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WALL STREET: waiting for the FED
GUEST POST – Mercati in attesa del Meeting FED e temono inizio del tapering. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno evidenziato un nervosismo crescente, indotto, forse, dall’attesa e dai timori di un imminente annuncio ufficiale da parte della Fed dell’inizio del tapering, ossia della riduzione graduale degli stimoli monetari, in voga ormai da anni, quasi senza soluzione di continuità.
Lo scenario intermarket, ha registrato, ancora una certa debolezza del dollaro Usa, deprezzatosi in settimana di un ulteriore 0,12 %. Leggera svalutazione della valuta Usa che non ha limitato l’ ulteriore apprezzamento in termini reali delle quotazioni delle commodities, rivalutatesi, invece, di un ulteriore 0,25%. Sul fronte dei rendimenti obbligazionari, invece, si registra una calma piatta. In particolare, il rendimento del decennale Usa ha segnato a fine settimana un rendimento perfettamente analogo a quello della precedente settimana, ossia pari al 2,86 %, analogamente il bund tedesco segna un rendimento dell’1,83 %, rispetto all’1,84 % di una settimana fa. Rialzo delle commodities e stazionarietà dei tassi interesse che, come già evidenziato nelle scorse settimane, sembrano scongiurare, ancora, un peggioramento ulteriore del sempre incombente scenario deflazionistico. Tutto ciò non ha, però, questa volta, favorito la tenuta delle quotazioni dei mercati azionari. In quest’ultima settimana, infatti, il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, ha segnato, dopo molti mesi, uno storno consistente dell’1,65 %, alimentando le speranze e le attese per imminenti maggiori ribassi, della ormai sempre più impaziente tribù degli shortisti.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 84.943
Large Traders : + 50.633
Small Traders : + 34.310
Si riconferma, dunque, sostanzialmente, la configurazione complessiva del Cot Report sui derivati azionari Usa, in auge ormai da ben 16,5 mesi. In quest’ultima settimana, registriamo movimenti ancora limitati, ossia pari a soli 5.327 contratti, nelle posizioni dei diversi operatori. In particolare, i Large Traders riducono di altri 5.327 contratti la loro consistente posizione Net Long, ma rimangono ancora lontani dal proposito di un’inversione della loro posizione. Per contro, i Commercial Traders riducono di altri 4.778 contratti la loro sempre ingente posizione di copertura Net Short. Gli Small Traders, infine, rafforzano la loro del tutto abituale posizione Net Long di altri 549 contratti, ma non sembrano ancora affetti da una irrazionale e pericolosa esuberanza. La sostanziale stabilità del mercato dei derivati azionari Usa, pertanto, non sembra, neppure questa settimana, lasciar presagire un imminente cambiamento di scenario, anzi conferma le stabili ed interlocutorie indicazioni provenienti dallo scenario intermarket. Ciò mi induce a ritenere che il calo delle quotazioni azionarie registratosi in quest’ultima settimana, sia solo un salutare storno degli eccessi rialzisti delle settimane precedenti, e non l’inizio dell’attesa ed invocata correzione, ed a riconfermare anche per la settimana pre-natalizia, la mia ormai proverbiale vision rialzista sull’andamento dei mercati azionari Usa.
Vision rialzista, perseguita, come ormai ben sapete, non tramite i direzionali ETF, bensì attraverso lo stock picking condotto sul listino azionario italiano, sulla base della strategia “ LONG TERM MOMENTUM “, ossia scegliendo, previo un check-up settimanale di borsa italiana, indici, settori e titoli che presentano le migliori performance negli ultimi 6-12 mesi. Check-up che, anche questa settimana, riconferma purtroppo la debolezza relativa del nostro listino, che peraltro avevo già segnalato nelle settimane precedenti, e che ha investito anche il mio portafoglio, il cui rendimento annuo risulta oggi pari al 40,6 %, rispetto al 49,3 % di 15 giorni orsono. Calo dunque dell’ 8,7 % in due settimane, ma pur sempre 30 punti percentuali sopra il rialzo annuo dell’indice Ftse all Share oggi pari al 10,6 %, e 16 punti percentuali sopra il rendimento annuale del nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, oggi pari al 24,5 %. Ciononostante, come detto, mantengo ancora una vision rialzista sull’equity, e cerco di fronteggiare eventuali ulteriori ribassi modificando nuovamente per il 50 % la composizione del mio precedente portafoglio, che si è rivelato in queste ultime settimane non particolarmente efficace e performante nel fronteggiare la correzione in corso, e che sarà ora costituito da 1 titolo del Ftse Mib, da 5 titoli del Ftse Mid-Cap, e da 4 titoli del Ftse Small Cap, appartenenti prevalentemente ai settori dei servizi di consumo, e dell’edilizia.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una serena e proficua settimana.
Lukas
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