Il mondo che vorrei

Scritto il alle 10:50 da ottofranz

Sono cresciuto in un paesello della Valle del Po, 5.000 anime compresi cani , gatti e canarini.
Nella piazza principale, oltre al negozio di mia Madre, c’erano Tillio col suo ” alimentare”, Mariuccia con l’emporio dove trovavi di tutto, Il Bar del Centro (immancabile), Il negozio di bombole del gas che vendeva pentole e piccoli elettrodomestici . Col suo concorrente che già vendeva lavatrici e televisori. Poi la ferramenta ,l’orologiaio, ed il Baretta, un omone grande e grosso e buono con delle mani enormi. Come la mia testa
Da lui andavo a comprare il latte col baracchino, un contenitore di alluminio con tanto di manico e chiusura a pressione. Mesceva con dei contenitori anche loro di alluminio, da un quartino , e mezzo litro , rigorosamente punzonati una volta l’anno in comune nell’ufficio metrico.

Se chiudo gli occhi sento ancora il profumo di pulito . Era sempre con la ramazza a pulire. Acqua e acqua. Faceva il burro con la zangola , una specie di botte che ruotava grazie ad un motore elettrico, tutto di sua invenzione e quando il burro era pronto lo metteva nei panetti. A me a volte lasciava aiutare chiudendo coi rivetti il la carta olleata .
Poi c’era una pettinatrice, e l’osteria dove a metà giornata qualcuno attraversava la piazza chiaccherando col suo amico immaginario. E poi Colomba, col suo negozio di pasticceria , un po’ fanèe, scuro con tutte quelle arbarelle d’epoca dove c’erano le “pastiglie” e gli scaffali con le scatole in latta di biscotti . Un po’ cari, ma di marca.
E in vetta allo scaffale un quadro impressionista che pur nella mia ignoranza fanciullesca avevo immaginato prezioso. E sono sicuro che lo era … scuro che quasi non si vedevan le figure, ma emanava un fascino particolare . Chissà che fine ha fatto…
Colomba , faceva anche le iniezioni, così tanto per arrotondare. E poi c’era Marì, si chiamava così perchè da piccola era stata in Francia , bambina in affitto.Ma questa è un’altra storia.

Marì faceva la bidella, e ogni mattina alle 7,45 suonava la campana della chiesa. Ma non la “Baudetta” , la Martinella. Aveva un suono particolare, e se quando la sentivi eri ancora a letto eran guai. E poi chi c’era? Ah si il materassaio , che ogni giorno cardava lana con una strana macchina fatta a slitta con degli uncini , e poi cuciva i materassi.
E poi Aldo il barbiere e suo fratello Dodo che faceva il mobiliere Nel senso che forniva la base per i materassi del materassaio. Quindi il macellaio , un pezzo d’uomo col fisico alla Swarzenegger ( che allora non era ancora nato). Quando incartava la carne alle signore chiedeva : -” Vuole altro?”;E chissà perchè lo diceva con un sorrisetto…
E poi c’era Mura, il suo concorrente , che aveva la Bassa macelleria. Lui macellava le bestie già morte . Abitava sotto casa mia e a volte gliele portavano di notte. Chissà come mai? Naturalmente era basso anche lui ,e minuto, ed aveva sempre degli elastici che gli tenevano strette le maniche della camicia. Non faceva grandi affari , anche perchè comprare dal lui voleva dire di ammettere di essere un po’ sfigati.
Ed allora faceva anche il falegname . E costruiva mobili bellissimi . Ne ho ancora un paio. In Douglas d’america , come diceva lui con soddisfazione.Era un personaggio. Anche perchè mentre gli altri avevano magari un cane, lui aveva per compagnia una gallina americana. Erano inseparabili.
Non ricordo se sia morto prima lui o la gallina.

Quindi a conti fatti, in una piccola piazza di un piccolo paese, c’erano diciotto imprese commerciali. Non credo che versassero molti soldi all’erario, anche perchè allora se non ricodo male c’era l’IGE ( credo imposta generale sull’entrata. L’ho cercata su wiki ma non c’è neanche più li eh eh eh )
Però di sicuro non ne chiedevano e non credo avessero debiti con le Banche Certamente non per l’attività che svolgevano. Anche perchè quando facevano un acquisto prima mettevano da parte i soldi, e poi , indossato il vestito buono, tutta la famiglia procedeva, col Papà che tirava fuori i contanti, non senza prima aver contrattato l’adeguato sconto.
Ben volete sapere oggi quante imprese sono rimaste? TRE, Il bar, la ferramenta. e l’orologiaio. Di queste quello che ha più futuro è proprio l’orologiaio.
Si è specializzato nel sistemare pendole antiche e non prende impegni fino al 2012. E non per colpa dei Maya, ma per il fatto che prima non ha spazio in agenda .
Tutti gli altri son spariti

Anche di rondini d’estate mi sembra ce ne sian di meno.

