Carry Trade: analisi rendimenti cross valutari

Scritto il alle 12:15 da Danilo DT

Che cosa è il carry trade? Con il termine carry trade, come già detto in passato, è un tipo di operatività che si basa sul concetto di prendere a prestito della valuta con tasso interesse basso, e di investirlo in valuta (o asset class) con tassi migliori, in modo tale da ripagarsi dal costo del finanziamento e ottenere anche un po’ di utile.

Ovvio che si vanno a cercare valute di certe dimensioni con volatilità più “controllata” e gli investimenti in linea di massima vengono effettuati con Titoli di debito pubblico ( in determinate situazioni anche in commodity o equity, dipende dall’indice di rischiosità del carry trade).

In questa sede butteremo un occhio al cosiddetto “currency carry trade”, ovvero….

…A strategy in which an investor sells a certain currency with a relatively low interest rate and uses the funds to purchase a different currency yielding a higher interest rate. A trader using this strategy attempts to capture the difference between the rates, which can often be substantial, depending on the amount of leverage used…. (Source: Investopedia)

Quindi ipotizzeremo l’operazione più semplice e basilare. Vendere del denaro in una certa valuta e comprare altra valuta.

EUR, USD e JPY: le tre valute del carry trade

Il currency carry trade si limita alla fine a tre valute che troveremo praticamente sempre nei carry trade che contano: Euro, Dollaro Usa e Yen Giapponese.

In queste tre slides potete vedere l’andamento dei vari carry trades fatti vendendo queste tre currency, con la relativa performance.

Carry trade: EURO

Carry Trade: YEN giapponese

Carry trade: Dollaro USA

Come detto in diverse sedi, il differenziale di rendimento (tasso) è poi quello che più influisce non solo sui carry trade ma (per logica) anche sui cross valutari. Scoprirete infatti, analizzando le slide qui sopra, che un carry trade ha avuto successo, da inizio anno (data presa come riferimento) quando il differenziale di rendimento di una valuta venduta è andata a favore del rendimento della valuta acquistata. Caso classico: il differenziale di rendimento tra il Bund Tedesco e il T note USA. Il differenziale di rendimento è andato a favore dell’Euro negli ultimi mesi. Ed infatti, il carry trade EUR vs USD è a favore dell’Euro.

Spread Bund T-note e differenziale di tasso

Tenetelo ben a mente questo concetto. Tutto il resto, sul mercato valutario, il più complesso e intrigato (non che il più grande) in assoluto, diventa molto relativo.

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10 commenti Commenta
l.b.chase
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 13:21

io comunque questa cosa non l’ho ancora capita come funziona, perchè se a me per indebitarmi in euro a tasso fisso attualmente mi costa mediamente il 5% all’anno, dove diavolo lo trovo un titolo di stato che non sia a rischio default che mi renda più di un 5% netto all’anno?

gremlin
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 13:40

DREAM quei bastardi si sono abbuffati anche con la moneta dei canguri al 4,75% costringendomi al rolling di alcune call
secondo me più la natura si accanisce contro l’australia e più aumenta il pil 😈

l.b.chase
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 13:49

cosa vuoi che cambi l’impatto della natura su una piccola area di un paese, rispetto alla sua economia?

m75035
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 14:01

A proposito di valute… la volatilità oggi sull’eur/usd è inferiore a quella di un bot
una noia mortale….

gremlin
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 14:03

m75035@finanza,

aspetta ancora 30 minuti…

m75035
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 14:07

e dalle 9 ke stò a guardare……dovrebbero chiamarlo il paradiso degli short strangle 😀

gremlin
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 14:10

m75035@finanza,

alle 17.00 sintonizzati su questo canale che si parla di sh str

m75035
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 14:15

gremlin,

agli ordini!!!

Vincent Vega
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 16:32

gremlin: m75035@finanza,
aspetta ancora 30 minuti…  

😯 😯 😯

l.b.chase
Scritto il 4 Febbraio 2011 at 17:06

Poi vatti a fidare dei report delle banche:

Enrico Franceschini per “la Repubblica”

La crisi finanziaria che ha messo in ginocchio l´Irlanda ha sempre di più le caratteristiche di un intrigo, di un giallo o di un imbroglio. L´inchiesta di un giornale ha rivelato che la grande banca d´investimenti americana Merrill Lynch ha avuto un ruolo fondamentale nel collasso delle banche di Dublino e ha censurato il rapporto di uno dei suoi analisti che predisse il crollo già all´inizio del 2008.

Nel marzo 2008 la banca ritirò un rapporto negativo sull´Isola di Smeraldo, scritto da uno dei suoi analisti, perché le banche irlandesi chiamarono la Merrill Lynch e minacciarono di spostare i loro soldi e i loro affari altrove, se il rapporto non fosse stato modificato o cancellato. La Merrill Lynch cambiò il rapporto, attenuandone fortemente i giudizi, e alcuni mesi dopo l´autore del rapporto, un analista di nome Philip Ingram, lasciò, o forse fu costretto a lasciare, la banca.
Uomini Madoff- i fratelli Bernie e Peter e i figli Andrew e Mark

A fare queste rivelazioni è un lungo articolo sull´edizione britannica della rivista Vanity Fair, opera di Michael Lewis, lo scrittore di affari finanziari diventato famoso raccontando le proprie esperienze negli anni ´80-´90 in un´altra grande banca d´investimenti Usa, la Solomon Brothers, in un libro intitolato “Liar´s Poker” che diventò un best-seller internazionale. L´articolo include interviste con il ministro delle Finanze irlandese Brian Lenihan e con ex-dirigenti della Merrill Lynch.

Lewis scrive che il rapporto di Ingram fu inviato ai mercati finanziari nel marzo 2008, ma venne ritirato dopo appena poche ore. «Attimi dopo che Ingram aveva premuto il pulsante dell´invio sul suo computer, il rapporto era il documento che tutta la City stava avidamente leggendo», scrive Lewis. «Ma quasi immediatamente le banche irlandesi telefonarono ai banchieri della Merrill Lynch e minacciarono di portare il loro business ad altre banche. I superiori di Ingram lo convocarono, lo fecero incontrare con i legali della Merrill, che purgarono il rapporto delle sue valutazioni negative sullo stato delle banche irlandesi. Da allora, tutto quello che Ingram scrisse sull´Irlanda fu riesaminato e corretto».
Mark, Andrew e il padre Bernie Madoff

Sei mesi dopo, su richiesta del governo irlandese, continua l´articolo, la Merrill Lynch scrisse un rapporto di sette pagine in cui affermava che tutte le banche irlandesi facevano profitti e avevano una buona capitalizzazione. La Merrill Lynch si fece pagare 7 milioni di euro per il rapporto, che contribuì a convincere il ministro delle Finanze irlandese Lenihan a introdurre nel settembre 2008 la controversa decisione di una garanzia in bianco per tutte le banche del suo paese. Salvata in extrimis dall´intervento dell´Fmi e Unione Europea, l´Irlanda ora attende l´esito delle elezioni anticipate indette per il 25 febbraio per capire chi la guiderà, e come, fuori dalle acque pericolose della bancarotta nazionale.

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