GUEST POST: Cina, fattori culturali e ascesa economica

Scritto il alle 14:55 da Danilo DT

Rientrato dalla Cina mi sono dato una guardata a I&M, se non altro per leggere i commenti al: GUEST POST: La Cina e il declino industriale ed economico dell’occidente.
I commenti sono un potente stimolo ad ampliare i discorsi che, in questo caso, prima di passare al tema di questo nuovo post, necessitano qualche premessa/divagazione.
In Cina, come è noto, la libertà come la intendiamo noi occidentali ha notevoli limitazioni. Non vi esiste una dialettica politica, i temi sociali quando sono dibattuti devono rientrare in schemi b

en precisi, la stampa e l’informazione in genere sono controllatissime dal partito/governo.
Anche la rete internet è strettamente vigilata e moltissimi blog stranieri, per chi non lo sapesse, non sono visibili in Cina. I&M è uno di questi. Probabilmente non perché in I&M vi sia alcunché contro la Cina ma semplicemente perché non ha il pass, che qualcuno dovrebbe richiedere a qualche ente ispettivo, autorizzato a concederlo.
Visto come i cinesi valutano i blog liberi e incontrollabili, temo che I&M, come tanti altri, questo pass non l’otterrebbe per principio. Si può generalmente affermare che in Cina vi è uno stretto controllo delle varie attività che vi si svolgono ma senza che ciò significhi polizia dappertutto, o un qualche palpabile senso di oppressione da percepire ovunque.
Anzi, se si vuole dire le cose come stanno, girando nelle città grandi e piccole e a qualsiasi ora, si respira dappertutto un’aria, una sensazione di sicurezza che ormai purtroppo è rara in giro per il mondo.

In Cina vige un’organizzazione sociale molto diversa dalla nostra, espressione di una cultura e di una storia che per tanti secoli praticamente nulla hanno avuto a che fare con la civiltà occidentale, per cui, più che giudicare se queste sono buone o meno, basterebbe dire che sono “CINESI”. Noi occidentali abbiamo una supponenza diffusa di considerare in modo negativo, più che diverso, tutto ciò che non rientra nei nostri canoni o preconcetti su come deve essere organizzata una società. Ci siano fatti l’idea che la nostra democrazia sia un’ideale da esportare dappertutto. Se ciò non avviene perdiamo la capacità di capire la forza che altre società, diverse dalla nostra, hanno ma soprattutto di intuire i pericoli che ci sono ad interagire con altri popoli , tanto diversi da noi.
I cinesi, liberati dall’oppressivo regime che li ha governati in malo modo fino 2 decenni fa, rendendoli un popolo di miserabili, sono oggi un’entità ben diversa da come comunemente viene percepito nell’immaginario collettivo occidentale.
In campo economico in Cina vi è una pressoché libertà totale di intraprendere. Ciò non significa che si possa fare tutto ciò che si vorrebbe, senza vincoli di alcun genere. Il governo cinese emana con costanza direttive ben precise, che inducono il sistema economico e produttivo a seguire ben determinate vie, nella scia di una programmazione dettata da personalità lungimiranti e tecnicamente molto capaci, visti i non casuali risultati.

Dal governo centrale, fino alle comunità locali vige una catena del comando molto simile a quella militare. Le leggi, le direttive e le regole emanate però devono essere sì osservate ma con quella elasticità minima e massima necessarie per poterle attuare al meglio. Se qualcosa non funzione nella loro applicazione pratica si cambia o si modifica in corso d’opera. Questo per la Cina è molto facile perché il potere è nelle mani di pochi, non di uno però e le decisioni possono essere rapidissime. Spesso in Cina i discorsi e le frasi cominciano con: “il governo ha detto che ……”. Quindi non resta che adeguarsi.
Certo, in Cina si bada ancora molto al sodo. La priorità assoluta per il governo, in questa fase, è ancora quella di far uscire dalla povertà la tuttora enorme massa di popolazione che vive nelle campagne, soprattutto nelle province interne di questo enorme paese. Per potere fare ciò spesso non si può andare tanto per il sottile. Necessita chiuder un occhio o anche due su temi importanti quali la sicurezza, l’inquinamento, le regole nei rapporti di lavoro che, a onor del vero, hanno ora in Cina le connotazioni che più o meno vigevano dalle nostre parti, durante la ricostruzione e lo sviluppo economico del secondo dopoguerra. Nulla di nuovo dunque, loro fanno ora quanto noi abbiamo fatto non molto tempo fa.

