Macroeconomia e oro: i taumaturghi delle banche centrali all’opera

Scritto il alle 09:00 da Roy Reale

GUEST POST: analisi di quotazione oro e il comportamento delle banche centrali. Il solito barometro settimanale dell’oro e gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e degli investitori istituzionali.

Le quotazioni dell’oro la scorsa settimana hanno toccato un minimo dal 2010, toccando i 1.180,00 l’oncia. Il calo rispetto al massimo registrato a fine agosto 2011 e’ del 39% circa. Il declino accentuato dei prezzi ci suggerirebbe di pronosticare un forte rimbalzo ma e’ necessario essere cauti.  Da tener presente una massima dell’analisi tecnica: “maggiore la caduta, piu’ tempo necessita la convalescenza”.

L’oro e’ in una fase di ipervenduto: questo ci consente di presagire che un incremento nelle quotazioni potrebbe essere vicino. Un rally potrebbe “prender piede” solo dopo una rottura al rialzo della resistenza posta a $1.347,00. 

Lo stesso concetto potrebbe estendersi alle quotazioni dell’argento. L’argento ha subito un declino del 63% rispetto ai massimi toccati nell’aprile 2011 ed e’ possibile un forte rimbalzo anche di questo prezioso. La resistenza di breve periodo rimane posta a $21,00, mentre il supporto a $15,50.

Secondo i dati del Dipartimento del Lavoro USA, a giugno i posti di lavoro creati sono stati pari a 195.000 unita’ mentre il tasso di disoccupazione e’ rimasto invariato al 7,6%. I posti di lavoro erano visti in rialzo di 175.000 unita’, quindi piu’ delle attese.  Il rapporto sullo stato degli occupati era atteso dagli operatori sui mercati finanziari, i quali hanno interpretato il dato come un ulteriore segnale sulla possibilita’ dell’inizio del cosidettto “tapering” (riduzione delle misure di allentamento monetario decise dalla FED).

In Egitto il Presidente Morsi e’ stato destituito dall’esercito dopo le manifestazioni di Piazza Tahrir. I militari hanno destinato al suo posto Adly Mansour (Capo della Corte Costituzionale) che dovra’ guidare una complessa fase di transizione dell’Egitto.  L’allarme per l’ennesima crisi in Medio Oriente e il timore di un blocco del canale di Suez (da cui transita ogni giorno il 5% dell’export globale di greggio), ha spinto al rialzo le quotazioni del greggio. Il WTI ha superato di slancio la soglia psicologica dei $100,00. I militari hanno messo le truppe al confine con il South Sinai e nei pressi del Canale di Suez in stato di “massima allerta”.

Le vendite di oro da parte della zecca australiana (Perth Mint), la quale raffina tutti i lingotti estratti nel paese, hanno registrato il secondo mese di calo consecutivo. L’inflazione globale rimane sotto controllo (almeno per il momento).

A meta’ settimana le quotazioni del metallo giallo avevano ripreso a salire sino a raggiungere quota $1.260,00 sull’onda delle preoccupazioni alimentate dalla crisi del Portogallo. Il governo ha accusato le dimissioni del Ministro delle Finanza, Vitor Gaspar (colui che ha contrattato le “riforme” con la branca del Governo Mondiale impersonato dalla Troika BCE-UE-FMI).  Le “riforme” sono sempre piu’ impopolari e settimana scorsa vi e’ stato l’ennesimo sciopero contro le misure d’austerity.

Il Premier portoghese Passos Coelho ha sostituito Gaspar con Luis Albuquerque: cio’ ha provocato le dimissioni del Ministro degli Esteri Paulo Portas. Le ripercussioni sulla Borsa sono state immediate: -5,3%. I rendimenti del titolo decennale portoghese sono balzati a un rendimento pari al 7,27% ai massimi dallo scorso dicembre.

A complicare le cose, il giudizio dell’Agenzia di Rating Standard & Poor’s la quale ha tagliato il rating di un gradino, rispettivamente a Deutsche Bank, Barclays e Credit Suisse.  A placare le acque ci hanno pensato i “taumaturghi” delle Banche Centrali Europee, ovvero il Presidente della BCE Mario Draghi e il Presidente della Bank Of England, Mark Carney.

Cosa hanno detto i Presidenti delle Banche Centrali, quali parole magiche hanno proferito per suscitare “meraviglia” ed “euforia” sui mercati? Essi hanno esplicitato cio’ che prima era affidato a un linguaggio iniziatico per soli addetti. Hanno affermato in modo palese che la politica accomodante sui tassi d’interesse continuera’ per un periodo prolungato.

Immediato il riflesso degli operatori. Tutte le assets class sono state prese d’assalto. BTP, Bonos Spagnoli, Borse Europee, tutto in netta risalita. Poche parole e l’euforia prende piede nei mercati finanziari. Soprattutto se le parole sono pronunciate dai Sacerdoti-Presidenti delle Banche Centrali. Basta la Parola da parte dei Presidenti delle Banche Centrali e i mercati finanziari imboccano la strada dell’euforia. Essi sono i moderni “taumaturghi”. Taumaturgo deriva dal greco “thauma”, da cui “thaumaston” e “thaumazein”. Significa “meraviglia”, ma anche “cosa orrenda”.

