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Male il PIL USA. Ma ci sono segnali positivi, Trump permettendo
Un rapido flash sul PIL USA credo sia dovuto anche perchè certe notizie sembrano distorte dai giornali. Andiamo con ordine. Ecco la notizia sul PIL USA uscito venerdi 27 gennaio.
Nell’intero 2016 il Pil degli Stati Uniti è salito “soltanto” dell’1,6%, la crescita più lenta dal 2011. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato diffuso dal Dipartimento al commercio americano, secondo cui il Pil è cresciuto dell’1,9% nel quarto trimestre. A pesare il fatto che sull’espansione della prima metà dell’anno ha inciso in negativo il calo del petrolio e il rafforzamento del dollaro, fattori che hanno minato i profitti e gli investimenti aziendali. (Source)
Le motivazioni sembrano chiare.
(…) In pratica si tratta del ritmo di crescita annua uguale a quello del 2011, il più debole dal 2008 quando la locomotiva a stelle e strisce registrò una recessione del 2,8%.
Il colpevole del rallentamento della crescita è facilmente identificabile. Sono le esportazioni, cadute del 4,3%, livello minimo da inizio 2015, a fronte di un’accelerazione delle importazioni (+8,3%). Nel terzo quarter era stato l’insolito picco dell’export di soia, legato ai pessimi raccolti in cui sono incappati i due maggiori player sulla scena mondiale come Brasile e Argentina, ad aver dato un boost al Pil. Le soybean farmer statunitensi avevano realizzato ricavi per 38 miliardi di dollari contribuendo per quasi un terzo (lo 0,9%) alla crescita complessiva Usa che, se depurata dall’export del legume, dalle scorte aziendali e dal contributo dato dall’Obamacare, si riduceva allo 0,9%, non un dato particolarmente esaltante. (Source)
Questa volta voglio fare il bastian contrario ma in positivo, in quanto tutto quanto scritto è sicuramente vero, ma c’è una cosa che voglio sottolineare. I consumi non mi sembrano nemmeno troppo mal impostati. Anche aiutati sicuramente dalla positività post elettorale, possiamo notare un aumento del +2.8% delle spese private. Questo solo per dirvi che il motore della macchia economica USA sembra pronto alla ripartenza. Ma attenzione. Tutto dipenderà sempre da lui, dall’omino biondo della Casa bianca il quale a Febbraio dovrebbe darci delle novità importanti sul budget di bilancio.
In altri termini, il motore è acceso, le aspettative che la borsa ha già scontato sono importanti, ma tutto dipenderà da come verrà concretizzato il programma Trump. La lettura del PIL è la storia. La borsa guarda al futuro. E il futuro dipenderà molto da Trump. Eccovi spiegato in poche righe il motivo di tanta incertezza sui mercati USA (e di una speranzosa positività di fondo, guidata dal fatto che, al momento, Trump sta facendo quanto aveva promesso).
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STAY TUNED!
ormai dobbiamo abituarci ai bollettini giornalieri di Trump alle 14:30 ora italiana pronti a sconvolgere qualsiasi dato economico in calendario. Oggi ha già anticipato che la Germania si è sempre approfittata del cambio dell’euro rispetto al marco, svalutandolo di circa il 25% rispetto agli altri mercati dell’EU. E’ quello che abbiamo sempre evidenziato e che riteniamo sia la ragione principale per la scissione dell’EU stessa. Ma detto da Trump (paladino della “guerra” all’industria tedesca e…cinese) fa probabilmente un altro effetto !!!!