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WALL STREET: puzza di bruciato all’orizzonte

Scritto il alle 15:44 da Lukas


Qualcosa si sta muovendo sia sui derivati del COT Report ma anche sui mercati. Torna a salire l’inflazione? I tassi stanno nuovamente salendo? E quindi? (Guest Post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, nei mercati finanziari internazionali è proseguito il clima di RISK-ON, in voga, ormai, da oltre un mese. Come ben sapete, chi scrive, è stato, in tutti questi anni, un convinto rialzista. Devo però dire che quest’ultima gamba di rialzo non mi piace affatto. Sembrano, infatti, attenuarsi e venir meno le favorevoli condizioni che hanno alimento, in tutti questi anni, questo lunghissimo ed ormai storico bull market dei mercati azionari. Forse è una considerazione prematura ed ottimistica la mia, ma la lunga fase deflattiva sembra davvero volgere al termine. Le quotazioni delle commodities si sono infatti stabilizzate, e non stornano, nonostante il rallentamento economico in atto. I rendimenti dei bond, in queste ultime settimane, hanno subito una significativa inversione e sono in decisa risalita. I mercati azionari, ivi compresi quelli europei, appaiono sospettamente in accelerata ascesa. Insomma, improvvisamente, sembra esser entrati nella fase 4 del modello intermarket di Martin Pring. Uno scenario che non si vedeva e non si registrava da molto tempo sui mercati finanziari. Scenario che abbisogna certamente di ulteriori e più probanti conferme, ma è già grande la sorpresa, almeno per me, di rivederlo riapparire sulla scena. Quindi, occhio, perché l’attuale fase potrebbe essere l’embrione, il preludio, di un ben più radicale mutamento di scenario e di prospettive per l’intera economia globale. Potremmo cioè assistere, a sorpresa, ad un ritorno sulla scena dell’inflazione, un fenomeno quasi scomparso dalla scena nell’ultimo decennio. E si sà, l’inflazione, così come la deflazione, è uno dei più grandi nemici della salute dei mercati azionari, e non solo di essi. D’altra parte, come segnala continuamente il mio amico Danilo, v’è ancora l’enorme problema del debito globale da risolvere, ed il ritorno sulla scena dell’inflazione potrebbe costituire una necessità, ed un inizio di soluzione.         

Considerazioni, quelle sopra enunciate, di prospettiva, andiamo però ad esaminare cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. In quest’ultima ottava, il dollar index si è notevolmente rafforzato, + 1,15 %, ed è risalito a quota 98,35. Un elemento di forza e di stabilità anche per gli altri mercati. Le commodities, grazie alla forza del dollaro Usa, s’apprezzano anch’esse in termini reali dello 0,71 %. Come già accennato, ancor più significativi i movimenti registrati nel mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani risalgono, infatti, di ben 23 bps, e raggiungono quota 1,94 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, crescono anch’essi di 13 bps, e tornano a quota 1,68 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, s’impenna, ed è oggi pari a 26 bps, smentendo ogni ipotesi di imminente recessione. Il mercato azionario, infine, registra nuovi record storici. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, guadagna un ulteriore 0,85 %, e raggiunge quota 3.093,08 punti.                          

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti: 

Commercial Traders : – 31.176 

Large Traders :  +31.059

Small Traders : + 117

Si riconferma, pertanto, la configurazione lateral-rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state pari a  9.324 contratti. In particolare, i Large Traders cedono 5.785 contratti long, e riducono un pò la loro attuale posizione, Net Long. Gli Small Traders, cedono anch’essi 3.539 contratti long, ma restano, seppur di misura, in posizione Net Long. I Commercial Traders, prendono atto della diffidenza degli altri operatori, acquistano l’intero lotto dei 9.324 contratti long, e riducono l’entità e l’ammontare della loro naturale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava segnalano che sono le Mani Forti ad alimentare questa un’ulteriore fase d’ascesa dei mercati azionari. Gli altri operatori, ed in particolare, gli Small traders, appaiono, invece, alquanto cauti, se non addirittura diffidenti. La partecipazione al mercato appare dunque affatto corale, e potrebbe pertanto manifestarsi un pullback, che non andrebbe però ad intaccare ed a mettere in discussione l’attuale trend, che rimane saldamente rialzista. Rialzo che potrebbe, però alimentare i sospetti da me espressi in premessa, ossia di un mercato particolarmente euforico e non più sano. D’altra parte il mio target a 12 mesi per l’S&P 500 era fissato a 3.250, ma già oggi abbiamo raggiunto quasi quota 3.100. Un chiaro segnale di euforia, che come già accennato, è un po’ sospetto, e non ci piace molto. Ciò detto, allo stato mi sembra comunque prematuro lanciare qualsiasi segnale d’allerta, riconfermo pertanto la mia view rialzista, augurandomi, nel contempo, che il mercato moderi un po’ la sua attuale esuberanza.         

Moderata view rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’ analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo, molto difficile 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita dell’ 11,07 %. La perdita è ascrivibile alla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, nonchè alla successiva estenuante fase di lateralizzazione del mercato. Nel frattempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 26,81 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sotto-performance del 37,89 %. Un clamoroso ed imbarazzante incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %, e che presenta una equity line in progresso di circa il 150 %. Non perdo, tuttavia, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter recuperare almeno una parte dell’attuale inaccettabile sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dall ’82,5 all’80 % le mie posizioni long, ed innalzo, nel contempo, dal 17,5 al 20 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione rialzista pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.       

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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2 commenti Commenta
davtamb
Scritto il 12 Novembre 2019 at 17:02

Mah… l’unica cosa che non quadra in questo scenario da ritorno dell’inflazione è che l’oro non si apprezza come dovrebbe,,,,anzi.

Lukas
Scritto il 12 Novembre 2019 at 18:39

davtamb@finanza,

Il ritorno dell’inflazione non è ancora conclamato……aspettiamo conferme……quanto all’oro, al momento, soffre il rialzo dei rendimenti obbligazionari………eppoi ricordiamo che lo stesso era già salito molto, anticipando forse uno scenario inflazionistico ancora da venire.

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