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UNICREDIT optiontrade/3
A proposito di Unicredit il 10 gennaio scrivevo: “…di una cosa sono certo: le mani forti, quelle che entro il 20 gennaio (data ultima per l’esercizio o la vendita dei diritti) faranno incetta di diritti e titoli non sono ancora al lavoro e un pullback a breve è molto probabile…finchè il minimo di ieri (2,20) tiene, tenere le posizioni… tenersi i diritti in quanto andranno esercitati…
Quindi come previsto.
L’avventura era iniziata il 18 novembre
con l’acquisto di 2000 pezzi a 0,75 (1.500€). Ieri UNI ha chiuso a 3,66 in discreto spolvero. Vediamo ora le performance di questi due mesi in tre situazioni diverse, le prime due teoriche:
1. Senza opzioni e senza aderire all’AUC
-51% al lordo dei diritti (-770€); supponendo di aver venduto i diritti vicino ai massimi avrei incassato 500€ e sarei rimasto con una perdita di 270 euro, circa -18% di perdita in due mesi
2. Senza opzioni e con l’esercizio dei diritti
Le 200 azioni le avevo pagate 1.500€, poi ho sborsato 1,943 x 400 = 777€ per averne altre 400, in totale: (1.500+777): 600 = 3,795 come prezzo di carico; in questo caso senza bisogno di opzioni e con la quotazione corrente si sarebbe fatto un -3,6%; quindi ringraziando il rally partito dal minimo assoluto di 2,2 l’adesione all’auc è stata una buona scelta considerata la dèbacle;
3. Con opzioni e con l’esercizio dei diritti
cioè il nostro caso; l’operatività in opzioni aveva permesso di far scendere il prezzo di carico a 6,815 e quindi: (6,815 x 200 + 777) : 600 = 3,567 che porta la performance a due mesi al +2,6%, una miseria.
Uno sguardo al titolo, ma senza esagerare
Prima di operare facciamo un minimo di analisi e il grafico parla già da solo.
Continuo a ripetere che Unicredit è solo un titolo speculativo e va trattato malissimo, lo si tiene finchè sale e poi lo si getta senza pietà. Arrivato in zona 4,5 se mai ci arrivasse mi aspetto tante ma tante prese di profitto per cui meglio vendere per tempo e, caso mai fosse in atto qualche rastrellamento visto che l’assetto dei soci di maggioranza è in divenire, riacquistare sopra 4,6 ma in ottica di mordi e fuggi, quindi roba da trader mattiniero.
Pensare di fare cassetta solo perchè vale poco anche rispetto a solo due mesi fa è un’idea malsana. I titoli da tenere sono ben altri e per quelli italiani bastano dieci dita per contarli.
In conclusione Unicredit non penso proprio che abbia la forza di superare 4,6 nel breve periodo salvo eventi straordinari come rastrellamenti e opa ostili varie.
Optiontrade, divieto di scoperto e Paese delle Banane
Se volessi sfruttare il più possibile il rialzo in corso dovrei vendere put; le put che piacciono a me hanno strike 3 ma pagano poco e alle ore 10.00 il bid/ask si presenta impraticabile: 0,025/0,052. Anche gli altri strike hanno book virtuali, se li lasciassero a zero sarebbe la stessa cosa, mi basta il prezzo di riferimento per decidere quale prezzo inserire. Sullo strike 3,2 è passato un contratto a 0,108 quindi il fortunello ha incassato 100 euro e con questi 100 euro si assume l’obbligo in caso di esercizio, di comprarsi 1000 titoli al prezzo di 3,2€ ognuno, ergo: per il piacere di incassare 100 euro su uno strike che non mi piace devo anche pigliarmi il rischio di sborsare tremiladuecento euro per accumulare un titolo speculativo. NO GRAZIE. Le put scoperte si vendono su altri titoli e fra i bancari gli unici che sarei disposto a tenermi per un po’ sono Intesa e Mediobanca.
Quindi vado contro mercato e vendo call, faccio una covered call.
