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Facebook Coin : si preannuncia il declino bancario ?
In questi giorni le voci per cui Facebook stia per lanciare una propria “criptovaluta” si sono fatte sempre più insistenti, tanto che il New York Times con un lungo articolo si è già sbilanciato da dichiarare che l’iniziativa dovrebbe vedere la luce entro metà 2019.
Indipendentemente dal fatto che questa notizia sia confermata o meno, resta il fatto che il colosso dei social network da tempo sta reclutando esperti in blockchain, tanto da avere ormai uno staff di 50 tra tecnici ed ingegneri che stanno lavorando sul progetto: sarà una Facebook-Coin ?
In attesa di saperlo, per la società guidato da Mark Zuckerberg, realizzare un sistema di pagamento trasversale a tutte le proprie piattaforme social, Facebook, Whatsapp e Instagram, potrebbe essere sia un modo per consolidare la propria posizione sul mercato sia per aumentare il numero di utenti.
Oggi i cellulari si possono usare già con alcuni sistemi di pagamento, mentre Cina ed in oriente in generale la piattaforma social “Wechat” è già usata in modo diffuso per effettuare pagamenti e scambi di denaro, quindi l’iniziativa di Facebook non farebbe che confermare un trend: si sta passando dalla banca al cellulare.
Ma non è Bitcoin
Certamente la Facebook-Coin sarebbe un sistema ben diverso dalle criptovalute, quindi non farebbe concorrenza a Bitcoin ed altre crypto.
Una criptovaluta infatti è decentrata e non c’è modo di esercitarne alcun controllo: quale azienda potrebbe dare il via ad un progetto del quale non ci guadagna nulla né avrebbe modo di tenerlo dentro i propri binari ? Praticamente nessuna.
Lo conferma il fatto che le criptovalute sono tutte nate da gruppi indipendenti di programmatori o comunque raggruppati in associazioni senza scopo di lucro, come la fondazione di Ethereum o quella di Stellar Lumens.
Non credo di sbagliare quindi se dico che si tratterà di una “stable-coin” cioè una moneta elettronica di valore pari ad un dollaro, coperta da depositi bancari che l’azienda Facebook avrà nelle proprie banche con sede negli Stati Uniti.
Poi si vedrà: sicuramente una iniziativa di questo tipo dovrà coinvolgere anche altre valute come ad esempio l’Euro.
Ma a chi farà concorrenza la Facebook-Coin ?
Le Banche
Oggi quando arriva lo stipendio (per i fortunati che hanno questo privilegio) ci viene prima di tutto accreditato nel nostro conto corrente bancario, da dove poi si gestiscono tutte le spese : pagamenti con il “bancomat”, prelievi per contanti agli sportelli “ATM”, pagamento automatico delle bollette, della rata dell’automobile, del mutuo e quant’altro.
Cosa succederebbe invece se mensilmente metà dello stipendio venisse trasferita subito all’esterno della banca verso un sistema di pagamento alternativo ?
E non sto parlando di Bitcoin o criptovalute in genere, ma sto parlando di sistemi di pagamento elettronici che usano le valute tradizionali.
Magari sto esagerando, ma non sarebbe il caso di chiederci per quanto potrebbe reggere l’attuale sistema bancario e delle carte di credito di fonte ad una costante emorragia di denaro ?
Pensiamo ad esempio cosa potrebbe succedere se questi sistemi alternativi iniziassero a funzionare anche con i canali di vendita , sia online che i negozi sotto casa o nei centri commerciali.
Oggi tutti i siti di commercio elettronico, Amazon in primis, si pagano con la carta di credito o con altri metodi che passano attraverso il sistema bancario. Ma cosa accadrebbe se la gente iniziasse a pagare massicciamente con Wechat o con la Facebook-coin ?
Che ne sarà in futuro delle Carte di Credito se i social prenderanno questo ruolo ?.
La risposta mi sembra scontata: si dovranno ridimensionare.
Anche perché c’è un altro fattore da considerare: cosa se ne fa il commerciante di tutti questi pagamenti ricevuti su una piattaforma online? Qui la risposta è semplice: inizierà ad accreditare lo stipendio ai propri dipendenti con lo stesso sistema, cioè senza passare per il sistema bancario.
Questa cosa è già accaduta, anche se su piccola scala, proprio con la criptovaluta Bitcoin: qui in Italia in provincia di Trento, come documentato da alcuni servizi andati in onda su Rai3, quindi non ci sarebbe da sorprendersi.
Luci e Ombre
Usare la “Coin” di un social network sarà certamente molto comodo, ma dietro a certi vantaggi per gli utenti, di avere la banca nel cellulare, ci sono anche svantaggi o pericoli ?
Quello più evidente è il rischio di tenere le proprie risorse non dentro una banca ma dentro una piattaforma social: potrebbe non essere una buona idea. Non è chiaro infatti cosa succederebbe ai vostri “coin” se il social network decidesse di chiudervi l’account, oppure se l’azienda Facebook fallisse.
Sono casi estremi, ma certamente se dovesse succedere non credo sia molto conveniente fare un viaggio in aereo negli Stati Uniti per andare a reclamare i “coin” perduti.
E’ uno dei motivi per cui Bitcoin o qualsiasi altra criptovaluta basata su blockchain non si sentono assediate da Facebook-Coin e simili: non sono censurabili né possono essere congelate in un conto di qualsiasi azienda o banca.
Le crypto sono veramente “soldi” vostri: non c’è l’articolo 1834 del codice civile…
Alla fine della fiera
In questi ultimi mesi Facebook non ha mai smentito la notizia per cui starebbe sviluppando una propria “valuta”, inoltre sono emerse varie iniziative simili, come ad esempio le criptovalute di Telegram o bittorrent.
Come ho scritto poco fa mi sembra evidente il trend in corso: lo spostamento lento e graduale del denaro dai conti bancari verso gli smartphone, dalle carte di credito verso sistemi di pagamento alternativi.
Le macchine fotografiche digitali hanno lentamente fatto tramontare le pellicole, le mail ci hanno fatto rottamare i Fax; i treni elettrici hanno surclassato quelli a vapore.
Le criptovalute hanno il merito di aver impresso un colpo di acceleratore alla ricerca di sistemi di pagamento più semplici, più veloci e meno costosi, ma ora i social network potrebbero assestare un colpo al predominio di banche e carte di credito nei sistemi di pagamento.
Un amico un giorno mi ha detto che per fare una banca basterebbe solo un server. Bene, ora vediamo che c’è i rischio che rimanga solo il server, senza più nessuna banca.
P.S. Scusate, ma da fan della tecnologia non ho resistito all’idea di postare questo video. Prendetevi 4 minuti: si vede la costruzione di un grande Datacenter in provincia di Bergamo. Pur restando un sostenitore delle criptovalute sono prima di tutto un tifoso delle aziende italiane.