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ECONOMIA: e in Italia è tutto un grande BLUFF

Scritto il alle 15:07 da Danilo DT

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Il debito pubblico resta al 132.7% e non calerà nel corso del 2016. Il tasso disoccupazione va in controtendenza ai numeri europei. Il quadro politico è preoccupante. Si va verso la Euro frammentazione. Riusciremo mai a vedere una luce in fondo al tunnel (che non sia un treno in corsa)?

E adesso chi lo sente il Governo?
Gli ultimi dati ISTAT confermano quanto più volte spiegato su questo blog. L’economia italiana è al palo. E di certo non si muoverà a breve. Brutte notizie quindi per gli speranzosi governanti i quali dovranno rassegnarsi, e tracciare un trattino rosso su quell’ 1% di crescita prevista per il 2016. Facendo poi la somma delle parti, credo sia altrettanto utopico poter ipotizzare un miglioramento del dato sul debito pubblico, oggi a 132.7% e difficilmente diminuibile (come da targete del governo) a 132.4%. E di certo il terremoto in centro Italia non aiuto come capitolo di spesa.

Grafico: debito pubblico Italia

debito-pubblico-italia

(…) «L’economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva nel settore industriale». (ISTAT)

Ovviamente tutto questo non ci suona nuovo. Anche perchè era palpabile la fiducia in calo, sia di consumatori che di imprese. Se poi si produce di meno, si incassano meno imposte e quindi anche le manovre del governo ne risentono.
La cosa che secondo me testimonia in modo evidente lo stato di difficoltà del nostro paese, è un banale confronto su quello che è il mondo dell’occupazione.
Prendiamo ad esempio il tasso disoccupazione di:

a) Eurozona
b) Spagna
c) Portogallo
d) Germania
e) Italia

disoccupazione-eurozona

Non voglio parlarvi di numeri, quelli li conoscete e non interessano in questa sede. Voglio invece parlarvi di TENDENZE. Ovvero, dato per scontato che ci sono tassi di disoccupazione differenti nei vari paesi dell’Eurozona, è però importante capire dove realmente le cose stanno migliorando oppure no.
Bene, direi che il grafico è eloquente.
Se in Eurozona e ancor di più nei paesi sopra citati sono evidenti dei miglioramenti negli ultimi anni, che possiamo dire in Italia se non che il mercato del lavoro, malgrado tutte le belle iniziative e le tante parole fatte, continua ad essere decisamente PIATTO?
E di questo dobbiamo rallegrarci, come della crescita progressiva che parte dal 2012 e che non ha fatto che salire anno per anno?
Realismo, signori, il tempo dei sogni è finito. Se la coerenza e la percezione della realtà continua ad essere distorta, cadremo sempre più in basso. E sempre più velocemente.

E non pensiamo che l’Europa ci possa venire incontro. Anzi, quanto sta succedendo sul fronte dell’immigrazione (ma vi rendete conto che, anche solo per motivi demografici, sarà un fenomeno sempre più in crescita? Lo capite o non che anche in quest’ambito si fanno tante parole ma poi chi riceve gli immigrati, poi se li deve tenere?) e non per ultimo in ambito elettorale in Germania (la sconfitta della Merkel suona come una sconfitta degli Europeisti e dei un’UE più coesa…), senza poi dimenticare ovviamente la Brexit, sta portando progressivamente ad una Euro-frammentazione?

Non si cresce, non si aumenta l’occupazione, non si taglia il debito, non ci sono investimenti, non si possono fare manovre fiscali ad impatto perchè vincolati da parametri che dovrebbero essere rivisti, non si può quindi pretendere di migliorare in un quadro in cui si è destinati ad essere inchiodati.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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13 commenti Commenta
emzag
Scritto il 6 Settembre 2016 at 16:11

Caro Danilo, se non ricordo male non eri contentissimo della Brexit.
Sembra però che gli inglesi abbiano fatto proprio la scelta giusta.
C’era chi contestava l’opportunità di concedere un diritto di scelta al vile popolo su questioni tanto importanti.
Be’, credo proprio che i britannici di tutte le classi sociali e di tutti i livelli di istruzione avranno modo di compiacersi a lungo della loro rischiosa (ma saggia) decisione di indire quel referendum.
Noi invece siamo più furbi, non correremo mai simili “avventatissimi” rischi iper democratici e avremo quindi il vantaggio di beccarci un bel frontale pieno con il tir della storia che sta viaggiando a tutta velocità sulla nostra stessa corsia ma, ahimè, in direzione opposta…
Il 2017 è domani, ragazzi.

