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Criptovalute, errori da non fare (III) – Orari e chiusure
Alle volte mi è capitato sentire da parte dei mass media alcuni strafalcioni sulle criptovalute che mi hanno fatto proprio divertire. Quella che ricordo maggiormente è quando hanno detto che alla chiusura dei mercati Bitcoin valeva “X” Dollari.
Le criptovalute, essendo globali, non hanno orari né esistono mercati da chiudere, quindi si tratta di un errore dovuto all’abitudine, un errore fatto credendo che tutto il mondo funzioni allo stesso modo, Bitcoin compreso. Le cose invece non stanno in questi termini, come spiegherò a breve.
Nel frattempo, per chi si è perso le puntate precedenti, nella seconda Link qui ho parlato di Wallet veri e di Wallet per gestire il trading da remoto, mentre nella prima (Link qui) ho parlato degli 8 decimali che ha Bitcoin rispetto ai 2 decimali che ha l’Euro.
Tempi andati
Come al solito, concedetemi un breve salto nel passato. Ricordo nel finire degli anni ’80, quando avevo poco più di vent’anni, che nel TG2 delle 13:00 c’era sempre il fondamentale collegamento in diretta con la Borsa di Milano, durante il quale Everardo Dalla Noce, giornalista economico di quel tempo, oltre a parlare di titoli e indici di borsa, presentava in diretta il fixing del Dollaro, cioè la quotazione ufficiale che chiudeva la giornata di contrattazioni della valuta americana.
All’epoca la quotazione veniva fatta ancora a mano, con il gesso su una lavagna, cosa che mi faceva sorridere, visto che da elettronico sapevo benissimo che si potevano sfruttare altri sistemi meno artigianali. Il fixing delle valute estere da parte della Banca d’Italia, come riportato anche da wikipedia, è stato definitivamente abrogato nel 1993, quindi posso serenamente affermare che oggi non c’è il fixing del Dollaro…. e nemmeno quello del Bitcoin!
Perché le crypto funzionano sempre?
Le criptovalute sono nate per essere usate come denaro, come contanti elettronici, pertanto devono funzionare 24 ore su 24, come fanno ad esempio le reti VISA o Mastercard o i sistemi come Paypal.
Del resto anche i siti di commercio elettronico come Amazon, EBay, & C. sono sempre online, quindi lo devono essere anche i sistemi di pagamento.
Di riflesso sono sempre online anche le piattaforme di scambio, gli Exchanges, dove si comprano criptovalute in cambio di Dollari o Euro e dove avvengono le contrattazioni tra domanda ed offerta di criptovalute, cioè il trading.
Se aprite i siti web delle varie piattaforme dedicate alo scambio di criptovalute, come ad esempio Coinbase, Bittrex, Bitfinex, Binance, Kraken o altri, e noterete che non hanno orari, ma sono sempre attivi.
E’ questo il motivo per cui non esiste nessuna chiusura di giornata; per queste piattaforme il tempo non esiste, funzionano ininterrottamente.
Di riflesso anche i prezzi delle criptovalute sono in continuo aggiornamento, perché seguono appunto l’andamento degli scambi che avvengono dentro queste piattaforme. Siti come Onchainfx, Coinmarketcap sono continuamente in aggiornamento (solitamente ogni minuto) perché appunto raccolgono in tempo reale dati che arrivano da tutti i più importanti exchange del mondo.
Confini inesistenti
Per completare lo schema ricordo che le criptovalute sono globali, cioè si muovono liberamente tra tutti i cittadini del mondo, senza che sia possibile interporre nessuna barriera.
Di conseguenza gli Exchange operano indipendentemente dalla cittadinanza dei loro utenti, un elemento che offre a queste piattaforme la possibilità di avere clienti da tutto il mondo (e di ampliare il fatturato, che deriva dalle commissioni sulle transazioni, circa lo 0,25%).
Questo è un motivo di più per essere sempre aperte, svincolandosi dall’ora locale, perché si amplia enormemente la platea dei possibili clienti, cosa che non sarebbe possibile se l’exchange chiudesse le contrattazioni alle 20 per riaprire alle 8 del giorno seguente.
Se quindi acquistate o vendete criptovalute su un portale americano (ad esempio Coinbase Pro) tenete presente che potete operare contemporaneamente anche su una piattaforma concorrente con sede a Singapore (ad esempio Liquid). Tra l’altro si tratta di piattaforme tutte in lingua inglese, quindi non troverete grosse differenze di utilizzo, a parte il diverso design dei rispettivi siti web.
PS: se non vado errato ad oggi di cryptocurrency exchange con la lingua italiana ce n’è solo uno, ovvero Binance una delle maggiori piattaforme di scambio al mondo (tanto che gira voce che abbia utili migliori di Deutsche Bank).
Poi naturalmente ci sono gli Exchange italiani: lo storico The Rock Trading ed il nuovo arrivato Coinbar.
Trading giornaliero ???
L’articolo potrebbe anche finire qui, ma vorrei utilizzare il tema degli orari per cercare di dissuadere tutti coloro che vogliono avventurarsi nella “folle” strada del trading a brevissimo termine.
