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Crisi Argentina: si tratta ad oltranza ma intanto il mercato cosa vuole suggerirci?
Mica potevamo sperare che il giudice Griesa trovasse una soluzione valida per poter risolvere finalmente la nota questione dell’Argentina e dell’imminente rischio default. Ma neanche per sogno. Il giudice Griesa ordina “trattative ad oltranza” senza nulla decidere. Intanto per la cronaca, è slittato ad oggi l’incontro previsto ieri a New York tra i rappresentanti dell’Argentina, i fondi hedge e Daniel Pollack, il mediatore scelto da un tribunale americano per trovare un’intesa sul debito. Pollack ha detto che i legali di Buenos Aires non potevano arrivare puntuali all’appuntamento previsto per le 11 ora locale, le 17 in Italia. Ma a parte questo imprevisto, le tensioni tra le parti non mancano mai.
l governo argentino è tornato ad attaccare il giudice Thomas Griesa – il magistrato statunitense che si occupa del suo scontro giudiziario con gli “hedge fund” che non hanno accettato il concambio sui cosiddetti “tango bond” – per le decisioni che ha annunciato a New York, sostenendo che “non ha risolto nulla” in quanto al problema dei pagamenti ai detentori di titoli che hanno accettato gli swap. Intanto è slittato a domani l’incontro previsto per oggi a New York tra i rappresentanti dell’argentina, i fondi hedge e Daniel Pollack, il mediatore scelto da un tribunale americano per trovare un’intesa sul debito. Pollack ha spiegato che i legali di Baires non potevano arrivare puntuali all’appuntamento previsto per le 11 ora locale. […] L’Argentina ha chiesto una sospensione della sentenza, confermata dalla Corte Suprema americana, per evitare che scatti la clausola Rufo (Rights upon future options), che concede ai titolari di bond di chiedere pagamenti maggiori se l’Argentina paghi di più chi non ha accettato lo swap. Se la clausola Rufo, che scade alla in dicembre, entrasse in vigore le richieste potrebbero salire a 120 miliardi di dollari. (Source)
Quindi gli ultimi giorni saranno poi quelli decisivi, dove se Buenos Aires non trova un’intesa con gli hedge funds, il rischio default diventa concreto e reale.
MA attenzione, leggendo tra le righe ed analizzando le reazioni e comportamento dell’Argentina e sentendo per via privata un personaggio con “le mani in pasta”, le sensazioni sono che Buenos Aires non abbia nessuna intenzione di pagare. L’ipotesi di trovare una mediazione con gli hedge funds sarebbe plausibile ma Kirchner & Co ci vanno cauti: temono i rischi della famosa clausola Rufo. E sembra che la volontà di NON pagare sia venuta proprio da lei, la Kirchner, regista occulta e donna ancora molto potente in Argentina, malgrado tutto.
Morale: occorre aspettarsi di tutto e di più da qui a fine mese.
C’è un però…
Come sempre si dice il mercato ha sempre ragione.
E allora se ha sempre ragione, qualcuno mi sa dire cosa diavolo sta accadendo?
Mi spiego meglio. Se veramente l’Argentina è ad un passo dal default trovo leggermente contro ogni logica ritrovarsi con un CDS in discesa. Certo, la scadenza del CDS è a 5 anni, ma non mi sarei comunque aspettato di ritrovarmelo addirittura in ribasso.
Argentina 5yr
Ma soprattutto, ciò che più mi sorprende è quest’altro elemento. Prendendo un titolo a caso del debito argentino già in default e non rinegoziato (nella fattispecie un bond che sarebbe dovuto scadere nel 2003) negli ultimi ha subito un rally rialzista impressionante.
Ed oggi quota a 94! Un bond in default che quota quasi la nominale…
Bond Argentina 2003
I conti non tornano… Resta il fatto che, se scattasse la clausola RUFO Che costringe l’Argentina a pagare anche tutti gli altri obbligazionisti, semplicemente NON ci sarebbero soldi a sufficienza. E sul mercato dei cambi il peso (sia ufficiale che al “mercato nero”) contro dollaro USA si è nuovamente indebolito.
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(Macchianera Italian Awards 2014)
La sostanza è una: all’Argentina manca la grana… non possono pagare.
Qualcosa non quadra?
O ci si aspetta un riscadenziamento o le “accettabili” perdite a carico dei piccoli, non certo degli hedge funds.
Oppure hanno trovato qualcosa da vendere…