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Criptovalute, errori da non fare (II) – I Wallet proprietari

Scritto il alle 11:35 da Marco Dal Prà

Continuiamo la nostra serie di approfondimenti tecnici sulle criptovalute parlando questa volta dei software che mettono a disposizione le piattaforme di compravendita di Bitcoin & C. Si tratta di programmi per accedere al proprio account direttamente da dispositivi mobili ma senza passare per un browser Web, programmi che talvolta sono chiamati impropriamente wallet. A breve vedremo le fondamentali differenze.

Come ho ricordato nelle puntate precedenti (Link qui), le criptovalute sono software nati per il trasferimento di valore in modo decentralizzato. Attualmente sono poco usate per lo scopo originario ma sono molto usate come strumenti speculativi, da cui il loro prezzo estremamente variabile.

Ne consegue che investire e fare trading con le criptovalute sul breve e brevissimo periodo è molto rischioso e soprattutto richiede competenze specialistiche. Proprio per questo, prima di intraprendere questa impervia strada, vi consiglio di informarvi molto attentamente.

Ad esempio gli analisti spiegano che coloro che hanno comprato Bitcoin sul lungo periodo, gli “early adopters“, cioè i pionieri di questa tecnologia, hanno visto un aumento nella consistenza dei propri fondi veramente molto elevato (riferito alla quotazione in dollari nell’arco di circa 5 anni).

Certamente questo fenomeno è stato causato dal consolidamento della tecnologia, ma va soppesato con molta attenzione nelle vostre valutazioni se dedicarvi al breve oppure al lungo periodo.

In ogni caso, sia che vogliate acquistare Bitcoin per fare i cassettisti, sia che vogliate dedicarvi seriamente al trading di criptovalute, prima di tutto dovete approfondire le basi tecnologiche e gli strumenti per usarle.

Il tutto per non fare errori che talvolta posso essere irrecuperabili.

 

Banche e Criptovalute

Le criptovalute come Bitcoin funzionano in modo analogo ad una banca; hanno dei “conti correnti”, ciascuno identificato con una sorta di codice IBAN, ed hanno dei clienti che si scambiano queste monete virtuali tramite operazioni che possiamo assimilare ad un giroconto.

In Bitcoin l’archivio con le movimentazioni dei conti correnti non è detenuto da una entità centrale, un intermediario o una banca, ma è memorizzato direttamente nei PC dei correntisti.

E’ praticamente una banca distribuita: tutti i clienti formano la banca.

Questa struttura tecnicamente funziona ma ha tre importanti controindicazioni:

  • ad oggi servono almeno 250 Gigabyte del proprio Hard Disk per tenere memorizzata la blockchain, cioè l’archivio con tutte le movimentazioni di tutti i conti correnti;
  • la blockchain aumenta di circa 1 Megabyte ogni 10 minuti;
  • è necessario tenere il PC acceso…. a vita !

Sono state quindi trovate delle soluzioni semplificate, user-friendly, costituite da programmi molto più leggeri che vengono chiamati wallet.

 

Wallet su Blockchain

Innanzi tutto non fatevi impressionare dai nomi: wallet significa semplicemente portamonete, si tratta inoltre di programmi piuttosto semplici.

In un wallet essenzialmente si trovano queste tre funzioni:

  • visualizzare lo storico dei propri pagamenti (che vengono scaricati dai nodi della rete, quelli che detengono l’intera blockchain)
  • tenere archiviata la propria chiave privata (la firma digitale con la quale si impartiscono gli ordini di pagamento)
  • inviare le proprio criptovalute ad altri, cioè eseguire pagamenti.

Un wallet generalmente opera sulla blockchain della propria criptovaluta; per Bitcoin posso prendere ad esempio Electrum oppure la app italiana Altana, ma ci sono anche wallet che operano su più criptovalute, come ad esempio Jaxx, o Exodus oppure Eidoo.

I wallet sono programmi gratuiti e soprattutto Open Source, cioè programmi nei quali  chiunque può guardare “sotto al cofano”.

Trust Wallet, App con le chiavi private

Trust Wallet, è una app che gestisce numerose criptovalute contemporaneamente

 

Un wallet che opera nella blockchain non ha la necessità aprire account presso nessun sito internet: l’apertura del proprio “conto corrente” avviene in modo molto semplice quando si installa il wallet nel PC, nel Tablet o nello Smartphone.

In particolare, al momento dell’installazione vengono scelte in modo casuale 12 o 24 parole dell’alfabeto inglese, dalle quali il programma genera la fatidica chiave privata e di conseguenza anche l’indirizzo per depositare nel vostro “conto”.

Tutto molto semplice, ma con due elementi da considerare:

  1. il possessore di quella chiave privata è l’unico ad avere accesso a quel conto (infatti i bitcoin non si possono né rubare né sequestrare).
  2. il possessore è responsabile di tenerla archiviata in modo sicuro, pena l’impossibilità di accedere alle proprie crypto.

Questa caratteristica presenta quindi un rischio “tecnologico” al quale non siamo né preparati né abituati, cioè il rischio di perdere irrimediabilmente i nostri fondi.

Ecco perché molte piattaforme di scambio, gli exchange, hanno sviluppato delle soluzioni alternative, con diversi vantaggi ma con alcuni svantaggi.

Vediamoli

 

Wallet che non sono wallet

Gli exchange sono piattaforme web per fare compravendita di criptovalute e sono dotati anche di strumenti per il trading: il famoso libero mercato nel quale si forma il prezzo di Bitcoin & C. nasce proprio in queste piattaforme.

