Produttività lavoro: Italia fanalino di coda in Europa

Scritto il alle 15:02 da Danilo DT

Uno dei principi cardine di questo blog è il sostegno alle riforme che portino alla crescita economica.

Ma come fare convivere crescita economica con austerity? Questa è la grande scommessa che deve vincere l’Italia. Perché di sola austerity non si vive e soprattutto non si torna a crescere.
Può piacere o non piacere, ma una cosa giusta il redivivo Berlusconi l’ha detta in questi giorni: la sola austerity è controproducente nei confronti della crescita economica.

Ci vogliono riforme, ci vogliono fatti: se andiamo avanti così, resteremo soffocati. La crescita si trasformerà in recessione cronica. E piuttosto che continuare ad imporre tasse sempre maggiori, sarebbe l’ora di buttare un occhio anche al mercato del lavoro. Si, cara Ministra Fornero, prorpio al lavoro.
Guardate questo grafico, è emblematico e spiega perfettamente il crollo della produttività italiana.
Dal lancio dell’Euro, la crescita della produttività del lavoro in Italia ha sottoperformato non solo la Germania, ma anche la Francia e la Spagna. Tuttavia, per rimanere solvibile, l’Italia ha bisogno di una costante crescita del PIL di circa il 3%. Ricordate il “fiscal compact?
E temo che sia molto molto difficile raggiungere i target stabiliti se non si interviene con un concreto contributo alla crescita e alla produttività.

Produttività del lavoro per ora svolta

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DT

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5 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 18 Dicembre 2012 at 17:23

personalmente non ho mai capito come misurano la suddetta produttività e quali sono i settori interessati: è solo l’industria manifatturiera o sono inclusi anche gli apparati statali????
le aziende di servizi sono incluse?? e l’idraulico che ti prende € 50 per una riparazione fatta in 20′ dove è considerata ( tanto per fare un esempio del nero)???
A prima vista mi sembra una problematica piuttosto complessa che non può facilmente comprimersi in un numero…… sollecito commenti da chi è ferrato in materia.

kry
Scritto il 18 Dicembre 2012 at 21:02

Sarà pur importante la produttività, ma che senso ha quantificarla e confrontarla con un numero quando ormai ci siamo avvitati in una discesa di perdita di posti di lavoro. Chi può comincia ad arrangiarsi magari a dipingere le pareti di casa, a non chiamare più la baby-sitter per non parlare di spendere il meno possibile ( anche i supermercati stanno registrando ricavi in calo che fronteggiano con continue promozioni) e non credo che la maggior parte dei posti di lavoro persi siano dovuti solo alla produttività. In quanto a berlusconi forse un altra cosa giusta l’ ha detta “… e dello spread chi se ne frega…” perchè in fin dei conti quel numerino è taroccato a piacimento delle scommesse delle grandi banche

candlestick
Scritto il 19 Dicembre 2012 at 00:04

A parte il fatto che ringrazio il re divino per averci detto che non si vive di sola austerity, coglierei l’occasione ancora una volta per esprimere un ragionamento…

Che senso ha continuare a giocare con un giocattolo (europa) che non funziona e mai ha funzionato? È come mandare avanti una relazione forzatamente… iniziano prima i tradimenti poi c’è lo scoppio mortale e dedinitivo!

Concludo: meglio 10 anni di depressione economica o ripartire perdendo tutto subito e ricostruire dalle macerie? Perchè questo è… ah io sono per la seconda…

lampo
Scritto il 19 Dicembre 2012 at 01:11

candlestick@finanza,

Secondo me la spiegazione è che l’austerity è la base della fase due: l’abbassamento dei prezzi, visto che non è possibile svalutare oltre un certo livello gli stipendi, pena conflitti sociali. In pratica così pensano di far guadagnare competitività ai periferici.
Il problema è che il processo non è automatico, specie in un paese con milioni di partite iva come il nostro e dove il controllo sui prezzi… la dice lunga su quanto avvenuto con l’introduzione dell’euro. 🙄

Se così fosse, però la considero pura utopia. Non hanno capito che nei paesi periferici il rispetto delle regole… rimane solo sulla linearità e ordine con cui sono state stampate le leggi sulla carta. In pratica… pochi le conoscono e rispettano… molti lavorano sulla loro interpretazione al fine di spennare il cliente di turno, ovvero azzeccare il garbuglio giusto.

lorenzo_1
Scritto il 19 Dicembre 2012 at 15:00

già, come si calcola la produttività? io non lo so, ma so che in talia troppi sono, eserciti veri e propri sono, quelli che nn producono nulla di nulla a fronte di lauto stipendio, che poi diventerà pensione!! 👿

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