Quella strana correlazione tra prodotto interno lordo e borsa

Scritto il alle 11:45 da Danilo DT

Nella fattispecie confronto tra PIL USA e SPX. Ma non solo: prendiamo il P/E di Shiller e il debito…

Non c’è proprio verso, il market sentiment continua ad essere bullish. Sarà anche colpa dei volumi ridotti in un clima tipicamente estivo, Però è innegabile il sempre presente intervento della miglior “assicurazione” per i mercati azionari: le banche centrali.
Quando le cose andavano non per il verso giusto, ecco che in un amen sono arrivati gli interventi di Bernanke e company a rasserenare gli animi e garantire il sostegno dovuto con una politica monetaria accomodante che teoricamente dovrebbe iniziare a frenare in autunno con il tapering, ma che il mercato ora vede illusoriamente come “tendenzialmente infinita”.
Non illudetevi. Alcuni membri della FED iniziano nuovamente a tuonare a favore del tapering. Proprio oggi, Fisher, Fed di Dallas, vede l’inizio del tapering già in autunno grazie ai buoni dati sul lavoro.

Lo ripeto per l’ennesima volta: strategia di comunicazione. E’ stato così e continuerà in questo modo senza alcun dubbio.

E se questo è una certezza, è altrettanto certo che i mercati sono ben coscienti del fatto che senza il sostegno FED sarà dura mantenere questi ritmi di crescita. E non illudiamoci che l’energia, la buona volontà e la spavalderia di Mario Draghi (che i mercati FORSE oggi sopravvalutano un po’) possa far ripartire da sola l’economia globale, malgrado i dati in Europa che sono certamente in miglioramento ma senza le dovute basi che garantiscono una ripresa economica solida e costante.

Morale: meglio stare molto allerta, se l’estate è calda (come clima) potrebbe essere seguita da un autunno rovente (sui mercati).
E questo grafico, che forse conoscete già ma poco importa, resta un po’ l’estrema sintesi del fenomeno.
Andamento dell’indice SP 500 e previsioni sul PIL USA.
Come vedete le cose non quadrano per nulla.

Previsioni PIL Usa vs andamento SP 500

E’ normale ritrovarsi con una correlazione praticamente “inversa” quando invece ci dovrebbe essere una correlazione se non proprio diretta ma comunque impostata ben diversamente?
Ah si… le società dello SP 500 sono internazionali e gli utili li fanno all’estero. Peccato che ora tutto il mondo è in frenata… Come la mettiamo?

“Today’s Shiller P/E of 24x suggest an overvalued market and the rapid multiple expansion of the last two years in the absence of earnings growth suggests that this market is also seriously overbought.” (John Hussman)

SHILLER P/E

E se poi vogliamo metterla sotto il punto di vista del debito è palese che la bolla che stiamo vivendo è clamorosa, ma è anche ormai cronica, perfettamente inserita nel sistema economico, un cancro non debellabile… Due grafici di lungo periodo sicuramente suggestivi.

STAY TUNED!

DT

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19 commenti Commenta
jesselivermore
Scritto il 6 Agosto 2013 at 12:30

Ciao Dream,

non scrivo da molto tempo.

