PIANO PAULSON: FARDELLO IMMANE
La crisi del dollaro potrebbe non essere finita.
Questa è la continuazione del post precedente (da leggere!), dove s’ è incominciato ad illustrare che cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
Uno scenario per il dollaro sicuramente non proprio positivo, senza però dimenticare le ripercussioni sulla situazione finanziaria degli USA.
L’unica cosa certa è che…i nodi, di cui tanto abbiamo parlato in passato, stanno venendo al pettine. Il “nuovo Piano Marshall”, che potrebbe essere definito “Piano Paulson“, sta facendo storcere il naso a tantissimi americani. Ma ormai il tempo stringe. Se non verrà approvato si potrebbe assistere ad uno dei più grandi disastri finanziari della storia.
E a quel punto, il 1929 potrebbe non diventare un erratto termine di paragone…
Facciamo due conti
Se ci mettiamo a fare due conti, potrebbe venirci il mal di mare… Un esempio?
- – RTC : 700 miliardi di $
- – Stimoli fiscali che entreranno nelle casse degli americani : 100 miliardi di $
- – Espansione delle linee di swap con le banche: 180 miliardi di $
- – Operazione AIG: 85 miliardi di $
- – Aumento posta a favore della FED: 100 miliardi di $
- – Finestra di sconto della FED: 33 miliardi di $
- – GSE: acquisti del Tesoro solo in qeusto mese: 10 miliardi di $
- – Salvataggio Fannie Mae e Freddie Mac: 300 miliardi di $ circa
- – Finanziamento del disavanzo delle partite correnti degli USA: ????
- – Altri prestiti e soccorsi non specificati
Vedete già solo qui sopra, che l’elenco è corposo ed impegnativo. Ma io voglio osare e non mi fermo qui…
Ma non è tutto. Il Piano Paulson ha come obiettivo quello di comprare assets illiquidi a prezzi (al valoree attuale) esagerati. Fa quindi un “favore” alle istituzioni, mettendo eprò a rischio la sostenibilità del debito pubblico e dei contribuenti. Mr. Smith non è contento di questo. Ed ha ragione! Ma ormai il tempo stringe e il Piano Paulson ha bisogno di essere approvato…
E se General Motors e Ford vanno in crisi?
Io vado avanti, quindi ora siamo nel campo puramente della teoria. Proprio in queste ultime ore, il rating (per quello che può contare) di General Motors, conosciuta ai più come GM, ha subito un abbassamento di rating a CCC. Ford, a livello finanziario non è certo molto meglio messa.
Se queste due fabbriche storiche, saltano, che farà il governo americano? Se ne starà con le mani in mano e lascerà che falliscano non solo due colossi e due simboli dell’industria americana, oppure le sosterrà intervenendo massicciamente anche questa volta?
Ovviamente è presto per dirlo, anche perchè non è scritto da nessuna parte che proprio GM e Ford siano a rischio default. Diciamo piuttosto che, con un possibile crisi dei consumi alle porte, sono candidate ad un peggioramento della loro sitauzione patrimoniale e finanzaria. E state pur certi che, se arriverà un intervento, non andrò certo a favore del dollaro.
Il crollo dei bonds governativi USA
Chi è stato attento, avrà notato che nelle ultime sedute, abbiamo assistito ad un pesante ridimensionamento delle obbligazioni governative americane.
Reverse fly -to-quality, certo. Complici quindi le borse che hanno recuperato. Ma non solo. In molti iniziano a temere che la situazione della finanza USA non sia più quel gioiello che tutti pensavano. E quindi aleggia la possibilità di un abbassamento del rating da parte delle agenzie.
Ve lo immaginate? Gli indistruttibili USA perdono la tripla A! Sono essere mortali pure loro! Questo perchè è un elemento negativo? Perchè molti fondi pensione ed investitori istituzionali, temendo un abbassamento di rating, hanno venduto abbondantemente dei bonds governativi (T Bonds e T notes in primis), facendone scendere il prezzo. Ma vendendo sul mercato bonds in dollari, hanno praticamente … venduto dollari USA contribuendone alla diminuzione delle quotazioni.
Il grafico del Dollaro USA
Di carne al fuoco ne ho messa veramente tanta. Ma ho voluto cercare di spiegare in un post (spezzato in due, anche perchè a scrivere tutto questo ci va un momentino…) tutti i motivi per cui il dollaro rischia di indebolirsi ulteriormente nei prossimi mesi.
Resta ovviamente aperta la questione legata al differenziale di tasso. Un eventuale restringimento dello spread tra Dollaro ed Euro potrebbe andare a favore della moneta americana.
Ma sarà sufficiente il carry trade speculativo e il differenziale di tasso a salvare la valuta USA da un bel capitombolo?
Lo scopriremo solo vivendo. Intanto buttiamo l’occhio sulla valuta americana ed al suo grafico. Come potete vedere, il cross EUR USD è arrivato in prossimità del 100% per poi riprendere quota (a favore dell’Euro) raggiungiendo il 138.2%. La situazione continua essere a favore dell’Euro, con un primo target al 150% di Fibonacci. Ma la strada da fare è ancora lunga. E noi saremo qui, alla ricerca delle nuove tendenze che il mercato votrrà regalarci.
STAY TUNED!
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Grazie e buona lettura!
DT