Ottofranz

Questo articolo è dedicato a tutti coloro che ricordano con malinconia il mondo che era, nella consapevolezza che quei tempi spensierati e sereni non verranno più ma che resteranno per sempre indelebili nella nostra memoria.


DT

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10 commenti Commenta
idleproc
Scritto il 13 Agosto 2011 at 11:42

Oggi come oggi, vi arresterebbero tutti. Violazione della normativa europea sulle quote latte, macellazione abusiva e clandestina, quella sanitaria, esercizio abusivo della professione medica, mancata fatturazione e scontrino fiscale, pagamento in contanti oltre i limiti di Legge, esposizione di opere d’arte di interesse nazionale non catalogate,..
In compenso, oggi come oggi, ti puoi “fare” da sentirti il “re del Mondo”, bere da non star più in piedi, salire su di una macchina, accoppare un pò di gente e chiamare l’avvocato con l’Ipad e pagarlo con la carta di credito.

Hai fatto riaffiorare i miei ricordi, sono di origine emiliana… uno scritto bellissimo.

AAA Cercasi Luogo ove ricostruire una condizione di vita sociale umana lontano dal WTO, dalla globalizzazione finanziaria e dei mercati.

andrea.mensa
Scritto il 13 Agosto 2011 at 12:13

anch’io ho tanti ricordi dei tempi andati.
ma il cambiamento non ce lo ha imposto un alieno cattivo ….. forse un alieno chiamato avidità ? stupidità ? ignoranza ?
mi viene iin mente questa storiella:
un giorno un alieno scende sulla terra, raduna i potenti del pianeta e propone loro un patto:”vi darò un oggetto utilissimo, bellissimo, affascinante ….. ma vorrò da ogni paese almeno un sacrificio umano al giorno. andate consultate i vostri popoli e ditemi se lo volete”.
dubbiosi i potenti spiegarono i termini dell’accordo ai loro popoli e poco ci mancò che non scoppiasse una rivolta per lo sdegno …… mai sacrifici umani ….. mai .

poi venne l’automobile.

paolo41
Scritto il 13 Agosto 2011 at 13:11

Ottofranz
con il tuo bellissimo post hai attivato l’interuttore dei ricordi e tanta nostalgia.
Io ho trascorso la mia prima gioventù a Viareggio, che era ancora una cittadina a misura d’uomo, specialmente in inverno prima che, con l’avvento dell’estate si riempisse di “bagnanti”.
Anche da noi c’era, tutti i giorni, quello che ci portava il latte, versandolo con l’imbuto dal contenitore di alluminio nelle bottiglie; era lo stesso che ci portava le bombole del gas.
C’erano tanti negozi di alimentari, macellerie e fruttivendoli, che sono pressochè spariti perchè non riescono a competere con la grande distribuzione, dove quello che compri è tutto “piatto” e senza i sapori di un tempo. Quei pochi che sono rimasti si sono specializzati su prodotti di qualità.
Le stufe andavano ancora a legna e solo chi se lo poteva permettere aveva la stufa a carbone. Per far funzionare il frigo, d’estate, si andava con la bici, a comprare lastroni di ghiaccio che venivano avvolti in sacchi di iuta, li appoggiavi sul manubrio e sulla canna della bici e… avevi già fatto il bagno prima di arrivare a casa.
Si giocava a pallone nelle strade, quelle meno transitate, se c’era un’ora libera dalla scuola tutti in pineta a fare partite di calcio dove non ti fermavi mai, il dribbling era di legge ..che se eri bravino “scartavi” anche i pini. E quando tornavi a casa brontoli e anche qualche scappellotto perchè avevi giocato con le scarpe buone…
Poi ogni bar che si rispettasse cominciò a mettere su la propria squadretta di calcio e cominciarono i tornei giovanili…
D’estate, tutte le sere, alle sette in punto, si tirava su gli ombrelloni delle prime file e dai con nuove partite fra locali e “bagnanti”. Oggi va bene se ti permettono la racchettina con la pallina con le piume….
Se non giocavi a pallone andavi in pineta con la fionda a tirare ai passeri per la felicità dei nonni che li cucinavano sullo spiedo.
Studiare…il più tardi possibile e la sera dopo cena, almeno fino alla terza media.
Sempre d’estate con mio padre si andava a calare i tramagli oppure, verso sera, la sciabica con il pescato lavato in mare e cucinato a riva sulla brace. Oggi…tutto proibito..
Sempre d’estate, ormai già giovanottino, da maggio “caccia alle straniere” che, allora, arrivavano a frotte in Versilia… Oggi la maggior parte vanno sulle coste est del’adriatico…
Bei ricordi, ti rendi conto che sono stati gli anni più spensierati e più belli della nostra vita; così come gli anni universitari passati con vera goliardia ma anche con impegno, forse ammaliati da un mondo che cresceva e che ti offriva una barca di opportunità.
Pensa ai giovani di oggi e al futuro che possiamo offrirgli….
In questi ultimi anni sono tornato un pò alle origini, perchè sempre più passo le mie giornate in un rustico sulle colline della Versilia, in un paesetto che è un amore ma che perde abitanti tutti gli anni (in compenso stanno aumentando tedeschi e nord-europei).
Ho risistemato un piccolo uliveto, mi sono fatto un orto che mi costa un occhio ma mi dà “soddisfazione” e leggo, leggo molto in un ambiente silenzioso e tranquillo circondato dai monti e con una bellissima vista del mare e di un paio di isole dell’arcipelago toscano.
Ma non puoi dire di essere felice…..

