IPSE DIXIT. La BOMBA Unicredit arriva a Piazza Affari

Scritto il alle 08:00 da Danilo DT

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Quanto è avvenuto ieri per Unicredit, non mi sorprende per nulla. E tantomeno sorprenderà i lettori che 20 giorni fa avevano letto il mio post sulle ombre presenti sulla banca milanese.
Ve lo ricordate il post? Se volete rinfrescarvi la memoria andatevelo a riprendere e scoprirete che quanto scrivono oggi i giornali, vi era già stato segnalato quando la banca in borsa faceva faville ed il mercato non ponderava alcun tipo di rischio.
Oggi il “sentiment” è cambiato e Unicredit, diventa un rischio sistemico. Proprio come lo era 20 giorni fa. Solo che, come spesso accade, si hanno gli occhi “foderati di prosciutto” e la realtà risulta distorta.
Partiamo proprio da quel post. Cliccate qui sotto per vederlo.

UNICREDIT: troppe ombre sulla banca e sull’aumento di capitale

Passiamo ora alla cronaca più recente. Ovvero a quanto è accaduto ieri.

(…) Unicredit apposta una maxi-perdita da 11,8 miliardi di euro per il 2016, in gran parte determinata dalle già annunciate pulizie straordinarie del bilancio dai crediti in sofferenza e dalle svalutazioni di alcuni asset come il Fondo Atlante, e si prepara così all’aumento di capitale da 13 miliardi — il più grande mai realizzato a Piazza Affari – che potrebbe partire già lunedì 6 (per concludersi il 24 febbraio) o, se i tempi non lo consentiranno, lunedì 13. (…)

Ammazza, una perdita pari all’aumento di capitale (quasi) per una banca che capitalizza alla chiusura di ieri, circa 16 miliardi di Euro. Non male direi! E poi i miei dubbi non erano fondati!

(…) Se l’aumento non dovesse avere successo i rischi potrebbero essere anche «significativi», fino a compromettere la sussistenza dei presupposti per la continuità aziendale». Ma Mustier si è detto più volte fiducioso sull’aumento, che «sta andando bene», come ha riferito giorni fa in una conference call con analisti.(…)

Questa frase detta da Mustier non ci fa di certo piacere. Viene messa in discussione addirittura la sussistenza di Unicredit. E poi c’è chi dice al sottoscritto che è pessimista. Alla faccia!

(…) A determinare la maxi perdita (…) ha contribuito in misura massiccia l’innalzamento delle svalutazioni sui crediti deteriorati (npl). (…) In particolare – spiega una nota della banca – «tali poste una tantum derivano principalmente da una maggiore svalutazione della quota nel Fondo Atlante, di alcune partecipazioni e imposte differite attive (DTA) dovute a differenze temporali e dai contributi straordinari al Fondo di Risoluzione Nazionale».(…)

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Sonora risata. No, non voglio ridere delle disgrazie altrui, ma la frase sul Fondo Atlante mi fa ridere per non piangere. Si, perché forse ricorderete…quel Fondo Atlante che doveva rendere il 6%… Ecco. Arriva dopo poco tempo la prima svalutazione. Unicredit ha un impegno per 845 milioni di euro, e ne ha sinora versati 686. Un successone, non c’è che dire…

(…) Dal documento di registrazione in vista dell’aumento di capitale emerge che il patrimonio di vigilanza (CET1 ratio) «al 31 dicembre 2016 non sia temporaneamente in linea per circa il 2% con il requisito di capitale applicabile alla stessa data» che è di 10,005»%. «Si attende che tale deficit venga completamente ripristinato dopo la sottoscrizione dell’aumento di capitale». (…)

Messaggi chiarissimo. Se l’aumento non va a buon fine, non ci raggiungeranno i parametri sufficienti. E le conseguenze non saranno proprio positive per il sistema Italia, che già sta iniziando a scricchiolare in queste ultime ore (basta guardare lo spread).

(…) La Bce, come emerge nel documento diffuso ieri dall’istituto milanese, ha richiesto a Unicredit di presentare, entro il 28 febbraio 2017 una strategia in materia di crediti deteriorati e (…) ha inoltre segnalato le criticità in termini di profittabilità sia per fattori macroeconomici sia per fattori legati alla stessa Unicredit, come un elevato livello di rettifiche nette su crediti in Italia e un elevato livello di costi operativi in Austria e Germania, con «una strutturale debolezza della profittabilità del modello di business di banca commerciale nei Paesi dell’Europa Occidentale». (…)

Tanto per capire, chi ha diretto Unicredit fino ad ora ha venduto al mercato Balle di Fumo, visto che il modello di business risulta poco efficace, per nulla redditizio e molto lacunoso sulla gestione dei costi.