Ormai seguo e sto nel mercato dal 1999 , sono un cultore del trading, seguo il mercato ogni giorno,ed ho un approccio trend following, non mi interessano le notizie i rumors i fondamentali, ma solo il prezzo e la tendenza perché il prezzo è l’espressione ultima di tutto lo scibile presente nei mercati. Ho letto centinaia di libri sul trading, sulle bolle speculative, sulle biografie dei più grandi trader (da Jesse Livermore ad Ed Seykota) e tanto altro, in ultimo ho una laurea in economia delle istituzioni e dei mercati finanziari ( l ho messa per ultima poiché sebbene possa essere utile avere un background economico per fare trading, credo che non serva quasi a nulla per essere vincenti sul mercato ma serve ben altro)
Detto ciò ripeto non sono ne eternamente bullish ne eternamente bearish come usano fare in molti ma seguo la tendenza punto.
Dopo avere seguito per anni i mercati mi sono fatto la seguente opinione:
come tutti sanno da quando la creazione di moneta è stata sganciata completamente dall’oro, le banche centrali e le istituzioni ecc hanno iniziato a creare base monetaria liberamente manovrando i tassi di interesse come un giocattolo ( ricordo che il tasso di interesse, come spiegano bene gli economisti della scuola austriaca dovrebbe essere solo il risultato dell’equilibrio tra il risparmio presente nel sistema e gli investimenti che il sistema richiede nello stesso tempo, dovrebbe auto equilibrarsi, ma le banche centrali non fanno altro che modificarlo artificiosamente tenendolo basso e permettendo quindi che le varie attività finanziarie siano prezzate(tramite i rendimenti) in maniera errata creando quindi inefficienze nel sistema)
Quando nel 2000, il sistema ha iniziato a venire giù Greenspan ha giocato con i tassi facendoli andare all’1%, poi il sistema è rimbalzato ( ma solo a livello nominale poichè a livello reale l’impoverimento partito nel 1999 ha proseguito senza ostacoli), giunti al 2007 il sistema ha iniziato a crollare di nuovo ( ma è logico , si tratta di un economia-finanza di carta pompata, illusoria e solo nominale , non di una crescita reale determinata da risparmio reale che confluisce in investimenti produttivi che aumentano l’efficienza del sistema e quindi la sua ricchezza)mentre il sistema nel 2007-2008 veniva giù e la bolla del credito si sgonfiava, cosa faceva Bernanke( non avendo ormai altre soluzioni)portava i tassi a zero , inondava di liquidità il sistema, in sintesi CURAVA UN SISTEMA MALATO DA ECCESSO DI CREDITO, FORNENDOGLI ALTRO CREDITO.
(è COME SEI UN EROINOMANE IN OVERDOSE VIENE CURATO CON UNA TRIPLA DOSE DI EROINA DA 85 MILIARDI AL GIORNO ILLIMITATAMENTE FINCHè IL MERCATO DEL LAVORO NON DA SEGNI DI RIPRESA….)
Il risultato oggi è che Gli indici americani sono ai nuovi massimi a LIVELLO NOMINALE, ma se li GUARDATE IN TERMINI REALI OSSERVANDO UN GRAFICO DEL DOWJONES PREZZATO IN ORO,IL MERCATO ORSO PARTITO NEL 1999 è ANCORA IN CORSO.( ED è QUESTO CHE CONTA Poiché IL SISTEMA A LIVELLO NOMINALE SEMBRA Più RICCO MA IN TERMINI REALI L’IMPOVERIMENTO STA PROSEGUENDO DAL 1999, LO SI VEDE NELLA PERDITA DELLA Capacità DI ACQUISTO DI OGNI REDDITO)

PER CONCLUDERE, CREDO CHE QUESTO SISTEMA DEL CREDITO -BOLLA -CREDITO CHE STA SOSTENENDO TUTTO dal 2008 con tassi allo 0- 0,25% prima o poi imploderà nessuno sa quando accadrà, ma non è una questione di se ma solo di quando.

IL SISTEMA ORMAI è SATURO DI DEBITO E L’ECONOMIA GLOBALE ORMAI CON IL REDDITO CHE PRODUCE( IL PIL) RIESCE SOLO A PAGARE GLI INTERESSI DI UNO STOCK DI DEBITO CHE AUMENTA SEMPRE ED Aumenterà FINO AL PUNTO IN CUI , SALVO CAMBI DI ROTTA, IL REDDITO MONDIALE NON Sarà NEANCHE Più IN GRADO DI PAGARE GLI INTERESSI CHE IL DEBITO CONTINUA A PRODDURRE GORNO DOPO GIORNO, CHE SONO MILAIRDI DI MILIARDI.

