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ITALIA: CORNUTI e MAZZIATI! (e il sistema finanziario rischia di sgretolarsi)
CRISI ITALIA: il Bel Paese fa quanto ordinato dall’Europa e cosa ottiene? Un pugno di mosche. E oltre ai problemi economici resta concreta la minaccia di una crisi finanziaria. E chi pagherà? Il risparmiatore. E chi se ne sta approfittando? Vediamo se indovinate…
Quotidianamente cerco di tenermi aggiornato, cercando di capire cosa mi capita attorno. Poi, quando riesco, cerco di tradurre il tutto in un post, specie se si tratta di un qualcosa che ritengo interessante, importante e possibilmente attinente al mondo della finanza.
Negli ultimi mesi, però, trovo sempre più difficile trovare i giusti stimoli per parlarvi dell’Italia.
Continuare a contestare quanto accade, mettendo l’accento sulle tante incongruenze, follie, stranezze, stupidate e ruberie che si inventa la nostra classe politica, lo trovo quasi inutile.
La realtà è sotto gli occhi di tutti.
Ma molti non hanno ancora capito che la situazione, soprattutto in Italia è grave, molto più grave di quanto possa sembrare.
Lo ammetto, sono spesso pervaso da una sensazione di impotenza. E’ come se dentro di me una vocina mi dicesse “tanto ormai, a che serve denunciare l’ennesima vicenda marica o assurda”?
Ve lo dico da tempo immemore. La coperta è corta, anzi cortissima, gli spazi di azione sono risicatissimi e quando la politica ti dà qualcosa, viene sempre chiesto qualcos’altro in cambio.
Inutile illudersi, il futuro potrà solo macchiarsi di un ulteriore inasprimento fiscale. Si andrà a colpire “ovviamente” quello che è il grande tesoro degli italiani:
a) il patrimonio finanziario (risparmi)
b) ed il patrimonio immobiliare (case)
I modi per farlo sono innumerevoli. Si partirà quasi certamente con il ritorno della tassa di successione (se la portano ai livelli francesi, sarà una botta clamorosa), eventuali patrimoniali sparse qua e la, un aumento dell’IVA e così via.
E la cosa che fa rabbia è il rendersi conto che in questi ultimi anni abbiamo fatto tanti “compitini a casa”, proprio come ordinava l’Unione Europea.
Il Governo Monti è stato il governo dell’austerity, quello che ha riportato il paese sulle coordinate europee: “ce lo chiede l’Europa”. Ricordate?
Io non voglio esprimere giudizi sull’operato di Mario Monti. E’ stato un “burattino” della Germania, ha fatto ciò che l’Unione Europea imponeva e che doveva essere fatto per evitare l’arrivo della Troika.
Negativo perché ci ha regalato una fase di austerity che ci ha massacrato, ma che era necessaria altrimenti, cari amici, sarebbe arrivata la Troika. Siamo sicuri che sarebbe stato meglio?
La cosa secondo me più negativa è un’altra e la spiegano bene Lops e Gentili su Il Sole 24 ore:
Tra i 18 Paesi dell’Eurozona l’Italia è il Paese che ha perso più di tutti (se si esclude la Grecia che ha visto crollare il Pil reale del 23%): il Pil reale italiano è diminuito dell’8,7% (segue Cipro con -7,5%). […] Tra i Paesi che sono stati colpiti dagli attacchi speculativi l’Italia è quello che durante la crisi ha fatto meglio di tutti i compitini a casa e cioè é tra quelli che ha generato meno deficit/Pil (26% cumulato dal 2007 al 2014 secondo i calcoli e le stime del Fondo monetario internazionale). Per fare un confronto la Grecia ha generato una spesa a deficit del 65%, l’Irlanda dell’80%, la Spagna del 56%, il Portogallo del 46%. Insomma, i Pigs hanno cercato di rilanciare la crescita utilizzando molto più dell’Italia la leva fiscale (deficit governativo). E anche la Francia (da molti considerato il nuovo malato d’Europa) ha fatto più deficit dell’Italia per reagire alla crisi (38% del Pil). […] Dal 2007 lo stock di debito nominale italiano (in termini percentuali) è aumentato del 33%, in linea con l’aumento della Grecia e meno di quello della Germania (+ 34%). Quello irlandese è cresciuto del 332%, quello spagnolo del 166%. Il debito di Cipro è raddoppiato, lo stock a leva del governo francese è cresciuto del 65%. (IS24H)
Cosa si vuole arrivare con tutto questo mio discorso? Semplice, lo leggete dal titolo del post: ITALIA, cornuti e mazziati.
