Cina e Giappone: accordo valutario?

Scritto il alle 14:45 da lampo

Qualche giorno fa (27 dicembre) è apparta una notizia economica, che (forse) a molti è sfuggita. Non a tutti i lettori del blog, visto che è stata citata nei commenti. 😉

Si tratta di un “accordo simbolico” fra Cina e Giappone per promuovere l’utilizzo, al posto del dollaro americano, delle loro valute nazionali per i futuri scambi commerciali ed investimenti ([1]).

Simbolico… perché, dal punto di vista politico-economico, non è che potevano affermare:

“Basta! Non useremo più dollari!”

Quindi l’uso di quella particolare parola… smorza un po’ i toni… e tenta di far passare come meno importante l’accordo.

Ma è veramente così?

I due Paesi sostengono di voler prendere tale iniziativa per ridurre i costi e i rischi per le loro aziende, iniziando “lo sganciamento dal dollaro”, principale mezzo di scambio.

In realtà pare sia la continuazione della politica giapponese per incentivare l’uso dello yen come principale valuta di scambio nell’area asiatica, che non è stata vista di buon occhio dalla Cina.

Il Giappone, per conquistare il partner commerciale, si è reso disponibile ad acquistare Titoli di Stato cinesi denominati in valuta cinese (renminbi o yuan, come preferite…).

Ricordo che c’è sempre stata una sorta di contrapposizione/competizione fra Cina e Giappone… non per niente le olimpiadi asiatiche… si svolgono anche per smorzare tali toni e prese di posizione.

D’altronde come non dargli torto vedendo l’evoluzione, nel corso dell’ultimo ventennio, del rating dato al debito sovrano cinese da parte delle principali agenzie ([2]):

In questo modo la Cina ci guadagna nella graduale affermazione della sua valuta, come mezzo di scambio non solo a livello asiatico, ma anche internazionale.

D’altronde tutti noi siamo al corrente che la Cina sta già, da diverso tempo, “rastrellando” e accumulando riserve in oro… (ci sarà pure un motivo?)

E gli USA come hanno reagito?

Il Dipartimento del Tesoro americano ([3]), nel recente rapporto semestrale sulle valute (tra l’altro tardato di pubblicazione… nella speranza di un apprezzamento della valuta cinese), ha criticato tale mossa, soprattutto sugli interventi giapponesi compiuti sul mercato delle valute, necessari per indebolire lo yen (iniziative pertanto non appoggiate dagli States).

Però tenta di minimizzare ([1]):

“Yet the amount of trade that has been settled between yen and renminbi has been so minimal that official statistics measuring such flows do not exist.”

Ovvero:

Eppure l’ammontare degli accordi di scambio commerciale che coinvolge yen e renmimbi è talmente irrisorio che non esistono statistiche ufficiali che misurino tali flussi”.

Ai posteri l’ardua sentenza!

In merito alla valuta cinese, l’amministrazione USA si è ben guardata dal definire la Cina, un “manipolatore di valute”… ma ha precisato che il percorso di apprezzamento dello yuan rispetto al dollaro USA è ancora incompleto!

In parole semplici considera la valuta cinese ancora sottovalutata rispetto al biglietto verde, e preme affinché la Cina provveda a:

–  una maggiore flessibilità dei cambi;

– migliorare la partecipazione delle aziende straniere nel suo mercato interno (in nota ho riportato il link ad un interessante report di approfondimento);

–  cambiare l’impostazione di fondo del suo sviluppo economico, basato principalmente sulle esportazioni.

Il noto ed indipendente Peterson Institute for International Economics stima ([4]) che lo yuan sia sottovalutato rispetto al dollaro in un intervallo compreso tra l’11 e il 24%!

Se avete tempo leggetevi l’intervista (nota n. 3) citata tra le fonti in fondo al post: si sono molti spunti interessanti… sulla guerra valutaria in corso!

Ciò soprattutto perché i cinesi, con la recessione in corso (rallentamento economico se vi piace di più) nei principali Paesi consumatori dei loro beni, sono fortemente preoccupati per le loro esportazioni (il mercato interno non riesce ancora a sopperire a quello esterno).

