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LAVORO USA: la realtà da un’altra angolazione
Il tasso disoccupazione USA è ai minimi storici, ma in molti non hanno ancora capito che l’apparenza inganna. Se infatti guardiamo le cose sotto un altro punto di vista, si mette a nudo la realtà delle cose.
Come vi ho detto prima, la giornata di venerdì è stata fortemente condizionata dai dati sul lavoro. In particolar modo hanno tenuto banco i cosiddetti NFP, i non farm payrolls, meno buoni del previsto.
A settembre l’aumento di buste paga nei settori non agricoli statunitensi ha registrato un + 142 mila unità rispetto alle 136 mila unità di agosto (dato rivisto al ribasso da +173 mila), mentre gli analisti si attendevano addirittura un dato superiore alle 200 mila unità.
Ma non solo. Quasi sottovoce è uscito un altro dato molto importante soprattutto se letto in chiave “tassi FED”. Sto parlando dei salari medi orari cresciuti “solo” del 2,2% rispetto al mese precedente, contro il +2,4% previsto dagli analisti.
Invece neutro il dato sul tasso disoccupazione USA che continua ad essere fermo al record minimo, ovvero al 5.1%.
Ok signori, fermiamoci un attimo.
Piccola precisazione e piccolo ripasso per gli amici che forse non conoscono questo blog da molto tempo.
Il tasso disoccupazione è un dato statistico importante ma ahimè molto relativo. Infatti molto spesso lo mettiamo in relazione ad altri dati, come il tasso di OCCUPAZIONE oppure il numero di occupati rapportati all’età lavorativa.
Vi lascio un grafico che definirei CHART OF THE CENTURY proprio su questo argomento. Nella sua semplicità vi fa capire quanto sia fragile proprio il mondo del lavoro USA. Andiamo a mettere a confronto il tasso disoccupazione USA e lo stesso dato rapportato alla popolazione attiva. DI solito gli analisti utilizzano il dato “Employment to population ratio” però non dà grafica mente l’idea chiara dell’anomalia del momento. In questa analisi tutto diventa più facile.
Tasso disoccupazione USA e Tasso disoccupazione rapportato alla popolazione
Fin troppo semplice notare la clamorosa anomalia di questo grafico proprio da quanto siamo partiti con una fase di politica monetaria espansiva senza precedenti. In arancio il tasso disoccupazione classico, che prende in considerazione i disoccupati in percentuale su chi è in età lavorativa e cerca quindi un lavoro, confrontato con il numeri di disoccupati rapportati all’inter popolazione. Quindi, per farla breve, i dati sul lavoro USA ci descrivono un successo “a metà” che, se analizzato a fondo, mette a nudo tutti i timori della Yellen e le lacune di un progetto artificioso che ha gonfiato a dismisura gli asset generando anche ricchezza artificiale, ma con basi molto poco solide.
Per completare il discorso, eccovi quest’ultimo grafico dove, oltre al ben noto tasso disoccupazione, troverete anche altri indicatori.
Questa immagine mette ulteriormente a nudo la fragilità della situazione.
a) in bianco il tasso disoccupazione USA (nulla da dire)
b) in verde la popolazione impegata (è l’inverso praticamente di quanto illustrato nel grafico precedente in arancio
c) in viola la forza lavoro disponibile
d) in aranzione le ore lavoro effettuate
Ecco fatto. Ora avete le prove che il 5.1% di tasso disoccupazione alla fine è una statistica che ha uin’importanza relativa.
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STAY TUNED!
In tutti i paesi l’ occupazione non aumenterà più, prima o poi si dovranno trovare altre strade se si vuole diminuire le disuguaglianze, se non si troveranno , penserà il popolo a trovarle più o meno violentemente.