Abbiamo fatto quello che ci ha “chiesto l’Europa” e l’Europa cosa ci ha dato in cambio? Nulla, anzi ha continuato a togliere, a stringere la cinghai, a non permetterci NULLA per poter ripartire.
Ma siamo onesti, cosa gliene frega alla Germania se il nostro PIL, come scritto, crolla e perdiamo in competitività ed efficienza. Chissenefrega se gli Italiani sono sempre più deboli, anzi, ci vuole un’area di debolezza in Eurozona che compensi la forza e la crescita virtuosa dei paesi più solidi (Target2 insegna ed illustra, no?).
Mi spiace, io sono sempre stato filo Europeista e continuo ad esserlo, però adesso BASTA.
BASTA per orgoglio e per giustizia.
BASTA a questa Europa montata con lo sputo, guidata dai paesi nordici a loro uso e piacere.
BASTA all’austerity fine a se stessa.
BASTA a questa Eurozona dove ci si ostina a chiamarla Unione Europea quando di UNIONE non c’è nulla se non una moneta in comune. E STOP.
BASTA a regole rigide che non danno margini di uscita dalla crisi ai paesi più deboli.
BASTA alla politica dove “comunque vada, sarà un successo” per i soliti noti mentre per gli altri….
BASTA ad una BCE che non è una banca centrale ma un’organizzazione che non può fare gli interessi di un’Europa troppo eterogenea e divisa.
BASTA ad un progetto dove non esiste Unione Fiscale
BASTA ad un’Eurozona dove le discriminazioni sono all’ordine del giorno e non esiste futuro.
Potrei continuare per ore ma voglio fermarmi.
Se per alcuni “comunque vada sarà un successo”, per altri non riesco a vedere concretamente la luce. E tra questi ovviamente c’è l’Italia.
Vi state disperando? No, vi prego, non è il caso, il post non è ancora terminato…
Il castello di sabbia della finanza
Se fino ad adesso la situazione è preoccupante, guardando lo scenario economico, allora cosa dire se guardiamo anche il resto?
Chi segue il blog sa benissimo che il mondo della finanza è stato gonfiato ad arte dalla politica monetaria.
Mi è capitato di leggere un report di George Magnus, un noto economista di UBS, il quale dice:
“Viviamo un momento di calma apparente ma occorre fare attenzione. Quanto sta accadendo lascia presagire un fatto: che si stanno creando le condizioni per una nuova grande crisi. Volatilità e tassi di interesse ai minimi, borse in perenne BULL MARKET, e così anche il mercato obbligazionario. Tutto questo mi ricorda quanto è accaduto nel 2007. La grande crisi che poi è esplosa nel 2008 con il default di Lehman Brothers”.
Non posso dargli torto, il ragionamento non fa una grinza. Senza sfociare nell’estremo pessimismo di Marc Faber (sono ormai anni che prevede un crollo devastante dei mercati), e guardando oggettivamente quanto sta accadendo, è evidente che la politica monetaria è stata protagonista. Ma anch’essa oggi non è più efficace.
“Il cavallo non beve”, come dice Keynes, segno che. Gli interventi delle banche centrali sono inutili, poiché – come diceva John Maynard Keynes e come spiegherebbe oggi questo momento:
“Si comprimono i crediti, la liquidità prodotta dalle banche centrali (vedi BCE) non ha più effetti SE NON per le banche che utilizzano il denaro per fare trading e gonfiare ulteriormente la bolla”.
E nel dubbio, si aumenta l’esposizione sui derivati che MAI come oggi sono volumetricamente presenti.
Ok, vi state per disperare? Calma, il post non è ancora finito…
Chi salva chi: si passa dal bail out al bail in
Se vogliamo proprio chiudere questo post in bellezza, allora non posso che parlarvi della nuova superlativa Unione Bancaria e sulle nuove regole del bail-in.