A dimostrazione di ciò, pochi giorni fa, mi è capitato di vedere il seguente grafico ([5]): riporta variazioni percentuali, su base trimestrale, delle esportazioni cinesi verso USA, UE e UK.

Non credo che abbia bisogno di spiegazioni!

D’altro canto anche gli USA sono preoccupati per la loro bilancia commerciale in notevole deficit nei confronti della Cina, come evidenziato nel seguente grafico ([6]):

 

E anche nel 2011 le previsioni non sono per niente rosee, visto i dati degli ultimi mesi ([7]):

E l’Europa?

Anche l’Europa è preoccupata.

Lo dimostra un recente studio della Direzione Generale delle Politiche Esterne dell’Unione che analizza le “Relazioni commerciali UE-Cina” ([8]), dieci anni dopo l’entrata di Pechino nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Riporto solo un grafico che mostra l’evoluzione degli scambi commerciali negli ultimi 10 anni:

Anche qui non credo siano necessarie spiegazioni.

Questo schema ([9]) evidenzia in particolar modo il dato del 2010:

Cito, dallo stesso rapporto, questa emblematica frase:

Tra gli Stati membri dell’UE-27, la Germania è di gran lunga il principale attore del commercio bilaterale tra l’UE e la Cina.

Nel 2008, da sola, la Germania era responsabile del 43% delle esportazioni dell’UE in Cina (34 miliardi di euro) e del 21% delle importazioni totali dalla Cina (51 miliardi di euro).

Inoltre colgo l’occasione per ricordare, per chi l’avesse persa, l’ottima ed interessante analisi di Gaolin: La data che cambiò la storia economica: Cina nel WTO.

Mi fermo qui.

Buona riflessione.

Lampo

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 [1] Financial Times – China and Japan agree currency push (27 dicembre 2011).
 In italiano, nello stesso giorno la notizia (citando la fonte precedente) è stata riportata qui:
TM News –  Cina e Giappone, annunciano accordo su promozione loro valute (27 dicembre 2011).
Per quanto riguarda la partecipazione delle aziende USA nel suo mercato interno cinese e sulla svolta delle implicazioni della Cina da quando è entrata nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, c’è questo rapporto molto interessante, redatto per il Congresso americano:
United States Trade Representative – 2011 Report to Congress On China’s WTO Compliance (dicembre 2011).
[2] Barclays Capital – Asia Local Market Guide 2012 (27 dicembre 2011) – Pag. 18.
[3] The Wall Street Journal – U.S. Criticizes Japan, China on Currencies (28 dicembre 2011).
Vi riporto, per par condicio, anche una fonte vista dall’altra parte coinvolta:
The China Post – US chides Japan, doesn’t call China currency manipulator (29 dicembre 2011).
[4] Peterson Institute for International Economics – China’s Currency: Modest Appreciation but Still Undervalued – (17 novembre 2011).
[5] Barclays Capital – Global Economics Weekly (16 dicembre 2011) – Pag. 3.
[6] Congressional Research Service – China-U.S. Trade Issues (30 settembre 2011) – pag. 2.
[7] U.S. Census Bureau – 2011 : U.S. trade in goods with China (Ultimo aggiornamento 9 dicembre 2011).
[8] Direzione Generale delle Politiche Esterne dell’Unione – Relazioni commerciali UE-Cina (14 luglio 2011). E’ tradotto un po’ male! La versione originale in inglese è qui: EU-China Trade Relations. Il grafico riportato proviene da pag. 13.
[9] Parlamento Europeo – Notizie – UE-Cina: riequilibrare l’economia mondiale (17 ottobre 2011).

