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Commodities: la base del sistema
Probabilmente alcuni di voi hanno avuto occasione di leggere testi da analisi tecnica. E probabilmente qualcuno dei lettori del blog conoscerà un personaggio che si chiama J.J. Murphy. No, non è quello della “famosa legge di Murphy”. Qui si tratta di una cosa molto diversa. Il suo testo “Intermarket Technical Analisys” è considerato di diritto una delle pietre miliari dell’analisi intermarket.
No market trades in isolation
Il testo ruota su alcuni punti cardine. E coloro i quali ho l’onore di ospitare come ospiti nel blog, già sanno che molto spesso tiro fuora la frase che “i mercati sono legati da una serie di correlazioni”. E proprio grazie a queste correlazioni è possibile capire, valutare, anticipare situazioni economiche e anche per giustificare il comportamento dei mercati finanziari. E, badate bene, quando parlo di “giustificare i comportamenti dei mercati finanziari” non parlo di scoop o rumors giornalistici (la borsa sale perché Bush è andato in ferie, la borsa scende perchè la Merkel ha preso l’influenza…) ma parlo di trend e di macroeconomia. Cose visibili e concrete.
All’initerno delle varie correlazioni, il settore che in assoluto possiamo considerare fondamentale è senza dubbio…..l’azionario? …l’obbligazionario? ..il valutario? Ebbene no… il più importante è forse il settore meno conosciuto dai risparmiatori “comuni”, ovvero le materie prime. Dal loro comportamento si possono dedurre anche comportamento dei bonds, a causa dell’iflazione che generano, dell’equity e anche del valutario.
Non voglio andare oltre altrimenti scriverò un post di sola teoria. Preferisco andare al sodo.
Rame, Petrolio, Oro e Baltic Index
In un post dello scorso week end ho parlato del crollo del prezzo del rame. Il segnale non era positivo in quanto significava un rallentamento della domanda soprattutto dei paesi asiatici. Altre commodities molto importanti invece hanno mantenuto un trend veramente fortissimo. Mi riferisco sia all’oro nero che all’oro giallo. Questi due metalli hanno un peso determinante sull’indice di settore il CRB, il quale indice si è mantenuto ancora molto forte. Ma i segnali di un rallentamento iniziano a farsi sentire anche nel settore di queste commodities. Il petrolio ormai (come ho già detto) è a dei livelli oltre i quali difficilmente lo vedremo andare (sul WTI e sul Brent sono “short” da quando ha sfiorato i 100 $/bar.).
Ma c’è di più. C’è un indice, un indicatore di mercato di cui parlo spesso, il Baltic Index, che si riferisce ai noli delle imbarcazioni. Guardate il grafico:
…e’ evidente che l’indice Baltic, dopo aver raggiunto livelli siderali, ha cominciato prima un rallentamento ed ora sta abbozzando un’inversione di tendenza. I costi di trasporto erano arrivati a livelli folli e incidevano troppo sul prezzo finale del prodotto. Un elemento in più che testimoniava lo stato di esegarata grazia di materie prime come il petrolio. Il Baltic di solito funge da anticipatore. Quindi se tanto mi dà tanto, il petrolio a 90$ ha i giorni contati.