In massima sintesi, posso dirvi che è cambiata la normativa. Se nel 2008 a salvare le banche sono state le banche centrali, da oggi non sarà più così. Si passa dal bail OUT al bail IN, ovvero se si rompe qualcosa a pagarne le conseguenze saranno i clienti stessi delle banche. Fantastico no? Certi istituti fanno disastri nella gestione del denaro, della leva finanziaria, dei derivati e poi chi paga? Gli ignari clienti. Ricordate cosa avvenne a Cipro? Un caso scuola che ahimè sarà un modello scuola per eventuali crisi future.
Una ultima precisazione. Non credo di essere un folle visionario. Ho parlato recentemente con un personaggio molto vicino al mondo delle banche centrali (chi ha orecchie per intendere…intenda) il quale mi ha fatto capire che nei “salotti che contano” sanno benissimo che il sistema finanziario è FRAGILISSIMO e che per certi versi le stesse banche centrali sono schiave delle stesse banche.
Volete sapere qual è la VERA mission delle banche centrali oggi? E’ mantenere lo STATUS QUO, cercare di mantenere bassa la volatilità ed i rischi, calmierare gli eccessi e fare il possibile per mantenere tassi bassi per un lunghissimo tempo, evitando così qui rialzi che potrebbero rendere insostenibile un sistema finanziario basato sul debito che, a quel punto diventerebbe INESIGIBILE e si sgretolerebbe con estrema semplicità.
Bene, il post è finito. Se proprio volete preoccuparvi, ora potete farlo.
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Politica monetaria inefficace ? A dir poco…….infatti la moneta creata non circola….anzi la velocità di circolazione è la più bassa degli ultimi 50 anni…….non arriva nel sistema……si ferma nelle banche e da li viene trasferita sugli asset finanziari !!!
fin quando ci si limiterà a prendersi manganellate in testa da gente pagata con i propri soldi ? si finisce solo al camposanto ! se poi si cambia registro è si diventa LIBANESI ? ALLORA SI , CHE IL CAMBIAMENTO è IN TEMPO REALE ! LO TORNO A RIPETERE SI FINISCE MALE ASSAI .
ciao Danilo, condivido il tuo post al 100%.
Riguardo la possibile revisione delle imposte di successione hai qualche notizia più precisa?
Si sentono “voci” di un abbassamento della franchigia a 100.000,00 euro e contestuale aumento dell’aliquota per la parte eccedente pari al 20%. Il governo ha smentito modifiche in tal senso, tuttavia sento puzza di bruciato…
Caro DT, ti avevo giá contrariato, dicendoti BASTA questa Europa, in tuo post pubblicato prima delle elezioni europee.
Il risultato emerso dalle stesse dimostra che l’italiano medio non è in grado di discernere tra fatti di casa propria (l’eterna lotta tra Camillo e Don Peppone, di volta in volta impersonificati dai vari guitti della politica…) e quelli prettamente comunitari, ma comunque sempre importanti per il suo futuro.
Mandare a casa un certo signore non è certo servito a far capire in Europa che siamo stufi dello status quo (mentre invece c’è riuscita la Francia, con la Le Pen) ed in ogni caso quel tal signore è rientrato dalla porta di servizio, tra l’altro con l’avallo di chi ha preso i voti della concorrenza…
Dare fiducia a chi?
Quanta poca materia grigia, quanta ignoranza, sono diffusi in un popolo, quello italiano, spesso ammirato per la sua fantasia…
Cosa racconteremo ai nostri figli?
Io di sicuro tutta la veritá, molti invece il solito sacco di scuse e balle…
Sarebbe bello poter proporre soluzioni veramente concrete ma con questo scenario NULLA è semplice, sopratutto quando gli ALTRI non sono collaborativi nei contronti dell’Italia
Danilo scrive:
“Certi istituti fanno disastri nella gestione del denaro, della leva finanziaria, dei derivati e poi chi paga? Gli ignari clienti. Ricordate cosa avvenne a Cipro? Un caso scuola che ahimè sarà un modello scuola per eventuali crisi future.”
