FRANCIA ed ITALIA: alla ricerca del nuovo MIRACOLO ECONOMICO
Quello visto nella giornata di ieri rappresenta il più tradizionale del “Sell on news“. Macron vince quasi in modo scontato ed il mercato, quindi, reagisce in modo neutro alla notizia. Ormai archiviata quindi la vittoria, si prova a guardare avanti. E questi significa capire e “scommettere” sulle capacità del neo Presidente eletto nel fare quanto promesso.
La piattaforma politica del nuovo presidente francese Emmanuel Macron e’ nel suo insieme positiva per il merito di credito della Francia in quanto mira a rafforzare la crescita di medio termine del Paese, pur continuando nel graduale processo di consolidamento del debito. Lo indica Moody’s in un rapporto. L’agenzia, per altro, rileva che l’esito delle elezioni legislative francesi di giugno sara’ cruciale nel determinare se il nuovo presidente sara’ in grado di realizzare il suo programma politico. (Source)
Quindi dalla nota di Moody’s si spengono gli entusiasmi e si cerca di capire COME il buon Macron potrà e saprà gestire il suo nuovo ruolo. Anche perchè la Francia vive tuttora una fase molto complessa e non esente da problematiche e rischi. Il grafico che Moody’s ci propone illustra un paese dove il debito, negli ultimi anni, non ha fatto che crescere e con una crescita del PIL reale che, invece, latita. Non so perchè ma mi ricorda un altro paese che noi conosciamo bene…
Debito in aumento, deficit in aumento, senza poi dimenticare che qui stiamo parlando del debito pubblico. E in riferimento al debito privato, la situazione è addirittura peggiore.
Questo secondo grafico è forse un po’ datato, ma almeno ci fornisce dati ufficiali della banca Mondiale. Parliamo di debito privato rapportato al PIL.
Interessante vedere come la Francia ci batta su questo aspetto che non deve essere sottovalutato. Infatti, tanto per cominciare, anche se non è pubblico, il debito privato rappresenta sempre una zavorra per la crescita economica. Innanzitutto troppo debito significa anche un aumento delle sofferenze. Troppo debito a questi tassi vuole anche dire, per il settore bancario, un aumento violento dei volumi delle concessioni (il che potrebbe anche essere un bene) ma con utili sempre più risicati e quindi un rapporto tra costi (NPL) e benefici sempre più limitato.
E proprio in questo ambito, il costo delle procedure di insolvenza (NPL) ed il tasso di recupero mettono di nuovo un po’ di spazio tra Italia e Francia.
Per farla breve, è evidente che in Francia hanno un debito privato maggiore ma, alla fine, è di migliore qualità. Qui (in Italia) invece il credito è stato gestito male già fin dall’origine.
Quindi Macron avrà delle sfide importanti, ma quello che dovrà provare il futuro premier italiano sarà una sfida ancora più aggressiva.
E cercare di mettere un freno alla crescita del debito è una condizione necessaria per provare a trovare un percorso di reale crescita economica.
Cercasi, insomma, la soluzione per quello che dovrà essere, per forza, il VERO miracolo economico italiano (nel senso che ci vorrà un miracolo)…
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Atomictonto…: fosse vero anche in parte quello che speri…il guaio è che è come chiedere al rapinatore non solo di restituire il bottino ma di aggiungere qualcosa dai bottini precedenti.-
In Italia ci vuole una cura da cavallo che i politici non vogliono fare perchè i primi a subire i tagli sarebbero lo e i loro “amici”. In primis va abbattuta l’idea, ampiamente superata dalla Storia e risalente a teorie Keynesiane di fine ‘800 seconde le quali “gli stati non posono fallire per principio”, dei “Diritti Acquisiti”.
Nessuno stato moderno può garantire diritti eterni disgiunti dalle congiunture economiche. In questa ottica vanno subito taglaite le “baby-pensioni” di gente che è in panciolle da quando aveva 38-40 anni (!!!) e comunque hanno nella maggior parte dei casi bar, ristoranti e piccole attività intestate ai parenti stretti. A ruota va abbattua la folle idea della “carriera automatica” nello stato, a tutti i livelli (FFOO, Esercito, Magistratura, dirigenza pubblica e compagnia cantante).
In questo modo si possono risparmiare 100-120 MLD anno di spesa pubblica da usare tutta per abbattere il Cuneo fiscale.
L’Italia riopartirebbe come una MOLLA con crescite del 3-4% all’anno.