La farsa della benzina
ROMA – “Le compagnie hanno margini per rendere più efficiente il servizio e ridurre il costo” dei carburanti. E’ quanto spiega il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, raggiunto telefonicamente dall’ANSA. Il Garante ricorda così che l’Antitrust ha già avviato ad inizio di quest’anno un’istruttoria proprio per stabilire l’esistenza o meno di un cartello dei prezzi fra i petrolieri ed é ora in attesa di conoscere il giudizio del mercato sugli impegni che le società hanno presentato per ottenere la chiusura del procedimento senza sanzione. Il Garante ha avviato ad inizio anno un’istruttoria che mira a stabilire l’esistenza o meno di un cartello dei prezzi fra i petrolieri, i quali, dal canto loro, hanno presentato alcuni impegni volti a migliorare la concorrenza sul mercato. Ecco i principali passaggi del dossier:– L’ISTRUTTORIA: aperta lo scorso 18 gennaio, chiama in causa tutto il gotha delle compagnie petrolifere italiane: Eni, Esso Italiana, Kuwait Petroleum Italia, Shell Italia, Tamoil Italia, Total Italia, Erg Petroli, Ip e Api, che, almeno dalla “fine del 2004”, avrebbero posto “in essere meccanismi collusivi nella determinazione del prezzo consigliato dei carburanti alla distribuzione, attraverso continui scambi di informazioni”. Secondo il Garante, le nove compagnie hanno tutte contribuito a creare un mercato “caratterizzato da un equilibrio non concorrenziale, con rilevanti barriere all’ingresso” che ha consentito loro di e mantenere “prezzi e margini lordi dei carburanti in rete più elevati in Italia che all’estero”.– GLI IMPEGNI: vengono presentati tutti insieme, il 23 aprile scorso, i ‘rimedi’ da parte delle nove società coinvolte. Da parte di quasi tutti i soggetti, c’é la volontà di “promuovere la modalità self-service”, come nel caso di Eni che ha lanciato l’iniziativa Iperself: una modalità di vendita che si applica durante la chiusura degli impianti Agip e che comporta uno sconto di 4 centesimi su ogni litro di carburante venduto a mezzo di apparecchiature self-service pre-pay. Iniziative simili arrivano anche da Api (-10% al litro per il self-service post-pay, cioé quello disponibile nelle ore di apertura del punto vendita, rispetto alla modalità servito), Esso (aumenterà il differenziale fra self-service e servito), Q8, Shell e Total (con il marchio low-cost Elf, già presente in Francia, con sconti di 3-5 euro rispetto al servito). Caratteristica costante negli impegni delle compagnie, anche l’apertura alla grande distribuzione e all’utilizzo delle proprie strutture da parte di terzi.
– IL CONFRONTO: le proposte dei petrolieri sono attualmente nella fase di market-test, durante la quale tutti i soggetti interessati, in particolare ad esempio le associazioni dei consumatori, possono presentare le proprie osservazioni. Il termine ultimo per la presentazione delle considerazioni è il prossimo 14 settembre, trascorso il quale verranno rese note alle compagnie oggetto di istruttoria. Dal canto loro, i soggetti coinvolti potranno replicare alle osservazioni ed eventualmente tenerne conto per presentare clausole accessorie e migliorative rispetto agli impegni già depositati presso il Garante.
– LA VALUTAZIONE: il procedimento di valutazione degli impegni deve concludersi entro il 16 novembre 2007. A quella data, quindi, i petrolieri sapranno se l’Authority accetterà o meno le loro proposte e, in caso affermativo, saranno vincolati ad adottarle. L’Autorità è chiamata a giudicare solo gli impegni definitivi, cioé quelli comprensivi delle eventuali clausole accessorie. Nel caso in cui non fossero ritenuti congrui, l’istruttoria è destinata a proseguire e in caso di accertamento dell’infrazione le compagnie rischiano una sanzione fino al 10% del loro fatturato.
BENZINA: +7,4 CENT RISPETTO A EUROLANDIA
I prezzi al consumo della benzina in Italia sono più cari di 7,4 centesimi rispetto alla media di Eurolandia. E quelli del gasolio sono più alti di quasi 10 centesimi (9,5 per l’esattezza). E’ quanto emerge dagli ultimi dati del Ministero per lo sviluppo economico che fotografano una corsa dei prezzi del pieno di benzina italiano più veloce di quella degli altri paesi dell’eurozona: dall’inizio dell’anno l’incremento ‘nominale’ è stato del 10,66% per la benzina senza piombo contro il +7,9% registrato nell’Europa a 13 dell’Unione Monetaria. Il divario tra i prezzi medi nella Penisola e quelli medi Ue si attesta così ai massimi dall’inizio dell’anno.
Mentre il divario tra i prezzi industriali italiani e quelli medi dell’Ue e di Eurolandia si attesta a 5 centesimi, per il prezzo al consumo il differenziale é così ancora più alto. E mostra per la benzina italiana un livello mai registrato dall’inizio dell’anno con il ‘delta’ che ha messo a segno un rialzo di oltre 5 centesimi al litro nei confronti dei partner dell’Eurozona rispetto a maggio scorso. Tre mesi fa, infatti, il differenziale Italia-Eurolandia era sceso ai minimi , attestandosi a ‘solo’ 2 centesimi contro i 7,4 centesimi dell’ultima rilevazione della settimana scorsa sulla base dei dati forniti dalla Commissione Europea. Con un prezzo medio ‘alla pompa’ di 1,349 euro al litro l’Italia non solo sorpassa di 0,074 euro al litro la media di Eurolandia (1,275) ma si pone a 5,5 centesimi in più della media dell’intera Europa a 25 (1,294 euro-litro). Sul fronte del gasolio che vede nella Penisola un’auto diesel su tre, invece, il ‘divario’ arriva a 0,095 euro al litro nei confronti dell’Eurozona: 1,173 euro il prezzo Italia contro 1,078 medio in Eurolandia. Prezzo nettamente più alto, 6,4 centesimi in più, anche nei confronti dell’intera Europa che mostra un prezzo medio di 1,109 euro a litro.
da www. ansa.it
Perchè ho riportato questo articolo dell’Ansa? Semplicemente perchè volevo dimostrrvi che per l’ennesima volta ci prenderanno in giro. Leggendo l’articolo, vi sarete resi conto del fatto che si vuol far scendere la benzina di qualche centesimo di Euro, che si parla di cartello tra i produttori, ecc. ecc. Ora vedrete che, con spargimento di lacrime amare, le varie società accontenteranno i consumatori diminuendo la benzina e accontenteranno le varie associazioni dei consumatori. E saranno inneggiato come salvatori della patria. Ovviamente c’è una forte vena plomica in tutto questo. Il motivo è semplice.
Giovedì 31/07/2007. Prezzo spot del WTI -> 78.21$/bar
Martedi 07/08/2007. Prezzo spot del WTI -> 71.60 $/bar
Non occorre essere dei geni in matematica per capire che il petrolio è sceso di un 10 % in una settimana. Ebbene si, 10%, tantissimo ed in modo repentino. Quindi capirete benissimo che in questa situazione di mercato, resta facile elargire sconti ai risparmiatori.
Intanto come dicevo, abbiamo bruciato le tappe. WTI sotto i 71 $/bar.
Direi che il prezzo è ormai destinato a quota 70.30 $/bar dove ritroviamo la trendline rialzista e la MM 55. Occorre però fare attenzione. La volatilità è enorme e le oscillazioni di prezzo sono all’ordine non del giorno, ma dell’ora. Io nel dubbio porto a casa lo short e sto alla finestra.