…mi spiace per i clienti, ma è giusto che sia così. magari allora, e solo allora, qualche cliente prenderà il forcone e lo infilzerà nel sedere di certi direttori di banca…. o forse neanche allora…
@DT
Meglio tardi che mai. In tanti lo avevano capito anni fa che l’Europa come concetto in sé è meravigliosa ma – come peraltro il comunismo – quando si è passati dai sogni all’implementazione reale si è visto lo spread incolmabile tra ideali e realtà delle cose.
Basta già solo fare 1 + 1: se una nazione DEVE usare la stessa moneta di una molto più forte, come fa a svalutare? Non lo fa. E quindi DEVE svalutare i salari ed operare pesante macelleria sociale.
Già solo questo fa capire che come minimo si dovrebbe tornare al pre-euro, visto come moneta “per gli esterni all’EU” mentre internamente ognuno usa la sua.
Dopo molti decenni, dopo aver armonizzato i regimi fiscali nazionali, dopo aver omegenizzato le economie, solo allora si può pensare anche ad unificare la valuta.
Farlo prima è criminale.
Spero in una Norimberga dove tutti i folli degli ultimi 30 anni di pazzia valutaria saranno processati, ma non mi illudo più di tanto (poco).
[Anche se non si racconta] – L’altra sera ho visto una “stella” cadente [in Baia] – “fenomeno naturale” che da tempo immemore non vedevo.
Avvertimento, presagio? Mah!
Subito, ho espresso un desiderio – [anche per superstizione].
Per Tutti i credenti, attualmente questo
https://twitter.com/_s_U_r_f_E_r_/status/533232034286956545/photo/1
è l’unico rimedio: è il più potente e sicuro che Ci sia – [“tra i Conosciuti, non tradisce mai”].
⎈ サーファー © Surfer ⎈ [Saluti estIVI: 2-2°!]
il sistema non è ancora passato dal bail out al bail in perchè non è stato approvato e mi sembra che lo stesso Draghi ne avesse evidenziato i limiti e i rischi enormi ….
Per il resto ti sei dimenticato di sottolineare lo scandalo del regime fiscale agevolato per le multinazionali che pagavano ben l’uno per cento o addiritturra il due !||||||||! questa hai ragione è un’Europa che comincia a stare insieme con lo scotch …..
Poi un mio pensiero, le risorse ci sono e come, è che sono distribuite male anzi malissimo, perchè se Prada va a produrre in un paese nemmeno riconosciuto dall’Onu, e spende 33 euro per poi vendere a 2.000 … beh occorrerebbe far vivere male la ricchezza di questi signori … Stessa cosa per i politici, se li facessimo vivere nell’angoscia, forse si renderebbero conto .. o forse no ….
Benvenuto fra noi, che da tempo abbiamo capito che per l’Italia è finita.
Siamo stati rappresentati in questi ultimi anni da venduti, pusillanimi e pifferai magici.
Cosa vuoi pretendere che in europa ci diano anche ascolto ?
E’ già tanto che non ci mandino lo Troika e lo fanno solo perchè comunque, come dice lei, bene o male, i compiti a casa li facciamo e perchè mandare la Toika alla terz potenza europea, significherebbe dare un segnale di debolezza dell’intera Europa e sarebbe negativo, molto negativo, peri i Paesi del Nord, in secial modo per la Germania, che fino ad ora ha condotto i giochi.
Maurizio.
“Siamo sicuri che sarebbe stato meglio?” è un lapsus? non era peggio la parola giusta?
vito_t@finanzaonline: lo scandalo del regime fiscale agevolato per le multinazionali che pagavano ben l’uno per cento o addiritturra il due
sono loro che comandano, a mio parere
Possiamo fare ancora poche cose, nn abbiamo molto tempo. Mandare a casa quella roba inutile che chiamiamo presidente del consiglio alle prossime sicure elezioni. Se non si riesce a quel punto sciopero fiscale e paralisi del paese. Se nn la capiscono saremo costretti a distruggere con la forza politici e banchieri. Siamo d’accordo che abbiamo a che fare con psicopatici della peggior razza responsabili della morte e della rovina di tante persone ed aziende? Siamo d’accordo che sono criminali e per questo dovrebbero marcire in galera? Se abbiamo compreso queste cose allora abbiamo il coraggio per fare quello che serve, altrimenti attendiamo la morte di questo grande paese. Inermi..