6 commenti Commenta
Scritto il 30 Dicembre 2011 at 15:33

Come sempre un Lampo spettacolare e senza eguali. Grande Lampo! Ottimo post, ottimi spunti!! 🙂

paolo41
Scritto il 30 Dicembre 2011 at 16:44

… purtroppo è proprio la posizione della Germania, come esportatore principale in Cina nell’ambito dei paesi europei, che blocca qualsiasi iniziativa di ostacolare il dumping dei mandarini…
Per contro il governo cinese ha dichiarato l’intenzione di limitare l’importazione di autovetture e di togliere i finanziamenti ai costruttori auto che assemblano in Cina.
Nel nostro piccolo, stanno ostacolando l’importazione dell’olio di oliva;….. tra poco, se imparano anche a coltivare gli oliveti, ci troveremo con l’olio d’oliva cinese….!!!!!!
Che ci sia una guerra sulle valute è innegabile…così come i mercati mondiali si stanno avviando verso un maggiore protezionismo….

mananieri
Scritto il 30 Dicembre 2011 at 20:21

Quando apro il pc ci sono 2 siti che vado a visitare immediatamente.
Voi e Cobraf.
Ho conodciuto Gremlin a Castrocaro e devo dire che la sua professionalita’ e gentilezza e’stata

mananieri
Scritto il 30 Dicembre 2011 at 20:29

Quando apro il pc ci sono 2 siti che vado a visitare immediatamente.
Voi e Cobraf.
Ho conosciuto Gremlin a Castrocaro e devo dire che la sua professionalita’ e gentilezza e’stata illuminante. Gli articoli di tutti Voi ,sono molto equilibrati,eleganti nella grafica ,ma soprattutto pieni di contenuti.
C’e’ un aspetto che mi intriga : Perche’ Gremlin non ritiene possibile un default piu’ o meno pilotato
dell’Italai visti i numeri ai quali non e’ possibile scappare? Forse si puo’ rallentare prendendo tempo con la stamperia della BCE ,ma i volumi sono indubbiamente troppi.
Auguro a tutti Voi ,un 2012 ricco di salute e …….gain.

elmariachi
Scritto il 31 Dicembre 2011 at 09:13

L’euro ha toccato un nuovo minimo a 10 anni contro lo yen e si tiene vicino al livello più basso raggiunto in 15 mesi contro il dollaro

quindi lo yen è abb forte (paese debole con moneta forte…strana alchimia)

http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE7BT00K20111230

http://www.firstonline.info/a/2011/10/06/giappone-lo-yen-forte-e-unoccasione-unica-per-le-a/a3981218-3769-483f-809b-0018ff4f2c14

con lo yen forte le sme dovranno guardare all’estero

http://www.bwob.ca/topics/global-issues/strong-yen-forcing-japans-small-businesses-to-look-abroad/

e ciò va a scontrarsi però con le due forze (cina e corea) più con il fatto che lo yen è così forte

tanto forte è lo yen tanto debole è lo renminbi

http://www.globserver.com/en/china/press/increased-selling-reveals-signs-renminbi-weakness-2011-12-16

con un euro debole saremo avvantaggiati nelle esportazioni ma anche soggetti alle speculazioni in campo borsistico (in un anno la borsa italiana ha perso il 25%….quindi è possibile che qualcuno faccia acquisti nel mercato borsistico italiano….il dax ha perso intorno al 8%… con un euro debole ci guadagnerà la germania….ed in effetti l’indice ifo è in rialzo.)

http://www.firstonline.info/a/2011/12/20/germania-sale-la-fiducia-delle-imprese-indice-ifo-/cf00a7e1-01ad-4cc8-b15b-3d6ceca9da1d

per quanto riguarda la strategia cinese rimando a questo articolo della faz (una conferenza sulla strategia da perseguire) in modo da trovare degli equilibri possibili con scenari diversi (l’Europa ce la farà? come combattere l’aggressività americana in campo economico?….)

http://www.faz.net/aktuell/feuilleton/strategiekonferenz-china-muss-der-welt-ideen-liefern-11583254.html

forse si andrà verso la definizione di tre grosse macroaree dal pdv finanziario (od un riequilibrio delle zone finanziarie globali):

– l’area del dollaro
– l’area dell’euro
– l’area dello yen

un semplice riequilibrio di forze (qualcuno cede, qualcuno guadagna)

elmariachi
Scritto il 31 Dicembre 2011 at 09:31

L’india è il mercato del futuro per la Germania

http://bedaromano.blog.ilsole24ore.com/2011/05/e-lindia-il-mercato-del-futuro-dellimprese-tedesche.html

Germany + India Infinite opportunities

http://www.germany-and-india.com/

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