STRATEGIE: 2008 – L'ANNO CHE VERRA'
Eccoci arrivato alla seconda parte del post intitolato “STRATEGIE”.
In queste righe, come ho detto precedentemente, cercherò di tracciare la mie soggettive linee guida per il 2008, basandosi sull’analisi macro, al fine di trovare una corretta strategia operativa, quantomeno coerente con le condizioni del mercato.
Lo so benissimo, questo post mi espone a critiche e giudizi contrastanti. Ben vengano! Anche perché questo è il mio personale punto di vista e, visto che non sono Dio sulla terra e tantomeno credo di essere Warren Buffett, sarò ben felice di discutere con voi punti di vista divergenti e non.
Chiaramente riprendo il discorso fatto nel post “collegato” (che potrete rileggere CLICCANDO QUI).
Dal 2007 al 2008: quanto il mercato sconta la crisi?
Come potete leggere nel post sopra citato, il 2007 è stato un anno in cui abbiamo assistito ad una serie di eventi fondamentalmente negativi, che però non hanno negato ad alcuni mercati e settori, performance da capogiro. Ma facendo il saldo delle parti, credo di poter affermare che il 2007 non è stato un anno positivo. Non tanto per le performance dei mercati, che in un modo o nell’altro hanno retto bene, ma soprattutto per lo scenario macroeconomico che il 2008 si troverà come pesante eredità. E siccome in questo caso non è possibile accettare l’eredità con “beneficio di inventario”, il 2008 dovrà per forza di cose sorbirsi tutto il bello ed il brutto che gli verrà lasciato dal morente 2007. E quindi, la prima domanda che dobbiamo porci è la seguente:
Quanto di questa crisi è già scontata nei prezzi? E, di conseguenza, il mercato è già sceso abbastanza oppure dobbiamo aspettarci nuovi capitomboli? Come è possibile che con uno scenario macroeconomico piuttosto cupo i mercati abbiano retto alla grande? Riusciranno i paesi emergenti a salvare le vecchie economie da un’annata difficile?
Poter rispondere a queste domande con matematica certezza significa essere dei veggenti, perché, come dicevo nel post sopra citato, l’unica ocsa certa è che non ci sono grandi certezze. Ed è per questo che l’interpretazione di questo scenario è quanto mai difficile e complicato, ma nel contempo interessante ed affascinante.
Inizio 2008: con la fine del “window dressing” arriva la paura?
Ormai il 2007 è alla fine della corsa. E con lui dovrebbe concludersi il cosiddetto periodo del “window dressing”, ovvero quella fase di mercato in cui si cercano di sostenere i listini in modo artificiale (quasi come se ci fosse un cartello tra i gestori…) al fine di difendere le performance create nel corso dell’anno. Con il fine anno questa fase artificiosa viene chiusa ed i mercati diventano “liberi” di prendere le direzioni più disparate. Ovviamente per la tenuta dell’equity, il window dressing è stato un elemento molto positivo. Ma ora, che succederà?
La certezza che ormai accomuna tutti gli analisti è che l’inizio del 2008 non coinciderà con uno scenario migliore rispetto a quello registrato fino ad ora, anzi. La crisi del credito continuerà. Il problema è capire per quanto tempo. C’è chi dice che durerà ancora un trimestre, c’è chi dice che durerà un semestre, o ancora chi dice che la luce ci sarà solo con il 2009. Quindi capite che è difficile fare previsioni. Le svalutazioni (vedere qui per approfondimenti) continuano e continueranno. E certamente tutto questo sarà realistico nei primi mesi del 2008. Quindi andiamo alla prima affermazione:
Nel primo trimestre il mercato sarà trascinato da ulteriore negatività derivante dalla crisi immobiliare e del credito.
Detto questo, risulta abbastanza ovvio quale dovrebbe essere la cosa da fare: cercare di limitare al massimo tutto quello che ha, al suo interno, una componente più o meno alta di rischio. Quindi personalmente sono favorevole ad un forte sottopeso di azioni, obbligazioni corporate e con duration elevate. Eviterei anche le commodities cicliche, quali ad esempio materiali ferrosi e petrolio, e preferirei al massimo i preziosi e le commodities agricole. Dal punto di vista valutario vedo bene lo yen e il franco svizzero. Sono invece molto favorevole ad investimenti “di parcheggio”, anche perché potrebbe succedere che nel secondo semestre le cose cambino. Il dollaro resta un punto interrogativo. Vedremo strada facendo, al momento non lo considero ancora interessante. E tutto questo è quanto farei per il primo semestre del 2008. Giocherei cioè in difesa. Anche perché in questo modo saremo pronti a cambiare rapidamente strategia, quando la situazione si sarà normalizzata, probabilmente a seguito di una bella correzione.
E poi…potrebbe essere il momento buono per comprare
E dopo una fase di forte debolezza, mi aspetto una ottima ripresa per la seconda parte del 2008. Un grosso recupero dei mercati, soprattutto a favore di quei titoli che già oggi sono delle buy opportunities (attenzione, il timing in questo caso è fondamentale!) in quanto trattano a multipli molto interessanti, ma che molto probabilmente proseguiranno la loro discesa nel primo semestre del 2008. E poi un occhio di riguardo sui mercati emergenti e (attenzione, questa potrebbe essere una super scommessa) al property asiatico. Se il dollaro darà le sufficienti garanzie, allora si potrà iniziare a pensare ad una accumulazione. Ma è presto per dirlo. Si vedrà strada facendo.
Questa è in estrema sintesi la mia view sul 2008.
Seguiranno altri post di approfondimento. Spero di aver fatto cosa gradita scrivere queste mie personali previsioni, nella speranza di poter discutere con voi scenari alternativi o concordanti.
A presto!
DT