Siamo sicuri che dobbiamo mandare via Renzi e che la colpa sia sua?
Almeno dobbiamo riconoscere che chi ci ha portato in questa situazione sono stati gli altri e non certamente lui!
Siccome l’unico strumento che abbiamo è il VOTO (i resto è pura utopia), dimmi per chi dobbiamo votare, prenderò in seria considerazione il consiglio.Non consigliarmi però un partito che ha collaborato o è stato a guardare in questi ultimi 30 anni.
Che pena e che schifo mi fanno tutti i politici del passato colpevoli di questa situazione, che hanno il coraggio di dare consigli e soluzioni per uscire da questo pantano dove ci hanno portato. Con quale faccia di m…a si presentano in televisione.
Semplice :Votare per UNA persona del popolo che ELIMINI TUTTI i politici vecchi e …nuovi tipo il renzi !
Non mi sembra troppo “Semplice” dimmi come si fa e lo voterò volentieri.
La speranza è che l’italia si aggrappi al treno USA. Tra il 2012 ed il 2013 c’è stata un’inversione “secolare” nel rapporto tra ORO e AZIONI USA come avvenne nel 1982/83 e dopo sappiamo come sono saliti i mercati e l’economia ( . La discesa del prezzo del petrolio ( con la creazione di nuove fonti energetiche magari), possibili aumenti salariali ( magari in cina ) con conseguente aumento della circolazione monetaria ed inflazionistica ( facendo scendere il rapporto debito/pil a scapito dei poveri possessori obbligazionari)… potrebbero far ripartire ancora meglio l’economia. Chissà. Scusate questo commento da ignorante in materia.
ne sparo un’altra proprio grossa: prossima recessione USA nel 2019-20 ( nei bull market secolari arrivano in media ogni 10 anni ) con sp500 a 2800-3000 come picco fino ad allora.
…poi collasso del mondo di carta come dopo il ’29… buon fine settimana a tutti!
Scusa, Dani, ma io penso che l’Europa ci chieda soprattutto riforme e Draghi lo ha ribadito più volte. In Italia, non si è fatta nessuna riforma e si sono inasprite le tasse senza risolvere il problema del debito pubblico che continua ad aumentare perché (come vorrebbe l’Europa) non si tagliano le spese.
In realtà, quando si faranno riforme liberal e tagli alla spesa (chissà quando) faremo ciò che ci chiede l’Europa, fino a quando pagheremo più tasse faremo QUELLO CHE CI CHIEDE IL SISTEMA ITALIA (O CASTA) per mantenere la sua posizione di privilegio. Ovvero, per non fare le riforme che porrebbero fine a suo sistema di potere, la casta cerca di far contenta l’Europa (invano) e soprattutto di mantenere partecipate in costante passivo, dipendenti pubblici in esubero, stipendi astronomici e porcate varie aumentando le tasse.
Quanto al Bail In, se non altro, i risparmi fino a 100.000 euro saranno garantiti dalle banche europee e quindi saranno veramente garantiti. E’ già qualcosa.
Sono d’accordo sulla’ “ignaro cliente” nel senso etimologico “che non vuol sapere” e pertanto artefice personale del suo destino di risparmiatore e cliente.
Per il resto che ci volete fare, i favori vanno resi…
Leggo con piacere che, passo passo, ti stai sempre più avvicinando alla mia antica posizione critica contro la Germania (i miei primi commenti in tal senso sono datati poco dopo l’inizio del tuo blog) e anche se non arrivi alla mia posizione estrema di far saltare l’euro e l’elefantiaca e burocratica Comunità Europea, ne auspichi una profonda rivoluzione, essendo ormai convinto che così com’è è la rovina per tutti, Germania inclusa.
Ciò premesso ho apprezzato molto il tuo post, anche se, a mio avviso, rapportare sempre i dati economici al PIL è limitativo. Come in ogni azienda è possibile aumentare il PIL sia aumentando il debito sia diminuendolo. Per esempio se faccio un investimento in infrastrutture aumento il PIL ma aumento anche il debito perché il ROI di tale investimento è gradualizzato negli anni a venire. Se faccio la TAV che, attraverso la Valle D’Aosta, snellisce il traffico fra Italia e Francia, favorisco il PIL e spero che i pedaggi e la riduzione del costo del trasporto (minori tempi e maggiore sicurezza) siano in grado di compensare l’investimento, altrimenti ho aumentato il Pil ma anche il debito.