ESEMPIO A LIVELLO MICROECONOMICO: Con il nostro stipendio da 2000 euro STIAMO PAGANDO 1900 EURO AL MESE DI INTERESSI SU UN DEBITO DA NOI CONTRATTO, MA QUESTO DEBITO AUMENTA E QUANDO L’ANNO PROSSIMO GENERERà INTERESSI PER 2200 EURO AL MESE SAREMO FALLITI.

john_ludd
Scritto il 6 Agosto 2013 at 13:55

jesselivermore@finanza,

Fa un certo piacere leggere da un trader qualche osservazione pertinente della realtà, evidentemente c’è qualcuno che non si accontenta di leggere dei grafici. Aggiungiamo qualcosa. In natura i processi di natura esponenziale sono rari e di breve durata perché con probabilità 100% collassano. La ragione dovrebbe essere ovvia: richiedono continuamente maggiori quantità di energia. Il sistema economico nato in occidente un paio di secoli fa e che più di recente si è imposto ovunque è entrato in crisi nel 1999 esattamente in coincidenza con il rialzo dei prezzi dell’energia. In passato ne ho scritto fornendo alcune indicazioni dove trovare informazioni scientificamente fondate e non condizionate da agenzie che hanno obiettivi di controllo sociale, politico e altro. L’università di Uppsala in Svezia ha prodotto nel corso di oltre un decennio una enorme mole di ricerche nel settore energetico e petrolifero in particolare analizzando uno per uno tutti i principali giacimenti del mondo. Il sunto di queste ricerche è stato pubblicato di recente in un libro pubblicato da Spinger:

Kjell Aleklett
Peeking at Peak Oil
http://www.amazon.com/Peeking-Peak-Oil-Kjell-Aleklett/dp/1461434238/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1370968083&sr=8-1&keywords=Aleklett

Personalmente mi sono occupato di finanza aziendale e progetti nel settore energetico per oltre un decennio, provenendo da esperienze professionali nel settore tecnologico. Anche ora dedico molto tempo (anzi più di prima) ai temi energetici. Ci vogliono molte centinaia di ore per ottenere una conoscenza discreta di un tema così complesso e così vasto. Il testo del professor Akelett è per questa ragione monumentale, riuscendo in 330 pagine scritte benissimo a condensare una quantità di informazioni che sarebbe altrimenti impossibile ottenere nell’arco di una sola vita. Infatti, è l’opera di un gruppo di decine di ricercatori ai massimi livelli, non condizionati da nessuno (possibile ancora in Scandinavia ma non più altrove). Non mi interessa convincere con poche righe su questo o quel blog ma se davvero siete interessati a comprendere cosa sarà della vostra vita questo libro lo dovreste leggere. Altrimenti potete rimanere come ora, chi a sperare nel ritorno della crescita, altri a baloccarsi in fesserie come la decrescita felice. Il tempo corre veloce e noi non siamo per nulla preparati al “dopo”.

bergasim
Scritto il 6 Agosto 2013 at 14:22

john_ludd@finanza,

L’attuale crisi do oggi non è generata dal costo dell’energia, questo sarà un fattore determinante negli anni successivi, insieme a quello demografico e della gestione delle risorse per sfamarci, unite alla mancanza di acqua.
La crisi è causata da due semplici voci AVIDITA’ e POTERE ( il potere logora solo chi non c’è la, celebre frase di cui tutti ricorderanno il padre ), tutto il resto sono conseguenze di queste due variabili.

ihavenodream
Scritto il 6 Agosto 2013 at 14:36

Innanzitutto il gdp e l’andamento dei mercati azionari non hanno mai avuto nessuna correlazione…mai! ad ogni modo il primo grafico dice che le previsioni sul gdp vanno da circa 3% a circa 2%, non mi sembra nulla di eccezionale…o di anomalo…nello stesso periodo lo S&P è cresciuto del 25%…embè? dove sta l’anomalia? il secondo grafico smentisce da solo il commento: oggi il P/E di Shiller è a 24, nel 2008 (ultima correzione dei mercati) era ad oltre 27, nel 2000 (penultima correzione) addirittura a quasi 45 ! Quindi quando dovremmo aspettarci una correzione? a 25? a 27? o a 40? E’ questo il problema vedete: dire che prima o poi ci sarà una correzione è una cosa così banale da suonare stupida…per essere utile e non banale mi devi anche dire verosimilmente quando questa correzione si materializzerà…almeno in un intervallo temporale di 6 mesi-1 anno…tu DT è 4,5 anni che avverti scoppi di bolle e cataclismi economici…se anche ci prendi ora, la tua affidabilità è cmq zero a questo punto….non so se mi sono spiegato….veniamo al terzo grafico: e’ il solito errore grossolano per fare un po’ di “scalpore” oltre che di confusione: confrontare cioè capre e cavoli…ripeto per l’ennesima volta: il debito è uno stock, il pil è un flusso annuale…le unità di misura non sono le stesse…il debito si misura in $, il pil in $/anno….se si vogliono confrontare dei passivi di bilancio occorre farlo con degli attivi di bilancio, se si vogliono confrontare dei ricavi annuali, lo si deve fare con i costi annuali…confrontare i ricavi con le passività non ha senso…il commentatore che inserisce la sua laurea per ultimo non volendo, perchè pensa esattamente il contrario, dice una cosa giusta: è dal 2000 che siamo in un bear market! lui arriva a questa conclusione perchè confronta l’indice col prezzo dell’oro che è una scemenza, ma cmq ha ragione….siamo sostanzialmente in un bear market che dura da 13 anni…e quindi quale sarebbe la mossa giusta da fare in un bear market che volge al termine? vendere? ragazzi ragazzi

