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Multipli di mercato insostenibili

Scritto il alle 15:34 da Danilo DT

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La reportistica è uno degli strumenti più importanti per chi fa analisi finanziaria. Molto spesso però ci si ritrova persino “sommersi” da una valanga di carta e si arriva al punto di non riuscire a leggere tutto.
Dopo tanti anni, proprio per evitare di perdere tempo, si fa una “selezione” di personaggi che si ritengono affidabili e si dà la precedenza agli stritti prodotti da quei soggetti che, nel tempo, hanno sempre garantito maggior trasparenza e qualità.
Tra i miei preferiti ci sono, come ben sapete, Nouriel Roubini, Marc Faber, Gerard Minack e David Rosenberg.
E proprio di quest’ultimo oggi voglio parlarvi.
Rosenberg, dopo una brillante carriera in quel di Merrill Lynch, decide di tornare in patria in una casa di dimensioni più limitate, la Gluskin Sheff, società canadese dove riveste la carica (ovviamente) di Chief Economist & Strategist.
Come ben sapete, Rosenberg non è proprio il più positivo tra gli analisti, ma nei suoi report giustifica sempre le motivazioni di questa sua prudenza.
Mi è capitato nel week end di leggere uno dei suoi ultimi report, intitolato “A V-Shaped recovery”. Dove con V non in tende “ripresa a V” ma “V come Valutation”.

 

Valutazioni congrue?

Price-earning-trailing-sp-500

In sintesi cercherò di spiegarvi i motivi per cui David Rosenberg crede che siamo nel bel mezzo di una speculazione colossale. E come potete ben capire, condivido il suo punto di vista.
Tanto per cominciare, diamo uno sguardo ai soliti coefficienti di P/E o price earning, suddividendoli per Trailing e Forward. Il Trailing P/E , che va quindi a prendere i dati più “recenti” , raggiunge livelli “COSMICI” se rapportati ai “Reported Earning”, addirittura quota 140. Tre volte in più (nota bene) di quanto si era registrato durante la bolla tecnologica del 2000. Una follia assoluta che sconta, di per se, una ripresa a V dell’economia incondizionata, senza intoppi, assolutamente forte e repentina.
Discorso molto simile, ma non così eclatante, è il discorso sugli “Operating Earnings”, dove il price earning si impenna, raggiungendo quota 28. In passato abbiamo avuto modo di appurare che, quando si parla di vera ripresa economica, il trailing P/E si assesta su livelli pari a circa 15 volte, o comunque la metà di quanto vale oggi.
I grafici qui sopra rendono sicuramente l’idea di questo excursus sproporzionate, lontanissimo dalle medie registrate solitamente. Una situazione anomala in un mercato anomalo.

 

La storia non dà ragione al mercato

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Se poi andiamo a vedere cosa è successo in passato, da questa tabella, sempre tratta dal report di Rosenberg, risulta evidente che in passato mai si sono viste queste condizioni di mercato.
Quindi per farla breve, a queste condizioni di mercato risulta difficile poter difendere questo rally, guidato da fattori che hanno realmente drogato la situazione. Le iniezioni di liquidità governative sono state utilizzate copiosamente a fini speculativi per acquistare equità, bonds e tutto quello che aveva subito grandi correzioni negli ultimi mesi.
E quindi una crescita che non considero sana. Per inciso, si ragioen sempre sul benchmark, lo S&P 500.
Rosenberg prospetta una correzione che supererà verosimilmente il 30%. Io questo non lo posso dire. Dico solo che “The trend is your friend” ma nel momento in cui arriva l’inversione, bisognerà essere molto scaltri ed evitare di rimanere impantanati in una situazione che potrebbe diventare molto difficile.

STAY TUNED!

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