CRESCITA ECONOMICA: il mondo va. L’Eurozona è in recessione. Occorre cambiare marcia altrimenti perderemo tutto.

Scritto il alle 11:11 da Danilo DT

Spesso si dice che “guardare il prato del vicino” ti porta sempre a vedere la sua erba come più verde. E a volte, guardandoci intorno, vien da chiedersi se siamo noi troppo pessimisti ed esterofili, oppure se veramente il mondo va avanti (e in qualche punto continua a correre) mentre qui, se va bene, siamo fermi. Anche se poi ultimamente, si va indietro…
Il FMI con le sue analisi, non ci ha certo regalato delle perle di saggezza inestimabili ultimamente.

“L’Italia pare aver superato i momenti maggiormente critici, ma c’è le necessità di proseguire con le riforme, soprattutto alla luce della debole crescita economica. Il Bel Paese si sta muovendo nella giusta direzione, ed ha adeguati livelli di capitale che gli stress test hanno dimostrato sufficienti a reggere anche uno scenario particolarmente avverso per il settore bancario”. (…) “Lo stato dell’economia è negativo dal punto di vista della crescita e quindi l’Italia deve continuare con le riforme, avendo comunque già fatto un lavoro molto importante in questo senso”. (…) “Il rally dei mercati finanziari potrebbe non essere sostenibile se falliscono i progressi fatti per affrontare le sfide di medio termine. La crisi finanziaria globale potrebbe trasformarsi in una fase cronica se le azioni politiche finora adottate dovessero subire un arresto”.

Ok, qui in Italia le cose non vanno bene e noi ne eravamo pienamente al corrente. Alle analisi banali ma corrette del FMI, vanno poi aggiungersi quelle dell’Eurostat, che non sono meno allegri, anche se molti altri nostri partner non sono certo in migliori acque…

Il rapporto fra deficit e Pil italiano è stato pari nel 2012 al 3%: lo comunica l’Eurostat,che rivede al rialzo di 0,1% la stima provvisoria di febbraio (2,9%). Il debito pubblico italiano nel 2012, in particolare, è stato pari al 127% del Pil.

Cresce anche debito altri paesi Ue – E neppure le notizie che arrivano dall’Europa non sono incoraggianti. Sale nella Ue il debito pubblico dei paesi: nel 2012, sempre secondo Eurostat, il rapporto debito Pil è salito al 90,6% nell’Eurozona (era all’87,3% nel 2011) e all’85,3% in Ue27 (dal precedente 82,5%).
La Grecia si conferma al primo posto con il 156,9%, seguita dall’Italia con il 127%; vengono poi Portogallo (123,6%), Irlanda (117,6%), Belgio (99,6%). La Francia ha debiti pari al 90,2% del Pil, la Germania all’81,9% e, fuori dall’Euro, il Regno Unito al 90%.

(…) Toccare il 3% (di deficit PIL) nel 2012 non preclude all’Italia la fuoriuscita dalla procedura. “Il 3% è un valore nominale scritto nei trattati ed è un obiettivo per il quale gli stati si sono impegnati. E’ un criterio molto importante ma abbiamo sviluppato una lista di criteri per la procedura di deficit eccessivo. Guardiamo anche alla qualità dello sforzo fatto, non solo ai valori nominali,” ha spiegato Bailly rispondendo ad una domanda specifica sull’Italia. (Source) 

E quindi se l’Italia piange, il resto dell’Europa non è certo sorridente.
Ma per rendere meglio l’Idea buttate un occhio a questo grafico.

Guardate la crescita dei BRICS e dei paesi emergenti in generale. E poi guardare il tasso di crescita delle corissette economie “core”, tra cui ovviamente anche l’Eurozona… tutti bene o male fanno qualcosa di buono. E in Eurozona? Picche… Ma se poi vogliano proprio la massima evidenza, eccovi il grafico “definitivo”

Le prospettive per la crescita economica in Occidente sono desolanti, secondo l’ultimo World Economic Outlook del FMI , pubblicato il 16 aprile. Il mondo è destinato a crescere poco più del 3% nel 2013, ma i paesi “ricchi” rimarranno indietro, espandendosi solo al 1,2%. La crescita dei mercati emergenti, al contrario, sarà superiore al 5%, con l’Asia e l’Africa subsahariana con un tasso di crescita pari al 7% e 5,6% rispettivamente.
E ovviamente l’Eurozona, là in mezzo, desolatamente senza una direzione, ma ferma al palo. Ora è chairissimo che qualcosa NON funziona proprio della Governance del continente. E i signori tedeschi devono capire che invece il mondo va avanti. Certo, molti paesi godono di una politica monetaria sicuramente discutibile. Però la NOSTRA politica monetaria ultradifensiva, ci porterà a perdere tutta la competitività che avevamo accumulato nel corso del tempo. E progressivamente, finiremo seppelliti dalle nuove economie che galoppano.
Ovvio, si potrebbe parlare per ore della sostenibilità della crescita economica di questi paesi. Intanto però noi qui siamo in recessione piena, con disoccupazione al galoppo e crisi profonda. Questo, da solo, giustifica la necessità di un cambiamento.
Andare avanti così, non si può, non si deve ed è assolutamente autodistruttivo.

Intanto però, mettiamo a confronto NON il PIL ma l’andamento in borsa di mercati “sviluppati” ed “emergenti”. Qualcosa non torna? O forse la FED &Co ha condizionato un po’ i mercati?

STAY TUNED!