Scritto il 6 Settembre 2016 at 16:21

emzag@finanza,

Ciao, non è proprio così. Continuo a dire che gli inglesi non hanno fatto la cosa migliore a decidere per la Brexit. Solo che i veri effetti li vedremo solo tra tanti anni. Oggi non è praticametne ancora successo nulla di nulla e basarsi su come è lo stato attuale dell’arte è sbagliato.
Ovvio, in corso d’opera possono succedere tantissime cose che potrebbero far propendere l’esito a favore di UE o UK. Intanto, per il momento, è vero che l’UK non sta certo affondando. La verità la scopriremo solo vivendo.

x_maurizio
Scritto il 6 Settembre 2016 at 18:49

Il vostro peccato originale è che credete ci sia l’Europa. E invece non c’è.

draziz
Scritto il 6 Settembre 2016 at 18:52

Quali sono sempre state le palle al piede delle aziende Italiane?
Costo del lavoro (ed annesso costo del fatiscente carrozzone sindacati/giudici del lavoro che, a parte qualche raro caso, di norma operano a danno delle imprese in barba alle più elementari norme non solo di buonsenso…) e tassazione.
Ti risulta che il gruppo dei “cazzari a gettone” di cui si discettava ieri abbia realmente cambiato la struttura del sistema in modo da renderlo snello, virtuoso ed appetibile per chi abbia voglia di fare impresa sul suolo italico?
Solo interventi di belletto e poca e transitoria sostanza…
Allo stato attuale il sistema, così com’è congegnato, funziona solo per trasferire la ricchezza prodotta nelle tasche dell’apparato statale, ad ogni livello ed immeritatamente.
Da imprenditore (e ne conosco molti altri che fanno come me) continuo ad avere opportunità di lavoro ed occasioni per espandere l’attività…ma me ne frego, non lo faccio, non investo e non lo farò finché il sistema non cambierà nella sostanza. Forse mai? Perfetto emigrerò anch’io, o meglio, trasferirò il grosso della mia attività altrove.
Perchè sfruttarmi personalmente per più di 80 ore settimanali, 7 giorni su 7, per regalare la mia vita ed i mancati momenti con la mia famiglia a chi? Al gruppo di muppets che insiste nel raccontarci che il PIL cresce? (puntualmente smenititi…ha, ha, ha, un vero gruppo di guitti…)
No. Faccio il minimo che posso. Mi accontento di un piatto di minestra e mi rifiuto di produrre qualcosa di più per i cialtroni che guidano questo disgraziato Paese.
A questo punto non penso più di essere l’unico…

emzag
Scritto il 6 Settembre 2016 at 20:42

draziz@finanza:
Allo stato attuale il sistema…funziona solo per trasferire la ricchezza prodotta nelle tasche dell’apparato statale, ad ogni livello ed immeritatamente.

Ma per cortesia, che diavolo c’entra l’apparato statale.
Vabbe’, tanto è inutile discuterne.

atomictonto
Scritto il 6 Settembre 2016 at 21:53

Cosa c’entra l’apparato statale?!?!?

Dunque la spesa pubblica Italiana, circa 883 MLD all’anno mica bruscolini e son tutte tasse spremute come lo vedremo dopo, se va per il 94,6% in stipendi pubblici e pensioni (contro una media EU dell’88% che include i paesi scandinavi con un welfare state incredibile, una cuccagna).
In queste due voci vanno messi 1,6 milioni di baby-pensionati, di fatto MANTENUTI di STATO a spese di chi lavora che molto spesso hanno pire lavori in nero o attività (bar e ristoranti) intestati a cugini e nonne, una schiera di tizi in RAI pagati come mega-dirigenti (240-260.000 lordi anno) per NON lavorare nemmeno, trattamenti pensionistici completamente fuori di senno (come i 93.000 euro al mese all’ottantenne Dini, che se ne fà??), almeno 120-150.000 impiegati che “timbrano in mutande” cioé vengono pagati ma non lavorano (un conoscente dirigente pubblico mi dice in confidenza che in realtà son molti di piú, circa il 30% del totale cioé circa 1 milione), vitalizi a pioggia, militari che pur non avendo sparato un colpo in carriera (anni a leggere la Gazzetta dello Sport) hanno per automatismo gradi e stipendi da alti ufficiali, pletore di “dirigenti pubblici” per anzianità che prendono stipendi da fenomeni gestionali (…) a volte avendo solo “diretto” uffici o archivi da 3 impiegati…e la lista continua all’infinito.
Per foraggiare questa follia delirante lo stato, nelle sue emanazioni centrale, regionale, provinciale e comunale massacra i cittadini e le imprese con tasse,balzelli, accise, bolli, multe spesso studiate a tavolino (autovelox a go-go, obbligo di catene da neve anche col sole etc..)!
Va tagliata la spesa pubblica improduttiva e le vere e proprie REGALIE, quasi sempre a parenti ed amici, almeno di 130-140 MLD all’anno usando questo enorme tesoro per tagliare il cuneo fiscale.
Il resto son balle, da 30 anni.
emzag@finanza,

