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Cambio di rotta. Ora flussi finanziari in fuga dalle azioni e si torna sui bond
Ormai era diventato un logo comune. I flussi finanziari da tempo stavano girando dal mondo obbligazionario a quello azionario. Un’uscita di denaro inarrestabile che ha gonfiato gli asset e ha fatto lievitare le borse. Ma ecco che i mercati emergenti, con la benedizione di qualche dato macro non proprio entusiasmante, hanno cambiato le carte in tavola.
Ed è così che la settimana scorsa è stata quasi storica. C’è stato un afflusso RECORD nuovamente nei fondi obbligazionaria a scapito dei fondi azionari. Nella fattispecie, registriamo un +14,8 miliardi USD in fondi obbligazionari e un – 28,3 miliardi dollari dai fondi azionari. Di questi ultimi, 6,4 miliardi sono usciti dalle azioni dei paesi emergenti.
Come vedete basta poco per far cambiare il sentiment sui mercati finanziari…. E a vedere dall’andamento dei mercati di qeusti ultimi giorni, non si escludono nuovi movimenti anomali.
E in tutto questo via vai di denaro, cosa c’entra l’economia?
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Altra spettacolare sintesi sia sulla finanza creativa “inflazione da asset”
e sul banalissimo concetto dell’economia classica :
“Il capitale è il risparmio e il risparmio è il frutto del lavoro e il lavoro è produzione di beni e servizi utili alla collettività. E’ attraverso il capitale che fondi un’azienda, costruisci una strada o un ospedale, non attraverso interscambi sul mercato secondario.”
Sul punto:
” Sono due cose diverse e se uno continua a chiedersi perchè perchè perchè, vuol dire che non ha capito.”
Sottolineo solo che negli ultimi trent’anni hanno prodotto almeno qualcosa: un mare di ideologia finanziaria propagandata a reti unificate.
Ricordo una tizia che rifilavano in giro e a Ballarò e ora eletta tra i Monti Boys (prima del botto vero della crisi e l’argomento era la globalizzazione panacea) che secondo lei gli italiani dovevano riconventirsi e crecare lavoro verso i servizi finanziari.
Il Genio pare che insegnasse qualcosa alla City, avrei un’idea su cosa ma le donne che mi conoscono sostengono (errando) che sono un signore, che ho classe e non vorrei deluderle.
Complimenti Jh ma sono come far piovere sul bagnato.
La mia ultima frase “sibillina” sintetizzava all’ennesima potenza quanto detto da John…
E in tutto questo via vai di denaro, cosa c’entra l’economia?
Inteso come mondo reale….
è semplice, NON è denaro. Sono numeri che si spostano da un conto all’altro. Per ogni venditore di azioni c’è un compratore, per ogni venditore di bond c’è un compratore. Non entra nulla, non esce nulla. Se vuoi fare uscire davvero qualcosa, vendi un titolo e con l’accredito sul tuo conto corrente da parte del conto del compratore compri un chilo di pane, un tavolo, un pieno di benzina o un TV. Se un numero troppo elevato di persone cerca di uscire per comprare, pane e benzina il sistema crolla, i prezzi dei titoli mobiliari collassano e quelli reali decollano. Quello che c’è dentro i mercati mobiliari è per lo più credito e l’effetto di innumerevoli passaggi che hanno determinato una rivalutazione contabile continua nota come inflazione da asset, non capitale. Siccome per mantenere in vita il gioco dell’inflazione da asset è necessario ogni tanto immettere denaro/credito dall’esterno ecco che entrano in gioco le banche centrali. D’altra parte sinora questo è stato il metodo: mantenere tranquillo il ceto abbiente attraverso quel potente mezzo di controllo sociale chiamato mercato e mantenere calmi i senza lavoro con cassa integrazione, sussidi vari, televisione e internet.
Il capitale è il risparmio e il risparmio è il frutto del lavoro e il lavoro è produzione di beni e servizi utili alla collettività. E’ attraverso il capitale che fondi un’azienda, costruisci una strada o un ospedale, non attraverso interscambi sul mercato secondario. Sono due cose diverse e se uno continua a chiedersi perchè perchè perchè, vuol dire che non ha capito. Sono almeno 20 anni che non si produce capitale, solo credito e presto o tardi questo eccesso di credito andrà al suo posto, cioè a zero. Poi si tornerà a produrre capitale, attraverso il lavoro e la produzione.