(…) Nell’ambito dello Srep 2016 sono state inoltre individuate dalla Bce molteplici «aree di debolezza» del gruppo Unicredit, tra le quali anche «la composizione e il funzionamento» del cda pur giudicando «adeguato» il «framework (cioè la cornice, ndr) di governance» dell’istituto. (Source)

Ecco, appunto, lo stavo dicendo. Banca mal governata anche se non con dolo (la BCE deve essere diplomatica) ma di meglio si poteva fare, eccome. Ma intanto la frittata è fatta. Non siamo ai livelli di MPS, ma di certo la situazione non è certo positiva. La partita ora si giocherà tutta sull’aumento di capitale da cui far ripartire, dalle ceneri, una colosso bancario che resta a livello dimensionale TROPPO grande per fallire e TROPPO sistemico per l’economia italiana. Allacciare le cinture, votarsi a qualche santo (tipo San Matteo che dovrebbe essere il patrono di banchieri, bancari ed affini) ed incrociare le dita. Forse il momento magico è finito. E’ l’ora di confrontarsi con la realtà dei fatti.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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5 commenti Commenta
adsodimelk
Scritto il 31 Gennaio 2017 at 08:39

quelli che si ricitano e s’imbrodano di solito non fanno una gran figura, ricordalo DT. Sei felice vero quando senti UCG che può schiattare? poi ti superi quando metti quei maiuscoli su certe parole, quasi a ergerti a solone nella piazza. Se tu fossi capace di leggere tutto il mercato davvero, ti accorgeresti che ci sono tutte le premesse invece per risolvere il problema delle banche in europa, finalmente. Sorprese si, ma tutte positive.

Scritto il 31 Gennaio 2017 at 08:57

Ti sembra che io ho detto che UCG può schiattare? No, lo ha detto il suo AD e la cosa cambia. Ci sono le premesse per risolvere tutto in chiave europea? Certo, basta volerlo. E’ anzi necessario che ci sia una gestione europea sopratutto del problema degli NPL.
Inoltre io cito fonti e non mi invento nulla. O sbaglio? Inoltre se leggi bene non parlo di fallimento ma di possibile intervento esterno se l’AUC non avrà successo. Solo che il mercato è fatto così. Cosa è cambiato per UCG rispetto ad una settimana fa? NULLA. La differenza è il sentiment di mercato.

Scritto il 31 Gennaio 2017 at 09:12

Guarda qui. Questa è una possibile soluzione.
http://www.huffingtonpost.it/2017/01/30/bad-bank_n_14500770.html

kociss01
Scritto il 31 Gennaio 2017 at 11:05

bhe chiaro direi:
Ammazza, una perdita pari all’aumento di capitale (quasi) per una banca che capitalizza alla chiusura di ieri, circa 16 miliardi di Euro. Non male direi! E poi i miei dubbi non erano fondati!
sommando le perdite di 10 anni + le perdite fondo Atlante (pa xche’ UC vi ha aderito se aveva gia’ tanti problemi pregressi???) + le perdite attuali che ancora ci sono il totale fa circa 13 MLD che sono proprio quelli che gli azionisti devono scucire…. non male !!!

ma non si potrebbero mettere al muro i precednti amministratori iniziando da Profumo di merda , seguendo a Ghizzoni e quanti altri hanno contribuito a regalare e sperperare mld di € in operazioni fallimentari (faccio salvo l’attuale xche’ si e’ trovato una situazione che non credo abbia generato lui) cosi’ tanto per dare un senso di giustizia a chi quesi soldi li ha persi…

mashimo74
Scritto il 31 Gennaio 2017 at 11:25

Danilo,
non devi per forza rispondere alle persone che no sanno leggere le analisi intermarket che scrivi … …. chi pensa ancora che non ci troviamo di fronte alla più grande crisi ciclico sistemica del mercato finanziario continui pure ad aderire ad aumenti di capitale e a comprare azioni in borsa … buona fortuna … poi però non andate dalla mamma a piangere

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