Per venire al tema del post, è possibile individuare i fattori fondamentali che hanno consentito la straordinaria ascesa economica della Cina, fino a diventare quella che ormai tutti dovrebbero considerare la prossima nuova potenza economica globale?
Eccone alcuni:

• In Cina c’è un governo che governa/dirige la nazione con una chiara visione degli obiettivi a cui vuole arrivare. I vari progetti intrapresi in tutti i campi sono frutto di profonde e meticolose elaborazioni. Quando questi progetti arrivano alla fase esecutiva una priorità fondamentale è il rispetto dei tempi previsti e dei costi.
• Il governo cinese ha molto a cuore la salute delle imprese, creatrici di posti di lavoro e di ricchezza vera. Queste sanno di essere aiutate e assistite in ogni modo dal governo e confidano molto che questi le saprà tutelare nella competizione internazionale.
• La Cina ha una forza lavoro sì immensa ma soprattutto laboriosissima e molto disciplinata, anche se alla cinese. Lo stato sociale è molto carente per cui tutti, per sopravvivere, devono trovare un sistema diverso da quello dell’assistenza da parte dello stato.
• L’orgoglio nazionale è molto forte. Il partito/governo e tutto il sistema quotidianamente e in ogni occasione alimentano questo spirito. Pur essendo la Cina un insieme di entità/popoli parecchio differenziate, queste vengono accumunate da obiettivi da raggiungere come nazione unica, sulla cui unità politica e territoriale il partito vigila con attenzione e su cui non si discute.
• I cinesi per natura sono disponibili e molto pazienti. La frenesia non è nella loro cultura. L’improvvisazione e la fretta di prendere decisioni è aborrita proprio. Nessuno pensi mai di iniziare a trattare questioni delicate e complesse con i cinesi con l’idea di fare alla svelta. Il cinese si prende tutto il tempo che gli serve per capire le debolezze della controparte.
• I cinesi, pur sempre disponibili, sono molto diffidenti. Quando ci sono questioni che coinvolgono i loro interessi economici hanno una predisposizione naturale a raggiungere e a stare poi in una posizione di vantaggio.
• I cinesi tutti hanno un senso degli affari molto sviluppato. Qualunque occasione è buona per fare business, piccolo o grande che sia.
• I cinesi si sanno organizzare molto bene quando ritengono che sia vantaggioso farlo per i propri interessi.
• I cinesi sono tanti ma veramente tanti. Solo a scrivere 1.300.000.000 dovrebbe fa venire un po’ di timore ai nostri incoscienti governanti, che ai vari G7/8/20 e consessi vari normalmente snobbano questi cinesi, così strani e indecifrabili dietro i loro gentili sorrisi ma capaci, astuti, , preparati, competenti, pazienti e organizzati.

Insomma quando si ha a che fare con un cinese bisognerebbe avere sempre presente che loro sono i perfetti interpreti del modo di agire che si condensa in un famoso proverbio orientale, conosciuto anche da noi:
“Nelle contese della vita non avere fretta, siedi lungo la sponda del fiume e vedrai passare il cadavere del tuo nemico”.


A questo punto si dovrebbe cominciare a parlare di come questi fattori culturali sono stati messi a frutto, molto bene direi, per realizzare quella formidabile crescita economica e quello straordinario sviluppo in tutti i settori industriali che hanno contraddistinto gli ultimi 20 anni in Cina.

Non è un compito facile. La dimensione del fenomeno è stata e continua ad essere veramente gigantesca e di quasi impossibile percezione da parte di un occidentale che non sia mai venuto in questo paese straordinario e non ci sia rimasto almeno per un bel po’.