idleproc
Scritto il 13 Agosto 2011 at 13:45

paolo41,

Il problema è che non possiamo lasciare il mondo fuori dalla porta di casa e per come stanno andando le cose forse è meglio occuparsene…

Buone giornate di mezzo Agosto a tutti.

salui
Scritto il 13 Agosto 2011 at 14:20

sembra quasi la descizione del posto dove sono nato e dove vivo ancora con la differenza che sono il figlio della signora che aveva il negozio e che ha continuato nella attivita , chiudendola tre anni fa , ora buon disoccupato a 55 anni, con tanta prospettive….. cmq quella descritta è una civilta delle buone cose , o delle cose sane come dico io, non solo si puo ma si deve provare a ricostruila , aggiornata alla evoluzione delle cose ( BUONE) di oggi, io la penso cosi e lavoro per questo auguri e buon ferragosto, per chi pensa che sia possibile- larzil@alice .it – parliamone

lucianom
Scritto il 13 Agosto 2011 at 15:03

Che nostalgia leggere il tuo articolo, tutti i ricordi di quel mondo sono mi affiorati . Anchi’ io mi sono costruito il mo piccolo angolo di paradiso nell’ entroterra ligure, l’ orto, il frutteto , un grande pergolato di uva americana dove facciamo grandi baraccate, gli amici e la cantina sempre piena di vino. Ma devo a malincuore concludere con le parole di Paolo41 che condivido “Ma non puoi dire di essere felice….. “

Scritto il 13 Agosto 2011 at 15:03

Gran bel pezzo, ottofranz…quanti ricordi…. 😥

lampo
Scritto il 13 Agosto 2011 at 17:31

Bel post Ottofranz

Pensa, che anche se non sono così vecchietto 😉 , nel mio paesello di 600 anime dove ho vissuto tutta l’infanzia fino al matrimonio, c’erano più o meno le stesse “imprese”: un panificio (dove ogni tanto la mamma mi comprava la “frizzina”… non so se vi ricordate quella polverina dolce venduta in bustine che infilavi in bocca e “friggeva” sulla lingua), una macelleria (anche lui faceva la stessa domanda alle signore :mrgreen: chissà perché? 8) ), 2 alimentari (uno “molto grande” per l’epoca… e uno molto piccolo…praticamente una grande stanza con in fondo un piccolo bancone con i salumi e formaggi…ma che, pur avendo poca scelta,… forniva tutta roba buona… caramelle comprese… non so se vi ricordate le mentine che venivano prese da quei grandi contenitori di vetro, pesate con la bilancia a mano e avvolte in un cartoccio di giornale fatto a cono…), una drogheria (che faceva anche da ferramenta e aveva anche tutto il materiale per la scuola), un barbiere ed una parrucchiera, un negozio di abbigliamento, 1 bar con la sala biliardi ed un albergo ristorante con un bel parco per i matrimoni, una banca (quella è arrivata dopo quando da adolescente vi portavo i primi soldini… e il direttore mi accoglieva sempre gentilmente spiegandomi, quando non c’erano clienti, l’importanza degli stessi e del risparmio…) ed una farmacia (aperta poco dopo la banca) ed infine, ovviamente, la latteria… dove la sera si si recavano in pellegrinaggio le vecchiette con la bicicletta e i contenitori di alluminio a portare o a prendere il latte.

