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Bande di Bollinger, VIX e trading range
Buongiorno a tutti!
Ieri sera ennesimo attacco all’area 1114 dello SP 500, e situazione, secondo me, assolutamente invariata. Scenario che per certi versi sta diventando noioso.
Ma facciamo molta attenzione.
In questo grafico vi illustro l’arcinoto grafico SP 500, con le bande di Bollinger. Come potete vedere (anche dalla parte sottostante il grafico), le bande di Bollinger si stanno “stringendo” come non mai negli ultimi mesi. Complice anche un crollo verticale della volatilità.
Ma facciamo un piccolo ripassino.
Le regole fondamentali delle bande di Bollinger
1 – Le Bande di Bollinger forniscono una definizione relativa di massimi e minimi.
2 – Grazie a tale definizione relativa, è possibile mettere in relazione l’azione dei prezzi con quella degli indicatori per arrivare a ottenere precisi segnali di acquisto e vendita.
3 – Gli indicatori più adatti a svolgere tale compito sono derivati dal momentum, dai volumi, dal sentiment, dall’open interest e da altri dati di tipo intermarket.
4 – Poiché la volatilità e il trend sono parte integrante delle Bande di Bollinger e pertanto la loro analisi per la conferma dell’azione dei prezzi non è necessaria.
5 – Gli indicatori utilizzati in congiunzione con le Bande di Bollinger non dovrebbero essere basati sulle medesime regole costruttive. Ad esempio, mentre è lecito utilizzare un indicatore di momentum in congiunzione con un indicatore di volume, non è affatto detto che l’utilizzo simultaneo di due differenti indicatori di momentum produca risultati migliori.
6 – Le Bande di Bollinger possono essere utilizzate anche per identificare con grande precisione specifiche formazioni grafiche come i minimi a “W” e i massimi a “M”.
7 – I prezzi possono letteralmente “camminare sulle bande”, sia su quella superiore che su quella inferiore.
8 – Il fatto che si manifesti una chiusura al di fuori delle bande costituisce un segnale di continuazione e non di inversione, come numerosi sistemi di breakout di successo testimoniano.
9 – I parametri convenzionali di 20 periodi per la media mobile e di due deviazioni standard per il calcolo dell’ampiezza delle bande sono effettivamente “convenzionali”. I parametri effettivi per un determinato mercato o per un determinato time frame possono essere differenti.
10 – La media utilizzata potrebbe non essere quella migliore per l’identificazione degli incroci prezzi-media. Si ritiene piuttosto che il suo migliore impiego sia costituito dalla descrizione del trend di medio termine.
11 – Se il numero di periodi della media mobile viene aumentato, si dovrebbe fare altrettanto con il numero di deviazioni standard, mantenendo la seguente proporzione: 2 deviazioni standard per la media a 20 periodi; 2,5 per la media a 50 periodi e così via. Analogamente, se la media viene accorciata, si utilizzeranno ad esempio 1,5 deviazioni standard per una media a 10 periodi.
12 – Le Bande di Bollinger sono basate su una media mobile semplice poiché il medesimo tipo di media è utilizzato nel calcolo della deviazione standard. Tale scelta si fonda sul desiderio di mantenere coerenza tra i vari strumenti utilizzati per la costruzione delle Bande.
13 – Siate cauti nell’esprimere ipotesi di tipo statistico basate sull’utilizzo della deviazione standard per la costruzione delle Bande. Nella maggior parte dei casi il campione utilizzato per la costruzione delle Bande stesse potrebbe risultare statisticamente poco significativo.
14 – Gli indicatori possono essere normalizzati tramite il %b, in modo da eliminare valori limite prefissati.
15 – Infine, i contatti tra i prezzi e le bande vanno considerati per ciò che effettivamente sono: “semplici contatti” e non segnali. Un contatto dei prezzi con la banda superiore NON implica necessariamente un segnale di vendita, così come un contatto dei prezzi con la banda inferiore NON deve essere considerato come segnale d’acquisto in sé.
Oltre a queste regole, tartte direttamente dal sito internet di John Bollinger, mi permetterei di aggiungere anche un’altra annotazione. Quando la larghezza della banda raggiunge livelli di minimo, è lecito aspettarsi un aumento della volatilità ed un successivo allargamento della banda stessa.
Morale: è probabile quindi ritrovarci a breve con un aumento della volatilità. Anche in virtù della regola nr. 4. E aumento della volatilità significa, non solo VIX in aumento ma anche oscillazione dei prezzi maggiore. E quindi non si esclude assolutamente la rottura del famoso trading range 1114-1083.
VIX: a conferma di quanto detto sopra
In concomitanza con i livello chiave dello S&P 500, anche il VIX arriva all’ipotetico capolinea. Infatti siamo trovati in area 20, un livello cruciale per il Volatility Index (VIX) e per il rischio del mercato.
Come vedete dal grafico, già in passato questo livello ha rappresentato una eccellente base di appoggio.
Cosa possiamo aspettarci a questo punto?
Se la matematica non è un opinione, direi che è più che probabile aspettarci una corrispondenza operativa tra area 20 e area 1114 (ieri sera violato in intraday e in misura centesimale in close). Violazione area 1114 decisa uguale a violazione area 20 del VIX.
Personalmente ritengo comunque non così semplice e banale il superamento dell’area 20 per il VIX. Come ben sapete, già trovo anomalo il fatto che siamo ben sotto ai livelli di rischio pre Lehman Brothers… ma che ci volete fare… Questo non è proprio un mondo “perfetto” e le anomalie pullulano,
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