in caricamento ...

WALL STREET: avanti con moderazione

Scritto il alle 16:12 da Lukas


Il momento resta ancora positivo per i mercati finanziari e al borsa USA continua, malgrado tutto, a tenere il passo. Sarà un mercato più volatile e meno convinto nei rialzi ma non per questo ribassista (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno continuato ad assestare i propri valori, ancora fortemente stressati e sballottati dall’impatto della pandemia da Covid-19. In particolare prosegue l’assestamento delle quotazioni delle commodities, ossia della componente che ha mostrato maggiore volatilità nel corso di questo terribile ultimo anno. Il recente ed esplosivo rialzo delle stesse ha destato molte preoccupazioni fra gli operatori. In molti vi hanno scorto i prodromi del ritorno del fenomeno inflattivo. In realtà trattasi solo di una suggestione.

Negli ultimi mesi abbiamo, infatti, assistito solo ad un poderoso recupero dall’ingente crollo subito nello scorso anno. Ed oggi le commodities quotano sugli stessi valori di 4/5 anni orsono, ed ancora il 40 % in meno di 15 anni fà. E’ evidente pertanto che il recente preoccupante dato sull’inflazione Usa, + 4,2 % su base annua, sia solo il frutto di una distorsione statistica, causata dal raffronto con i dati particolarmente depressi di dodici mesi orsono. A supporto, rammento e ricordo che dodici mesi orsono le quotazioni del petrolio erano finite paradossalmente, addirittura, sotto lo zero.

Insomma è abbastanza evidente che non sarà l’inflazione il problema dei prossimi anni del sistema capitalistico globale. Io non né vedo addirittura nessuna premessa, anche se mi piacerebbe vederne qualche segnale. Un’economia moderatamente inflattiva è infatti sinonimo di un maggior tasso di crescita economica, e di conseguenza di una più equa distribuzione della ricchezza tra le diverse categorie di operatori, e tra le diverse classi sociali.

Ma. come ben sapete, non è stata affatto questa la direzione imboccata dal sistema capitalistico di produzione dopo la crisi finanziaria del 2008. S’è infatti deciso e preferito contrarre con forza tutti i costi dei maggiori fattori della produzione, ossia di materie prime, capitale e lavoro. Da qui gli enormi ed inaccettabili squilibri che vediamo oggi nella distribuzione della ricchezza. Tutta la crescita prodotta è infatti finita nei profitti delle aziende, soprattutto in quelle più grandi, totalmente globalizzate e tecnologicamente all’avanguardia. E Wall Street, in questi anni, ne ha dato una fedele e veritiera rappresentazione, altro che bolla….. di cui cianciano a vuoto, da oltre un decennio ormai, un sacco d’invasati visionari.

Ancor oggi costoro nè paventano il crollo delle quotazioni, dicono che le nuove politiche fiscali espansive produrranno addirittura un’iperinflazione che farà deflagrare il problema dell’enorme debito esistente, e di conseguenza l’intero sistema economico globale. Un’ennesima allucinazione la Loro. Non capiscono che le suddette politiche fiscali espansive sono soltanto un palliativo, una gentile concessione del sistema, tesa a lenire le disastrose conseguenze di quest’ultima crisi, che ha ulteriormente danneggiato molte categorie sociali già fortemente provate da un decennio di economia deflattiva.

Gentile concessione, molto probabilmente circoscritta e provvisoria, che non intaccherà affatto i paradigmi fondamentali del sistema economico, sopra menzionati, ossia basso costo delle materie prime, bassi tassi d’interessi, e bassi salari. Per intaccare tali presupposti ci vuole ben altro, e questo altro al momento non s’intravvede nemmeno all’orizzonte. Fatevene una ragione, questo mercato toro ha ancora solidissime fondamenta, e per tale motivo può definirsi, a ragione, un mercato toro di carattere secolare.

Dopo le sopra esposte, e crude, considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima settimana, si è ulteriormente indebolito ( – 0,34 % ) e quota oggi 90,02. Un’inevitabile prezzo da pagare al varo delle politiche espansive sopra ricordate. Le commodities, invece, arretrano più pesantemente,  – 1,53 % in termini reali. Come sopra detto, il loro controllo costituisce uno dei paradigmi dell’attuale sistema, non le faranno di certo deflagrare.

Segnali rassicuranti, in tal senso, giungono anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, infatti, cede 1 bp e retrocede a quota 1,62 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, invece rimane fermo a quota 0,15 %.  L’inclinazione della yield curve Usa rimane pertanto abbastanza elevata, 147 punti base, e conferma le aspettative di ripresa economica post-covid.

Il mercato azionario, dopo una forsennata corsa al rialzo, finalmente rifiata un po’, e dà qualche flebile soddisfazione agli incalliti e finora inconcludenti disfattisti. In particolare l’S&P 500 chiude l’ottava con una perdita dello 0,43%, e quota oggi 4.155,86 punti.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 13.508

Large Traders :  + 1.323

Small Traders : + 12.185

Si riconferma, pertanto, la nuova ed incerta configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 4.004 contratti. In particolare, i Commercial Traders, le MANI FORTI di questo mercato, cedono l’intero lotto dei 4.004 contratti long, e consolidano l’entità della loro alquanto abituale posizione di copertura, Net Short. I Large Traders, invece, acquistano appena 224 contratti long, e restano, ancor molto cautamente, in posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano i residui 3.780 contratti long, e consolidano alquanto lo loro abituale posizione Net Long.

Le movimentazioni di quest’ultima ottava, sembrano voler confermare e rafforzare le considerazioni da noi espresse la scorsa settimana. Si riconferma e si consolida infatti la nuova configurazione, ed il nuovo assetto assunto dal mercato dei derivati azionari Usa. Un assetto storicamente volatile, e spesso privo di una marcata e chiara direzionalità. Molto probabile pertanto assistere, nelle prossime settimane, ad una sostanziale lateralizzazione dei mercati azionari Usa e mondiali.

Una lateralizzazione, una pausa, necessaria ed utile per capire quale forma e natura assumerà l’economia capitalistica globale dopo il definitivo superamento della crisi pandemica. Non credo che interverranno modifiche significative nei paradigmi sopra descritti, anche se come detto ce le auguriamo. Nel frattempo non modifico la mia ormai ultra decennale view rialzista, che riconfermo, anche se con maggiore moderazione rispetto a quella tenuta nel recente passato.

Mercato dunque ancora in sostanziale fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di quest’inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno limitato, pari allo 0,57 %.

Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 12,86 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 12,29 %, causata dall’assoluta mancanza, sul nostro listino nazionale, del fattore momentum, in questi primi mesi dell’anno. Un evento non nuovo, e già capitato in passato. Sempre temporaneo, però, negli ultimi 8 anni, infatti, il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 165 %.

Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 67,5 al 65 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 32,5 al 35 % le mie posizioni short, assumo cioè una posizione Net Long, pari al solo 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

Nessun commento Commenta

I commenti sono chiusi.

I sondaggi di I&M

Come vorresti I&M?

View Results

Loading ... Loading ...