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MACROECONOMIA ed ORO: verso lo scoppio della bolla finanziaria globale?

Scritto il alle 09:50 da Roy Reale

GUEST POST: dopo il tremendo 2013 il metallo giallo potrebbe vivere un anno di riscosse. Il solito barometro settimanale dell’oro e gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e degli investitori istituzionali.

Non possiamo esimerci dall’esaminare cio’ che sta succedendo sui “mercati emergenti”, perche’ lo scoppio della “Bolla” su questi mercati, potrebbe preludere a un’ulteriore pesante detonazione sui mercati dell’Occidente.
La Fed ha deciso di proseguire la sua manovra di “tapering” (riduzione dell’espansione monetaria), riducendo le “misure di politica monetaria non convenzionali” di ulteriori 10 miliardi di dollari di acquisti mensili (portandole a 65 miliardi di acquisti mensili).
Un primo impatto del “tapering” lo stiamo vedendo con lo sgonfiamento della “Bolla sui mercati emergenti”.

Questa bolla e’ figlia delle politiche ultra-espansive della Federal Reserve USA (ma anche di altre banche centrali). Le ingenti iniezioni di liquidita’ hanno finito per inondare anche le economie dei mercati emergenti.
Questi mercati cosiddetti “emergenti”, nonostante l’impetuosa crescita economica degli ultimi anni, soffrono di gravi squilibri macro-economici: debito pubblico elevato ed espresso in valute estere, deficit delle bilance commerciali, cospicuo livello di corruzione interna che ne frena le potenzialita’ ecc.
Il “tapering” ha fatto sgonfiare la “bolla” sui mercati emergenti: il ritiro parziale della liquidita’ da parte della FED, ha fatto “rientrare” capitali speculativi verso “lidi sicuri” (Bund Tedeschi, e soprattutto bond del Tesoro USA a 2 anni).

La fuga dei capitali speculativi dai mercati “emergenti” ha causato, come effetto a catena e di contagio, il crollo del valore delle seguenti valute (contro dollaro americano): Lira Turca, Peso Argentino, Rand Sudafricano, Peso Cileno, Peso Colombiano, Peso Messicano, Real Brasiliano, Won Coreano, Dollaro di Singapore, Rupia Indonesiana e Rublo Russo (nel grafico sotto, il crollo del Pesos Argentino contro l’oro, in accelerazione da gennaio 2014).

Sebbene i Media-Mainstream i quali continuano a tranquillizzarci dicendoci che, l’attuale crisi dei mercati emergenti sia meno pericolosa di quella delle Tigri Asiatiche del 1997- 998 (in quanto detti paesi avrebbero riserve valutarie cospicue, di oltre 7 mila miliardi di dollari), ci sembra corretto evidenziare che, il crollo delle valute, dei bonds e delle economie degli “emergenti” e’ tutt’altro che da prendere alla “leggera”. Innanzitutto, tre di questi paesi hanno un debito pubblico troppo sbilanciato sul versante delle valute estere: il debito pubblico dell’Ucraina e’ espresso per il 74,9% in valuta estera, quello della Turchia raggiunge il 46,9% e quello del Sudafrica il 41,7%.

In Ucraina siamo alle soglie di una guerra civile: la Turchia ha alzato i tassi d’interesse per frenare l’emorragia di capitali, piu’ che raddoppiandolo; anche la banca centrale sudafricana ha alzato il tasso, senza riuscire a controbilanciare la caduta della propria valuta contro il dollaro americano.

L’innalzamento dei tassi d’interesse impattera’ negativamente sulle economie sia di Turchia che di Sudafrica, spingendole verso una sicura recessione; questa impattera’ sul gettito fiscale, spingendo i debiti pubblici verso il default o una drastica ristrutturazione degli stessi. Non si escludono tumulti sociali.
I mercati emergenti “valgono” meta’ dell’economia globale; quando scoppio’ la crisi della Lehman Brothers, i fondi d’investimento esteri esposti con gli emergenti era di 4.000 miliardi.

La Russia, ormai, ha un piede dentro la recessione e la banca centrale non puo’ intervenire innalzando i tassi, in quanto sta gia’ bruciando riserve per circa 400 milioni di dollari al giorno, per tentare di difendere il Rublo dalla svalutazione.

La Cina deve affrontare la piu’ grande bolla del credito della storia; l’Europa, a causa delle politiche di austerita’ “ortodossa” decise unilateralmente dalla Germania, e’ in deflazione in queste nazioni: Italia, Spagna, Olanda, Grecia, Estonia, Slovenia, Slovacchia e Lettonia: anche nazioni che non hanno adottato l’Euro, come Danimarca, Ungheria, Polonia, Bulgaria e Lituania sono in deflazione da Maggio.

Lo scoppio della bolla dei paesi emergenti ci condurra’ verso l’inizio della deflagrazione della bolla speculativa globale sui mercati finanziari? E quali potrebbero essere le conseguenze economiche e sociali?

E come reagira’ la FED allo shock deflazionistico globale?

A nostro avviso non potra’ esimersi dall’incrementare il “quantitative easing”: un’eventuale crollo del sistema finanziario ombra, congiunto con una caduta dei mercati finanziari (bonds, azioni, immobiliare), potrebbe farci apparire la crisi del 2007-2008 come un “scherzo”, rispetto a una crisi attuale globale, dalle dimensioni veramente catastrofiche.

Riccardo G. – Deshgold

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