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Operatività: reazioni a catena sul mercato

Scritto il alle 14:20 da Danilo DT

La mossa aggressiva e per certi versi discutibile (difatti ne stiamo discutendo…) di tagliare di 50 bp il tasso FED e di sconto ha comportato una reazione a catena sul mercato dell’intermarket. E posso dire con una certa tranquillità che tutto collima (quasi) alla perfezione.
La mossa di ieri sera ha cambiato radicalmente l’umore del mercato per il breve periodo, e queste tendenze sono cambiate sia nell’ambito dell’Equity che dei Bonds, mentre hanno confermato talune tendenze nel mercato dei cambi (invertendone altre), come hanno confermato delle tendenze sulle commodities. Ma andiamo a vedere con un po’ più di ordine la situazione. Inizierei con questi elenchi (uno per l’area commodity/forex e l’altro per l’area equity/bonds), che poi vado ad approfondire:

  • Taglio dei tassi

  • Rinnovata debolezza del dollaro

  • Oro sempre più forte

  • Petrolio macina nuovi massimi

 

  • Taglio dei tassi

  • Rimbalzo delle borse

  • Nuovo carry trade usando JPY e CHF

  • Reverse fly to qualità dai bonds all’equity

 

Taglio dei tassi: dollaro giù, petrolio sempre più forte

La prima conseguenza del taglio dei tassi è stato il repentino indebolimento del dollaro USA. Il Dollar Index è a 79 (mai cosi basso!) La decisione della FED di ridurre il costo del denaro temendo un rallentamento drastico dell’economia ha spinto la divisa americana a perdere valore contro tutto, perdendo enormemente appeal in materia di interest-rate-parity. Contro Euro siamo oggi a 1.396. Cosa attendersi a questo punto? Un dollaro ulteriormente più debole? Continuando di questo passo la divisa americana potrebbe svalutarsi ulteriormente. Alla FED il dollaro debole non da fastidio per ora almeno fino a quando la crisi finanziaria non si sarà assorbita. Quindi graficamente abbiamo violato i massimi relativi precedenti, aprendo le strade a quota 1.425 – 1.50.

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Prontissima è stata la reazione dell’oro che scatta al rialzo e raggiunge quota 730 $/oz con un balzo felino, fungendo da bene rifugio (e come alternativa ad un dollaro sempre più debole). E, in linea ad alcuni discorsi fatti recentemente, anche il petrolio approfitta della debolezza del $ per continuare a crescere. Però attenzione, sale molto di più il WTI rispetto al Brent che, al momento, non ha ancora violato il Triplo massimo e si mantiene al di sotto di 78.64 $/bar, livello che si sta dimostrando eccellente resistenza.

 

Torna il carry trade e il reverse fly to quality

Ma veniamo alla parte più “piccante” ed intrigante, ovvero l’equity. Il taglio ha avuto ovviamente un effetto bomba sulle borse. Il Dow Jones è salito del 2,51% a quota 335,97 punti, il Nasdaq Composite ha messo a segno un balzo del 2,71% a quota 2.651,66 punti mentre l’ S&P’500 si è attestato a 1.519,78 punti, in rialzo del 2,92%. La scelta d’allentare la stretta monetaria è stata presa all’ unanimità per frenare la minaccia recessione e contenere l’ impatto delle turbolenze dei mercati finanziari sull’ economia reale, partite dalla crisi del settore delle case e dei mutui subprime. Nella nota di riassunto della riunione del Board monetario è dichiarato che la crescita dell’ economia è stata moderata nella prima metà del 2007, ma la stretta, vale a dire il peggioramento delle condizioni del credito ha il potenziale d’ intensificare la correzione del mercato immobiliare e di frenare la crescita economica più in generale. Queste parole sono state una manna dal cielo per Wall Street. E la prima conseguenza è stata la rottura (preannunciata ieri sera in un commento nel post sulla FED) del livello chiave del cross EUR/JPY, ovvero area 160, livello dove troviamo MM, resistenze statiche, dinamiche, di tutto e di più. Quindi, come per magia, si sono aperti i rubinetti, e un bel po’ di denaro è tornato in borsa.

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Inoltre, sia per questa nuova fiducia e sia per uno scenario sui tassi che sta chiaramente invertendo negli USA e prospetticamente in Europa porta ad un appiattimento e ad una diminuzione futura, ha comportato una perdita di valore anche dei bonds. Guardate il nostro buon vecchio Bund made in Germany, protagonista del cosiddetto “reverse fly to quality”

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Come previsto, ha trovato in area 114.70 un livello difficilmente superabile. Inoltre, a supporto di tutto, abbiamo anche il ns. vecchio amico Demark che col suo Sequential ci indica che l’inversione era già segnalata qualche giorno fa…

 

Conclusioni

Resta quindi il fatto che per il momento lo scenario è radicalmente cambiato. Cavalchiamo, quanto possibile, l’onda dell’euforia, che potrebbe anche essere momentanea. Ma che ci importa… Fin che la barca va…

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