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COEFFICIENTI DI CORRELAZIONE
Questo post non ha solo una valenza statistica, ma è un vero e proprio vademecum strategico per poter valutare come investire il denaro. Lo considero un vero e proprio “regalo” per tutti gli amici lettori del blog, sia quelli che ormai definisco “di casa” e sia per quelli che sono “lettori occasionali” nella speranza che prendano parte alla nostra allegra (ma costruttiva) combriccola finanziaria.
Indice di correlazione
L’indice di correlazione o coefficiente di correlazione è un numero compreso tra -1(correlazione asimmetrica) – 0 – (correlazione minima) – e 1 – massima – e indica la misura in cui le due serie tendono a muoversi in sincronia – tralasciando ogni relazione di causalità.
Se il coefficiente di correlazione è basso vuol dire che le variazione di due mercati non sono correlati ovvero hanno una relazione scarsa e non si influenzano o non hanno movimenti correlati.
Più l’indice di correlazione tende a 1 e più gli indici sono correlati.
Per esempio l’indice Dow Jones potrebbe avere una correlazione di 0,5 con il DAX o con il FTSE o con il MIB30 – SPMIB viceversa potrebbe avere una correlazione pari a 0,01 sull’andamento della pancetta affumicata o sull’andamento del succo di arancia. Come si è visto la correlazione esprime il legame tra due grandezze come l’andamento dell’investimento ed il mercato – benchmark – di riferimento oppure tra due tipi di investimento.
Il coefficiente è sempre compreso tra +1 (correlazione positiva perfetta: investimento e benchmark si muovono nella stessa direzione e con la stessa intensità) e -1 (correlazione negativa perfetta: investimento e benchmark si muovono in direzioni perfettamente opposte).
È molto importante ai fini della diversificazione di un portafoglio
(Tratto dal sito : http://www.investimenti-finanziari.it)
Quindi capite benissimo che, in ambito intermarket, riuscire a creare una “tabella” con i vari mercati , con scritti i vari coefficienti di correlazione, può diventare un elemento fondamentale per poter monitorare con attenzione l’evoluzione delle correlazioni.
Guardate qui cosa si può vedere da queste tabelle. Sono riferite agli ultimi 6 mesi di mercato (e quindi sono correlazioni di breve, o se preferite, di tipo tattico)
LEGENDA DEI CODICI
SPX = S&P 500
US1 = TBond USA (30 anni)
RX1 = Bund Germania (30 anni)
GC1 = Oro
CL1 = Petrolio WTI
CRY = Indice CRB
G250 = Indice mercato immobiliare globale
CNY = Yuan cinese vs. USD
JPY = Yen Giappone vs. USD
EUR = Euro vs. USD
Correlazioni positive (dirette)
Sono quindi le correlazioni che troviamo quando due assets hanno lo stesso trend. Cosa notiamo di interessante?
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SPX: è sorprendente notare la correlazione tra SP500 e mercato immobiliare. Viene confermato il legame tra la forza dello Yen e le borse (arancio)
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US1: ovvia la correlazione col Bund (verde)
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GC1: ottima correlazione con petrolio e con Euro (quindi tutto confermato e nulla di nuovo) (viola)
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CRY: ovviamente correlato con oro e petrolio, ma…l’importanza del secondo è assolutamente determinante (rosa)
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EUR: correlazione con le materie prime (rosso)
Apparentemente non ci sono grosse novità. Possiamo solo dire che la nostra view generale di correlazione era corretta! Ovviamen te lo scenario potrebbe cambiare. E se farete i bravi, vedrò di tenervi aggiornati.
Correlazioni negative (indirette)
Vale a dire “il rovescio della medaglia”. Qui notiamo che si muovo in modo opposto, in modo rilevante, i seguenti elementi:
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SPX: opposto ai bonds (è il fly-to-quality!) (verde)
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US1: opposto a SP500 e JPY (vedi sopra) (grigio)
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RX1: opposto allo Yen (per il discorso di carry trade e reverse carry trade)
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G250: opposto ai bonds
E questo è quanto. Queste tabelle sono un po’ più complesse ma posso assicurarvi che, se lette correttamente, possono dare una visione del mercato più nitida.
Stay tuned!
DT