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La finanza passiva DOMINA e detta la tendenza dei MERCATI
Quando si parla di borsa, ormai siamo condannati a convivere con:
1) Algoritmi e software vari
2) Roboadvisor
3) Buy backs
4) Finanza passiva (ETF)
Non per forza i vari punti possono coincidere. Infatti un ETF (finanza passiva) non è paragonabile ad un algoritmo, anche se poi alcuni ETF di tipo “smart” hanno già delle logiche differenti.
Ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che gli algoritmi hanno soprattutto influenza nel breve termine e possono enfatizzare in modo massiccio alcuni movimenti. Soprattutto correttivi. Ma poi… i mercati riprendono “umana coscienza” e si rimettono a posto. Questo in teoria, ovviamente.
E poi ci sono i roboadvisor, ovvero la finanza del futuro, dove un software generalmente parametrato su logiche di volatilità, crea portafogli diversificati che poi possono essere cambiati in corso d’opera a seconda delle tendenze dei mercati. Matematica poco discrezionale.
Ragionate un attimo. In entrambi i casi ragioniamo di intelligenze artificiali che tendono a premiare i settori ed i titoli di tendenza. Quindi i famosi NYFANG in primis. E tutto questo chiaramente spinge nelle fasi di rialzo ma…quando arriva la correzione, mette il turbo ai segni meno.
I portafogli, i fondi, i programmi roboadvisor, gli ETF smart, se vedono decollare la volatilità, possono solo fare una cosa, in modo AUTOMATICO.
Vendere, contribuendo in modo massiccio al crollo del mercato.
Secondo Aite Group, ormai il 66% degli scambi a Wall Street è guidato da intelligenze artificiali. (55% su scala globale).
Ditemi voi se vi sembra tanto o poco. E ditemi voi se tutto questo non porta il mercato su dei canali ben predefiniti e chiari.
Ovviamente la parola d’ordine e TENERE bassa la volatilità perché è proprio la volatilità il nemico numero UNO da combattere. E allora si pompa il sentiment come non mai (notate il sentiment USA, tanto per prenderne uno a caso)
E allo stesso tempo, essendo SOFTWARE basati su serie storiche, non possono “scontare” un ipotetico effetto del Coronavirus, perché non è scritto nella storia, tenendo conto del fatto che A PRESCINDERE per tutti è impossibile prevedere oggi un impatto economico e non solo.
Impatto del buyback a Wall Street
E in tutto questo contesto che succede? Che uno dei grandi protagonisti degli ultimi anni, i buyback, sembrano limitare il loro impatto. Guardate voi stessi. Siamo ai minimi da 5 anni!
Come mai le aziende non comprano più azioni proprie? Perché tanto vedono che il mercato grazie alla finanza passiva, genera buyback quasi di tipo automatico? (Ovviamente più una società è grande e più il “buyback automatico” diventa importante a livello dimensionale) Oppure si preferisce tenere le munizioni per i periodi di vera difficoltà?
Insomma, la situazione è veramente curiosa, intrigata ed interessante. I contrasti e le logiche si possono notare in tutti i ragionamenti, anche sui fondamentali.
Una cosa al momento è certa. Anche se criticati, le intelligenze artificiali al momento non solo dominano, ma hanno anche ragione. Lo dicono i numeri e le tendenze.
Ora bisognerà capire se continueranno si questa strada oppure se il futuro porterà nuovamente ad un ritrovato raziocinio, che oggi lascia spazio a…tutto il resto. Speculazione compresa.
Guardate questo ultimo grafico. Si tratta dei contratti CALL comprati rispetto a quelli venduti. 70 milioni di contratti di differenza. E la grande impennata è praticamente partita nel terzo trimestre del 2019 senza mai realmente arrestarsi.
Mai visto nulla di simile nella storia. Sarà un caso, sarà una congiuntura particolare, saranno le intelligenze artificiali, sarà il coronavirus, sarà quel che sarà. Ma questi eccessi non sono mai proprio beneauguranti.
STAY TUNED!
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