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Germania: perché le elezioni sono così importanti?
L’appuntamento del 22 settembre non è come tutti gli altri episodi elettorali. E non è nemmeno una mancata rielezione della Merkel il rischio più sentito. Bisogna invece aver paura dell’Afd , Alternative für Deutschland.
Germania. 22 settembre. Elezioni.
In molti si saranno chiesti il motivo per cui se ne parla così tanto.
E in molti non hanno proprio capito la vera natura del problema. Grosse differenze se vince il CDU o l’SPD? Falso.
In realtà i rischi stanno ben altrove.
Non essendo un profondo conoscitore della Legge tedesca, ho avuto modo di confrontarmi di persona, in un convegno, con una persona molto esperta di politica teutonica, un professore universitario che proprio recentemente, su Il Sole 24 Ore, ha spiegato perfettamente quanto già mi aveva anticipato.
E che ci crediate o no, il problema non è assolutamente la rielezione della Merkel. In un modo o nell’altro i sondaggi quasi lo danno come un fatto scontato.
Il problema si chiama Afd, Alternative für Deutschland, il partito anti Euro che sta prendendo piede in Germania ben oltre quello che si possa pensare.
A dirlo è una delle principali agenzie demoscopiche tedesche, la Forsa, che tramite il suo capo Manfred Guellner, ha fatto sapere che molti potenziali elettori di Alternativa non dichiarano pubblicamente il proprio voto. Senza poi dimenticare la grande percentuale di tedeschi (si parla di un 40% che è indeciso) che potenzialmente potrebbe portare dei voti all’Afd.
Qual è il pericolo? Il raggiungimento della soglia del 5% che determina l’accesso al Bundestag. Chi infatti accede al Bundestag con una percentuale pari o superiore al 5%, secondo la Legge fondamentale tedesca e varie sentenze della Corte costituzionale ha il potere di opporre obiezione di incostituzionalità alle leggi federali e alle iniziative del governo che hanno conseguenze su di esse, avendo diritto di ottenere dalla Corte di Karlsruhe un giudizio di merito. Una volta entrato al Bundestag, detto in altri termini, “Afd” potrebbe sfruttare questa prerogativa per paralizzare l’attività europeista del governo di Berlino.
Immaginatevi le votazioni su progetti di salvataggio o di maggior europeizzazione. Tutto verrebbe bloccato e rimandato di mesi. Ma quando si parla di leggi urgenti, il tempo è sempre tiranno. Quindi si genererebbe la catastrofe per l’Eurozona, tanto che si andrebbe ad ipotizzare, secondo lo stesso Bastasin, la possibilità di uno scenario veramente rivoluzionario.
La fine dell’Euro? Non proprio, bensi l’uscita della Germania dall’unione Europea. In realtà il leader di Afd, tale Bernd Lücke, ha più volte chiesto che i PIIGS vengano cacciati dall’Eurozona. E, notate bene, il 30% dei tedeschi sono d’accordo con questa linea dura. 30%, non bruscoletti. E questo fa paura.
Le paure della Merkel
E se ci pensate bene, l’operato della Merkel degli ultimi mesi è decisamente cambiato. E’ quasi andato contro a quei progetti di “euro convergenza” che sembravano concretizzarsi.
Primo fra tutti, quello sull’unione bancaria. E non è un caso che la Merkel abbia congelato tutto. Se ne parlerà solo dopo le elezioni.
Ma non solo vicende Europee, ma anche interne. In primis le magagne proprio sul sistema bancario tedesco, un vero colabrodo secondo Reuters (e anche secondo noi, come abbiamo più volte descritto).
BERLINO – Sulle elezioni tedesche c’è una mina da 637 miliardi pronta a esplodere. Si tratta del complesso degli attivi da ristrutturare in pancia alle banche del Paese. La cifra, pari al Pil annuale dell’Olanda, è stata calcolata dalla Reuters sulla base dei conti 2012 dei primi 11 istituti di credito per asset. Bond greci, mutui subprime, bond municipali americani e prestiti al settore navale, «portafogli il cui smantellamento non mi sorprende se impiegherà vent’anni», ha detto all’agenzia stampa Andreas Steck, partner dello studio legale Linklaters. Tuttavia, è nella gestione delle Landesbanken, le banche territoriali controllate dagli enti locali, che si nascondono potenziali casi simili al Monte dei Paschi. Inciuci tra finanza e politica che hanno comportato trucchetti contabili e malagestione. Una situazione esplosiva. Per capirne la portata basta un dato: il 45% del settore bancario tedesco è in mano al pubblico, escludendo il 25% dello Stato in Commerzbank, seconda banca tedesca dopo il gigante Deutsche Bank.
