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DERIVATI: ancora pari a 10 volte il PIL mondiale.

Scritto il alle 16:20 da Danilo DT

Tutto confermato. Sistema finanziario virtualmente fallito.

Tanto per farsi un po’ di autolesionismo, sono andato a pescare i dati procurati dalla BIS che sarebbe la Banca dei Regolamenti Internazionali, una sorta di Banca Centrale delle Banche Centrali.
Dati autorevoli tratta da una fonte autorevole.
L’argomento è ancora quello dei derivati.
Dall’analisi della BRI, l’importo dei nozionali a giugno 2012 è leggermente sceso (evviva!) passando a “soli” 639.000.000 milioni di dollari. Cifra che è in calo dell’1% da inizio 2012.
Calmiamo gli entusiasmi, in quanto complice di questo calo è stato anche il Dollaro USA che con una sua rivalutazione ha portato ad uan diminuzione di certi contratti espressi in Euro.( tanto per intenderci, un po’ di speculazione sulla moneta unica?).

I derivati sui tassi sono scesi un pochino, e ora sono assestati a 494,000 miliardi dollari. Gli importi nozionali dei derivati di credito sono diminuiti, a $ 27 trilioni. Al contrario, contratti di cambio in essere è saliti a $ 67 trilioni.
Insomma signori, si tratta sempre di cifre pazzesche e non dimentichiamo mai una cosa.
Il PIL mondiale (fonte Wikipedia)  è pari a 69.000.000 milioni di USD. Il conto è facile a farsi. I derivati restano sempre 10 volte il PIL del globo.

OTC derivatives total: il mondo dei derivati OTC

Interest rate derivatives

Credit default swaps

La mappa coi volumi dei derivati OTC

Certo, molti derivati sono a copertura e molti si “annullano” e si compensano. Però resta indiscutibile un fatto: il mondo dal punto di vista finanziario è virtualmente fallito da un bel pezzo (come possono essere esigibili questi contratti? Matematicamente impossibile)

SOURCE: BIS Report 

STAY TUNED!

DT

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7 commenti Commenta
lampo
Scritto il 16 Novembre 2012 at 20:45

Semplificando, la risposta alla tua domanda e’: sono esigibili finché pochi (una minoranza) ne richiede il pagamento (il rispetto del contratto).
Ne’ più, né meno di quello che succede con l’economia reale (le banche… ma non solo: provate a immaginare le aziende che chiedono immediatamente ai loro creditori, ovvero altre aziende, di pagare immediatamente quanto dovuto: ci sarebbe un fallimento a catena).
In pratica (sarò impallinato per quanto dico) tutta l’economia mondiale funziona sull’assunto che i vari contratti non devono essere rispettati contemporaneamente… nemmeno le rispettive risorse (accantonate… sempre che ci siano).

Scritto il 17 Novembre 2012 at 01:39

…of course!!!!

ciromot
Scritto il 17 Novembre 2012 at 02:26

Grande Lampo concordo in pieno.Il problema è che quando provi a dirlo(io ci provo a casa ogni tanto) ti prendono per matto…..

aaaa47
Scritto il 17 Novembre 2012 at 11:36

ci risiamo…la favoletta dei derivati
quello e’ il valore NOMINALE
per farla breve, semplificando al massimo, pensate alla RCA. pagate mille euro l’anno (cds) e la compagnia vi assicura per danni fino ad un milione (valore nominale)
ok?
siamo 30milioni di automobilisti in italia
le compagnie sono quindi esposte per un nominale di 30milioni x 1 milione a testa…di quante volte superiamo il pil italiano? di circa 15 volte….
supponiamo, scusate l’esempio macabro, che lunedi’ mattina, 10mila automobilisti in varie parti di italia, si sveglino con intento omicida
ognuno investe e uccide una persona
10mila x 1milione = le compagnie dovrebbero tirar fuori 10MILIARDI…
impossibile

Scritto il 17 Novembre 2012 at 14:16

Vero, come è vero (vedi prima slide) che buona parte dei derivati è di “copertura” di tassi.
Quello che fa paura è l’effetto che deriva dalla speculazione. LA leva finanziaria può dare danni immani in un mercato dove NON c’è una regolamentazione condivisa.
E su questo non ci sia nulla da aggiungere. 😉

kry
Scritto il 17 Novembre 2012 at 15:10

aaaa47@finanzaonline,

Mai dire impossibile. In Italia ci sono circa 8000 comuni da quello di 50 abitanti a quelli oltre il milione. Basta un pazzo per comune contro un politico o banchiere e l’impossibile diventa tragica realtà.

candlestick
Scritto il 17 Novembre 2012 at 16:12

aaaa47@finanzaonline,

il ragionamento non fa una piega, ora sarebbe bello capire oltrepassato il valore NOMINALE,
qual’è il valore reale che il sistema può reggere se si verifica una corsa alla chiusura dei contratti.

qual’è la soglia reale di stress oltre la quale il sistema andrebbe in crack?

grazie

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