Questa attività infatti, oltre ad essere densa di ostacoli e pericoli, ha una caratteristica per la quale forse forse è meglio lasciar perdere fin da subito: gli orari più interessanti del mercato delle criptovalute potrebbero NON essere quelli del nostro fuso orario!
Osservate il mese di Agosto, ad esempio su Coinmarketcap, e noterete come molti dei movimenti violenti di Bitcoin sono avvenuti in orari piuttosto diversi da quelli che potrebbero essere gli orari “lavorativi” europei.
Non intendo dire che il trader timbra il cartellino come un dipendente ma, al contrario, voglio dire al dipendente che improvvisarsi trader nel mondo delle criptovalute si rischia davvero tantissimo, un mondo dove per fare lo “speculatore” è necessario prima di tutto indovinare il timing delle proprie operazioni, che non si possono fare nei ritagli di tempo!
Bitcoin o altre crypto, infatti, potrebbero avere un movimento violento al ribasso o al rialzo alle 5 del mattino oppure alle 2 del pomeriggio come a mezzanotte. Dipende se lo fa una “balena” cinese oppure americana, ecc…ecc..
Inoltre, potreste andare a letto tutti allegri, pensando alla giornata positiva appena trascorsa….. e poi risvegliarvi il mattino seguente e scoprire che durante la notte i “mercati” crypto sono crollati con ribassi a due cifre!
Ma ci sono gli Stop Loss
Qualcuno più competente di me dirà che non è vero e che ci sono degli strumenti “informatici” che servono proprio per evitare queste situazioni, strumenti che vi consentono di dormire notti tranquille, ma non mi risulta che le cose stiano proprio in questi termini.
Per certi versi, se non vi documentate opportunamente, sta più al sicuro chi ha comprato Bitcoin e li ha messi da parte senza fare alcuna operazione di trading.
Penso che, dal punto di vista del calcolo delle probabilità, sia più facile perdere crypto improvvisandosi esperti con il trading piuttosto che smarrire il cellulare nel quale avevate l’unica copia del vostro wallet di Bitcoin.
Ricordatevi che gli exchange sono piattaforme che vivono in mercati non regolamentati, pertanto non c’è nessuno che sospende le contrattazioni per eccesso di ribasso o di rialzo: qui siamo nel libero mercato!
E’ vero che gli exchange alcune volte sono intervenuti, ma sono casi rarissimi.
Le crypto pertanto possono avere oscillazioni enormi in pochi minuti, soprattutto quelle meno capitalizzate. Il problema di queste variazioni è che inserendo certi automatismi le vostre crypto potrebbero venir vendute a prezzi veramente stracciati, causandovi delle perdite ben maggiori di quanto potevate immaginare.
E oltre al danno rischiate anche la beffa, perché ci sono stati molti casi in cui le forti perdite, proprio grazie alla volatilità, sono state compensate o azzerate dopo qualche giorno.
Avevate messo un limite alle perdite ad 80, invece “grazie” agli automatismi della piattaforma, la criptovaluta è stata venduta a 25: adesso cosa fate ? Fate causa ad una società con sede a San Francisco o Shanghai ?
Presumo sia una strada non percorribile.
Meglio quindi fare a mano e operare con molta calma e sangue freddo, soprattutto nei primi periodi, evitando gli automatismi dei quali non si conoscono le funzioni (tanto meno il comportamento in condizioni estreme).
Prendete questa mia spiegazione con le pinze, è solamente un sollecito ad informarvi; certe cose posso essere anche in via di miglioramento, ma comunque documentatevi con molta attenzione prima di avventurarvi ad impegnare proprie risorse nel trading sulle criptovalute.
E’ necessario usare google, iscriversi alle chat di telegram, leggere nei blog e nei forum ed infine come sempre dovete mettere solo quello che siete disposti a perdere.
Rimando comunque anche alla documentazione degli Exchange, qui ad esempio le spiegazioni in italiano di The Rock Trading, e qui di Binance.
Conclusioni
Nel mondo delle criptovalute non esistono né sedute né orari; non esistono né sabati né domeniche, tanto meno feste nazionali, ponti ed altre amenità italiane.
Tutto continua 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno.
Mi è capitato tempo addietro di conoscere al alcune persone che facevano trading giornaliero nel settore delle criptovalute, ma si trattava di persone organizzate in modo da fare turni, talvolta anche di notte, pur di non perdesi i momenti più “interessanti”, cosa che un singolo ovviamente non può fare.
I cripto-sostenitori invece non praticano nessun trading: spostano i loro risparmi in un wallet e sotterrano la chiave privata aspettando periodi migliori. Vendere le proprie cripto ? Nemmeno sotto tortura! Forse non hanno tutti i torti.
Arrivederci alla prossima puntata, con argomenti “monetari”: inflazione e circolante.
Link Utili
Articolo del Febbraio scorso sulle commissioni in bitcoin (nel gergo “Fee”) e sulla loro variazione sulla base dei fusi orari.
https://bitcoinexchangeguide.com/research-shows-bitcoin-btc-transaction-fees-vary-based-on-timezones-night-is-cheaper-than-day/