La meraviglia e’ anche qualcosa di “angoscioso” nella lingua greca, perche’ la meraviglia nasce dalla visione delle cose imprevedibili; ed essendo imprevedibili suscitano anche “angoscia”. Quindi bastano le parole per placare e dare euforia ai mercati finanziari.

Ma alle parole dovranno seguire i fatti altrimenti scopriremo il lato “angoscioso” della cura con il suono della Parola che suscita euforia. Ma qual e’ il lato che potrebbe suscitare “angoscia” (e non solo “meraviglia” ed “euforia” per le parole dei taumaturghi-Presidenti)?

Ebbene il Portogallo, causa delle turbolenze, e’ lungi dall’aver risolto i propri problemi tramite la parola di Mario Draghi. Lo stallo politico e’ palese, la crisi sociale ed economica avanza senza sosta e la recente impennata dei titoli di Stato allontana la prospettiva di ritorno al rifinanziamento sul mercato del Debito Pubblico Portoghese.  Il Portogallo potrebbe richiedere l’intervento del fondo ESM (tramite la concessione della linea di credito ECCL -Enhanced Conditions Credit Line, linea di credito concessa per i paesi con problemi di liquidita’), oppure optare per un programma di assistenza piena (gia’ adottato a maggio 2011 tramite la concessione di 78 miliardi di Euro da parte del fondo EFSF).

Draghi ha fatto intendere che potrebbe intervenire con il programma OMT (Outright Monetary Transaction – acquisti di titoli di stato a 1 – 3 anni sul mercato secondario) ma l’imbocco di questa via sarebbe improbabile prima delle elezioni di settembre in Germania. Inoltre se il Premier portoghese Coelho decidesse di attivare lo scudo OMT, si troverebbe come corollario ulteriori misure d’austerity che porterebbero il clima sociale a livelli estremamente incandescenti.  Vi e’ anche la possibilita’ di una ristrutturazione del debito pubblico portoghese con un programma simile a quello adottato in Grecia (PSI – Private Sector Initiative), ovvero l’accettazione di un taglio pari al 75% del valore di titoli portoghesi in mano al settore privato.

Se si dovesse pervenire a quest’ultimo scenario sarebbe una doccia fredda per tutta l’Eurozona,con rischio di “contagio” per Italia, Spagna e addirittura Francia.  E’ quindi ipotizzabile che il Portogallo richieda di nuovo aiuti al FMI per evitare il default o addirittura per gestire la ristrutturazione del debito pubblico stesso.  Ad aprile del 2013, erano 41 i paesi che avevano “accordi finanziari” con il FMI. Questi accordi sono chiamati eufemisticamente “salvataggi”; comunque li si voglia chiamare si tratta di prestiti che devono essere ripagati a condizioni stringenti. Il FMI utlizza il denaro a titoli di prestito come forma di controllo sulle nazioni che ne richiedono aiuto finanziario.

La Grecia che e’ ricorsa ai prestiti del FMI, non ha attuato tutte le “riforme” richieste e quindi ulteriori flussi di denaro dal FMI potrebbero “rientrare” causando un nuovo contagio di tutta l’Eurozona.  Ma lo stesso FMI e’ un gigante dai piedi d’argilla. Il FMI e’ dominato dalle nazioni “ricche” che governano l’economia mondiale. I maggiori membri e finanziatori del FMI (che ne determinano anche le scelte finanziari), sono i seguenti: Stati Uniti con il 16,75% delle quote, Giappone con il 6,23%, Germania con il 5,81%, Francia con il 4,29% e Regno Unito con il 4,29.

Queste 5 nazioni (che dominano le politiche del FMI) finanziano il fondo con denaro preso a prestito. Tutte queste 5 nazioni sono in difficolta’ finanziarie.

Gli USA hanno un debito in rapporto al PIL di oltre il 100%, il Giappone addirittura del 236%. Essi stanno sperimentando una depressione economica senza precedenti.  Se le nazioni piu’ ricche di tutto il pianeta, sono costrette a prendere soldi in prestito per finanziari il FMI, cosa accadra’ quando esse non saranno piu’ in grado di finanziare detto fondo? Intanto questa settimana le Agenzie di Rating hanno declassato Cipro: tutte e tre le principali agenzie di Rating (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch) hanno declassato il debito di Cipro a “Default” (Standard % Poor’s ha poi ripristinano le tre C per Cipro).

Per ora il contagio del debito pubblico dell’Eurozona e’ stato contenuto: si attendono i risultati delle elezioni in Germania a settembre. Non e’ detto che la “meraviglia” e l’”euforia” di oggi diramata tramite i comunicati verbali dei Presidenti-Taumaturghi delle Banche Centrali, non si trasformi nell’”angoscia” di domani, in ossequio proprio all’etimologia della parola “taumaturgo”.

Riccardo G. – Deshgold

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