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WALL STREET: anno nuovo, COT REPORT…già noto!

Scritto il alle 17:01 da Lukas


Dopo il periodo transitorio delle festività, torna il report del CFTC. Il COT report sembra confermare le tendenze di fine 2021. Avremo quindi un 2022 con tanta volatilità. [Guest post]

Cari amici, dopo le settimane para-festive di fine ed inizio d’anno, durante le quali la CFTC ha pubblicato sempre con ritardo i suoi preziosi dati sui derivati azionari Usa, ritorniamo finalmente ad una situazione di normalità. Normalità, intendo, per quanto concernente le pubblicazioni della stessa, perché per il resto di normalità se né scorge ben poca. Omicron impazza, infatti, ovunque, e quasi tutti gli Stati sono costretti ad adottare nuove misure restrittive delle libertà personali.

La fuoriuscita definitiva dalla pandemia appare purtroppo ancora un miraggio. Ed assolutamente incerte e nebulose appaiono anche le prospettive economiche. Ce lo testimoniano anche i mercati, che hanno iniziato l’anno con davvero poche certezze. D’altronde, viviamo una situazione del tutto eccezionale, ed è davvero difficile immaginarne gli sviluppi, sia dal punto di vista sanitario, che economico. Dobbiamo quindi necessariamente procedere a tentoni. E la cautela, nelle scelte finanziarie appare del tutto inevitabile, ed obbligata.

Questi due anni di terribile pandemia hanno peraltro cambiato radicalmente i connotati dei mercati. Prima di essa vivevamo una situazione di strisciante deflazione innescata dalla devastante crisi finanziaria del 2008. Contro di essa erano schierate all’unisono tutte le maggiori Banche Centrali del globo. Per un intero decennio abbiamo assistito ad immissioni costanti di liquidità nel sistema. L’economia reale faceva comunque fatica, e cresceva a ritmi molto inferiori ai decenni precedenti.

Nonostante le ingenti immissioni di liquidità dell’inflazione non si scorgeva alcuna traccia, anzi il problema era quello di domare la deflazione. Dopo due anni di pandemia, e di obbligati e necessari ulteriori interventi espansivi, sia di politica fiscale che monetaria, il paradigma economico del precedente decennio appare essere letteralmente andato in fumo ed archiviato. Infatti, come testimoniano anche le ultime minute della FED, oggi il problema sembra essere esattamente l’opposto, ossia il controllo del risorgente ed impetuoso processo inflazionistico. Io non sò se tale tesi sia veramente reale e fondata.

Fino a qualche mese fà ero alquanto scettico. Oggi invece comincio a chiedermi, come si giustifica un crude oil ad 80 dollari al barile, in una precaria situazione economica come quella contingente ? L’impetuosa risalita dei prezzi dello stesso non sembra infatti aver alcuna motivazione d’ordine reale. Ed anche l’aumento delle altre commodities, lievitate di oltre il 30 % in termini reali, nell’ultimo anno, a cosa è dovuto ? E’ forse l’effetto perverso, ed inevitabile, delle mostruose immissioni di liquidità di questi ultimi 2 anni ? Non lo sò.

In ogni caso, ciò non è un bene per l’economia, e per il sistema di produzione capitalistico globale, e quindi presto o tardi bisognare in qualche modo intervenire. Il modo più facile per farlo è attraverso una stretta monetaria, ossia tramite il rialzo dei tassi, ed è ciò che oggi i mercati temono. Ma io non lo dò già per scontato, tante volte infatti, negli anni scorsi, se né parlato, ma poi all’atto pratico non se n’è fatto nulla.

E farlo oggi, ancora in piena pandemia, potrebbe essere veramente rischioso ed azzardato. Al momento, sono pertanto davvero tante le incertezze, e gli aspetti anomali e non chiari, appare pertanto prudente attendere gli sviluppi degli eventi, e procedere operativamente con cautela e prudenza.

Dopo le sopra esposte considerazioni, d’ordine generale, andiamo ad esaminare, cosa ci dice, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nelle ultime ottave, ha mostrato qualche debolezza, e quota oggi 95,74. Le commodities, invece, come già accennato, non arrestano la loro corsa. Nelle ultime 5 settimane lievitano del 5,3 % in termini reali, ed accentuano le preoccupazioni sul versante inflazionistico.

Preoccupazioni che sembrano trovare riscontro anche nel mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, infatti questa settimana raggiunge il massimo dell’epoca post-covid a quota 1,76 %. Stessa cosa per il rendimento del bond a 2 anni, che raggiunge quota 0,87 %.

L’inclinazione della yield curve Usa si mantiene, comunque, ancora sufficientemente inclinata, a quota 89 punti, e ciò non ci fà intravvedere un imminente rallentamento dell’attuale ritmo di crescita dell’economia. I mercati azionari, già da alcuni mesi, si dimostrano alquanto cauti e scettici, ed il nostro benchmark azionario mondiale, inizia l’anno con un significativo storno dell’1,87 %. .     .

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 43.148

Large Traders :  + 32.627

Small Traders : + 10.521

Trova, pertanto, ancora conferma l’incerta e volatile configurazione del Cot Report sui derivati azionari Usa. Dal mio ultimo aggiornamento, di 3 settimane orsono, le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state davvero esigue, pari a soli 2.684 contratti. In particolare, i Commercial Traders, le MANI FORTI di questo mercato, acquistano 1.684 contratti long, ma restano ancora ben saldi e convinti nella loro posizione di copertura, Net Short.

Gli Small Traders, acquistano anch’essi 1.000 contratti long, e consolidano la loro, ancora non esuberante, posizione Net Long. I Large Traders, invece, cedono l’intero lotto dei 2.684, ma restano convintamente in posizione Net Long. Le movimentazioni di queste ultime ottave, non mutano pertanto il quadro, d’assoluta d’incertezza, che descriviamo già da alcuni mesi.

Incertezza che ha trovato sempre più conferme anche sui mercati primari. E’ una configurazione quella attuale, che dal punto di vista statistico, non ha, in passato, quasi mai preannunciato grossi guadagni sui mercati azionari primari. Quello che si guadagna in alcuni frangenti viene presto perso, e si bivacca quasi sempre in una situazione di sostanziale lateralità, caratterizzata però da una discreta e non trascurabile volatilità. Ed anche in questo particolare frangente non sembra smentirsi, come dimostrano gli andamenti di questi ultimi mesi.

Non ho pertanto motivi, per mutare la mia recente e cauta esposizione sull’equity, che anzi riconfermo con accresciuta convinzione, in attesa di comprendere meglio gli sviluppi di una situazione economica e finanziaria davvero molto complessa e particolare.  .

Mercato, dunque, in attesa di nuove certezze, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso dell’anno 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno dell’8,29 %.

Nella prima settimana del nuovo anno, invece, registra una perdita dello 0,87 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, invece, ha registrato nel contempo un guadagno dello 0,75 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance dell’1,62 %.Nei precedenti 9 anni, il mio trading system ha invece conseguito una sovra-performance media annua del 7,1 %, e presenta un’equity line in progresso del 180 %.

Questa settimana, l’assetto del mio portafoglio, è costituito dal 52,5 % di posizioni long, e dal 47,5 % di posizioni short, ossia da una posizione operativa, Net Long, davvero esigua, pari al solo 5 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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