bergasim
Scritto il 6 Agosto 2013 at 14:42

ihavenodream@finanza,

Sei un grandissimo a raccontare le barzellette peccato che la sai l’ultima sia finta, ogni tanto se non ci fossi tu mi addormenterei, ti prego non andare in vacanza raccontaci ancora qualche barzelletta.

jesselivermore
Scritto il 6 Agosto 2013 at 15:05

caro ihavenodream mi dispiace per il tuo tono superbo ed altezzoso, vorrei precisare che:

-ho indicato la mia laurea per ultimo per esprime il concetto che nel trading una laurea in economia non serve a nulla
-che sia una scemenza confrontare ed analizzare il dowjones o altri indici di borsa in termini di oro è una tua opinione ERRATA e la tua opinione rappresenta la verità assoluta. Esprimere i valori in termini di oro serve per deflazionare i valori nominali che presi così non mostrano l’andamento reale, questo concetto lo puoi vedere benissimo nel mercato orso dal 1966 al 1982 dove si osserva un Dow Jones che si muove in laterale tra 500 e 1000 per 16 anni quando in realtà, a causa dell’inflazione alta di quel periodo, anche se l’indice nel 1980 stava ancora a 1000 in realtà sono stati 16 anni di perdita di ricchezza erosa dall’inflazione. STESSA COSA OGGI DAL 1999 AD OGGI CI RITROVIAMO UN DOWJONES A 15000 A NUOVI MASSIMI ma chiediti andando a vendere un PACCHETTO di azioni QUALSIASI SUL DOWJONES, SE QUESTE TI DANNO LA STESSA Capacità DI ACQUISTO DEL 1999.
QUESTA COSA LA VEDI SOLO ESPRIMENDO GLI INDICI IN TERMINI DI ORO

jesselivermore
Scritto il 6 Agosto 2013 at 15:06

jesselivermore@finanza:
caro ihavenodreammi dispiace per il tuo tono superbo ed altezzoso, vorrei precisare che:

-ho indicato la mia laurea per ultimo per esprime il concetto che nel trading una laurea in economia non serve a nulla
-che sia una scemenza confrontare ed analizzare il dowjones o altri indici di borsa in termini di oro è una tua opinione ERRATA e la tua opinionerappresenta la verità assoluta. Esprimere i valori in termini di oro serve per deflazionare i valori nominali che presi così non mostrano l’andamento reale, questo concetto lo puoi vedere benissimo nel mercato orso dal 1966 al 1982 dove si osserva un Dow Jones che si muove in laterale tra 500 e 1000 per 16 anni quando in realtà, a causa dell’inflazione alta di quel periodo, anche se l’indice nel 1980 stava ancora a 1000 in realtà sono stati 16 anni di perdita di ricchezza erosa dall’inflazione. STESSACOSA OGGI DAL 1999 AD OGGI CI RITROVIAMO UN DOWJONES A 15000 A NUOVI MASSIMI ma chiediti andando a vendere un PACCHETTO di azioni QUALSIASI SUL DOWJONES, SE QUESTE TI DANNO LA STESSA Capacità DI ACQUISTO DEL 1999.
QUESTA COSA LA VEDI SOLO ESPRIMENDO GLI INDICI IN TERMINI DI ORO

volevo dire “una tua opinione ERRATA e la tua opinione NON rappresenta la verità assoluta