Dimenticano… avevamo anche una scuola materna e le elementari. La maestra, quando facevo le elementari (maestro unico) a partire dalla primavera fino alla fine dell’anno scolastico… ogni tanto ci portava in gita… “a piedi”… facendo il giro di tutto il paesello (circa 2 km di tragitto): tutti in fila indiana a trovare e far compagnia alle più vecchiette del paese… oppure in gita turistica ai due allevamenti di bestiame che c’erano facendoci toccare le bestie, maiali compresi ma avvertendoci di stare attenti a non disturbarli troppo. Poi in classe d’inverno, a turno, facevamo gli addetti al riscaldamento: consisteva nel prendere un legno e metterlo nella stufa a legna facendo attenzione a non scottarsi 🙂

Ogni domenica si andava a fare da chierichetto in chiesa… eravamo sempre quasi una ventina… e come premio… alla fine della messa il prete ci consolava con una bella caramella a testa (spesso sciolta e appiccicosa). 😉 (prima di andarmene dal paese… ai chierichetti, che si contavano sulle dita di una mano, doveva dare la paghetta ogni mese 😕 )

Il passatempo preferito erano le corse in bicicletta oppure nelle stradine di campi. Ovviamente non si andava da soli… ma si faceva il giro di tutte le case dei compagni di scuola… e si partiva in un bel gruppetto in giro per i boschetti o a mangiare uva e more nei campi (quando c’erano le ciliegie… si andavano a controllare ogni giorno il grado di maturazione… per fare l’assalto nel momento opportuno 🙂 ).
Altre volte si giocava a calcio “in piazzetta”, una piazza triangolare nel centro del paese. Veniva usata d’estate per la sagra paesana in cui tutti davamo una mano (io ero l’addetto a rosolare le fette di polenta sulla piastra). In pratica dalla primavera fino all’autunno la piazzetta ogni pomeriggio si riempiva sempre di ragazzi e bambini.

Ogni tanto (anche se abito molto lontano da questo paese) quando sono nei paraggi ci passo volentieri e vado in “piazzetta”…. ma la trovo sempre vuota 😥

ottofranz
Scritto il 13 Agosto 2011 at 22:50

mi fa piacere che vi sia piaciuta.

Così so di non essere l’unico vecchietto eh eh eh

La cosa che è subito venuta fuori è che molte di quelle cose oggi sarebbero fuorilegge . Emblematico !
In effetti le favolose “Tome” del Baretta farebbero la felicità di un Ispettore dei NAS

E una prima domanda è :-“beh, allora quante di queste leggi che ci capitano fra capo e collo sono altrettanto controproducenti?”

Ma vorrei mettere l’accento sul fatto che quelle 18 imprese davano sostegno a ben 18 famiglie che mangiavano si vestivano e mandavano a scuola i figli-

Oggi il supermercato che li ha uccisi fornisce uno stipendio da fame a 7/8 addetti .

E la merce venduta è frutto di globalizzazione, e quando non di globalizzazione di sicuro molto al di fuori del territorio.

Qui beviamo l’acqua minerale del Trentino, e nel Trentino bevono la nostra

Follia pura !

Questa stagione da noi non raccolgono neanche le pesche perchè verrebbero pagate 20 cent al kg.
Meno del costo della raccolta.

Attenzione, le pesche dovrebbero essere consegnate nel piattino fornito e, incelllofanate e col prezzo di 2 euro e 50 attaccato sopra.

E se uno di voi porta indietro una pesca perchè è toccata o peggio marcia , viene fotografata e l’intera partita non verrà pagata.

Beh, mi sembra che davvero ci siano un po’ di cose da mettere a posto.

Ringrazio Lampo per il Link sull’IGE .L’avevo cercato senza trovarlo.

Una prima considerzione è che anche allora ce l’hanno rifilata come un ‘esigenza Europea.

La seconda è che si legge che l’IGE fosse considerata una tassa iniqua in quanto pagata ad ogni passaggio.

Nella realtà dei fatti era vero , ma gli attori erano diversi. Con l’IVA allo stesso modo tutti gli attori ne pagano una parte ed il grosso della truppa se la ingoia il consumatore finale.

Senza voler parlar di aliquote.

In ultimo leggendo un po’ di sconforto in chi stenta a raggiungere la felicità, mi permetto di farvi notare che non si è felici solo se si permette agli eventi di governarci psicologicamente-

Più naturalmente giusto un paio di altre cose.

Grazie a tutti voi per le vostre testimonianze.

idrolitina, vichy, magnesia eh eh eh

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