Se applico una patrimoniale e/o riduco i costi dello Stato eliminando miliardi di sprechi e di privilegi, trasferendo buona parte di tali entrate al miglioramento della competitività, alla riduzione del costo del lavoro (a vantaggio sia dei lavoratori che delle aziende), ai finanziamenti in ricerca e innovazione, alle infrastrutture del trasporto, agli investimenti di protezione del territorio, posso favorire la riduzione del debito e, con l’aggiunta del miglioramento dei consumi, un miglioramento del PIL.
In altre parole, come in ogni azienda che si rispetti, l’importante è avere un “flusso di cassa” positivo! Il Pil è (positivo o negativo che sia) una componente di tale fattore, così come la bilancia dei pagamenti, gli enormi costi e sprechi dell’apparato statale, naturalmente le entrate fiscali, etc.
Gli esempi che hai postato sono molto indicativi, perché ci dicono che alcuni paesi hanno sì avuto PIL positivi ma hanno drasticamente aumentato il debito, cioè … “si sono comprati il PIL”… indebitandosi !! Inoltre non bisogna mai separare il “flusso di cassa” dal debito privato. Conosci senz’altro la situazione Svezia, rating AAA, bilancia dei pagamenti positiva, debito pubblico in leggero aumento ma contenuto nel suo complesso, ma con un debito privato che ha raggiunto ormai il 200%( ultimamente c’è chi dice che siamo al 370%) del reddito complessivo delle famiglie. Anche la Danimarca è nella stessa situazione. Stanno camminando sul filo del rasoio, se salta la bolla immobiliare sarà un piccolo tsunami interno però con forti ripercussioni su tutto il sistema europeo. I mutui sono il 47% dei crediti delle banche (erano il 29% nel 2001), le sofferenze stanno aumentando e c’è il timore di una caduta del prezzo degli immobili. Avete visto una banca svedese fra quelle critiche nell’ultimo stress test ?? o Olandese dove il debito pubblico supera il 250% del Pil ??
In sintesi si è trasferito il debito al privato, ma il credito è iscritto nel bilancio delle singole banche che fanno capo alla loro banca centrale che sovraintende tutto il sistema bancario di ogni paese; in poche parole hanno permesso al privato di indebitarsi a carico dello stato, hanno naturalmente consuntivato dei PIL positivi favorendo le aziende legate al mercato immobiliare. Ora realizzano che è un PIL effimero e pericoloso perché generalmente gli “immobili” non producono e anzi, in questa situazione, il rischio di una progressiva svalutazione è elevato. Il loro grande problema è ora come riassorbire tale debito , evitando che anche la più piccola banca cada in fallimento.
Per tornare, invece, ai nostri problemi ti propongo questo post che senz’altro avrai letto ma può essere interessante per coloro a cui è sfuggito.
Complimenti a tutti per gli ottimi commenti-
Per Paolo.. quando hai detto: “si sono comprati il PIL”… indebitandosi !! Beh… l’Italia ha fatto così per anni. Ed i risparmi che gli italiani hanno in tasca compensano (sempre meno però) l’enorme debito pubblico
lo sappiamo, ma non mi risulta che il debito privato italiano in totale superi il 90% del reddito complessivo. Se poi aggiungiamo, come hanno suggerito di recente malavita e prostituzione, etc
si ottiene un valore percentuale ancora inferiore.
Come al solito il rischio non è sparito, è stato semplicemente trasferito dal mercato alle banche centrali.
Eppure è abbastanza intuitivo che per ridurre l’impatto del rischio, quando questo si attiva, è necessario spezzettarlo in più pezzettini possibili.
Concentrarlo in un’unico punto, per quanto ci si sforzi a migliorare la “diga” che lo contiene, è non solo folle, ma inumano: anche in questo caso infatti lo trasferiamo, ma invece che orizzontalmente (nello spazio, ossia nel mercato), lo facciamo verticalmente, ossia nel tempo ai danni quindi di chi viene dopo.