DT

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10 commenti Commenta
pecunia
Scritto il 23 Aprile 2013 at 12:08

buongiorno DT,

ho letto in ritardo il post circa l’ Hindenburg Omen e l’ho trovato molto interessante. Per me è tutta roba nuova….
Riguardo invece alla mappa del GDP growth , ti confermo che ho amici e familiari a Lima/Perù i quali mi stanno riferendo da tempo che là le cose vanno alla grande come non mai.
Qui invece la realtà è di una tristezza infinita.
Mi auguro che il sacrificio di Napolitano serva a raggiungere lo sblocco della crisi politica e produca dei frutti.

john_ludd
Scritto il 23 Aprile 2013 at 12:22

Recenti studi da parte di personalità come Jeremy Grantham e Chris Brightman prevedono che al massimo la crescita media in USA da qui al 2030 sarà attorno all’1%. Solo i consulenti di Wall Street perserverano nel ritenere che la crescita tornerà al 3% presto. In Europa difficile possa essere diverso. I paesi emergenti sono destinati a diminuire la loro velocità di crescita man mano che l’effetto dell’esplosione demografica rallenta. E infine e soprattutto la crescita economica in termini di PIL è correlata al 100% alla disponibilità di energia a basso costo e data la pervasività delle supplly chain globalizzate il petrolio è il sangue vitale… ma il prezzo di produzione dell’ultimo 10% è ormai sopra gli 80 $ e salirà molto oltre nel prossimo decennio. Con un prezzo previsto attorno ai 180 $ entro il 2025 e la necessità di petrolio a 50 $ per avere crescita come in passato non c’è trippa per i gatti.

Scritto il 23 Aprile 2013 at 13:13

Sicuramente non c’è trippa per gatti, infatti il rallentamento sarà globale, però è fuori di dubbio che certe arre avranno comunque tassi di crescita ben più significativi dei nostri.
Facciamo l’ipotesi di una Cina che vada a crescere solo più il 4% all’anno. Una crescita più dalutare e sotto controllo, magari pilotata dai consumi interni e non solo più export oriented. Ma noi a quel punto che faremo? Beh, il rischio di trovarci a -2% credo sia tutt’altro che irreale…

john_ludd
Scritto il 23 Aprile 2013 at 13:30

Dream Theater,

Noi siamo già a -2%. Il vero dramma è che l’Italia aveva le possibilità di non essere così malmessa. Il nostro è un paese prevalentemente manifatturiero che produce beni che potrebbero avere una grande mercato proprio nei rimanenti paesi a crescita elevata o comunque maggiore di quella in occidente. Prodotti che potrebbero sfuggire alla inevitabile guerra valutaria in atto che diverrà aperto protezionismo in futuro, perché sono prodotti di nicchia la cui domanda nasce proprio laddove vi è un nascente strato di borghesi di buon reddito. Avrebbe necessità di una grande flessibilità nella gestione del cambio, che non ha. Le aziende che lavorano prevalentemente sull’estero vanno molto meglio delle altre ma potrebbero avere uno sviluppo assai maggiore trainando un indotto maggiore. Vediamo quanta quota di mercato i giapponesi recupereranno ai tedeschi, è molto importante vedere cosa accade perché deve essere chiaro che il Giappone non sta tentando di creare “nuovo mercato” ma di prendere una quota di mercato che c’è già a chi lo ha ora. Ennesima prova che il sistema è sempre più instabile e l’apparente minima (e forzata) volatilità può produrre il suo opposto come una pentola a pressione che non si lascia sfogare neanche quando la temperatura è 1000 gradi.

Relativamente a cosa può accadere ai mercati se le ipotesi di bassa crescita sono corrette, questo è uno studio recentissimo:

http://www.crestmontresearch.com/docs/Article-Game-Changer.pdf

Sono convinto che quanto scrivo da tempo sia fondato, non riesco a trovare da nessuna parte dati che vadano in senso opposto. Si badi che non affermo che non ci sarà evoluzione, affermo che l’attività economica lorda sarà al massimo costante e alla peggio in calo. C’è chi vince e c’è chi perde anche in questo caso.

john_ludd
Scritto il 23 Aprile 2013 at 13:59

vedo che oggi le borse europee salirebbero in anticipo del taglio dei tassi, ennesima dimostrazione che i comportamenti sono ormai puri riflessi condizionati senza alcuna attenzione al dato economico di base, ma puramente automatici. La differenza tra 0,75% e 0,50 o anche 0,25% è puramente semantica. Non modificherà la crescita economica di uno iota.

bergasim
Scritto il 23 Aprile 2013 at 17:28

gran giornata anche oggi , dati macro di merda ma si sale

E intanto la bolla gonfiata con la liquidità delle banche centrali cresce, non ditemi che che il decennale italiano al 3,92% ha senso? o no, se non grazie al cash che arriva da altre parti, non certo per i nostri fondamentali o per la forza del nuovo ( vecchio ) governo che verrà.
E solo sempre aria fritta, altro che supposte o resistenze.

john_ludd
Scritto il 23 Aprile 2013 at 17:59

bergasim,

“When the music stops, in terms of liquidity, things will be complicated. But as long as the music is playing, you’ve got to get up and dance. We’re still dancing.”

Charles O. Prince, (former Citigroup chief executive), July 2007

lucianom
Scritto il 23 Aprile 2013 at 20:15

Cosa è accaduto alle ore 1PM negli states quando il dow è andato in negativo?

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