Molti exchange mettono a disposizioni dei clienti delle App per gestire “da remoto” i fondi che avete nella piattaforma, sia da dispositivi Android che Apple iOS, ma si tratta di programmi proprietari, cioè ad uso esclusivo di quel determinato exchange.

Queste App talvolta sono chiamate wallet, ma questo modo di chiamarle è errato, perché non sono programmi che accedono alla blockchain.

Non hanno cioè alcuna chiave privata ma solo la password per accedere rapidamente e comodamente al sito dell’exchange; in pratica si tratta di programmi sviluppati per semplificare il trading dal cellulare, senza dover usare il sito Web di quel determinato exchange.

 

Binance – App per il trading con le criptovalute

 

Di queste “App” deve essere chiaro un concetto fondamentale: le criptovalute che vedete sono depositate nella piattaforma, come se fossero dentro la cassetta di sicurezza di una banca. Se l’exchange subisce un furto le vostre criptovalute sono a rischio, come effettivamente è successo.

E’ comunque vero che le grandi piattaforme sono ormai dotate di strumenti di sicurezza di alto livello ed anche di assicurazioni o comunque garanzie finanziarie per tutelare i propri clienti. Il rischio pertanto è andato sfumando e si fa sentire solo in luoghi piuttosto lontani, diciamo non controllabili.

Naturalmente le App degli exchange sono molto pratiche ed offrono quell’immediatezza necessaria a chi si occupa di trading e deve seguire l’andamento dei mercati crypto in tempo reale.

Per contro, per ottenere l’App dovrete aprire un account dentro quel preciso exchange,  seguire tutte le procedure AML/KYC (Anti-Money Laundering/Know Your Customer), versare dei fondi, generalmente in Euro/Dollari ed infine associare il vostro account al vostro smartphone.

Per fare tutto questo dovrete perdere parecchio tempo, ma il tutto dipende dal vostro scopo.

 

Alcuni esempi

Vediamo ora quali sono alcuni degli exchange più famosi che hanno anche la propria applicazione per dispositivi mobili, app che vi consentono di gestire quanto avete depositato presso l’exchange, indifferentemente che siano monete fiat o criptovalute:

  • Poloniex
  • Bitfinex
  • Bitstamp
  • Coinbase (*)
  • Binance (**)

Altre piattaforme come Bittrex, Kraken non mettono a disposizione degli utenti una app per il trading da remoto, ma questo non significa che si tratti di exchange meno validi. Tra l’altro non vedo come si possa fare trading in modo professionale con il cellulare, anziché dotarsi di un paio di schermi da 24 pollici, quindi resta il sospetto che queste app siano molto “di facciata”, senza una reale necessità da parte degli utenti.

Aggiungo poi due precisazioni:

(*) Coinbase è sicuramente l’exchange più famoso del mondo; ha sede in California, a San Francisco ed il suo fondatore, Brian Armstrong, è molto presente nei media finanziari americani. Questo exchange ha due App ma non sono affatto spiegate. Spero quindi di non sbagliare nella spiegazione che segue: il primo, che si chiama “Coinbase Wallet — Crypto Wallet & DApp Browser” dovrebbe essere un vero wallet che opera su blockchain (di diverse criptovalute), con tanto di chiavi private,

Il secondo invece si chiama “Bitcoin Wallet” e dovrebbe essere quello che permette di lavorare da remoto sulla piattaforma web, anche se non sono riuscito a capire se accede al portale standard oppure al portale Coinbase PRO, cioè quello che interessa ai trader.

In breve, da uno degli exchange più noti… mi sarei aspettata maggiore chiarezza!

(**) Binance è uno tra gli exchange più grandi del mondo in termini di volumi. Ha una App per gestire il nella prattaforma, che è disponibile sia per Android che per iOS.La società comunque controlla anche lo sviluppo di Trustwallet, un vero wallet per dispositivi mobili molto noto, che opera sulle blockchain di numerose criptovalute, tra le quali Bitcoin ed Ethereum.

 

Le API

Importante infine ricordare che tutti gli exchange mettono a disposizione dei prori utenti le API (Application programming interface), cioè gli strumenti per accedere ai dati tramite software di terze parti, oppure da un programma che vogliate svilupparvi in proprio.

Tanto per fare un esempio, a questo link trovate le API dell’exchange italiano “The Rock Trading”.

 

Conclusione

Alcuni utenti cadono nell’errore di credere che le App per il trading fornite dagli exchange siano dei wallet. Come abbiamo visto, questa informazione non è corretta.

Nella tabella seguente ho riassunto le caratteristiche principali degli strumenti software per la gestione delle criptovalute. E’ vero che ci sono anche molte soluzioni ibride, ma la tabella è di carattere generale, serve per comprendere i concetti fondamentali.

Per sommi capi, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Se si vuole fare trading bisogna depositare i propri fondi in una piattaforma di scambio e porre nell’exchange la propria fiducia, per poi gestire le operazioni via Web oppure con la loro App per dispositivi mobili, oppure da un proprio software tramite le API.

Se invece si devono conservare le proprie criptovalute a lungo termine oppure se dovete prendervi una pausa dal trading, dovrete prelevarle dall’exchange e depositarle nel vostro wallet, che può essere un software installato su Smartphone o su PC, oppure anche un dispositivo Hardware, cioè degli strumenti che tengono memorizzate in sicurezza le vostre chiavi private. Un argomento nel quale torneremo.

 

Nel frattempo ho in preparazione la puntata n. 3, dove parleremo di orari.

Un saluto cordiale a tutti.

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