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WALL STREET: never ending story!

Scritto il alle 14:06 da Lukas

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Ormai il leitmotif è noto. Mercati che continuano a crescere ed aggiornano i massimi storici. Il grado di confidenza resta a livelli altissimi. E la festa continua e sembra non volersi fermare…mai. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, nei mercati finanziari internazionali, è proseguito inarrestabile il sentimento bullish degli ultimi mesi. A livello macro, pur in presenza di una discreta crescita economica, non sembra che esistono elementi così positivi da giustificare l’ottimismo oggi imperante sui mercati. A livello micro, ossia a livello di bilanci delle singole imprese, invece, i mercati scontano previsioni di crescita degli utili aziendali davvero notevoli, addirittura superiori al 10 % nei prossimi 12 mesi. E’ pertanto evidente che siamo di fronte ad un incremento notevole della produttività aziendale, indotta sia dagli straordinari progressi tecnologici che dalle speranze di prossime ingenti riduzioni della corporate tax.

Lo scenario intermarket, forse è più scettico, e per il momento, non segnala, particolari novità. Il dollaro index, dopo molti mesi di storni, prosegue nel suo moderato rimbalzo, in quest’ultima ottava cresce infatti dello 0,66 % e si riporta a quota 93,67. Le commodities, invece, si mostrano molto più caute, negli ultimi 2 mesi rimbalzano anch’esse, ma solo di un modesto 2,7 % in termini reali. Negli ultimi 12 mesi, invece, il saldo resta negativo, ossia pari ad un – 5,6 %. Saldo che pone ancora molti interrogativi sull’entità della crescita economica a livello globale. Notizie più incoraggianti, questa settimana, giungono invece dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali Usa, infatti, lievitano di ben 11 bps, e risalgono sino a quota 2,39 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, crescono anch’essi di 9 bps, e raggiungono quota 1,60 %. La yield curve Usa, pertanto, risulta meno inclinata degli scorsi mesi, ma il tempo dell’appiattimento e della prossima recessione Usa appare ancora molto distante. Le notevoli prospettive di crescita degli utili aziendali, superiori, come detto, al 10 % nel prossimo anno, alimentano invece l’inarrestabile bull market dei mercati azionari.

Anche in quest’ultima ottava registriamo, infatti, nuovi record storici su tutti gli indici Usa. In particolare il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cresce dello 0,86 % e raggiunge quota 2575,21 punti. Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 38.869
Large Traders : + 51.251
Small Traders : – 12.382

Non muta, quindi, la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, che asseconda, ormai da lungo tempo lo straordinario, ed ormai storico, bull market dell’equity Usa. In quest’ultima ottava registriamo variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, davvero esigue, pari a soli 1.840 contratti. In particolare, gli Small Traders non si smentiscono neanche questa volta, confermandosi operatori contrarian, cedono l’intero lotto dei 1.840 contratti long, e consolidano ulteriormente la loro attuale ed inopinata posizione Net Short. I Large Traders, invece, si confermano operatori trend following, acquistano infatti altri 1.497 contratti long, e consolidano, sopra le cinquantamila unità, la loro solitaria e pingue posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, appaiono molto tranquilli, si limitano infatti ad acquistare i residui 343 contratti long, e confermano la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, davvero molto esigue, non denunciano particolari preoccupazioni tra gli operatori.

La circostanza che siano solo le mani forti ad acquistare evidenzia un qualche squilibrio presente sui mercati. Squilibrio che potrebbe indurre una pausa all’attuale up-trend, e magari una mini-correzione. Pausa che non minerebbe, comunque, l’attuale up-trend dei mercati azionari che resta tuttora solido e ben impostato. Infatti, oltre ai motivi macro e micro economici particolarmente favorevoli evidenziati in premessa, questo inarrestabile bull market dei mercati azionari, a differenza di quanto accaduto nel 2000 e nel 2008, è accompagnato dall’incredulità e dallo scetticismo della stragrande maggioranza del pubblico retail. Ed e’ proprio quest’ultima circostanza, testimoniata dalla persistente posizione Net Short degli small traders, che mi fa ritenere che l’attuale fase rialzista dei mercati azionari sia destinata a proseguire ulteriormente, e che la stessa sia ancora molto lontana dal suo esaurimento. Credo che molti notissimi analisti, come ad esempio Marc Faber, dovranno nei prossimi mesi ammettere di essersi ancora una volta sbagliati sulla durata nonché sulla natura di questo straordinario, ed ormai storico, bull market dei mercati azionari Usa e mondiali. Anch’io, molto più modestamente, avevo, come ricorderete, un target di rialzo annuo minore di quello attuale, ossia pari a 2.430 punti per l’S&P 500, ma il mercato mi ha parzialmente smentito, andando già molto aldilà di tale quota, e non ho potuto che prenderne atto.

Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora positivo per i corsi azionari, che, come sempre, cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva pari al + 17,71 %. Performance che premia la mia view positiva, inferiore, però, a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 18,08 %. Una sotto- performance lieve, dello 0,37 %, che non fà venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che nei precedenti 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In perfetta coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana, innalzo dall’80 all’85 % le mie posizioni long ed riduco, nel contempo, dal 20 al 15 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

2 commenti Commenta
daino
Scritto il 23 Ottobre 2017 at 14:31

pienamente d’accordo su tutto.
Come hai giustamente osservato, per quanto i mercati stiano continuando a salire senza sosta ancora non si può parlare di bolla. Prendendo a prestito da la definizione di bolla, questa può definirsi tale quando:
1) accettazione universale dell’idea di perpetuazione della salita (e qui direi che ci siamo)
2) eccesso di presenza nei portafogli, specie nei piccoli investitori
3)una bolla per esistere ed essere tale deve far male a tanti quando scoppia

Secondo me, come testimonia e dati sugli small trader, il punto 2 e 3 non sono soddisfatti.

alplet
Scritto il 23 Ottobre 2017 at 15:28

daino,

Quelli italiani no, ma i piccoli investitori americani probabilmente hanno ben più azioni.
Comunque le bolle possono essere grandi o meno. Vedremo.

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