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WALL STREET: la borsa USA si ferma ma non inverte

Scritto il alle 16:31 da Lukas

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GUEST POST – La frenata di Wall Street è evidente. Però i dati del COT Report ci illustrano uno scenario laterale e non da vera inversione. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno riconfermato appieno tutte le più importanti dinamiche finanziarie degli ultimi mesi, accentuando ulteriormente il decoupling tra le due sponde dell’Atlantico in auge ormai dall’inizio dell’anno.

In particolare, lo scenario intermarket, ha registrato una nuova tappa della travolgente impennata delle quotazioni del dollar index, che dopo molti anni ha nuovamente superato la fatidica quota dei 100 punti. Di conseguenza il rapporto di cambio EURUSD è ulteriormente scivolato sotto quota 1,05, mentre l’importante rapporto valutario USDYEN viaggia ormai stabilmente sopra quota 120. La ritrovata forza del dollaro Usa è in gran parte lo specchio della prolungata e concomitante debolezza delle quotazioni delle commodities, che anche in quest’ultima settimana hanno registrato uno storno marcato del 4,3 %. Evidenzio al riguardo che, negli ultimi 12 mesi, a fronte di un deprezzamento delle commodities pari al 28 %, il dollar index ha registrato una concomitante rivalutazione del 26 %. In termini reali, pertanto, lo storno delle commodities è molto meno drammatico di quanto appare a prima vista, anche se segnala comunque un rallentamento ed una stasi dell’attività economica a livello globale. Stagnazione dell’economia reale che trova, peraltro, ulteriore conferma nei dati provenienti dal mercato obbligazionario. Questa settimana, infatti, i rendimenti sui titoli decennali Usa hanno nuovamente perso 12 bps, e sono ridiscesi a quota 2,12 %. Ancor peggio i rendimenti sul bund tedesco che registrano un calo settimanale di 13 bps, e che si riportano all’inverosimile quota dello 0,26 %. Completamente divergenti, invece, le dinamiche registrate dai mercati azionari. Anche questa settimana, infatti, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha manifestato una certa debolezza stornando dello 0,86 %. I mercati azionari europei, invece, sostenuti dall’avvio ufficiale del QE, hanno proseguito nella loro corsa al rialzo, accentuando l’ormai marcato decoupling tra le due sponde dell’Atlantico in corso dall’inizio dell’anno.

Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 44.607

Large Traders : + 12.510

Small Traders : + 32.097

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Si riconferma, seppur con fatica, la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa in auge ormai da oltre 4 mesi. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano pari a 9.404 contratti. In particolare, i Large Traders, negli ultimi tempi mai completamente convinti, accrescono ulteriormente le loro perplessità sulle prospettive future dei mercati azionari Usa, e cedono l’intero lotto dei 9.404 contratti long. Gli Small Traders, per contro, si mostrano più ottimisti di sette giorni orsono, acquistano ben 6.347 contratti long e consolidano la loro abituale posizione Net Long al di sopra delle trentamila unità. I Commercial Traders, infine, continuano con molta discrezione a vigilare sull’andamento dei mercati azionari Usa al fine di assicurarne una loro ordinata evoluzione, ed acquistano i residui 3.057 contratti long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana confermano e rafforzano le mie convinzioni circa l’evoluzione prossima ventura dei mercati azionari Usa, già espresse nei miei precedenti post. A mio avviso, infatti, anche la mini-correzione in corso, così come tutte quelle che l’hanno recentemente preceduta, non sfocerà in una marcata inversione. La stessa, infatti, è del tutto compatibile e coerente con la nostra vision a più lunga scadenza, ossia per l’intero anno 2015, che prevede, per il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, un andamento lateral-rialzista ricompreso tra i 2000 ed i 2200 punti.

Diverse e migliori appaiono, invece le prospettive per l’azionario europeo ed italiano che rimangono, quindi, nettamente da preferire, e che personalmente cercherò di tradare con il mio originale trading system che, come ormai ben sapete, si propone di sfruttare e valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo inizio d’anno particolarmente favorevole, il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance davvero eccellente, pari al + 25,96 %. Inoltre, come già successo nel biennio precedente, la performance si conferma superiore a quella conseguita dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari nel contempo al 20,41 %. Over- performance di momentum che ci dà nuova conferma circa la bontà dell’approccio teorico ed operativo utilizzato. La gestione dinamica del portafoglio ci impone, tuttavia di mantenere lo stesso sempre in trend con le evoluzioni del mercato, e ci induce ad apportare ulteriori modifiche alla sua composizione. Per maggiori dettagli, ricordo che gli eventuali interessati, possono consultare l’evoluzione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito.

Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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