Disoccupazione: tra farsa, presa in giro e…realtà

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

Il dato preoccupa e stupisce. Secondo Reuters, oggi, 50 milioni di cittadini degli Stati Uniti d’America vivono in povertà. Ripeto, 50 milioni. Ma i numeri usciti nelle ultime ore ci disegnano una realtà che appare molto diversa. La disoccupazione sta diventando il grande tormentone di tutti: politici, economisti, giornalisti. E meno male! Sono anni che continuiamo a sottolineare l’importanza di questa tematica. Non esiste crescita solida e duratura se non accompagnata da una disoccupazione in miglioramento. E sulla disoccupazione USA ci sono tanti dubbi che devono essere chiariti.
Ma la cosa interessante che questi dubbi li abbiamo sempre avuti noi, ma… ce l’hanno anche oltre oceano, gli USA e niente poco di meno che Ben Bernanke. Non ci credete? Lo ha detto lui stesso.

«Il tasso di disoccupazione non può essere considerato più un parametro rappresentativo». (Ben Bernanke)

Intanto vi posto un grafico che ho creato e che mette perfettamente a nudo l’anomalia del tasso disoccupazione USA.
Qui troverete non solo il tasso di disoccupazione, ma anche il numero di ore medie lavorate a settimana, la percentuale delle persone disposte a lavorare (Labor Force Participation Rate) e il tasso delle persone occupate in età lavorativa.

US Employment & Unemployment chart

Clicca per ingrandire! Le stranezze su occupazione e disoccupazione USA

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Perché vi pubblico questo grafico? Perché già da qui capite benissimo che il tasso disoccupazione USA è variabile a seconda di COME viene calcolato. In rete ho trovato questa interessante slide che ci aiuta a capire quanto sia relativo il calcolo del tasso di disoccupazione.

(Source: IlSole24Ore)

Dal punto di vista ufficiale sappiate che il tasso di disoccupazione considera tutte quelle persone che sono senza lavoro e che stanno cercando un lavoro., secondo la definizione ufficiale dell’ILO:

Unemployment (or joblessness) occurs when people are without work and actively seeking work. The unemployment rate is a measure of the prevalence of unemployment and it is calculated as a percentage by dividing the number of unemployed individuals by all individuals currently in the labor force. During periods of recession, an economy usually experiences a relatively high unemployment rate. According to International Labour Organization report, more than 197 million people globally are out of work or 6% of the world’s workforce were without a job in 2012. (Source) 

Il grafico che vi ho proposto però illustra anche altri scenari. Quante sono tutte quelle persone che questo tipo di conteggio non considera? Gli “scoraggiati” che sono disoccupati ma NON cercano più lavoro sono carne da macello? Perché non è considerata? E quelli che non hanno cercato lavoro nelle ultime 4 settimane? Sono quindi tagliati fuori anche quelli. Inoltre i part-time sono considerati lavoratori a tempo pieno anche se magari un tempo lo erano. Ed ecco l’utilità del conoscere le ore medie settimanali in cui si lavora. Gli ultimi dati di questi giorni in effetti, appaiono strani anche a chi di finanza proprio non mastica nulla…

I posti di lavoro in ottobre negli Stati Uniti sono cresciuti oltre le aspettative: 204.000 contro una stima di 120.000. Il tasso di disoccupazione è salito come previsto al 7,3%. (Ansa)

Ma come? Aumentano i posti di lavoro oltre le aspettative e quindi aumenta la disoccupazione?
Quindi capite benissimo che dietro al famoso 7.3% c’è sicuramente un qualcosa di molto farlocco. Secondo alcune banche d’affari il tasso di disoccupazione reale negli USA gira sul 10%. Ma altre stime arrivano addirittura ad un iperbolico 24%, proprio analizzando in modo alternativo la tabella prima presentata.

Morale: in un mercato comandato e pilotato dalle politiche monetarie, buona parte delle quali sono proprio legate al tasso di disoccupazione, capite benissimo che questo dato “taroccato” condiziona tutto un processo economico e le stesse politiche delle banche centrali.
Ma come fare a fidarsi ancora minimamente di quanto ci viene propinato tutti i giorni dai burocrati USA e non solo?
Intanto, per la cronaca, il più grande problema che abbiamo in Europa oggi, lvvero la disoccupazione giovanile (ufficiale) ci “regala” questi numeri.
Dire che sono dati preoccupanti è poco…

Alle stelle le domande presentate per trattamenti di disoccupazione, secondo gli ultimi dati Inps. Nei primi nove mesi del 2013 ne sono state presentate 1.431.627, cioè il 27,7% in più rispetto alle 1.121.277 dello stesso periodo del 2012. L’Istituto di previdenza aggiunge che a settembre sono pervenute 116.002 richieste di Aspi (assicurazione sociale per l’impiego), 68.240 di mini Aspi e 377 di disoccupazione comprese tra ordinaria e speciale edile. (Source) 

La realtà, la vediamo tutti i giorni e la tocchiamo con mano. Ed è più cruda di quanto ci vogliono far credere. Su questo almeno non ci piove.

STAY TUNED!

Danilo DT

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3 commenti Commenta
Scritto il 11 Novembre 2013 at 12:52

Grazie Danilo, molto esaustivo 😉 E tu sai come la penso io 🙂 . Da anni sostengo che la disoccupazione viaggia intorno al 17%. Ci credo bene che bernanke ritenga che il dato sulla disoccupazione non sia più rappresentativo. E non potrà essere quel tipo di dato a determinare l’inizio o meno del tapering. Pensa un pò quanto salirebbe il dato se in america, grazie ad una maggiore fiducia, dovessero tornare ad iscriversi nei vari uffici del lavoro tutti quelli che da anni hanno rinunciato a farlo.

kry
Scritto il 11 Novembre 2013 at 22:51

Bernanke non è che l’esempio di chi rinsavisce dal momento che non si è più a libro paga. Anche il 7,6% della germania potrebbe essere taroccato, quanti sono i minijob?

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