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TAYLOR RULE: gap tra Unione Europea ed Italia enorme. Alla faccia dell’Europa Unita!

Scritto il alle 10:52 da Danilo DT

taylor-rule-lavoro-disoccupazione-tasso-interesse-inflazione

Quando nel 2009 vi parlai una delle prime volte di Taylor Rule, dissi in chiusura di quel post (che potete visualizzare cliccando QUI)  parlando di politica monetaria espansiva: NE VEDREMO DELLE BELLE.

Non mi sbagliavo per nulla, anzi, i fatti mi hanno dato pienamente ragione. Già allora, e parliamo del 2009, era evidente che la situazione si stava complicando non poco, ma con banche centrali proattive (come sembrava dovessero essere) si poteva anche “esagerare”. Così è stato.
Questa volta però non voglio parlarvi di USA, ma di un confronto tra due modelli di Taylor Rule. Voglio mettere a confronto il risultato della Taylor Rule comunitaria (la media dell’UE) e l’ipotetica Taylor Rule italiana.

Innanzitutto, vi ricordate che cosa è la Taylor Rule?

In fondo non è niente più che una “banale equazione” che incrocia il tasso di disoccupazione e il tasso di inflazione. Questa equazione, creata nel 1993 da John Taylor, ha come obiettivo quello di creare dei segnali nel caso in cui la politica monetaria non fosse allineata correttamente all’attività economica e, appunto, all’andamento dei prezzi.
Quindi possiamo sintetizzare, come elementi facenti parte della Taylor Rule:

-tasso inflazione
-tasso disoccupazione
-tassi di interesse

6-oct-2010-taylor-rule-equation

Non preoccupatevi, la formula non è importante. La cosa fondamentalie è capire il CONCETTO. Dal punto di vista operativo, quindi, andando sul pratico, quando la crescita economica galoppa (con bassa disoccupazione) e l’inflazione aumenta, allora la Taylor Rule dovrebbe lanciare il segnale e invitare le banche centrali ad alzare i tassi per evitare un surriscaldamento dell’economia. Oppure la Taylor Rule inviterà le banche centrali ad abbassare i tassi quando invece aumenta la disoccupazione e diminuisce l’inflazione (o ancor peggio, si cade in deflazione). Quindi capite che la Taylor Rule può essere utilizzata dai Governi anche per evitare alcuni scenari, come quello deflattivo, intervenendo anticipatamente in caso di segnali operativi da parte del Modello di Taylor.
Ed ecco la mia provocazione. E se in un continente dove regna la Disunione Europea, quali suggerimenti potrebbe dare la Taylor Rule?

Taylor Rule: Eurozona

taylor-rule-2016-unione-europeaTaylor Rule: Italia

taylor-rule-2016-italia

Il risultato lo vedete voi stessi. Per il modello di Taylor, l’Unione Europea dovrebbe avere un tasso di interesse oggi che non è a ZERO ma a +0,85%. Invece per l’Italia, fortemente a rischio deflazione, si necessiterebbe di una politica monetaria più espansiva, con tassi che potrebbero arrivare potenzialmente anche a -1,60%.

Il risultato ci conferma quanto già sapevamo benissimo. C’è un abisso tra i vari paesi dell’Unione Europea e per paesi più deboli, come l’Italia, e la politica monetaria della BCE non è sufficiente. Il messaggio però che deve arrivare a Bruxelles non è che occorrerebbe arrivare a tassi così fortemente negativi, ma che è necessario fare qualcosa per andare a “sostituire” questa necessità con un tassello più realistico. In altri termini maggiore flessibilità ed un’appropriata politica fiscale. La cosa però evidente è che certe manovre devono essere fatte ad hod, proprio per sanare alcuni forti disequilibri.
Questa però è utopia pura, perché non essendo un’Unione ma una Disunione, è tremendamente complicato che si faccia un qualcosa in questa direzione. E allora che succede? Qualche lieve aggiustamento e qualche concessione da Bruxelles, con una BCE che, infatti, si trova praticamente a metà strada. Anzi, è persino troppo espansiva per i paesi più forti. In un mondo normale significherebbe che la Germania, tanto per non fare nomi, sarebbe fortemente a rischio inflazione. Ma il problema non si pone perché ci pensano i paesi più deboli a fare effetto compensazione. E state pur certi che in questo contesto, può solo succedere una cosa: che si va ad ampliare il gap tra Nord e Sud.
Ora, se vogliamo veramente questo, allora continuiamo serenamente questo progetto farlocco. Altrimenti cambiamo questa benedetta Unione Europea. Altrimenti è il caso di fermarsi un attimo e fare due ragionamenti…

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email (intermarketandmore@gmail.com).
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3 commenti Commenta
draziz
Scritto il 10 Ottobre 2016 at 12:51

…soprattutto perchè nel referendum a cui siamo chiamati a votare prossimamente vi è un esplicito (per chi si è preso la briga di leggere tutto il provvedimento) riferimento alla cessione di sovranità a favore dell’Europa.
Quindi una volta che si iscrive nella Costituzione è cosa fatta. Non solo tutto resta così com’è, a favore dello squilibrio attuale, anzi potrebbe pure peggiorare.
Ma come al solito si butta fumo negli occhi dei polli…
Se veramente si voleva cambiare qualcosa…beh, si doveva scrivere un provvedimento che avesse veramente un contenuto innovativo, non il solito giochino delle tre carte, togli qui, rimetti di là…

paolo41
Scritto il 10 Ottobre 2016 at 13:11

a quelli che la pensano come me (e ora ce ne sono tanti anche nel blog), che sono anni ed anni che ho sempre perorato la soluzione di sganciarsi dai crucchi e dall’euro, mi resta l’unica misera soddisfazione di aver avuto ragione …….. ma come novella Cassandra….. ci resta solo da piangere!!!!

jesselivermore
Scritto il 10 Ottobre 2016 at 13:36

CON I TASSI negativi stanno disintegrando il settore assicurativo..

http://vonmises.it/2016/10/10/modo-le-banche-centrali-stanno-dissanguando-la-classe-media/

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