti si dividono in scuole contrapposte e da cui dipende il concreto orientamento delle politiche economiche dei governi.
Il “moltiplicatore fiscale” misura l’intensità con cui il reddito (o prodotto interno lordo) di un paese reagisce alla politica fiscale e rappresenta uno degli architravi della teoria keynesiana. Per i keynesiani il moltiplicatore fiscale è tipicamente maggiore di 1: la riduzione della spesa pubblica (o l’aumento di tasse) di 1 euro provoca cioè una caduta del reddito molto più grande di 1 euro, e viceversa.
Per quale motivo, secondo i keynesiani, l’austerità ha aggravato la crisi in Europa?
Da quattro anni l’Europa è sottoposta alla cura dell’austerità, cioè più tasse e meno spesa pubblica. Eppure i debiti pubblici sono aumentati di più proprio dove più severa è stata l’applicazione della cura. In molti paesi si è cioè innestato un meccanismo perverso: le politiche fiscali restrittive, deprimendo l’attività economica e generando disoccupazione, abbattono ancor più le entrate fiscali (legate al minore reddito prodotto). L’austerity aggrava cioè la situazione, anziché risolverla.
Questo effetto perverso sarebbe facilmente spiegabile sulla base della teoria keynesiana. Se il moltiplicatore è maggiore di 1 (come sostengono i keynesiani), per risolvere il problema del debito bisognerebbe fare esattamente il contrario delle politiche di austerità: bisognerebbe cioè ridurre le tasse e aumentare la spesa pubblica,perché la crescita multipla del reddito che ne deriverebbe genererebbe poi il gettito fiscale aggiuntivo necessario a risanare le finanze pubbliche.
Cosa postula invece la “teoria delle restrizioni espansive”?
Le politiche economiche europee più recenti sono state però ispirate dalla “teoria delle restrizioni espansive”, secondo la quale il moltiplicatore non esiste o, se esiste, è di entità molto modesta: secondo questa impostazione, la politica fiscale non ha cioè impatti significativi sul Pil.
Per questa scuola di pensiero, le decisioni di consumo e di investimento non sono legate soltanto al loro reddito disponibile oggi, ma anche al reddito disponibile che ci si attende nel futuro. Per cui, se vengono aumentate le tasse oggi, ci si aspetta potranno essere ridotte domani perché il debito si è ridotto. Gli individui quindi non reagiscono all’aumento di tasse diminuendo i propri consumi, come postulato dai keynesiani, e domanda e reddito rimangono invariati o addirittura aumentano. Con consumatori “che guardano avanti” politiche di austerità anche molto severe possono quindi essere perseguite senza provocare particolari effetti recessivi.
In altre parole: poiché i comportamenti degli operatori sono indifferenti alla politica fiscale, gli effetti della politica fiscale sul Pil sono molto deboli.
Finora le politiche economiche europee si sono basate proprio su questa ipotesi, cioè sull’assunto che il moltiplicatore fosse minore di 1: le politiche economiche in particolare sono state impostate sulla previsione che per ogni taglio di 1% del disavanzo pubblico, il Pil si sarebbe ridotto meno dello 0,5%.
Ed è su questo punto che il recente studio del Fondo Monetario ha puntato il dito. L’FMI ha infatti stimato che nel 2010-2011, il moltiplicatore è stato in realtà di 1,5: l’impatto recessivo delle politiche di austerità è stato cioè ben tre volte più ampio di quanto previsto.
Keynes amava dire che “gli uomini pratici (cioè i politici) sono generalmente schiavi di qualche economista defunto”. È un vero peccato che per i governi europei l’”economista defunto” di riferimento non sia stato finora proprio Keynes.
STAY TUNED!
DT
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Alleluia!!!
Se gli incandidabili vengono messi fuori lista, è probabilmente dovuto alla diffusione su internet del malcontento generale; possiamo provare ora a fare una rivoluzione culturale cercando di ribaltare il paradigma economico imperante da 30 anni?