Ma una call ha come sottostante 1000 titoli e io ne ho 600 e sarei quindi short netto di 400 titoli e la CONSOB ci ha detto che i ribassisti fanno peccato (anche il prelato Bagnasco ha detto che si fa peccato ad evadere le tasse, la lobby vaticana continua a deriderci). Allora alzo il telefono e persona qualificata mi dice che la Consob “si riserva di chiedere ai broker se hanno posizioni nette scoperte e comunque nel caso delle opzioni vige il fattore tempo”. Traduco:
1) i broker non hanno nessun obbligo di comunicazione, è solo la Consob che può effettuare controlli se vuole, quindi l’operatività short intraday su future è sicura al 100%
2) chi fa short di posizione vendendo call scoperte gode del “fattore tempo” perchè le opzioni hanno una scadenza e se la scadenza eccede il limite del periodo di divieto non sono punibili; anche a seguito di ulteriori proroghe del divieto le mie call lontane continuano a non essere punibili; inoltre il caso di covered call unicredit mostra un’altra eccezione al divieto Consob.
A questo punto sono scocciato di trafficare su titoli italiani e quindi faccio questa operazione che spero sia l’ultima vendendo una call abbastanza vicina con la speranza di finire in the money e di metterci una pietra sopra questo titolo: – 1 call 3,9 a 0,1155 e incasso 115€ (scad. febbraio).
Il pmc scende a 3,375. Resta inteso che se il titolo osasse riportarsi in zona 3,3 piazzo un ordine condizionato di vendita a 3,18 per 600 titoli e dopo l’eseguito chiudo la call, e chiudo anche questa storia.
(ma perchè bisogna operare sulla borsa italiota? perchè… perchè…)
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come al solito grande gremlin.
PS su saipem ci aggiorni? visto l’ottimo risultato fino ad ora…
Grazie
😀
dimenticato di dire che le 400 mancanti le comprerò in area 3,9 ma adesso non voglio pensarci
già, le stavo dimenticando come Terna, allora domani, promesso
Ciao Maurizio, sono Gabriele c’e’ veramente un sacco da imparare dai tuoi articoli!
ciao a tutti.
Dt leggendo quest’ultimo post vorrei chiederti , quali sono i 10 titoli italiani di cui si potrebbe fare cassetto ?
Grazie mille in attesa di una tua risposta
Te lo chiedo dato che hai scritto così : quelli italiani bastano dieci dita per contarli
Sono curioso , e non penso di essere il solo .
GRazie
Fiuuuuuuuuu… per fortuna che il post lo ha SCRITTO GREMLIN…
LEONE51
è almeno il QUARTO NICK che usi in due anni e vabbè, contento te…
già una volta ti avevo detto di guardare chi è l’autore del post perchè in questo blog siamo in tanti a scrivere… e adesso ci risiamo
🙄
il post è mio, e anche le dieci dita sono mie, i dieci titoli circa no
ma li scopri da solo guardando i grafici del FTMIB e i dividendi che danno.
un aiutino: ENI, SAIPEM e TENARIS
io trovo Telecom , Enel green power, Generali, Snam rete gas. e una small di tuto rispetto trevi , tu cosa ne pensi?
Ciao gremlin, volendo fare uno short, come la vedi una covered put?
se lo short lo vuoi fare sulle azioni o vendi call o compri put visto che non puoi vendere allo scoperto i titoli, quindi niente covered put
su altri sottostanti puoi fare un bear put spread che non è altro che una covered put
Io, a questi prezzi e sulla lunghissima distanza comprerei senza però espormi troppo (una cifra tranquilla da lasciare bel cassetto per diciamo 3 anni). Ribadisco che, a mio avviso, Unicredit è troppo grande per non essere rilevata.
E MPS? Perchè qualcuno non la analizza per bene? E’ sempre a prezzi stracciatissimi.
Perchè non puoi vendere i titoli? Dicevo che appunto perchè non si può detenere una posizione netta corta, si potrebbe shortare il titolo e vendere put, ovvero posizione neutra ai fini Consob.
non faccio short titoli e non conosco la policy del mio broker
un tipo mi aveva riferito che la sua banca non poteva più consentire questa operatività,
probabile che dipenda da banca a banca
potendo shortare i titoli allora ok covered put
meglio farlo su altri bancari
MPS lo ha già inquadrato recentemente Dream con un post dedicato, è un titolo per masochisti o scommettitori
ben venga il cassettismo triennale, quindi passivo e quindi scommessa, se fatto in modo consapevole
saper distinguere fra lotteria e trading di posizione e scegliere la lotteria è pur sempre un comportamento razionale
ahahah
vade retro itaglia!! 😀