Allora, se il tema interessa e se DT sarà d’accordo, (ndr: DT è d’accordo…) invierò prossimamente qualche altro post, per spiegare come può una nazione partire da una condizione di arretratezza estrema, quale era la Cina di 20 anni fa e arrivare ad essere quella che inanellerà record su record negli anni a venire.
L’ultimo riguarda il record mondiale di velocità ferroviaria su sede a binari tradizionali, raggiunto la settimana scorsa dal treno ad alta velocità sulla linea Shanghai-Hangzhou di 220 Km, in corso di collaudo e nuova di zecca. Linea realizzata in 18 mesi di lavori. Ovviamente nei tempi previsti dal progetto dell’opera. Produzione dei veicoli e varie tecnologie d’avanguardia per il settore quasi interamente cinesi.
Velocità record raggiunta 419 KM/ora. La velocità di esercizio di punta sarà però poi fino 350 Km/ora.
Questa tratta fa parte del progetto finale di dotare la Cina di una rete ad alta velocità, che si svilupperà per oltre 20.000 Km entro il 2019. Per ora sono arrivati a 7.000 Km, già ormai la più estesa del mondo. Ci si viaggia benissimo, sempre in perfetto orario a prezzi che ci fanno sorridere. 200 Km percorsi in circa 45 minuti valgono circa 10 EUR al cambio attuale. In Cina dicono che questi tipi di treni sono molto cari ed è vero ma sono sempre pieni lo stesso da mattina a sera.

Gaolin

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18 commenti Commenta
bergasim
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 16:41

Si oò governo cinese chiudi gli occhi ogni tanto, ma li chiude di botte per chi non riga sulla giusta via, già la volta scorsa avevo risposto ad un tuo post.
La cina non è una democrazia è solo un DITTATURA MASCHERATA, è inutile che ci giriamo intorno, manovalanza a basso costo, molto vicina alla schiavitù, pochissimi diritti, e così è facile affari, i cinesi oggi nell’economia mondiale equivalgono alle locuste, l’unica cosa da capire è se il fenomeno cina sia sfuggitto di mano a noi occidentali così tanto fighi, o la seconda ipotesi, quella per la quale propendo di più, la cina sia nata grazie all’ingordigia e l’avidità di quelle poche persope che veramente governano il mondo e che dalla globalizzazione hanno tratto solo benefici.
Per quel che rigurda il proverbio citato

“Nelle contese della vita non avere fretta, siedi lungo la sponda del fiume e vedrai passare il cadavere del tuo nemico”.

In questo caso il cadavere sarà quello di tutti gli ingordi, il sistema che lor signori credono di controllare, prima o poi implodera, con la felicità degli scienziati del cern di ginevra che avranno un nuovo big bang.

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 17:01

Il cinese si prende tutto il tempo che gli serve per capire le debolezze della controparte.

Questa è la frase che, durante la mia permanenza in Cina per 6 mesi circa (oramai 15 anni fa), mi ricorda molto bene la mentalità cinese.
Il senso però che non traspare da una semplice lettura di tale frase, è quello della sua positività! Sì positività, perché per un cinese capite le debolezze della controparte, è un passaggio fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia e proficua collaborazione sul lungo termine.
Sono sicuro che chiunque di noi occidentali che abbia avuto rapporti d’affari in Cina, questo concetto l’ha inizialmente difficilmente digerito, ma dopo averci provato (con la migliore umiltà possibile) non si è pentito dei risultati ottenuti e di quante porte, prima chiuse a chiave, gli sono state aperte. E soprattutto con quale facilità!
Aggiungo che durante la mia breve permanenza ho raramente avuto occasione di sentire urla durante una lite di lavoro o per motivi di affari, e neanche, girando per le strade, per motivi familiari.
Questo soprattutto è un aspetto che ci dovrebbe far riflettere: perché la nostra cultura occidentale ci impone spesso (mentalmente) a considerare la nostra “verità” come quella ASSOLUTA, da imporre e far capire a tutti i costi a chi non la vuole comprendere o non la accetta (anche urlando quindi). Credo che abbia radici nel cattolicesimo… ma non voglio sconfinare.
Nella mentalità cinese, invece, la loro cultura viene offerta e non imposta: sta a noi accettarla o meno…. senza che nessuno ci sforzi in qualsivoglia direzione. Appena si accorgono che tentiamo di capirla, ci offrono la seconda “puntata” del loro corso di cultura… e così via, praticamente accompagnandoci pian piano nel loro mondo, stringendo delicatamente la nostra mano…
Se non vogliamo capirla… amici come prima!