emzag
Scritto il 6 Settembre 2016 at 22:02

Ma che c’entra. Certo che vanno tagliati gli sprechi e eliminata la corruzione ma non esiste questa sciocchezza che il sistema funziona solo per trasferire ricchezza all’apparato statale.
L’apparato statale trasferisce ricchezza al sistema provato per evitarne il fallimento infatti la crisi è stata causata dal debito privato (non certo delle famiglie) non da quello pubblico. Ovviamente dopo il debito diventa pubblico ma DOPO non prima.

Per il momento leggiti questo

http://vocidallestero.it/2015/09/15/giavazzi-ce-consenso-su-crisi-euro-fu-dovuta-a-flussi-di-capitale-privato-il-debito-pubblico-non-centra/

Poi se vuoi approfondire non hai che da digitare su google

Crisi debito pubblico privato

Ma lo dice la BCE, ci stanno libri su libri.
Uno si deve documentare prima di parlare a ruota libera.

x_maurizio
Scritto il 7 Settembre 2016 at 02:28

Ma che c’entra. Certo che vanno tagliati gli sprechi e eliminata la corruzione ma non esiste questa sciocchezza che il sistema funziona solo per trasferire ricchezza all’apparato statale.
L’apparato statale trasferisce ricchezza al sistema provato per evitarne il fallimento …

Emzag scusa ma stai mischiando pere e mele.
Se io produco 1 Euro, almeno 70 cents va allo Stato (o ai suoi annessi e connessi).
Me ne rimangono si e no 30 . Con uno scarno 25-30% di margine sono un’impresa “marginale” appunto, cioè che può essere messa fuori dal mercato appena cambia un po’ il vento. Che è quello che accade in Italia.
Poi possiamo aggiungere che beh lo Stato rimette questi soldi in giro dando commesse, pagando stipendi, pensioni ecc ecc…
Però tu conosci la differenza tra INVESTIMENTO e CONSUMO.
L’investimento pubblico è minimo, trascurabile. Il resto del denaro sostanzialmente finanzia il consumo e l’investimento delle famiglie .
Ci sono qui 3 problemi:
1) Le famiglie non sono più come negli anni 50! Non usano i soldi per fare la casa ai figli, per dar loro un’istruzione, per accumulare un patrimonio di qualunque tipo. Le famiglie spendono in beni di consumo, a volte si indebitano pure, e quindi
2) Se il circuito fosse chiuso questo denaro tornerebbe nel sistema produttivo, in un epoca di globalizzazione nella quale la produzione è delocalizzata e il prodotto finito si importa, beh sono soldi che finiscono in tasche estere, straniere.
Infine 3) esiste il fenomeno della TESAURIZZAZIONE, cioè i soldi nel materasso (o nelle deboli banche italiane)
È chiaro che si dovrebbe privilegiare l’imprenditorialità, si dovrebbe agevolare l’impresa, lasciare più di 30 cents nelle casse di un’impresa, perché questa investirà quei soldi per aumentare la dimensione della “torta”.

Per ultimo: non è molto vero che il denaro pubblico ha salvato alcunché dal fallimento. Forse in UK e in Germania, ma in Italia il pubblico ha messo 10-12 Mld. appena… un’inezia rispetto a UK e Germania (e USA). Le banche italiane si sono mantenute su ATLANTE (che È il risparmio degli italiani e non quella str***ata che dovrebbe salvare le banche italiche).
Questo è il motivo per cui le banche italiane sono assediate. Perché fa gola il tesoro che hanno in pancia: debito pubblico e risparmio privato. Nelle casse delle Banche Italiane c’è semplicemente l’intera economia di questo Paese.