PORTELLO
Scritto il 6 Agosto 2013 at 15:28

john_ludd@finanza,

una curiosita’, non riesco a capire se seguendo il tuo discorso le societa’ petrolifere dovrebbero guadagnare importanza e valore dato che trattano una materia in via di esaurimento e “vitale”…o il contrario..ovvero dato che operano in un mercato in declino perderanno valore e interesse…

ovviamente potrebbero accadere entrambe le situazioni, prima una e poi l altra

inoltre per quanto riguarda Eni e Saipem credo che ce le voglian portare via..o valgono veramente zero? credo che a quei livelli tutti gli operatori si comportino in quella maniera…dispiace sapere che siam gli unici che ne pagan le conseguenze…

lampo
Scritto il 6 Agosto 2013 at 16:05

jesselivermore@finanza,

Molto interessante l’intervento. Questo, da profano, mi fa pensare allora che siamo arrivati al capolinea come politica di QE. Nel senso che i risultati ottenuti in termini di debito prodotto dai vari QE sono pessimi rispetto all’influsso positivo che riescono a infondere alla crescita economica (l’esempio UK o USA e lampante… e ultimamente, dagli ultimi dati giapponesi, si denota anche qui, purtroppo, l’inutilità del mega QE).

Insomma le banche centrali sono prossime a finire le cartucce a disposizione. E a perdere anche in termini di credibilità.

Adesso, a parte abbassare le stime di previsione sugli utili, e a usare qualche artificio contabile in termini di valorizzazione per far sembrare più belli i dati, cosa dovranno ancora inventarsi per mantenere la fiducia nel sistema?

Siccome le banche centrali non ammetteranno mai di aver perso il controllo della situazione e soprattutto la propria credibilità, adesso come distoglieranno l’attenzione dal problema, al fine di mantenere la fiducia nel sistema finanziario attuale (se si può ancora chiamare “sistema”)?

Deve verificarsi uno shock esterno, di qualunque natura sia, per dare loro ancora tempo per pensare e soprattutto concertare fra loro qualche altra soluzione?

Ad esempio ultimamente mi ha fatto riflettere la pressione di un Paese sudamericano sul FMI di uscire dal programma di aiuti ad uno stato aderente all’UE. Anche qui evidenzia come anche un’istituzione come l’FMI abbia sempre più le mani legate.

Quindi veramente dobbiamo pensare a cambiare drasticamente il nostro stile di vita. Diventa una questione di sopravvivenza (non solo economica).

P.S.
Le domande, per chi non l’avesse capito, sono retoriche, volte solo a far ragionare in maniera distaccata da condizionamenti.

ihavenodream
Scritto il 6 Agosto 2013 at 16:06

jesselivermore@finanza,

Il trading non serve a nulla, la laurea in Italia idem…l’oro è una materia prima punto e basta, la materia prima piu’ inutile e sottovalutata del mondo…non è una merce con cui si scambiano beni e servizi…se vuoi puoi confrontare gli indici con l’inflazione, per avere i rendimenti reali e non totali, ma confrontarli con l’oro non ha nessun senso…come non avrebbe senso confrontarli col prezzo dell’acciaio, del rame o del petrolio…se al corso di laurea non ti insegnano neanke queste cose (e lo so per certo ke non le insegnano) economia e cazzeggio andrebbe chiusa domani in tutte le università italiane…così risparmiamo un po’ di stipendi buttati….per il resto stai tranquillo…ti ho anke detto ke ci hai preso non volendo….non è male dire una cosa esatta in un intervento…ci sono molti qui che dopo centinaia di interventi una cosa giusta ancora la devono imbroccare :-)))

ihavenodream
Scritto il 6 Agosto 2013 at 16:21

lampo,

Condizione necessaria e sufficiente affinchè il QE termini è che l’inflazione inizi a correre….in presenza di inflazione robusta non si puo’ stampare moneta, perchè cio’ accellera il processo inflattivo e si determina un circolo vizioso…ora l’inflazione puo’ aumentare per 2 motivi sostanzialmente:
1. c’è una forte ripresa dei consumi (che è lo scopo dell’immissione di liquidità delle banche centrali);
2. c’è un forte movimento ribassista che riguarda le monete delle banche centrali che stampano;