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 17:11

bergasim:
La cina non è una democrazia è solo un DITTATURA MASCHERATA, è inutile che ci giriamo intorno…

Siamo sicuri che la nostra non sia la stessa cosa…però chiamata con un altro nome?
Comunque perché non considerare che anche una “dittatura mascherata” ha i suoi lati positivi, se ci permette di manifestare le nostre capacità, estro e creatività?
Proviamo solo a ricordarci da quale periodo storico vengono le opere più belle… e non ditemi solo perché lo dovevano fare, a causa della dittatura imposta…. perché la creatività non fuoriesce per semplice imposizione!

vichingo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 17:21

Al di là dei diritti civili che sono importantissimi i cinesi dovrebbero garantire anche uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale. Mi risulta, comunque che stiano investendo parecchio sia nel solare che nell’eolico, forse anche nel geotermico. Mi preoccupano di più le centrali a carbone e quelle nucleari, che spero siano di quarta generazione, risolvendo magari il problema delle scorie.

bergasim
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 17:27

a lampo
Potresti provare a chiederlo agli operai che non godono di nessun diritto ( i suicidi purtroppo sono in aumento ) sindacale, e non hanno neanche i soldi per tornare a casa cosa ne pensano, o ad aministy international, o ai familiari delle vittime di piazza tienanmen loro si che la pensano in maniera entusiasta, un paese che limita internet, dove tutto è regolato dal regime di governo che comanda il paese non mi sembra un gran paese dove vivere a meno che non sei tra quei fortunati che gravitano attorno al potere ( ssenza fare allussioini si intende alla casta italiana ) o che per bontà loro sono riusciti ad emergere.
Di recente sei stato anche in Russia? anche li si vedono fulgidi esempi di democrazia alla vodka, o anche in india dove la mucca è sacra l’essere umano no, un paese dove esiste un livello di caste assurdo, dove il livello di miseria è elevatissimo, ma che al contraio ha data i natali a diversi tra i maggiori miliardari a livello planetario ( redidenti poi a londra ), se tu vuoi vivere lì ti puoi accomodare io preferisco la cara vecchia europa. 😥

mattacchiuz
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 17:57

o raga, io la cina la conosco davvero per nulla e conosco ancora meno i cinesi. sono in assoluto accordo quando si parla di rispetto tra diverse culture.
la cina è una cosa. il governo è un’altra. stesso discorso vale per americani europei e indiani.
hanno fatto questo:
http://www.youtube.com/watch?v=lBL98p0wZ7g&feature=related

Scritto il 4 Ottobre 2010 at 18:24

mattacchiuz,

Tristino questo video eh?

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 18:57

bergasim: a lampo
Potresti provare a chiederlo agli operai che non godono di nessun diritto ( i suicidi purtroppo sono in aumento ) sindacale, e non hanno neanche i soldi per tornare a casa cosa ne pensano, o ad aministy international, o ai familiari delle vittime di piazza tienanmen loro si che la pensano in maniera entusiasta, un paese che limita internet, dove tutto è regolato dal regime di governo che comanda il paese non mi sembra un gran paese dove vivere a meno che non sei tra quei fortunati che gravitano attorno al potere ( ssenza fare allussioini si intende alla casta italiana ) o che per bontà loro sono riusciti ad emergere.

