Le grandi dritte: investire in Tunisia

Scritto il alle 17:36 da gremlin

(racconto tratto da: “Autobiografia di un Opzionista”, per gentile concessione della Gazzetta della Cupola©)

Tempo fa incontrai un gran lavoratore, metalmeccanico padano 45enne da 30mila netti/anno che ha lo sconto dipendenti sui fucili da caccia e che arrotonda al nero come idraulico in un’impresa edile di neri supervisionati da un tizio di giù che spesso torna in famiglia a Tauro Gioiosa. Voleva sapere se ha fatto bene a destinare il tfr a un fondo che investe metà su obbligazioni sicure nordeuropee e metà sulle azioni italopadane, ma solo quelle solide.
Gli ho detto di no; lui ha ribattuto seccato che invece aveva fatto bene perchè basta con l’inps che dà le pensioni anche a quelli che non hanno mai lavorato.

Mi chiedeva poi, avendo un gruzzoletto sotto il materasso, se fosse una buona idea diversificare in paesi emergenti. La sua immaginazione era stata colpita da un servizio di RAI NEWS sulla Confindustria siciliana che da tempo promuove la cooperazione col governo tunisino per incentivare la delocalizzazione italo-insulare visto che la conformazione geo-morfo-politica del Maghreb e dintorni consente ai partner europei l’esentasse a babbo morto, stipendi da 200eurimese al lordo di assenze per malattia maternità infortunio e guerra civile, no inps. Ha sentito poi le interviste a bravi imprenditori padani e non, che da tempo hanno chiuso felicemente qui in Italia la loro missione sociale e che poi hanno trasferito là il loro fervore produttivo a beneficio della manodopera autoctona disoccupata.

Siccome la Tunisia dovrebbe anche realizzare un nuovo porto per accogliere navi di stazza impressionante con probabili investimenti marsigliesi e siculi (i calabresi non possono contribuire per incompetenza territoriale) e con questa grande opera promuovere commerci moderni high profit, ad esempio cobalto 50 e armi griffate Beretta & OtoMelara by Finmeccanica, il lungimirante metalmeccanico ha visto nella Tunisia un nuovo paese emergente per investire.
Volevo dirgli ancora di no perchè nemmeno la cooperazione craxiana era riuscita a rinverdire il deserto. Invece mi sono limitato a segnalargli una società sottovalutata poco trattata poco performante e penalizzata temporaneamente per il calo dei consumi interni di aranciata, la SOCIETE FRIGORIFIQUE ET BRASSERIE DE TUNIS che potrebbe pure trarre giovamento (o detrimento) dall’aumento della commodity “orange juice” e poi gli ho detto anche di un etf armonizzato, emesso da gente che di finanza se ne intende come gli irlandesi, che si chiama “Powershares Middle East North Africa” (isin IE00B3BPCJ75).
“…e con questo etf Lei contribuirà a sostenere anche il popolo egiziano” ho aggiunto.

Mi ha risposto che gli imprenditori mediterranei sono mille volte meglio degli speculatori di borsa che pagano solo il 12,5% di tasse; mi ha portato l’esempio degli utili conseguiti dalla multinazionale Mubarak & Sons, degli aiuti allo sviluppo italico che Gheddafi ha dato a Fiat e alla banca padana Unicredit e del miracoloso risanamento dei conti Fininvest ottenuto da un Uomo d’Affair che definirlo genio della finanza e della politica sarebbe riduttivo, nemmeno Re Mida aveva le Sue capacità e poi era un codardo, mai avrebbe osato dare del coglione ai suoi sudditi.

Se ne è andato dandomi una lezione di etica finanziaria che non dimenticherò.
Spero di avergli ricambiato la cortesia.

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24 commenti Commenta
m75035
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 18:50

Apperò…

gremlin
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 19:12

m75035@finanza,

a breve mia mail

bergasim
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 19:17

gremlin,

appero e via email che , parlate in condice?

m75035
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 20:26

bergasim,

ferro blu ama anacott acciaio….

Scritto il 15 Febbraio 2011 at 20:33

گنبد کے جریدے وال فون : آگے کیا ہے؟

m75035
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 20:34

Dream Theater,

come non essere d’accordo

lucianom
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 20:51

.- -.– . – . .-. .- –. .. — -. .

ottofranz
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 23:19

… e io che sono andato a vedere i 7 commenti.

