Commodity in crisi: ma ora un rimbalzo è più che lecito

Scritto il alle 11:11 da Danilo DT

Collassa l’oro, ma molto interessante analizzare il comportamento grafico di petrolio (Brent) e rame, due commodity molto legate al ciclo produttivo e alla crescita economica.

In questi giorni, gli operatori si sono concentrati soprattutto sulla forte correzione che ha colpito l’oro: ma fate ben attenzione a cosa è successo ad altre materie prime ben più importanti, se confrontate con l’economia ed il ciclo produttivo.
Mi riferisco all’andamento di rame e petrolio.
Se l’oro in fatti non sta bene di salute, altrettanto si può tranquillamente dire anche per queste due fondamentali commodity

Grafico Petrolio (Brent)

Da 120$/bar ad un minimo a 98$. Direi un crollo quasi esagerato per l’oro nero, che tecnicamente diventa decisamente interessante. La figura in candlestick è da inversione di breve periodo ed è supportata, cosa molto importante in questo tipo di analisi, da un RSI in divergenza , ipervenduto e volumi molto forti. Che il mercato ora esasperi al ribasso le paure di recessione? Certo, guardando l’andamento dei mercati finanziari (borse) sembra leggere tra le righe una profonda confusione… Come è possibile che il trend dell’equity continua imperterrito ad essere positivo mentre le commodity legate al ciclo economico collassano? Qualcosa non quadra. Intanto un rimbalzo del petrolio è quantomeno molto probabile e area 100$/bar potrebbe rappresentare un forte supporto sia tecnico che psicologico.

Grafico Rame

E che dire del rame? Nulla di più di quanto sia stato detto sul petrolio. Anche in questo caso la correzione è stata massiccia, quasi esasperata e anche qui troviamo però tutti i presupposti per un rimbalzo.
Ripeto, rimbalzo, non inversione di tendenza, anche perché è molto chiaro quello che sta “vedendo” il mercato: rallentamento economico globale, rischio recessione, deflazione e…rischio rallentamento QE3.
Non un bel quadro.
Manca all’appello un elemento. La correzione dell’equity. Ma su quest’ ultimo fattore, influirà non poco il comportamento della FED, ancor più che i risultati aziendali.

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DT

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21 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 17 Aprile 2013 at 11:23

…stamani circolava la voce di un down-grading del rating della Germania…. ne sapete qualcosa???

john_ludd
Scritto il 17 Aprile 2013 at 11:57

DT forse oltre ai grafici sarebbe il caso di pubblicare i dati sullo stato delle riserve di petrolio in USA ai massimi storici e di rame nei magazzini cinesi pari alla produzione di più anni. Poi certo c’è il grafico che come per l’oro di 10 giorni poteva suggerire un rimbalzo perchè in ipervenduto. Sai meglio di me come funziona il ciclo della finanziarizzazione delle commodities quindi lo riepilogo per i lettori che non ne sono a conoscenza e non x te che lo sai ma forse a volte lo ritieni meno importante di un bel grafico. Vorrei poi si riflettesse sul dato dei consumi di petrolio in Italia ormai ai minimi dal 1998 e non certo perchè siamo diventati più bravi ed efficenti nell’uso dell’energia.

“…Not only is oil at risk, all commodities are. To understand why this is so,
one has to understand how speculators position themselves in the market. Commodity
speculators buy futures, ETF’s or other structured products; most of these contracts are
backed by the actual commodity stored in warehouses61. As real demand stagnates or
doesn’t pick up things can go wrong very rapidly. As with the housing boom and bust a
large part of commodity demand comes from people who don’t intend to take delivery of
the commodity, their only goal is to sell it to someone else for a higher price who also has
no intention of taking delivery. When credit become tight and QE programmes are
stopped the market can collapse very quickly. As money moved into non-performing
assets like aluminum and while the economy at large is not expanding, these trades can
rapidly unwind. If speculators sell their ETFs or futures and there are no new buyers in the
market, warehouses will liquidate their commodities and may have to sell in a market with
little or no demand. This can crush prices and further trigger speculators to sell more
futures and ETFs. If investors start to lose money in one commodity they will try to cover
their losses by selling another. A huge sell off in commodities has a negative impact on
producers. For example if oil price dropped below 70 dollars a barrel a large part of the US
shale gas industry would be wiped out.

Mainstream media paid a lot attention to the sell-off in gold, hardly mentioning the
concurrent sell-off in oil, combined with the fact that the US has more oil in storage than
ever.

