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G20, FMI E BRETTON WOODS

Scritto il alle 14:08 da Danilo DT

g_20.jpgSul fatto che il G 20 non portasse a rapide soluzioni, beh, era dato per scontato. Come sempre tante belle parole, tante buone intenzioni. Per carità, di passi avanti teorici ce ne sono stati, ma i problemi, non dimentichiamolo, permangono. E risolverli sarà tutt’altro che agevole.

Obiettivo numero uno: ristabilire la fiducia sui mercati. Questo è quanto si desume dal comunicato ufficiale dell’incontro di Washington.

Obiettivo numero due: proposte concrete per la vigilanza, la regolamentazione e la trasparenza dei mercati. Norme comuni atte ad evitare spiacevoli situazioni come quelle di cui tutt’ora paghiamo ancora le conseguenze…

Obiettivo numero tre: ridere fiato ai paesi emergenti cercando di sostenere le loro economie, più deboli e sensibili agli scenari di crisi

Obiettivo numero quattro: garantire alla Banca Mondiale e al Fondo Moetario internazionale (FMI) le necessarie risorse per poter sostenere le varie iniziative.

Il Fondo Monetario chiede di più 

Ma proprio su quest’ultimo punto ci sarebbe da dire, in quanto il FMI ha bisogno di nuove iniezioni di liquidità. Per carità, non è assolutamente in crisi, ha in cassa la bellezza di 250 miliardi di dollari, più i 100 miliardi che il Giappone si è detto disponibile a versa. Ma non basteranno. La crisi dei mercati è talmente vasta e globalizzata che ci vorranno cifer ben maggiori. La momento la richiesta dell’FMI è quella di portare la cifra quantomeno a 450 – 500 miliardi di dollari, anche in vista dei prestiti da girare a Turchia ed Islanda.

Bretton Woods II: tutto rimandato…

Purtroppo la speranza di vivere una Bretton Woods di secondo livello (o una nuova Bretton Woods) è al momento sfumata. Mi sembra di capire che i “grandi “ del mondo abbiano presente quali siano stati i problemi che hanno portato alla crisi, e vogliono prendere le contromisure necessarie per poter evitare in futuro nuove crisi come quella che stiamo vivendo.
Ma al momento manca una cosa: la concretezza.
Ci vuole un qualcosa di più, un passo avanti, una rivoluzione, un cambiamento. Solo il ritrovarsi, il darsi la pacca sulal spalla, il piangersi addosso, non serve più a nulla.
Ma riusciranno mai i grandi del mondo a ritrovarsi adu un tavolo e riorganizzare veramente le cose, proprio come era successo nello storico incontro di Bretton Woods, riorganizzando la politica monetarie e riprendendo in considerazione il ruolo di alcuni asset pilota, come ad esempio il dollaro?

 

Now, it’s time to change.

E sarebbe bello che questi cambiamenti venissero fatti prima che la barca sia drammaticamente ed inesorabilmente affondata.
Ma dubito che si potrà avere tanto…

STAY TUNED!

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