E prima delle stesse elezioni, la Merkel sta “corteggiando” gli indecisi e gli scontenti (potenzialmente possibili voti che vanno a Afd) con un atteggiamento più difensivo e nazionalista. Ovviamente gli Europeisti si trovano a dover fare il tifo per la Merkel, ma soprattutto chi spera in un processo di Euroconvergenza, deve fare il tifo per una percentuale di Afd inferiore al 5%, altrimenti la geografia politico ed economica dell’Europa rischia di cambiare radicalmente.
Il caso Grecia
Dopo aver confermato che servirà un terzo pacchetto di aiuti, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble torna a parlare di Atene. Un eventuale terzo pacchetto di aiuti alla Grecia sarebbe molto più ridotto rispetto alle somme dei due precedenti, ha affermato in un’intervista al quotidiano economico Handelsblatt il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble (Cdu), che nei giorni scorsi aveva parlato di «altri eventuali aiuti a condizione che il governo di Atene mantenga gli impegni assunti e che si tratti di somme molto più ridotte di quelle versate finora». (Source)
Ma come… bisogna aiutare la Grecia? Un bel guaio in questa fase elettorale. E allora…diciamo che si farà proprio solo il minimi indispensabile ma NULLA di più. Proprio per non sconvolgere gli Euroscettici che, se troppo turbati, potrebbero azzardare il voto all’ AfD. Peccato che, sempre parlando di Grecia, il debito ha raggiunto i 321.000.000.000 €, ovvero un ammontare maggiore a quello pre-crisi. Il tutto malgrado l’haircut del 53% a marzo 2012 (pari a 100.000.000.000 €). Detto in rapporto debito /PIL siamo a 180%. Ovvio che ci vuole un nuovo sostegno. Ma come giustificarlo agli elettori?
Una bella gatta da pelare per Frau Merkel…
STAY TUNED!
DT
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“Come giustificarlo agli elettori?” Ma abbiamo mai sentito qualcuno dei nostri politici giustificare i 30 MLD e più che abbiamo dato al “fondo salva stati”???? e poi discutono se togliere o meno l’Imu o l’aumento dell’IVA. Abbiamo mai chiesto di essere dispensati dal versare il nostro contributo, vista la più che precaria situazione in cui ci troviamo???? Affermiamo, senza paura, che siamo dei pusillanimi e abbiamo dei politici asserviti alla Germania….
sempre rimanendo sui nostri politici, non capisco perchè Berlusca non dia le dimissioni ed eviti così la gogna di passare attraverso il voto delle camere. Anche se non può ricoprire cariche pubbliche, nessuno gli può togliere la lbertà di essere a capo di un partito senza essere membro del parlamento. Probabilmente sbaglio, ma è molto probabile che potrebbe guadagnarci nei sondaggi….
Va bene che l’attuale governo mi sembra quello di “stentarello”, ma con nuove elezioni nessuno mi leva dalla testa che verrà fuori un’altra pacciugata!!!!!
Sono proprio curioso di vedere cosa succede se la Germania uscisse dall’eurozona. Per me sarebbe un disastro, ma poi forse uscirebbe il nord dall’Italia.
Fine dell’euro? Uscita dei PIIGS dall’eurozona? Magari fosse! Un sogno. Ma non verrà permesso, visto che il benessere tedesco dipende anche dall’imbriglia,emto di alcuni paesi con la moneta comunitaria. Il mio sentito augurio è che l’AfD riesca a conseguire un risultato importante, ben oltre il 5%. Si inizierebbe davvero a vedere la luce in fondo al tunnel. Sappiamo però che fine fanno gli antieuropeisti, vedi Haider.