For gold we saw the same pattern, a sell-off in futures, options and ETFs
triggered a price drop…”

Avere oro fisico ha ancora senso se chi lo comprato lo ha fatto con l’unica ottica possibile (assicurazione, bene al di fuori del sistema finanziario e con un minimo di arguzia al di fuori del controllo dello stato e facilmente trasportabile dove vi pare) ma sulle commodities io compro solo quando la finanza mi fa il grande favore di portare il prezzo al di sotto del costi di produzione. Allora si può comprare e poi basta solo aspettare (a la fine del mondo o la ripresa dell’economia, non c’è una terza possibilità). Oggi c’è già qualcosa di molto importante al di sotto o in prossimità del costo di produzione, un gelato al pistacchio x chi indovina.

E’ il tempo di pensare al ritorno DEL capitale non SUL capitale !

kry
Scritto il 17 Aprile 2013 at 12:17

john_ludd@finanza,

L’argento. Il gelato al pistacchio non mi piace. Scusa c’è il link di quanto scritto in inglese. Grazie. Ciao.

snapjibe
Scritto il 17 Aprile 2013 at 12:21

Il Rodio.

john_ludd
Scritto il 17 Aprile 2013 at 12:31

kry@finanza,

bravo 7+ !!!

nessun link, è tratto dall’ultimo GEAB che è a pagamento. Non che sia d’accordo su tutto quanto scrivono gli analisti di GEAB ma sul sistema finanziario hanno sempre fatto una buona analisi. Una voce da seguire nel marasma dei tempi che viviamo. Comunque non comprerei argento ora, scenderà ancora e l’oro non ha un costo di produzione di 800$ come spesso si legge, questo vale solo per le miniere più antiche, i progetti più recenti hanno un break even del costo full-in sopra i 1100 – 1200 dollari e questa è la ragione per cui le azioni delle società minerarie sono ai minimi storici e l’indice delle miniere junior che ancora i goldbugs raccomandano come grande occasione, si è polverizzato: sono in fallimento perchè hanno piani finanziari con costi sotto stimati e ricavi sovra stimati, un classico perenne per la dannazione.

Siamo all’inizio della seconda e decisiva gamba di deleveraging, stavolta avremo fallimenti a catena nel sistema finanziario, occhio dove mettete i soldini…

snapjibe
Scritto il 17 Aprile 2013 at 13:57

Da bravi iniziamo a stilare una lista di commodities-prezzo di produzione.
Oro: 1100
Rodio: 800-900
Argento:
Rame:
Nickel:
ma anche
Grano:
Soia:
Zucchero:
Caffè:
Credo il deleveraging lo faranno scontare ai risparmiatori imbottiti a puntino di ETC.

Ciao

PORTELLO
Scritto il 17 Aprile 2013 at 14:16

e l argento come lo comprereste, mi date un voto alle varie opzioni pls:
– 1 tipo conti buillionvault…tengo loro il fisico, c’e’ costo mensile per detenerlo, puoi scegliere di comprarlo e tenerlo in diversi paesi..hai un tuo conto personale
-2 sprott physical fund..compri azioni dell etc
-3 fisico a casa…ma ci paghi in italia iva 21% e pesa….

john_ludd
Scritto il 17 Aprile 2013 at 14:29

PORTELLO,

ecco qua piccoli eserciti di speculatori attirati dal facile e ovvio guadagno di una commodity sotto il prezzo di costo. Non è ovvio x niente ! Il gas naturale in USA è sotto il costo di produzione da anni e lì per ora resta. C’è uno stock di argento o di oro immenso. La vendita di gas è regolata da contratti pluriannuali che ci vuole uno specialista per comprendere. Se compri qualunque cosa che non comprendi bene rischi di perderci le penne, poi ti chiedi “ma come non era un affare, l’ho letto su internet c’era un tale che scriveva che il prezzo era basso, che bastardo” A me piace tentare di conoscere le cose ma da qui a costruirci una strategia speculativa ce ne corre tanto. Quando l’ho fatto di solito ho perso. Lo scopo del post di cui sopra è per l’ennesima volta ricordare che questo è il mondo della finanza, dove tutto non è quello che sembra, dove il 99% sono cibo per i lupi.

fdonni
Scritto il 17 Aprile 2013 at 14:39

john_ludd@finanza,

Ricordo che tempo fa scrivesti che per i tuoi investimenti avevi optato per un Permanent Portfolio “modificato”. Sono anche io un fautore di questa strategia (anzi diciamo che lo sto diventando) per cui sarei curioso di conoscere la tua opinione e soprattutto la tua “variante”.