Allora sperando di non annoiare nessuno aggiungo qualche particolare: mentre lavoravo in cantiere sono morte due persone sul lavoro dovuto all’inosservanza di elementari norme di sicurezza sul lavoro che assieme al mio collega ci siamo premurati di spiegare e far rispettare (oltre che sottoscrivere per ovvi motivi…).
E credetemi che non è stato un piacere saperlo… e soprattutto non averlo potuto evitare… specie perché, anche se burocraticamente eravamo a posto dal punto di vista del cantiere e delle istruzioni impartite,… morire per lavorare… è sempre qualcosa di inconcepibile e difficile da digerire. A tal proposito non credo che comunque qui in italia come morti bianche abbiamo molto da insegnare, con tanto di 626 e D. Lgs 81/2008.
Aggiungo che nella zona in cui sono stato non è vero che non godevano di nessun diritto sul lavoro: il problema era che il lavoro era svolto senza i moderni mezzi che oggi noi abbiamo (e non ci rendiamo conto di avere), per cui il rischio di farsi male era molte volte superiore al nostro (faccio alcuni esempi: quadri elettrici sottoposti ad intemperie, mancanza di messa a terra, vasche di decapaggio contenenti rispettivamente acido e soda lasciate all’aperto senza alcuna indicazione di sicurezza se non un teschio riportato su un solo lato [uno è morto perché lavorando vicino a queste vasche ne aveva esalato a lungo i vapori], travi di legno malridotte per coprire sbalzi di 5 m, ecc.).
Forse proviamo a chiedere ai nostri nonni come lavoravano… e vedrete che non c’era molta differenza (ho ancora una foto di mio nonno che lavorava come operaio nei pozzi di petrolio senza guanti, ne “mascherine”…)
Per cui ritengo non siano due mondi paragonabili direttamente con il nostro metro di giudizio.
Poi la Cina è talmente grande che da una zona all’altra troviamo differenze allucinanti: pensiamo solo al settore dei computer in cui oramai tutte le aziende delocalizzano in una grande società con centinaia di migliaia di dipendenti. E’ ovvio che una decina di suicidi riportati dalla stampa in un’azienda di queste dimensioni… con migliaia di volte di dipendenti di una nostra… fa più scalpore!. Ma sono due ordini di grandezza differenti.
Certo non hanno le nostre attuali protezioni sindacali, ma rapportiamole a quante ne avevamo noi 50 o 60 anni fa… e non credo ci sia molta differenza.
Aggiungo quanti dei nostri meridionali sono andati a lavorare al nord o all’estero perché non c’era lavoro e quanti di questi sono tornati in Italia senza niente facendosi prestare soldi da parenti e via dicendo (o facendo soldi in altro modo per poter tornare).
Ho visto con i miei occhi arare i campi con il bue e una donna dietro seminare il mais un seme alla volta facendo i buchi con un bastone (come faceva del resto mio nonno… solo che lui usava la vanga). E credetemi che vedere con i propri occhi un ricordo di un vecchio… emoziona in maniera indimenticabile!

Per quanto riguarda la piazza più grande del mondo (almeno mi pare) ho conosciuto un “ragazzo” che in quel periodo era studente e ha partecipato alla rivolta proprio lì assieme a quello che avete visto in televisione che fermava i carri armati con il suo sacco sulle spalle.
Quante rivolte sono avvenute da noi… e quanti Paesi limitrofi hanno coinvolto!
Rapportiamo sempre i numeri: non credo che con una democrazia occidentale e i suoi presupposti riesci a tenere a bada 1.300.000.000 persone con le loro diverse lingue, culture, religioni, lingue, bisogni, speranze e aspettative di vita. Questo è il più grande problema ed impresa che il governo cinese deve affrontare…. e non può permettesi di sbagliare (come sta avvenendo qua da noi con le politiche economiche dei nostri precedenti governi e oligarchie politiche e bancarie… che stanno scaricando il conto dei loro errori sulle nostre tasche e quelle delle generazioni future). Vorrei proprio vedere un governo occidentale per un anno a governo della Cina!
Con questo non dico che sia meglio vivere in Cina rispetto che da noi (secondo me no… almeno per adesso…) però posso dire che ho visto più persone con il sorriso sulle labbra e sulla loro esistenza, rispetto che qui da noi (anche se molte volte per semplice ignoranza). E questo secondo me è un metro di giudizio molto affidabile.
Aggiungo che non solo internet è limitato: allora erano limitate anche le televisioni occidentali, compresa la BBC e i suoi documentari… perché facevano trapelare il nostro di stile occidentale, con il concetto della proprietà privata che molti non capivano (essendo tutto statale).
Rapportiamo sempre le limitazioni al grado culturale medio della popolazione… e capirete che il motivo alla base sta sempre nel tenere a bada quel numero: 1.300.000.000.