E concludo. Sopra ho scritto : ” Il vostro peccato originale è che credete ci sia l’Europa. E invece non c’è.” Intendo dire che noi dovremmo capire che SIAMO SOLI ed é meglio essere soli che essere accompagnati da quelli. Non ci “aiuterà” nessuno… chi ci vuole aiutare lo fa solo per essere lautamente ricompensato con pezzi di Paese… quello che resta dopo che gran parte delle grandi e medie Aziende sono state già comprate (o sono state vendute)

draziz
Scritto il 7 Settembre 2016 at 08:04

Scusa…ho dimenticato Regioni, Province, Comuni.
Funzionari (e sono tanti) pagati 120.000 Euro all’anno solo per avere una posizione di vertice grazie alla politica. Tanto il lavoro glielo fanno gli assistenti e quegli impiegati che sono al loro posto amministrazione dopo amministrazione.
E per 120.000 Euro all’anno, ma anche di più, cosa fanno, salvano vite umane?
E pensioni e vitalizi da 80.000-90.000 Euro al mese?
Ehhh…dice la pecora…ma hanno pagato i contributi…
Beeehhh…risponde il caprone…contributi che facevano parte di una retribuzione sproporzionata e decisa grazie ai soliti meccanismi di inciucio parlamentare, soldi degli italiani per garantire un futuro di papponeria.
L’estero dev’essere un esempio ma non per le retribuzioni dei funzionari pubblici e degli elfi e ballerine di partito: tralasciamo quanto percepisce un ex presidente della repubblica, convinto comunista…
Ahh già…quel che è tuo è mio, quel che è mio è mio…
emzag@​finanza,

emzag
Scritto il 7 Settembre 2016 at 14:33

Ah adesso Napolitano è comunista? Ma ti sembra che abbia fatto il comunista da presidente?
Ma lo hai letto il suo discorso sulla moneta unica (credo) del 1978? E poi però ha fatto il contrario…
Non sapete proprio di cosa parlate, confondete domanda con offerta, citi Germania e UK e ti dimentichi del piccolo dettaglio degli USA che hanno fatto un salvataggio che ha funzionato così: lo stato dava i soldi ai privati perché se li tenessero in tasca ma in modo che si potesse dire che era una azione dei “privati” (se hai una pallida di come l’America ha risolto la crisi dei suborime), continuate col disco rotto del comunismo che, ti informo, non c’è più e al quale non ho minimamente fatto riferimento.
In altre parole non avete la più pallida idea di cosa significhi realmente “pubblico”, cosa “privato” e quali siano le relazioni fra i due.
Saluti

corvaz
Scritto il 7 Settembre 2016 at 16:21

Quanta gente si è ammazzata in questi ultimi anni? Erano dipendenti, imprenditori o disoccupati. Sia chiaro succede solo da noi che ci si ammazza per mancanza di lavoro! Se veramente da noi è mai esistito uno stato sociale questi cittadini non avrebbero avuto alcuna ragione di cui preoccuparsi. La follia o la beffa è che ti pagano il mentologo invece dell’affitto e del cibo (come fanno nella perfida Albione), creando posti per una categoria di servi del potere che probabilmente hanno lo scopo di convincere i più provati che il problema non è sociale ma del singolo individuo il quale si vedrà poi prescrivere sedativi a gogo, un contributo all’industria farmaceutica ricambiato…; in sostanza un’altro esempio di come sanno fare girare soldi sulle disgrazie da loro stessi creati. Italia paese di squali e avvoltoi. Non ho mai visto un paese dove cercano di mettertela nel di dietro così come in Italia, paese di ladri, e fa da ridere quando a dirtelo son spesso i Rumeni! Il problema in Italia non è solo economico ma anche sociale, e ringraziamo il nobile esempio dato dall’amministrazione pubblica che ha infettato dall’alto in basso qualsiasi valore del passato. Volevano fare l’Europa dei valori, e L’Italia sta già insegnando loro come si gestisce la cosa pubblica… Da noi non esiste un vero stato sociale ma uno stato di mantenuti dai soliti mona che lavorano. Qualche imprenditore resiste e tira avanti quasi rimanendo immobile, per non attirare su di sé la follia dei controlli e certi mostri istituzionali quali Equitaglia. Italia, l’unico paese dove per sapere come pagare le tasse devi rivolgerti ad un commercialista. Italia l’unico paese dove esiste la figura professionale del commercialista. Questa situazione matematicamente non potrà portare a nessuna crescita economica. Ma come fanno ancora a prevedere il PIL sempre intorno l’1%? Naturale, la spesa pubblica difatti continua ad aumentare, se muovono un po’ l’economia è per foraggiare gli amici degli amici. Tangentopoli non è mai morta, la corruzione è sistemica e parte dell’economia è regolata da invisibili legami feudali. Un ringraziamento agli uomini di legno della marina per rischiare la propria vita ogni giorno con i loro pericolosissimi viaggi verso le coste libiche. Più che navi da guerra le loro sembrano ormai delle petroliere perché quello che trasportano è merce grezza da raffinare. Se provi a raccontare il nostro pane quotidiano ad uno straniero farà fatica a crederti!

