LA PATATA BOLLENTE

Scritto il alle 09:29 da Danilo DT

Siamo tutti in trepidante attesa. Abbiamo tra le mani un’occasione unica, una valanga di denaro che l’Unione Europea mette a disposizione del sistema (e in buona parte a favore dell’Italia).
Una massa di soldi che però non ci verranno “buttati” sulla testa con l’elicottero. Ci vogliono delle riforme, altrimenti sarà dura poter accedere alle risorse.
Ma cosa dovrà fare l’Italia?

Le raccomandazioni per accedere al Next Generation EU

a) Politica di bilancio, riduzione del rapporto debito/PIL, la revisione della spesa pubblica e la riforma della tassazione, nonché di non invertire precedenti riforme in materia pensionistica e di ridurre la spesa pensionistica

b) Politiche sul lavoro: sia per il sommerso sia sostegno alla ricerca di lavoro e sistema di formazione oltre che al rafforzamento delle competenze digitali.

c) Pubblica Amministrazione: una serie di sfide quasi da “Mission Impossible”, ovvero focus sull’innovazione, la digitalizzazione, le infrastrutture, l’efficienza, la gestione delle aziende partecipate, il funzionamento della.

d) Migliorare il sistema bancario italiano: parliamo di qualità dei bilanci, di efficienza, snellimento del percorso alla concessione del credito, ecc.

e) Rilancio: occorre mettere mano a quelle filiere che sono decadute o sono in evidente decadimento. Parliamo della sanità e della farmaceutica, il turismo e i trasporti, le costruzioni, la produzione, lo stoccaggio e distribuzione di energia, la meccanica avanzata e la robotica, la siderurgia, l’auto e la componentistica, l’industria culturale.

Mission impossible: lo so che molti di voi la penseranno così, e non ci sono dubbi sul fatto che sarà veramente molto complicato riuscire nell’obiettivo. Ma attenzione, non dovremo fare tutto e subito, l’’UE chiede che si parte per dar vita ad un percorso, una nuova era che, ahimè, cozza con tutti quei “principi” che stanno distruggendo l’Italia, ovvero i diritti acquisiti, la burocrazia e tutto quello che non è produttivo ma distruttivo, soprattutto nel settore pubblico.

Un esempio: siamo così certi che ci sia la volontà e l’interesse di trasformare la Pubblica Amministrazione in un sistema efficiente, digitalizzato, ben organizzato e sburocratizzato? Lo dubito, perché sulla carta è necessario, logico e costruttivo. Ma immaginate cosa significa: cambiare gli equilibri del sistema, delle persone e degli “status quo”.

INOLTRE, come riusciremo a rendere finalmente efficienti gli investimenti pubblici? Magari con una pista ciclabile sullo stretto di Messina?

(…) Una pista ciclabile sullo Stretto di Messina. E’ l’idea lanciata dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, in un post su twitter. “Abbiamo istituito una commissione per capire qual è lo strumento migliore per collegare la Sicilia alla Calabria. Per collegarle su ferro, su strada e con una pista ciclabile. L’opera che verrà deve essere sicura ed economicamente sostenibile” (…) [Source

Con questa mentalità si va poco lontano. Statene certi.
Ma attenzione, quello che si mette a rischio non è solo l’accesso ai fondi del Next Generation EU, ma qui si tratta proprio della sostenibilità del sistema Italia.
Piccolo ripassino: ricordate a quanto ammonta il rapporto debito PIL dell’Italia?
Difficile dirlo con precisione oggi, ma spannometricamente dovremmo essere in area 160% che dovrebbe scendere a 152% nel 2021.

Quindi capite benissimo che il debito non manca e l’accesso al NextGenerationEU è necessario per ripartire, rilanciare l’economia e permettere a questo rapporto di rientrare su percentuali più consone.
Perché signori, e lo SOTTOLINEO a caratteri cubitali, la sostenibilità del debito passa tutto NON dal grafico prima esposto e nemmeno dal volume complessivo del debito, ma da questo secondo grafico.