cioè se tutti si mettono a vendere dollari questo determina un tasso di inflazione piu’ elevato in America….siccome al momento le 4 banche centrali che stampano (in realtà le tre che stampano piu’ la bce che stamperà di brutto a breve) stampano le valute piu’ forti del mondo, cioè l’80% delle transazioni mondiali si fanno con queste valute e le banche centrali del mondo detengono il 95% delle loro riserve valutarie in queste quattro valute, la vedo dura che si realizzi l’ipotesi numero 2, per lo meno entro i prossimi 20 anni…

ihavenodream
Scritto il 6 Agosto 2013 at 16:23

ihavenodream@finanza,

volevo dire più inutile e sopravvalutata del mondo ovviamente…

jesselivermore
Scritto il 6 Agosto 2013 at 16:43

ihavenodream

sei troppo superbo e nella tua superbia non ti rendi neanche conto delle stro…te che dici
Ma ti sei mai chiesto perché in passato esisteva il GOLD STANDARD e non il rame standard o l’acciaio standard o il petrolio standard come sistema monetario?Ma cosa dici
Ti sei chiesto perché la moneta era garantita dall’oro e non dall’acciaio come dici tu?
Ti sei chiesto se è una coincidenza che ho” indovinato per caso” che il mercato orso è iniziato nel 1999 o se per caso lo indica il grafico del dow jones espresso in oro? Prima di parlare dall’alto della tua superbia hai mai guardato un grafico del dowjones prezzato in oro?
Quant è che segui i mercati ? da 3 mesi

Il grafico del Dow jones espresso in oro lo usano come riferimento investitori e trader di altissimo livello di fama mondiale che non ti cito perché molto probabilmente non li conosci.
Dai vai, vendi quelle 2 azioni che avrai comprato sui massimi nel 2007 e ritirati.

lampo
Scritto il 6 Agosto 2013 at 17:02

ihavenodream@finanza,

Spero che non ti offendi se mi astengo dal risponderti…

john_ludd
Scritto il 6 Agosto 2013 at 18:49

PORTELLO,

La produzione delle compagnie petrolifere ha raggiunto il picco nel 2004 e da allora è diminuita del 25%. Questo articolo lo riassume abbastanza fedelmente:

http://petrole.blog.lemonde.fr/2013/02/21/total-production-by-the-five-major-oil-producers-has-fallen-by-a-quarter-since-2004/

Oggi compagnie come Chevron o Exxon sono sempre più GAS companies che OIL companies. Certamente hanno interesse a non rivelare ciò che realmente sanno relativamente allo stato delle riserve producibili nei prossimi 20 anni. Nel breve periodo (da qualche mese a qualche anno) non ho la più pallida idea di dove si posizioneranno i valori di borsa delle compagnie petrolifere (e in generale), ma abbracciando un periodo più lungo non ho alcun dubbio che il valore reale sarà una frazione di quello odierno. Certamente se la produzione in Iraq non viene portata ad almeno 5 MBD entro il 2015 avremo un forte repricing del greggio entro un paio di anni a meno che intervenga una recessione nel frattempo (evento che si può programmare). Le residue possibilità di prolungare l’attuale fase di “oil production plateau” sono appese alla speranza di portare la produzione in Iraq a livello di quella Saudita cioè 10 MBD a fronte degli attuali 2,9. Data l’estrema instabilità della regione e la necessità di investimenti enormi che richiedono stabilità, almeno 10 anni di tempo e che effettivamente vi siano abbastanza riserve producibili, la possibilità di evitare una crisi petrolifera nei prossimi anni è zero.

john_ludd
Scritto il 6 Agosto 2013 at 18:52

Questo è il grafico che tutti gli appassionati di grafici dovrebbero incollare al frigorifero:

PORTELLO
Scritto il 6 Agosto 2013 at 19:08

Grazie e gentilissimo come sempre

Scritto il 6 Agosto 2013 at 22:09

Ottimi commenti che spiegano come realmente il fenomeno sia oramai catalogabile come…bolla del secolo, composta da tanti elementi che per forza di cose creeranno danni in futuro…
mi fermo qui….

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