draziz
Scritto il 7 Settembre 2016 at 18:04

…sarà…però conosciamo molto bene i termini “feudale”, “vassallaggio”, “borbonico” e le contemporanee associazioni quotidiane a comportamenti che in una nazione definita civile dovrebbero essere scomparsi da tempo, oltre alle continue ingerenze e manipolazioni di natura ostativa a qualsiasi tipo di libera impresa e di libera iniziativa che ci pongono in perenno confronto in un elenco con il…Burkina Faso…

Hai il link a…Wikipedia? Altrimenti te lo posto…
Quando ci sei digita “Giorgio Napolitano”…
Se vuoi fai lo stesso su qualsiasi altro motore di ricerca o banca dati…
No comunista? Comunismo scomparso?
Adesso capisco lo sbando di un partitello chiamato PD ed i conflitti interni che finiscono per travolgere la nostra nazione…

Cosa hanno risolto negli USA??? Forse non parliamo della stessa nazione…

Domanda ed offerta: è quello che vorrebbero controllare molti dirigenti pubblici, dietro ispirazione della politica, sempre attenta a controllare il territorio, anzi essere loro non solo ad indirizzare la domanda ma anche a crearne i presupposti…ed a riscuotere una consistente fetta della ricchezza creata dal lavoro altrui…
Offerta? in un Paese devastato da deflazione, mortificazione dei consumi e tassazione da lager nazista…quale offerta vuoi? Di bandierine da sventolare al passaggio del gerarca o belle divisine da mettere nelle convention di aria fritta?

Pubblico e privato?
Con il primo ci crei le condizioni di vita sociale equa e sostenibile per gli abitanti di una nazione e le sue imprese, per il lavoro, l’istruzione e la salute di tutti, non di un’oligarchia di “eletti” con liste manipolate in riunioni di partito. Un pochino diverso dalla vita reale…
Con il secondo stabilisci come usare i tuoi beni ed i tuoi averi in maniera legale dopo averli acquistati regolarmente sul mercato ed averci pagato sopra imposte e balzelli. Anche qui, un pochino diverso dalla realtà…

emzag@​finanza,

emzag
Scritto il 8 Settembre 2016 at 02:40

Ma di cosa cianci a vanvera.

Un solo esempio e poi chiudo: Alitalia quando era un carrozzone adibito a stipendificio rimaneva comunque una compagnia a prevalenza intecontinentale, italiana, fra le prime nel mondo che creava un indotto privato diretto e indiretto vastissimo.
Chi se l’è mangiata? Lo Stato? E credo di no perché questo “Stato” era in realtà una compartecipazione di privati che se l’è smembrata pezzo per pezzo.
Ma formalmente era Stato, dici tu.
Ecco.
Allora è fallita “dopo decenni” e “decenni” e finalmente se la sono presa davvero privati.
E cosa è successo?
Che è rifallita dopo soli quattro anni.
Morale?
Non è più italiana, se la sono presa gli stranieri, si sono perse moltissime rotte internazionali per e da Roma, la rete di lungo raggio si è ridotta in maniera drastica.
Ma non è l’unico esempio.

Su Napolitano non sei informato. Quando era del PCI era una cosa poi il partito ha radito ed è diventato altro del tutto opposto.

Il Naplitano del PCI diceva queste cose (in breve: era decisamente contro il vincolo di cambio europeo)

https://keynesblog.com/2013/04/23/quando-napolitano-era-contro-leuro/

Poi, quando HA SMESSO, di essere comunista, insieme a tutto il suo partito, c’è stata la trasformazione.
Saluti.

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