Grazie.

snapjibe
Scritto il 17 Aprile 2013 at 14:40

A volte vince chi NON partecipa alla guerra….un po’ come nel film War Games 1983.

john_ludd
Scritto il 17 Aprile 2013 at 17:00

fdonni@finanza,

ho ridotto tutto tranne il cash che è preponderante e i bond lunghi usa che compro solo quando vedo il terrore che comincia a frasi strada. Penso potremmo assistere all’impensabile: tutte le categorie di asset che vanno giù come pere tranne i titoli governativi e qualche bond corporate a rendimento comunque ormai zero. Basta una banca bella grossa che va in crisi e tutta la curva in usa e germania sino a 5 anni va a rendimenti negativi. Sai quante occasioni ci sono in giro che questo accada ? Di quanto renda il mio portafoglio nei prossimi 12 -24 mesi non mi frega nulla basta che esista ancora. Tuttavia come noto sono un pessimista cosmico.

john_ludd
Scritto il 17 Aprile 2013 at 17:05

Se c’è una cosa che mi piacerebbe vedere è questa: vedere lo yen che in torna indietro bruciando all’istante la torma di speculatori che vi si è avventato sopra. A oggi le istituzioni finanziarie giapponesi non si stanno liberando di assets in yen… sai che male giù in basso dietro se lo s&p fa una correzione anche solo del 10% !!!

ciromot
Scritto il 18 Aprile 2013 at 02:37

Mi accodo anche io all’invito….dopo aver letto tuo intervento ho fatto delle ricerche per ottenere qualche dato sui prezzi di produzione e nn è semplice,almeno io nn ho forsela competeza adatta…..spero nell’intervento di qualcuno esperto come Lampo o Gremlin…..sarebbe una tabella importante che terrei come riferimento….

snapjibe@finanzaonline:
Da bravi iniziamo a stilare una lista di commodities-prezzo di produzione.
Oro: 1100
Rodio: 800-900
Argento:
Rame:
Nickel:
ma anche
Grano:
Soia:
Zucchero:
Caffè:
Credo il deleveraging lo faranno scontare ai risparmiatori imbottiti a puntino di ETC.

Ciao

snapjibe
Scritto il 18 Aprile 2013 at 10:13

La tabella ben venga anche se non precisissima servirà cmq ad essere un po’ più consapevoli e meno suggestionabili dalle tentazioni della finanza per tutti.

Attenzione però il prezzo non è tutto.
Bisogna vedere la liquidità del mercato e chi sono i produttori.
Il Rodio per esempio è prodotto dal SudAfrica 80% e dalla Russia 20%, inoltre, se prendete l’ETC non hedgiato di db vedrete che gli scambi sono ridicoli e di conseguenza il prezzo lettera ed il prezzo denaro differiscono tra loro in maniera NON trascurabile.

Attenti quindi a non rimanere incastrati in un “finto” mercato.

Ciao

fdonni
Scritto il 18 Aprile 2013 at 10:33

john_ludd@finanza,

Ma allora non è più un Permanent Portfolio! 🙂

L’assunto fondamentale del PP è che non bisogna fare previsioni, e tu le stai facendo sui bond lunghi. E anche che non bisogna modificare i pesi delle asset class (tranne forse in una circostanza specifica, cioè quando non si hanno a disposizione bond abbastanza lunghi, allora se ne può aumentare il peso).

Se posso permettermi, ti farei altre due domande:

1) Quindi come sono i tuoi pesi?
2) Hai investito comunque solo su USA oppure (come diceva HB) hai investito “a casa tua” ? Perchè purtroppo il PP ha funzionato benissimo per 40 anni nell’economia americana, ma è dimostrato che non si sarebbe comportato altrettanto bene in quella giapponese (per es.). La mia paura è che anche l’economia europea si stia giapponesizzando….

Ciao e grazie ancora.

snapjibe
Scritto il 18 Aprile 2013 at 11:21

Fdonni,

I permanent portfolio, i portafogli basati sugli indici, l’accumulazione a costo medio etc. etc. si basano sull’assunto che il mercato azionario cresca indefinitamente sul medio-lungo periodo.
Questo è vero se c’è crescita economica o inflazione o tutte e due.
Adesso siamo in pieno stallo quindi stai attento ad andare appresso agli investimenti con il pilota automatico (indici o panieri di beni rifugio o un mix dei due).