PIL Italia vs mondo

Il problema è la crescita economica. PUNTO. E solo con una ripartenza diventiamo credibili con un debito sostenibile. Intanto però, dobbiamo già iniziare ad affrontare un problema. Ricordate quei finanziamenti concessi ai privati post Covid-19 con garanzia totale o parziale dello Stato?

(…) C’è una mina potenziale che può esplodere nei bilanci delle banche e che interessa oltre un milione di Pmi. Sono le moratorie concesse alle imprese in base ai decreti Cura Italia e Liquidità, garantite al 30% dallo Stato, e che hanno consentito la sospensione delle rate su prestiti per un valore di circa 160 miliardi. Il disallineamento che si è prodotto negli ultimi mesi tra le normative italiane e le regole europee in materia bancaria potrebbe trasformare già a fine gennaio una quota consistente di quei mutui in Non performing loans. E questo perché la loro riclassificazione da crediti “forbearance” (per i quali sono state apportate modifiche ai contratti non dovute a problematicità) a “forborne” (crediti i quali senza le modifiche sarebbero classificati come Npl), ora sospesa dall’Authority europea Eba, diventerebbe inevitabile. (…)

Ve la faccio breve. Si è fatto il possibile per alimentare il sistema con il sostegno dello Stato a favore del settore bancario, lo Stato e le regole europee che hanno nell’effettivo dato una bella boccata di ossigeno alle imprese. Ma poi… Cosa si può fare quando la situazione NON rientra rapidamente? Come è già successo in passato, sono le BANCHE a pagare il conto. Ma non lo dico perché le considero vittime del sistema ma perché purtroppo funziona cosa. Questo significa che quindi per il canale bancario, c’è il concreto rischio che ci si ritrovi con un’altra grande, grandissima patata bollente da gestire. Unica nota “positiva” e che questa problematica accomuna tutti i paesi dell’UE e non solo l’Italia.

(…) Un rischio che, ovviamente, non incombe solo su banche e imprese italiane ma è problema comune anche negli altri paesi europei.(…) [Source

Ma non fermiamoci qui, perché secondo me ci ritroveremo presto con un’altra grossa patata bollente da gestire. Ricordate quei finanziamenti garantiti (in toto o parzialmente) dallo Stato? Bene, causa crisi, molti di questi prestiti non saranno rimborsati. A quel punto scatterà la garanzia dello Stato la quale dovrebbe tutelare le banche che hanno concesso il credito. Sarà veramente così? Voi direte: si, così è stato deciso e deliberato. Ma signori, che tipo di pagatore è lo Stato italiano? E secondo voi le banche possono serenamente scrivere a bilancio che un prestito era garantito dallo Stato, non è stato pagato e quindi può essere contabilizzato come rientro sicuro?
In altri termini: quanto peserà sul settore bancario, in ambito di contabilità, bilancio, NPL, questa situazione?

(…) «Il 2021 sarà il vero anno chiave per le banche italiane: solo nei prossimi mesi saremo in grado di stabilire le reali conseguenze di Covid-19». È un giudizio ancora in sospeso quello che S&P Global Ratings ha sul sull’intero sistema finanziario nel nostro Paese, in bilico perché gli effetti della pandemia (e soprattutto il suo sviluppo futuro) restano tutt’ora ignoti. (…) [Source] 

S&P infatti ha capito perfettamente la criticità del momento. Sia per le banche ma per il sistema Italia in generale. Ecco perchè è giunta l’ora di fare una rivoluzione economica, non solo perché ce lo chiede l’Europa, ma perché ce lo chiedono (virtualmente) i nostri figli. L’alternativa è chiara, si può solo affondare.

Clicca QUI per vedere l’elenco dei post della saga #TheBigCrisis

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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