in caricamento ...
BOE: se il futuro non fosse una passeggiata di salute…
Sono stati due gli input che mi hanno spinto a scrivere questo post.
Il primo era la notizia su RBS, alias Royal Bank of Scotland, banca che ho preso in esame nel post precedente, la quale non ha passato gli stress test della Bank of England.
E non è un dettaglio da poco, visto che RBS ha un peso sui derivati che non è mica da ridere…
In uno scenario di pesante recessione, la Royal Bank of Scotland, 73% in mano allo Stato, rischierebbe di andare a gambe all’aria. (…) La banca ha evidenziato infatti un rapporto di patrimonializzazione — Cet1 ratio — del 5,9%, largamente inferiore al minimo richiesto del 7,3%. Già salvata e nazionalizzata fra il 2008 e il 2009, la Rbs ha migliorato le sue posizioni e dal 2014 al 2016 ha ridotto del 68% il peso dei «non performing loans», ora attorno ai 12 miliardi di sterline. Ma non basta. Il target di patrimonializzazione è lontano. (CdS)
Ma tu guarda, le banche inglesi come si comporteranno quando la Brexit diventerà operativa? Perché è proprio di questao che si parla. Se le previsioni che molte istituzioni internazionali hanno dato sul PIL inglese post Brexit dovessero avverarsi, la Gran Bretagna si ritroverà con un periodo di pesante recessione. Ed in tal caso sarà ancora la Regina a soccorrere il settore bancario? Perché la RBS rischia la bancarotta, ma anche realtà come Barclays e Standard Chartered tanto per non fare dei nomi godono di sfavillante salute e solidità indiscutibile. Soprattutto con un quadro così incerto politicamente ed economicamente.
(…) Complessivamente il quadro è sotto controllo, sostiene il governatore Mark Carney per il quale «il Regno Unito resta la banca d’investimenti per l’Europa», ma non mancano le incognite politiche internazionali (la Brexit avvolta dall’incertezza sui modi e sui tempi, il debito cinese in crescita, la transizione da Obama a Trump con le domande sul futuro dei commerci globali) che elevano i livelli di rischio e impongono la costruzione di stabili fondamenta patrimoniali. (…)
Insomma il mercato festeggia, fa registrare anche nuovi massimi in USA, ma siamo poi così sicuri che tutto “andrà liscio”? In realtà sappiamo benissimo che Trump, ad esempio, non potrà fare tutto quello che ha detto, anche per un semplice motivo di incompatibilità tra alcuni punti del suo programma. Come non è detto che la Brexit sia poi una passeggiata.
Morale: la Bank of England ci “regala” il Financial Stability Report (e qui mi tocca ringraziare il secondo Input, ovvero l’amico Surfer) che prova a disegnare un quadro realistico, freddando gli entusiasmi e non escludendo anche momento difficili nei prossimi mesi. Proprio perché la Trumponomics e la Brexit rischiano di essere non esattamente quello che il mercato spera o pensa.
Il report potete visualizzarlo CLICCANDO QUI.
Nel mio piccolo vi presento la slide che sintetizza tutto il lavoro. Merita quantomeno uno sguardo per darvi un po’ di consapevolezza in più.
STAY TUNED!
(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Segui @intermarketblog
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!). E se lo sostieni con una donazione, di certo non mi offendo…
The (United) States is the largest recipient of Foreign Direct Investment (FDI) in the World.
The updated fact sheet now includes the rankings of the largest and fastest-growing sources of FDI in the (United) States.
https://www.youtube.com/watch?v=h2Rk-pLgtYE
サーファー © Surfer [!CHromatiCS!]
Ciò che sembra e ciò che è.
L’altro giorno ero chiaramente disfattista. Anche oggi.
Fatti: Brexit il 28/6 (disastro? sembra di no)….hard brexit soft brexit mild brexit long long brexit , brexitquasi in bremainsoftexit o no brexit?
Fatti: usciamo subito perchè così hanno votato gli inglesi, poi…. entro la fine dell’anno, al massimo a marzo o a giugno prossimi, poi…. prima negoziamo e poi usciamo, poi.. potremmo rimanere, poi…. se pago posso restare?. Il referendum è supremo, anzi prima vediamo se dobbiamo passare dal parlamento (IL 5 SI VA DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA) poi eventualmente pianifichiamo il voto in aula, poi se non cade il governo vediamo se e come far scattare la clausola e nel frattempo per incasinare un po’ le trattative negoziamo a parte con gli Usa e portiamo le imposte sulle imprese al 17%. Ho sempre pensato che i cappelli della guardia reale fosse solo scena….sbagliavo è che gli inglesi hanno la testa fatta così con quella forma e serve molto molto sangue per irrorare tutti i neuroni.
Velocissimamente!
Dopo l’elezione di Trump, i politici IN SELLA nel/SUL Regno Unito hanno iniziato a dire – o rilasciare – meno fesserie.
Per fortuna – e su tutti i fronti.
Trump d’altra parte è molto astuto: ha lisciato il pelo prima alla May e poi a Farage – “cani e gatti”, incompatibili da sempre, come si sa.
[MA] In quel “ramo” – politica estera e/con relativi movimenti o “posizioni” finanziarie, soprattutto – detteranno parola e legge solo alcuni del GOP e/o nel Republican Party (precipuamente, sono CINQUE).
In questo twister “meditato”, o fortunato, Carney ha potuto lavorare – ossia, si è scrollato (al momento) le ombre dei ciarlatani-politicanti (e non SOLO) Britannici (che volevano la Sua testa).
Riguardo alle Banche Britanniche, BISOGNA RICORDARE
1.
2. Association for Financial Markets in Europe [AFME, Position Paper, the], “CRD 5/CRR2: interaction of IFRS 9 with capital requirements” – September 22, 2016
http://www.afme.eu/globalassets/downloads/industry-guidelines/position-paper-ifrs9-vs-crd4-crr-capital-requirements.pdf
°l°
…” any amendments to address the IFRS 9 accounting issues may risk divergences between IFRS and non-IFRS banks operating in Europe “…
°l°
RISCHIO DI CREDITO -[PATRIMONIO]- aumento degli accantonamenti contabili – per TUTTE LE BANCHE (NON SOLO BRITS).
3. [segue dal punto 2. – come appendice O premessa (per capire)] L’Irlanda è il più grande centro amministrativo di Hedge Funds in tutto il Mondo: ATTUALMENTE con oltre Il 40% di patrimonio dei/nei fondi (sotto GESTIONE).
L’Irlanda – che è da sempre fedele all’UE!
[Quindi] Sia quelli delegati per l’eventuale uscita dall’UE – per quanto riguarda gli “IN SELLA e NON” O i “futuri negoziatori” Britannici – che QUELLI delegati per un’eventuale negoziazione sui nuovi equilibri (FINANZIARI, anche) tra US ed UE – da parte del GOP -, dovranno fare i (LORO) conti.
ATTENTAMENTE.
Basta saperlo – sempre.
サーファー © Surfer [Ceteris paribus!]