E’ difficile perchè siamo noi stessi impregnati di “debbbitopubblicosporcoecattivo” meglio oro oro oro oro oro.
Non c’è alternativa dicevano i professori (già quelli che vanno in TV e nei convegni mondiali)
L’alternativa.
http://www.economiaepolitica.it/index.php/europa-e-mondo/la-lettera-degli-economisti-contro-lausterita-del-giugno-2010/
Troppa aria di superiorità:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/28/universita-la-finta-eccellenza-della-bocconi/456631/
http://www.youtube.com/watch?v=5-Pb_LBpz48
Diceva un tale…
http://www.youtube.com/watch?v=fKaO4BiAwOQ
quanto hanno ragione gli autori del post che hai allegato. Scritte in ottimo italiano e molto centrate al problema sono le stesse considerazioni a cui sono arrivati parecchi aderenti a queso blog, applicando solo l’esperienze maturate e il buon senso. Non c’è bisogno di essere professori, anzi abbiamo ormai valide prove che quando vanno i professori al governo (Prodi, Monti, Amato, etc) operano peggio dei politici…il che è tutto dire !!!!
e la finanza comportamentale dove la lasciamo vogliamo dire alle persone le cose come stanno monti non e iinfallibile ma se si fosse presentato al mercato in preda al panico dicendo seguiro i dettami keynesiani aumentando la spesa pubblica non mi interrea se il debito pubblico sfondera ogni limite ci penseremo dopo oggi l’italia sarebbe fallita perche basta un’asta non sottoscritta per determinare il fallimento di una nazione i mercati non aspettano giocano in tempo reale e giocavano per farci fallire di
Aggiungo solo che:
1) abbiamo spezzato le gambe ad un Paese già in ginocchio;
2) abbiamo un altro senatore a vita, nominato senza meriti, ma da mantenere a vita come se ne avesse.
L’economia non è una scienza esatta, ma sociale.
Pertanto la teoria va contestualizzata.
“Per questa scuola di pensiero, le decisioni di consumo e di investimento non sono legate soltanto al loro reddito disponibile oggi, ma anche al reddito disponibile che ci si attende nel futuro. Per cui, se vengono aumentate le tasse oggi, ci si aspetta potranno essere ridotte domani perché il debito si è ridotto.”
Per l’Italia è vero!
Soltanto l’italiano sa perfettamente che… una diminuzione di tasse nel nostro paese è pura illusione.
Se si hanno dei risparmi o maggiori introiti per nuove tasse, vengono subito create subito nuove opportunità di spesa (nel nostro paese posti di lavoro tanto inutili quanto onerosi per la collettività, ma a vantaggio di parenti e amici delle nostre caste).
Gigi,
diffido sempre di un professionista che vuole essere pagato in anticipo!
“Per questa scuola di pensiero, le decisioni di consumo e di investimento non sono legate soltanto al loro reddito disponibile oggi, ma anche al reddito disponibile che ci si attende nel futuro. Per cui, se vengono aumentate le tasse oggi, ci si aspetta potranno essere ridotte domani perché il debito si è ridotto.”
Questo ragionamento POTREBBE avere un senso in un sistema in cui i soggetti economici che muovono l’economia, nel nostro caso i cittadini con i loro consumi, non spendono tutto il reddito disponibile.
In effetti in Italia, secondo la medi a di Trilussa, non si spende tutto il reddito disponibile , in altri paesi si spende più del reddito disponibile.