Spero che il mio intervento sia stato il più possibile costruttivo. 😉

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:08

hanno fatto questo:
http://www.youtube.com/watch?v=lBL98p0wZ7g&feature=related  

Anche questo filmato fa parte della cultura cinese: loro vengono “addestrati” fin da piccoli ad essere i migliori, in tutte le specialità (anche se dopo non lo sono), in modo che si crei quello spirito di competizione che li ha portati ad avere lo sviluppo esponenziale che hanno adesso e a “fare sistema”, cioè gruppo.
Dopo non importa se molte delle credenze che hanno siano basate su leggende metropolitane o create ad hoc dal governo… l’importante è il fine, cioè il risultato finale… e questo mi pare sia sotto gli occhi di tutti, solo pensando alla recente esposizione mondiale.

mattacchiuz
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:16

lampo,

si capisco, ma possono raccontarsela come vogliono, rimane il fatto che li non ci sono stati… un pò come i dati del BLS che descrivono la ripresa :-)… alla fine, la realtà conterà qualcosa o no? 🙂

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:22

Secondo me la domanda importante per noi occidentali da porsi è perché le nostre aziende, anche quelle che non subivano la concorrenza cinese, hanno tentato di delocalizzare in queste aree o a stringere accordi commerciali come distributori per comprare prodotti che dopo rivendono con il loro marchio occidentale: la risposta si chiama profitto, a tutti i costi e a breve termine, senza lungimiranza degli effetti che ciò avrebbe comportato sulla nostra economia, mercato del lavoro, ecc. ecc.
E spesso con il benestare dei governi.
Credo che la recente visita del primo ministro francese alle case automobilistiche francesi e le dichiarazioni che ha fatto, dovrebbe far riflettere… anche se ormai è difficile tornare indietro anche per i francesi.
I tedeschi sono stati più furbi: hanno aperto oltre ad aziende anche università locali in cui si insegna il tedesco e la cultura tedesca, oltre a fornire la propria tecnologia. Gli studenti del posto possono frequentare gratuitamente queste scuole, in cui imparano anche una nuova lingua e, senza neanche accorgersi, hanno il futuro assicurato come nuova classe dirigente per le aziende cinesi che dovranno intrattenere rapporti con le aziende occidentali. E secondo voi con quali aziende instaureranno rapporti, visto che ne conoscono già la lingua e cultura?
Grazie a questi investimenti, la Germania avrà le porte spalancate per la vendita dei propri prodotti in questo grande mercato (vedi recenti vendite di alcune case automobilistiche), oltre ad aumentare la produzione nel proprio Paese (la Germania).
Ovviamente noi italiani a ruota…. sempre a ruota… sempre se avremo ancora qualche azienda per allora e non abbiano nel frattempo tutte investito i loro utili in immobili e non all’interno dell’azienda e del territorio circostante!

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:31

mattacchiuz: lampo,
si capisco, ma possono raccontarsela come vogliono, rimane il fatto che li non ci sono stati… un pò come i dati del BLS che descrivono la ripresa :-)… alla fine, la realtà conterà qualcosa o no?   

Si, sono d’accordo con te.
Però vediamola un po più sul lungo termine: i dati “fasulli” e “taroccati” verso l’alto che ci comunicano i nostri vari enti statistici, sono per farci indorare meglio la pillola (direi supposta oramai) che dobbiamo digerire (qualunque sia la parte da dove vogliano farcela entrare!). Quindi non c’è un fine di lungo termine, a parte quello di far sgonfiare il sistema a poco a poco e nel frattempo sperare nel miracolo risolutivo.
Loro con filmati del genere invece non tradiscono la fiducia di nessuno… ma gettano le basi per aspettative più alte delle loro capacità attuali. E quindi gli permette potenzialmente di raggiungere in futuro non tanto lontano dei risultati superiori a quelli che vedi nel filmato fasullo.
Mi pare che il concetto sia molto differente, anche come finalità etica.
E’ per questo che credo che Obama, se non si muove, la rivoluzione verde che ha in progetto rimarrà sulla carta perché la realizzeranno prima i cinesi!

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:36

E’ proprio le aspettative future che la nostra classe dirigente (politica, finanziaria, economica o industriale che sia). Pensate solo ai vari G8 ed ai vari bei propositi che si sono posti. Quanti ne sono stati effettivamente realizzati? C’è un sito che tiene traccia di tutte le promesse del G8 e di quelle effettivamente realizzate….e i risultati percentuali sono molto bassi!
E ricordiamoci che per aumentare le nostre capacità bisogna porsi sempre degli obiettivi più grandi di quello che siamo in grado attualmente di fare. Oramai la nostra generazione, inculcata dalla televisione e dai mass-media che propongono tutto facile e comperabile al supermercato, ha dimenticato questo concetto fondamentale. A parte i pochi che eccellono… e che lo conoscono molto bene!