Torniamo al principio base: compro l’azione di un’azienda se ritengo che abbia i conti in ordine, sia profittevole ed abbia un business solido. Se si è in grado di fare questa analisi e si hanno dati sicuri bene, altrimenti alla larga.

Insomma bisogna ritornare a PENSARE che è diverso dallo SCOMMETTERE.

Facci caso che sui siti di Finanza compaiono i banner con la pubblicità dei siti di scommesse…..

Ciao

fdonni
Scritto il 18 Aprile 2013 at 12:45

snapjibe@finanzaonline,

Sono d’accordo solo in parte. Sull’assunto che il mercato cresca nel medio lungo periodo si basa tutto il mondo come lo conosciamo. Se come dice John Ludd un bel giorno tutte le asset class andranno giù assieme, allora ci sono poche cose da fare: investire solo in beni reali (casa in cui vivere, terra da coltivare e qualcosa che vogliono tutti tipo barili di benzina) perchè qualunque portafoglio subirà perdite.

Comunque in passato ci sono stati periodi di stallo, non è certo il primo. E riguardo lo scommettere, il PP è lontanissimo da quella logica. L’analisi che tu dici, non è alla portata di tutti (anzi, di pochissimi direi) e comunque potrei anche sbagliarla. Per me equivale comunque a una scommessa.

Insomma, se dobbiamo investire (e dico se, non è obbligatorio) il PP mi sembra una delle migliori alternative possibili in mezzo a un mare di fuffa…

PORTELLO
Scritto il 18 Aprile 2013 at 15:28

john_ludd@finanza,

purtroppo ho gia’ investito in oro e argento..quindi volevo approfittarne di aumentare le posizioni

come idea…vorrei comunque detenere un 5-10% del mio patrimonio in questi due assets

forse caleranno ancora, forse come dici tu rappresentando l’ 1% neanche degli investimenti globali non avranno mai un aumento di valori eccezionale dovuto ad un interesse generale…non lo so

alla fine, essendo addirittura piu’ pessimista di te, avro’ costruito una piccola assicurazione e un giorno la passero’ ai miei figli e/o nipoti…

vorrei pero’ chiederti un parere da esperto, cosa ne pensi di questi progetti/energie…saranno il futuro e rappresentano degli investimenti sensati in questo periodo?
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6de832b5-f144-4a1d-97a2-7dd25a946ffa-tg2.html?iframe

grazie

john_ludd@finanza,

john_ludd@finanza,

john_ludd@finanza,

john_ludd
Scritto il 18 Aprile 2013 at 17:31

PORTELLO,

io non sono un esperto di prodotti finanziari, non sono neppure un esperto di finanza sempre che ne esista qualcuno. Ho qualche rudimento di storia, di scienza e di economia. Saper fare soldi con i soldi è un arte che non coltivo e per la quale non sono certissimamente dotato. Sono invece certo che sia molto facile perdere quattrini, quindi tutto quello che faccio è teso a perderne il meno possibile, è quindi impossibile che possa essere di aiuto a qualcuno, sorry !

PORTELLO
Scritto il 18 Aprile 2013 at 17:46

Grazie lo stesso John Ludd, volevo solo sapere se credi che il bioetanolo sara’ effettivamente utilizzato sempre di piu’ visto anche quello che dicevi su un petrolio sempre piu’ costoso da estrarre

snapjibe
Scritto il 18 Aprile 2013 at 18:39

Portello,

Tieni presente che attualmente la maggior parte dell’energia utilizzata è prodotta tramite tecnologie che da un punto di vista scientifico risalgono al 1800. Mi riferisco a turbine a vapore, turbine a gas e motori a scoppio. In questi anni tutte queste macchine sono state affinate ma la sostanza scientifica, l’elaborazione dei concetti sottostanti è rimasta quella.

E’ un po’ come se per far di conto utilizzassimo ancora qualche calcolatrice meccanica non ancora basata sull’utilizzo dei numeri in base binaria (0, 1).

Questo per dirti di quanto il grande gioco dell’energia sia assolutamente politico e diretto a fini politici al di là di ogni valutazione veramente economica o spinta tecnologica.

Lo stesso nucleare è una rozzissima applicazione della fissione del nucleo tanto rozza da produrre un mare discorie radioattive, ma anche quella aveva una ragione politica (fare in fretta una bomba e poi fare in fretta un sottomarino).

Ciao

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