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CORPORATE USA: al momento gli States non sono ancora in “bancarotta”
Il petrolio è stato uno dei grandi protagonisti del mercato in questi ultimi mesi. E credo che questo non si metta in discussione. Il crollo del prezzo del petrolio ha creato danni ovviamente alle società estrattive in primis ma anche a tutto l’indotto.
Se guardiamo al mercato Usa è ovvio che a subirne le peggiori conseguenze è innanzitutto il ramo dello shale oil. Molte società di quest’area hanno anche saputo rimodulare il loro business e, anche se a fatica, sono riuscite a stare in piedi.
Dall’estate 2014 il calo del prezzo del greggio ha causato agli investitori perdite per almeno 150 miliardi di dollari e il valore delle 300 maggiori compagnie petrolifere è sceso del 39%: un taglio da 2.300 miliardi.
Se andiamo a guardare quindi gli indici che vanno a pesare gli spread del settore high yield, notiamo certi dati molto importanti. Il numero di società con uno spread maggiore a 1000 bp rispetto al risk free è decollato negli ultimi mesi. Ma fate bene attenzione: se andiamo a togliere il settore energy, il grafico assume un altro aspetto.
High Yield: se togliamo il settore energy…
Certo, il livello dei titoli che trattano a spread elevati è aumentato ma siamo ai livelli del 2011. Quindi viene ad essere “revisionato” il tremendo quadro che era condizionato dal prezzo del petrolio.
Ma non finisce qui.
Ho scaricato da bloomberg l’indice delle bancarotte. Il risultato è molto interessante.
Bloomberg Corporate Bankruptcy Index
Come potete vedere, l’indice delle società USA in bancarotta non è assolutamente “out of control”. Siamo a 119 e solo se si va oltre area 144 il quadro diventa molto pericoloso.
MORALE: il quadro che deriva da quest’analisi è sicuramente la testimonianza di quanto stiamo dicendo da tempo. Dire che gli USA sono GIA’ in recessione non è corretto. Che ci siano tanti problemi, questo è innegabile, come è altrettanto verosimile che stiamo intraprendendo un percorso che probabilmente ci porterà (FUTURO) ad una recessione, ma al momento la fotografia del mercato ci illustra un quadro meno fosco.
RIPETO: per ora. Quindi, no al catastrofismo. Ma massima allerta, visto che la situazione si sta deteriorando e con una FED meno intraprendente, l’area 144 potrebbe anche essere superata.
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