Purtroppo se disaggreghiamo i dati scopriamo che in Italia la maggior parte delle famiglie spende tutto il reddito disponibile quindi per bene che vata il moltipolicatore è 1
se poi si procede ad una sistematica azione di terrorismo mediatico e le parole fallimento, default, precipizio, baratro… sono le più usate da tutti
giornalisti e blogger pechè : Bad news drive traffic
e politici perchè al cittadino terrorizzato fai fare di tutto mi meraviglio di non avere un moltiplicatore fiscale pari a 2.
ilcuculo@finanza:
“Per questa scuola di pensiero, le decisioni di consumo e di investimento non sono legate soltanto al loro reddito disponibile oggi, ma anche al reddito disponibile che ci si attende nel futuro. Per cui, se vengono aumentate le tasse oggi, ci si aspetta potranno essere ridotte domani perché il debito si è ridotto.”Questo ragionamento POTREBBE avere un senso in un sistema in cui i soggetti economici che muovono l’economia, nel nostro caso i cittadini con i loro consumi, non spendono tutto il reddito disponibile.
In effetti in Italia, secondo la medi a di Trilussa, non si spende tutto il reddito disponibile , in altri paesi si spende più del reddito disponibile.
Purtroppo se disaggreghiamo i dati scopriamo che in Italia la maggior parte delle famiglie spende tutto il reddito disponibilequindi per bene che vata il moltipolicatore è 1
se poi si procede ad una sistematica azione di terrorismo mediatico e le parole fallimento, default, precipizio, baratro… sono le più usate da tutti
giornalisti e blogger pechè : Bad news drive traffic
e politici perchè al cittadino terrorizzato fai fare di tutto mi meraviglio di non avere un moltiplicatore fiscale pari a 2.
in italia ci si attende, se vengono aumentate le tasse oggi, che domani ci saranno più auto blu, più rimborsi elettorali, stipendi più alti dei politici (in italia si stima che 1,5 milioni di persono vivono di politica), più vitalizi, più consulenze agli amici degli amici e l’elenco potrebbe continuare…
Per chi volesse approfondire lo studio del Fondo Monetario Internazionale, trova la fonte a questo link (mi era capitato di leggerlo):
http://www.imf.org/external/pubs/cat/longres.cfm?sk=40200.0
In sintesi però non mi trovo d’accordo con nessuna delle due visioni esposte nel post.
Provo a spiegarmi in maniera semplice.
Ci dimentichiamo che raramente erano stati raggiunti gli attuali livelli di indebitamento della popolazione/imprese, sopratutto nei Paesi più soggetti all’austerity.
Siccome chi è indebitato… consuma proporzionalmente alle nuove risorse che ha a propria disposizione (sempre meno, visto che la maggior parte vanno per pagare gli interessi ed il capitale oggetto del debito), la restante parte della popolazione (sempre una minoranza) per spingere i consumi e quindi l’economia interna ha bisogno di certezze.
Certezze che vengono proprio dalla loro capacità di non essere finiti come gli altri debitori (per tanti motivi, quali una gestione oculata del proprio bilancio familiare, ricchezza precedente, buona posizione sociale, ecc).
Peccato però che in un sistema che ha “bisogno” dell’austerity, la politica economica, per far quadrare i conti, è principalmente alimentata da continue manovre che correggono le precedenti e via dicendo (pensare alla Grecia, Spagna ma anche l’ultimo anno del nostro Paese), non diano a chi potrebbe partecipare attivamente al rilancio economico, di programmare il futuro delle proprie scelte di spesa… incentivandoli a rimandarle e conseguentemente aggravando la situazione.
Quindi ci vorrebbe una politica di austerity programmata, che dica chiaramente quando terminerà, chi viene colpito (tassato), quali agevolazioni siano presenti per favorire l’occupazione, ecc. con la sicurezza che non varierà nel prossimo futuro salvo gravi problematiche (che però potrebbero essere affrontate con un fondo di perequazione intraeuropeo).
Non mi pare assolutamente di aver visto tutto questo negli ultimi anni, soprattutto nei Paesi in crisi.
Ecco quindi l’aggravarsi a spirale della crisi stessa… per mancanza di certezze sui due fronti (politica economica e aspettative di spesa familiare/azienda).