Avanti il prossimo pollo, adesso sono 8 :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Scritto il 15 Febbraio 2011 at 23:36

Dai, ogni tanto occorre anche sdrammatizzare… 🙂

miko
Scritto il 15 Febbraio 2011 at 23:53

@Gremiln

Dici che è sbagliato mettere il tfr nel fondo, ma qual’è l’alternativa? lasciarlo in azienda?
Mettendolo nel fondo oltre che poter usufruire di una tassazione agevolata posso contare anche del contributo aziendale, che non è affatto poco. Inoltre swicciando il fondo tra obbbligazionario ad azionario qualche cosa in più rispetto al rendimento tfr si riesce a spuntare. Io ad esempio sono da agosto azionario puro pronto a cambiare in obbligazionario appena il mercato invertirà. Ovviamente parlo di cicli annuali.

gremlin
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 08:35

miko@finanza,

alla base dell’operatività dovrebbe esserci una strategia di mercato
alla base di una strategia dovrebbe esserci una filosofia di vita
il tutto andrebbe mescolato con comportamenti & conoscenze
e magari insaporito col gusto della scommessa ponderata

Detto questo puoi immaginare quali e quante sono le combinazioni di gioco e di investimento
Detto questo penso che non sia difficile accettare l’idea che nessun piano previdenziale è giusto o sbagliato all’origine, è solo il risultato di un’attenta valutazione soggettiva oppure è la logica conseguenza di una serie di eventi che ti costringono ad effettuare una scelta malgrado non si abbiano tutti gli strumenti per valutarne gli effetti a breve e lungo periodo

Io esprimo un’opinione, semplicistica a piacere, basata sul fatto che la mia filosofia mi costringe a gestire i miei soldi da me, sono più sicuri nelle mie mani e costano di meno

daino
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 11:41

gremlin,

Che siano più sicuri nelle tue mani e costino meno ne sono certo, ma, al di là del piccolo particolare che le tue conoscenze finanziare non sono proprio comuni, il tfr non lo potresti gestire te: o lo lasci in azienda o fai un fondo pensione….ma questo già lo sai

mattia06
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 11:48

Condivido il parere di Daino, purtroppo sul tfr non hai troppe alternative e sulla gestione personale dei propri risparmi ha ragione Gremlin però il problema è che non tutti lo sanno o possono fare…

gremlin
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 11:53

daino,

bravo, hai centrato il primo problema, il tfr si lascia solo in azienda
il secondo problema è che le “nuove” generazioni riceveranno dall’inps una pensione che copre a mala pena le spese funerarie

quindi ben vengano gestori e consulenti indipendenti competenti che facciano l’esclusivo interesse del “cliente”; ben vengano anche risparmiatori investitori che vogliono capire come funziona un piano previdenziale in mano a fondi e assicurazioni

Chi si sente di dare una definizione di ESCLUSIVO INTERESSE DEL CLIENTE???

vichingo
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 12:05

gremlin,

Concordo al 100% con quello che hai detto: i risparmi vanno gestiti autonomamente con un minimo di cultura finanziaria o affidarsi ad un bravo e onesto gestore che non ti inchiappetta. Quando non si hanno le idee chiare, come me in questo momento, è meglio stare fermi e non operare. TFR sicuramente in azienda.

bergasim
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 12:14

ma qual’ è la differenza di tassazione tra un fondo pensione e il tfr in azienda?

il primo è nettamente inferiore al secondo con una tassazione max del 15 e minima del 9, inoltre da la possibiltà di poter usufruire del contributo datoriale, cosa non possibile con l’opzione tfr in azienda, in aggiunta a ciò anche il dipendente ( a seconda del fondo di categoria ) può versare una quota variabile deducibile dal reddito, in ultimo se l’azienda fallische il mio tfr chi me lo da? il fondo di categoria al contrario si occuopa solo di gestire quello che riceve, quindi mi sembra non ci siano dubbi sul dove versare, poi se vogliamo fare della demagogia è un’altra storia, tutto questo ci tengo a precisarlo solo laddovè l’azienda abbia veramente la liquidità disponibile ( il tfr nella maggior parte delle volte è solo una voce nel bilancio, ma in cassa i dindi non ci sono ), al contrario dove per l’azienda sopra I 50 dipendenti la scelta è obbligata è non c’è nulla ada dire.

