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#BITCOIN revolution: il mondo sta cambiando, anche grazie alle criptovalute

Scritto il alle 12:00 da Marco Dal Prà

Il 17 dicembre scorso, a 3 anni esatti dal suo massimo del 2017, Bitcoin ha aggiornato il suo massimo di tutti i tempi, quello che gli addetti ai lavori chiamano All Time High.

In una salita di prezzo tanto inaspettata quanto vertiginosa, il cambio sul biglietto verde americano è passato da poco più di 19.000 di mercoledì mattina a 23.642 dollari di giovedì pomeriggio, movimento mai visto nella storia di Bitcoin.

La sorpresa è stata tale da arrivare fino ai piani alti dei Mass-media. Tanto per fare un esempio ne ha parlato persino Enrico Mentana in prima serata su La7.

Ma sono proprio le parole del direttore del TG di La7 che mi danno un “assist” per saltare dall’altra sponda dell’Atlantico per portarvi un paio di notizie molto più importanti del mero prezzo giornaliero di Bitcoin.

 

 

La prima notizia, che ha del clamoroso, la trovate su un servizio andato in onda su Bloomberg TV il 16 dicembre, mentre la salita di prezzo era appena iniziata, durante il quale è stato chiesto un parere a Scott Minerd, responsabile degli investimenti di Guggenheim Global.

L’intervistato, che di certo sta osservando il settore, mentre era in diretta televisiva e senza tanti giri di parole, ha detto che Bitcoin per le sue caratteristiche dovrebbe valere la stratosferica cifra di 400.000 Dollari (!), lasciando esterrefatti ed imbarazzati persino i conduttori televisivi.

Ma non serve fare tanta strada per trovare le motivazioni di questa valutazione; ce le fornisce sinteticamente lo stesso Mentana:

  • Emissione limitata a 21 Milioni di Bitcoin (cioè scarsità)
  • Stampa illimitata di dollari da parte della Federal Reserve e di tutte le altre banche centrali (cioè inflazione).

Detta in altri termini, per i grandi investitori la consistenza delle valute di Stato ha preso una brutta piega tanto che stanno cercando vie alternative.

Una conferma a quel famoso Cash is trash pronunciato da Ray Dalio ad inizio anno che sottolinea la fine che stanno rischiando i denari che abbiamo in portafoglio se si continua a stamparne in modo irrefrenabile.

E’ il motivo fondamentale per il quale è nato Bitcoin ed è la “storia” che sto scrivendo da qualche anno su queste righe.

 

Bitcoin è rete, Bitcoin è energia

Tutto un giorno può valere zero. Nessuno lo nega. Anche Bitcoin, anche l’Euro. Ma tra i due è il secondo quello ad essere messo nella posizione peggiore. L’Euro ha solo una Banca Centrale che stampa denaro “scoperto” e degli stati che lo impongono come mezzo con il quale pagare le tasse. Ma sotto sotto, a dargli un valore, non c’è lavoro vero.

Dietro Bitcoin invece c’è una rete di migliaia di nodi interconnessi, sparpagliati in tutto il mondo e sempre funzionanti, qualunque cosa accada. Bitcoin per la sua sicurezza si affida ad una rete di migliaia di calcolatori distribuiti su tutto il globo che mantengono la rete perfettamente sincronizzata e soprattutto “blindata” da possibili attacchi da oltre 10 anni. E lo fanno senza conoscersi, perché così prevede il software.

Ma questa rete non può valere zero. Questa rete ha un background di cultura tecnico-scientifica enorme, ed ha investimenti milionari in strutture industriali, come lo è ad esempio questo capannone in fotografia, riportato di Yahoo Finance, nel quale sono ospitate “macchine” Bitcoin per un valore ben superiore ai 100 Milioni di dollari.

 

Core Scientific mining farm – Calvert City, Kentucky.

Ed oltre a queste strutture, visibili anche da satellite per le loro dimensioni, ci sono gli investimenti per milioni e milioni di dollari per sviluppare i microchip sottostanti, progettati esclusivamente per le criptovalute. Un settore nel quale ci sono tutti gli spazi di ricerca e sviluppo per limitare l’attuale enorme impatto energetico (sul quale, prima o poi, spero di poter dare anche il mio contributo).

Senza considerare inoltre tutta la parte di sviluppo software, altro enorme capitale umano e tecnologico, con i servizi che in futuro potranno essere erogati in sostituzione a tecnologie che ormai hanno fatto il loro tempo. E tutto grazie alla Blockchain di Bitcoin o di altre criptovalute (non fatemelo ripetere, una blockchain senza criptovaluta sottostante è una sciocchezza).

Ma tutto questo non può valere zero dall’oggi al domani.

E’ vero che alcuni stati possono mettere i bastoni tra le ruote alle criptovalute, ma non lo faranno mai tutti gli stati del mondo contemporaneamente. Nel frattempo la tecnologia si evolve ed eroga nuovi servizi, così come aumentano le persone che ne fanno uso.

Infine mi sembra sempre più evidente che il mondo finanziario stia sempre più apprezzando il settore delle criptovalute, ed oggi ai colossi americani si stanno aggiungendo anche quelli di altre nazioni, come ad esempio la recente entrata di Banca Generali nella società del wallet “Conio”, con un aumento di capitale di 14 Milioni di dollari.

E’ la prova che il mondo sta cambiando.

Ma al cambiamento sta contribuendo anche Bitcoin.

 

 

Link Utili

Intervista a Bloomberg TV del 16.12.2020 del CIO di Guggenheim

Link al TG di LA7 del 17.12.2020.

Ray Dalio Cash is trash a Davos 2020.

Yahoo Finance: US Bitcoin Mining Firm Core Scientific to Triple Capacity With Massive 59,000-Machine Order

Il Sole 24 Ore – Banca Generali entra in Conio e offre servizi per l’acquisto di bitcoin

 

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