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:37

Scusate ho cancellato accidentalmente un pezzo:
“Sono proprio le aspettative future che la nostra classe dirigente (politica, finanziaria, economica o industriale che sia) ci ha tolto.”

mattacchiuz
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 21:58

lampo: Loro con filmati del genere invece non tradiscono la fiducia di nessuno… ma gettano le basi per aspettative più alte delle loro capacità attuali. E quindi gli permette potenzialmente di raggiungere in futuro non tanto lontano dei risultati superiori a quelli che vedi nel filmato fasullo.

speriamo che poi non si inventino anche l’esistenza di una razza superiore, destinata a governare il mondo etc… . la mistificazione, è pericolosa. distorcere la storia per interessi nazionali o peggio ancora personali, non è mai foriero di buone cose. il video in se non è pericoloso, è invece estremamente pericoloso che lo possano fare senza che una nazione intera possa smentire o possa venire a sapere la realtà. sempre secondo il mio punto di vista. discorso ovviamente esteso a cinesi americani italiani … tedeschi… etc

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 22:18

mattacchiuz,

L’esistenza di una razza superiore non è mai stata nella loro cultura millenaria… e non credo che sia nato come concetto oggi.
Ai cinesi piace essere primi… anche quando non lo sono. Ma nell’accezione più positiva e umana che potete dare a quel termine. Nel senso che se a fianco di loro trovano un secondo… sono pronti ad aiutarlo a diventare primo.
Mi ricordo che a loro interessava soprattutto la qualità della loro vita interiore (inteso come benestare interiore e colloquio con la propria persona ed io) e la vita di società (intesa come ambito lavorativo, familiare, ecc.). Non è mistificazione o superio che per intenderci ha gettato le basi del nazismo e del terzo reich.
La Cina vuole semplicemente tornare leader mondiale come lo era nell’antichità… e noi torneremo a farci i fatti nostri…all’occidentale!
Poi per il filmato… credo che ai cinesi e al governo alla fine freghi ben poco se lo smontano o meno…nel senso che non è propaganda comunista nel senso del comunismo che intendiamo noi occidentali. il fine di tale propaganda l’ho descritto prima.
Il problema se mai nascerà dopo, quando saranno di nuovo primi e con le nuove generazioni: speriamo che non si montino la testa!
Ma per fortuna, essendo un comune mortale, quella volta non ci sarò 😆

lampo
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 22:26

Aggiungo di non confondere la cultura della concorrenza spietata a tutti i livelli e del desiderio di primeggiare dei giapponesi, con quello dei cinesi. Sono molto differenti concettualmente.
Per i giapponesi è uno status sociale, che caratterizza tutto il loro essere, vita quotidiana, aspettative, ecc. ma a livello di singolo individuo rispetto agli altri.
Per i cinesi è invece un concetto del singolo però intercalato nel gruppo, nel sistema, cioè nel desiderio di primeggiare tutti assieme.
E’ molto differente come risvolti sociali tale concetto: i giapponesi quindi eccellono come individui ( e per questo spesso si suicidano a scuola), i cinesi come gruppo (e non singolo individuo).

Spero di non offendere Gaolin per certe esemplificazioni che ho espresso e CHIEDO UMILMENTE SCUSA fin da subito per eventuali errori o incomprensioni in ciò che ho espresso nei vari interventi.
Torno a dormire! 😯

mattacchiuz
Scritto il 4 Ottobre 2010 at 23:26

lampo,

forse mi sono spiegato male. io tendo, magari sbagliando, a divedere molto bene il popolo dal suo governo. credo che anche nel caso cinese, tale distinzione sia altrettanto valida. ma è solo opinione mia. per il resto, se penso alla mia stessa vitaccia, posso affermare senza ombra di dubbio di riuscire a prendere il meglio dalle altre culture ( mia moglie 🙂 ) e di riuscire contemporaneamente a tollerare le differenze adeguandomi o comunque cercando compromessi. quindi, evviva i cinesi, ma rimango dell’idea che il governo sia un’altra cosa rispetto alle tradizioni. allo stesso modo, new york non è wall street, ma sono piuttosto convinto che a wall street non si possa da tempo rintracciare niente di quella forza morale che ha reso gli usa grandi.

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