Non credo che ci sia bisogno di economisti, professori, tecnici o ex-dipendenti di banche d’affari per comprendere questo semplice concetto. Troppo teorici… e con poco senso pratico. 🙄
Concludo con una provocazione: come dice qualcuno… basterebbe mettere una casalinga con tre figli (possibilmente non indebitata aggiungo io) al posto del ministro dell’economia… per fare molto meglio di quanto è stato fatto!
HAHAHA!
Oggi pomeriggio in uscita un post semplice semplice ma…molto efficace…che mette a nudo alcuni aspetti secondo i quali l’Italia è praticamente …finita…
Come al solito hai ben fotografato il problema.
Ora che anche il FMI ha clamorosamente smentito le previsioni di Monti (alla faccia della credibilità internazionale) c’é da chiedersi: come mai sia stato scelto un personaggio simile per guidare il nostro Paese?
Del resto, se stampa e tv ci hanno per mesi propinato grafici che mostravano come la discesa dello spread fosse diretta conseguenza della grandeur di Monti, si può capire facilmente chi e cosa ci sia dietro questa grande macchinazione organizzata.
Un vero Trumont show!
Gigi,
La discesa dello spread è frutto innanzitutto dell’operato di Mario Draghi, ma non ppossiamo certo negare l’importanza dell'”effetto credibilità” che il Governo Monti ha acquisito a livello internazionale. In minor parte ma è sicuramente stato importante.
il tutto a prescindere dalla bontà dell’operato di Monti stesso
scusate un piccolo banale ragionamento. Le “teorie” non dovrebbero essere pensieri sul possibile futuro?
Questa è per i teorici un’occasione d’oro per verificare sul campo.
E’ del tutto evidente che se le tasse e le spese mi strozzano io ottimizzo la mia attività riducendo e concentrando . Vuol dire minore fatturato, minore spese sostenute minore circolazione della moneta, ma soprattutto minori tasse pagate .
E quindi minori entrate per lo stato. E’ tutto li da vedere
Non è teoria , è pratica !
Sul perchè poi la Lagarde sposi l’altra di teoria per me non è una sorpresa . Per voi si ?
caro Dream non ci scommetterei.
L’aspetto positivo di tutta questa fuffa e che ci costringe a mettere fine a tutte le porcherie che qui ci hanno portato.
E a vedere quello che salta fuori ogni giorno che il buon Dio manda sulla terra, direi che abbiamo parecchia legna in legnaia 👿
Sono una persona pratica e concreta, come la maggior parte degli italiani.
Nessuno si può nutrire di credibilità, a meno che non abbia la pancia già piena.
Nella situazione in cui ci troviamo oggi é semplicemente criminale parlare ancora di credibilità.
Unioncamere ha appena detto che ogni giorno chiudono 1.000 imprese, Confindustria parla di emergenza politica e SOCIALE, gli organismi internazionali smentiscono Monti ogni giorno e lui stesso oramai ammette di avere “….esagerato….”.
Di quale credibilità parli?
La sig.ra Lagarde, alias FMI, ha detto che quest’anno “o la va o la spacca”.
la frase si commenta da sè.
a Gigi repplico invece, a proposito di CREDIBILITA’, che a fine febbraio non manca molto e che allora noi tutti vedremo quanto saremo credibili per il resto del Continente…. relativamente a come avremo votato.
❓
Io invece penso che la credibilità si costruisca con i fatti, non con i titoli di giornale o con i voti.
Monti ha avuto i voti ed i media smisuratamente a favore, i fatti però hanno smentito lui e i media che lo hanno sostenuto. E a pagare siamo solo noi.
Se non capiamo questo non andiamo da nessuna parte.
Monti è ben visto in certi ambienti perchè fa il loro interesse.
e mi chiedo…come ha fatto monti a diventare professore universitario? forse come lo sono diventati tanti altri? sappiamo bene tutti come vengono attribuite le cattedre universitarie in italia….