vichingo
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 12:17

Chi vuole mi risponda: invece di investire nella cloaca dei mercati finanziari, conviene sempre investire nel fotovoltaico? Nello specifico, in primis i pannelli sul tetto della mia casa, in secundis, piccola quota di finanziamento di un parco fotovoltaico.

gremlin
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 13:24

bergasim,

La materia è estremamente complessa e non la risolviamo qui, resta il fatto che destinare il tfr o meno a un fondo dovrebbe essere una scelta razionale influenzata da molti fattori di tipo soggettivo e contestuale, quindi nessuno ha ragione a priori.

Nessun fondo pensionistico è finora mai fallito o in procinto di fallire ma non ci sono garanzie “istituzionali” a favore dei sottoscrittori in questa eventualità; vero è che falliscono più aziende che fondi.

Il contributo datoriale è materia spinosa la cui determinazione e obbligatorietà dipende da vari fattori, non ultimo l’evasione dall’obbligo, e quindi questo argomento non lo sbandiererei troppo.

Il discorso della tassazione è un feticcio: cosa me ne frega sapere che ho una minore tassazione quando la gestione dei fondi è completamente opaca e il valore della quota, delle performance di lungo periodo, della base di calcolo della rendita sono PESANTEMENTE influenzate dai costi OCCULTI della gestione operativa e amministrativa del fondo?
Quando io sottoscrittore potrò conoscere GIORNALMENTE i titoli che sono in pancia al fondo, avere un report settimanale delle transazioni eseguite, avere la certezza che non ci sono conflitti di interesse col broker che esegue materialmente le transazioni, che il mio fondo non sta comprando titoli per fare un favore ad un qualunque emittente ed avere un dettaglio annuale analitico di TUTTE le voci di spesa che gravano sulla performance, allora ne riparliamo.

In attesa della trasparenza e del giorno del giudizio, se mi accorgessi che il mio fondo fa pena, potrei decidere di ritornare al tfr?
Se mi rispondi NO vorresti spiegarmi perchè questo impedimento è nell’esclusivo interesse del lavoratore?

bergasim
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 13:54

gremlin,

l’unico punto con il quale sono daccordo con te è l’ultimo

In attesa della trasparenza e del giorno del giudizio, se mi accorgessi che il mio fondo fa pena, potrei decidere di ritornare al tfr?
Se mi rispondi NO vorresti spiegarmi perchè questo impedimento è nell’esclusivo interesse del lavoratore?

il resto è sterile polemica

m75035
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 15:29

grem sei in ufficio?

miko
Scritto il 16 Febbraio 2011 at 23:17

Concludo dicendo che nelle linee di investimento c’è anche quella tfr+ che garantisce come minimo il renddimento del tfr tenuto in azienda. Inoltre la mia azienda mi versa mensilmente il 3% del lordo mensile supponendo ad esempio di guadagnare 2000 lordi mi versa mensilmente 60 euro, che regalati non sono pochi.

    Scritto il 16 Febbraio 2011 at 23:44

    Sui fondi pensione mi sono ripromesso da tempo di scrivere… i l problema è che è una tematica molto complessa ed articolata.
    Magari quando avrò un paio di ore di tempo (…) vedrò che posso fare…. Miko, però, hai toccato una tematica fondamentale: ovvero il contributo aziendale.

    CIAO!

hironibiki
Scritto il 17 Febbraio 2011 at 13:57

Corcordo con Gramlin. Anche io ho lasciato il tfr in azienda. Se salta tutto almeno “spero” di avere pronto cash la liquidazione. Poi se andiamo in default beh a quel punto sarà un problema secondario, altri saranno i problemi principali :mrgreen:

bergasim
Scritto il 17 Febbraio 2011 at 14:09

hironibiki@finanza,

mi spieghi come potresti aver pronta la liquidazione? il tfr non lo puoi prendere quando vuoi, per tua informazione sai la differenza tra un fondo pensione i il tfr, come sono regolamentati?

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